20 dicembre 2018

Ciambella di Natale


E' tempo di festa e di corse in stazione per abbracciare i figli che tornano.
All'improvviso tutto diventa splendente. Lasciamo da parte quella malinconia che ci piomba addosso appena si comincia a parlare di Natale e piano piano rinasce il friccicore di un entusiasmo da bambini.
SHARE:

30 novembre 2018

Torta al cioccolato vegan (e una ricetta a sorpresa)



Io penso che una torta al cioccolato abbia un grande potere. Quello di alleviare pene di cuore, malinconie dei giorni di pioggia, solitudini irrisolte, timidezze impossibili. 
Può portare gioia in un compleanno ma anche in un giorno qualsiasi, può insegnare a volersi più bene, soprattutto quando hai l’impressione che nessuno ti pensi. 
Far gioire un bambino o un anziano. 
Addolcire un cuore duro e accarezzare un cuore romantico. 
È per gli uomini golosi e per tutte le donne. 
Per i vegani che fanno sempre tante storie con la faccenda del latte e delle uova. Be qui non ce n’è.
SHARE:

23 novembre 2018

Polpettine di ricotta e erbe aromatiche in brodo vegetale

Quest'anno, stranamente, c'è un'incredibile voglia di freddo, di casa, di Natale.
Anch'io non vedo l'ora che arrivi questo momento. Ho bisogno di magia, di ritorni a casa e di incontri. Fra poco inizierò a mettere le mani nella farina per impastare dolci buoni e profumati di spezie. E nel frattempo sfoglio libri di zuppe e rubo ricette buone dalle amiche. 
SHARE:

19 novembre 2018

Photo Vogue Festival


Mi arriva una telefonata.
E' la mia amica Lorenza che mi racconta come una favola quello che sta facendo negli ultimi giorni, del lavoro bellissimo che sta organizzando, di un progetto in cui le hanno chiesto di raccontare la nostra Puglia, della grande emozione che questo le sta dando.
Mi dice che le hanno chiesto di parlare dell'altra Puglia, di quella emozionale, non di quella che tutti conoscono nei noti (anche se bellissimi) percorsi turistici e nelle tappe obbligatorie per chi arriva per la prima volta qui.
In fondo è quello che anch'io cerco nei miei viaggi. Io che di solito farei un giro sui pullman turistici il primo giorno giusto per dire 'l'ho visto', e poi mi perderei alla ricerca della gente che mi parla di se, dei vicoli, delle abitudini, dei piatti di casa, dei loro alberi, delle loro tradizioni e cosi via, perchè solo così posso portarmi dentro qualcosa di vero di un luogo.
E mi dice che, ogni volta che si parlava di cibo, di luoghi dell'anima, di un posto dove mangi sotto un ulivo o ti senti raccontare la ricetta della focaccia, quella della mamma mia, le venivo in mente io, le risate con mio marito, il nostro trullo perso nella campagna di Noci. E, aggiunge, 'possiamo venire da te e facciamo due foto due, e intanto cuciniamo e mangiamo davvero e ci raccontiamo le nostre storie davvero?'
Poi scopro che tutto questo è organizzato da Pugliapromozione e Vogue Italia, in occasione del Photo Vogue Festival e mi sembra una cosa più grande di me.
SHARE:

15 novembre 2018

Torta alle noci


Oggi parliamo di delicatezze e di piccole attenzioni...
C'è una signora che spesso va a fare visita a mia madre. E' una sua amica ed è bello per me immaginare i loro incontri fatti di racconti e chiacchiere. Piccoli momenti di svago e di sfogo, ma anche di progetti e di risate. Piccole complicità e piccole magie che accadono solo tra donne.
Ogni volta che va a trovarla non va mai a mani vuote. Porta con se sempre un pacchettino di carta bianca, legato con un filo rosso. E dentro c'è sempre un piccolo dolce.
Ogni volta diverso, ogni volta profumato di antico e di buono. Piccole torte fatte con amore, per dire 'Ho pensato a te e l'ho preparato per te'.
E ogni volta, mentre preparano il caffè o il thè, mamma mette la tovaglietta con i ricami a punto croce, le tazze, avvicinano le sedie e cominciano a parlare.

Per me questi sono esempi di cose belle tra donne che dovremmo tutti copiare, per noi stesse, per migliorare la nostra giornata, per sapere di poter avere uno spazio da colorare solo con i nostri colori, chiuse in casa a raccontarsi.

Ma quante di noi lo fanno? sempre prese dal timore di perdere tempo, di dare fastidio, di essere invadenti?
C'è molto da imparare ancora, forse dovremmo ritornare indietro nel tempo con lo sguardo, e imparare da chi è più maturo di noi. Chi, dall'essenzialità delle scelte di vita fatte, ha saputo cogliere l'essenza delle cose.

Ovviamente ho raccolto tutte le ricette di queste torte regalate e le ho rifatte. Senza cambiare niente. Anzi rispettando anche le dimensioni mini del dolce.

E oggi io ne regalo una a voi.
SHARE:

1 novembre 2018

La colva



Anni fa, durante il nostro primo viaggio in Grecia, mentre gironzolavamo per le strade di Atene, ci ritrovammo in una piccola e bellissima chiesa ortodossa. Decidemmo di entrare e di visitarla e, se fosse stato possibile, anche assistere a qualche funzione religiosa. Non c'era molta luce e l'interno era illuminata per lo più da candele. All'improvviso, da un lato della chiesa apparvero in fila tante donne vestite di nero che portavano nelle mani ciotole coperte con una pellicola trasparente e grandi pani. Posarono tutto su un tavolo messo al centro della chiesa e lentamente cominciarono a tirar fori dalle tasche e dalle loro borse alcuni biglietti ripiegati con cura che riposero in una grande urna posta al centro del tavolo. 
SHARE:

23 ottobre 2018

Torta di mele e melecotogne



Sto sfornando dolci in continuazione. 
In mezzo ad una dieta povera di zuccheri. Come faccio? soffro secondo voi? no, perchè mi regalo comunque una fettina sottile e resisto al desiderio violento di magnarmela tutta.

Ma non sto solo preparando dolci, nooo. Sto curando il progetto della mia vita, a cui vi ho già accennato e di cui per scaramanzia, se non parte in maniera ufficiale, non posso ancora parlarvi.
Ma posso dirvi che è una vita che lo sogno, e per la precisione da 27 anni.
Mannaggia che non posso raccontare ancora....
Però posso parlarvi da cosa nasce il mio amore sfrenato per la campagna. Voi direte, sai che novità! è una vita che ci ammorbi con orto e zappa e ulivi e dell'aria buona che si respira e del contatto con la natura. E vabbè allora non vi dico più niente.

SHARE:

14 ottobre 2018

crostata di ciliege


Che strano il tempo di questi giorni.
Sembra che tutte le stagioni si riuniscano in una sola giornata. 
Ti svegli la mattina e trovi ad attenderti fuori dalla finestra un paese avvolto dalla nebbia. Riesci a malapena a vedere la strada e il palazzo di fronte a te. Tutto ovattato intorno. Silenzio nelle case, dove la gente vorrebbe tanto restare davanti alla tazza di un caffèlatte caldo e mangiare lentamente i biscotti, anzichè uscire per andare al lavoro.
SHARE:

11 ottobre 2018

Plumcake allo yogurt

 

(Post sponsorizzato da Vallè)

Buongiorno.
Che bello ritrovarsi qui a raccontare.
Tanto tempo fa, quando i blog erano pochi e c'era l'abitudine di scrivere, anzi raccontare le ricette, io seguivo una ragazza italiana che si era trasferita in Inghilterra e raccontava di tutte le sue vicissitudini, dei viaggi che faceva e delle case che abitava. Era bello seguirla. Era come viaggiare con lei, esserle amica e condividere attraverso i suoi occhi, un'esperienza che sapeva, per noi, di romanzo. E poi metteva delle ricette che tutt'ora sono fantastiche, nella semplicità delle sue scoperte etniche, nelle sue foto. Le traduzioni in inglese mi affascinavano e mi sembrava una che era avanti. Poi, all'improvviso è sparita. Ma il suo blog è rimasto li, per me che sono nostalgica che ogni tanto ci torno e spero che sia tornata.
SHARE:

26 settembre 2018

Meet Massari 2018


 Non sono sparita.
Stavo solo aspettando. Non di avere cose da dire, ma di fare cose nuove.
Cose da dire ne ho sempre. La vita mi sorprende ogni minuto, quando conosco nuove persone e mi sembrano migliori di quelle che conosco, quando le vecchie mi deludono, quando in mezzo alla folla urlante mi chiudo in una bolla di silenzio. Troppe novità diventano cose vecchie in un minuto.
E aspettavo che arrivasse una cosa importante. Ed è arrivata.
SHARE:

9 agosto 2018

Pomodorini in dispensa



Sono felice. Sta piovendo e all'improvviso mi sento meglio.
Lo so che mi ripeto, ma il malessere che mi provoca il caldo non è facilmente comunicabile a chi invece ne gode.
Mi accontento di questi brevi momenti in cui il cielo si rabbuia, scatena il vento e mille fulmini, piove a dirotto, grandine e acqua solo lontano, portando però fin qui il profumo di tempesta.
Poi con la stessa velocità vanno via le nuvole e torna il sole con un caldo che soffoca.
E così attendo il tramonto. Quando comincio a muovermi respirando più facilmente.
E durante i miei tramonti pulisco il garage, faccio pulizie, metto fuori di casa il naso per andare a fare commissioni, vado in campagna.

Questa che racconterò è la storia di due tramonti in campagna.

Durante le mie giornate scatto foto e conservo ricordi. Una mania che mira forse a fermare il tempo per il timore che possa portare con se immagini e momenti belli.
Poi arriva il momento in cui me le riguardo e sono contenta di averlo fatto. Soprattutto quando guardo le foto dei miei figli, quando sono già lontani. E così, rivedendomi tra i loro abbracci, e con loro addosso o intorno a me, mi sembra di averli ancora con me. 
Approfittiamo di ogni momento in cui stiamo insieme per parlare e parlare.
Una sera ci siamo seduti nell'orto accanto alle piante di pomodori e, mentre li raccoglievamo e riempivamo cassette, ci raccontavamo i riassunti delle nostre vite che ormai sono strade diverse, che si incrociamo di tanto in tanto. E il sole calava. E quello era un momento solo nostro, in mezzo al silenzio della campagna.
Siamo tornati che era già buio.


Il giorno dopo.

Pomeriggio assolato, tramonto. ancora.
Le mani devono sempre muoversi e lavorare mentre la bocca parla e le orecchie attente ancora imparano ascoltando. Abbandonati i telefonini si dividono i compiti.
Mentre mia madre e mio figlio puliscono i pomodori io recupero un pò di frutta che oramai sta 'passando' e ne faccio marmellata, anzi confettura o come cavolo si dice. Scusate ma era meglio quando uno parlava senza il pensiero di qualche saccente dito inquisitore. Quando l'orto regala pomodori in quantità non si può ignorare il dono e allora se ne fanno boccacci di pezzettoni profumati di basilico per l'inverno, quando uno a casa, l'altro lontano, penseremo a questo momento lento trascorso insieme ad imbarattolare l'estate.  Domani si penserà ad andare al mare.

Noi l'estate la viviamo così.
al canto delle cicale.
Noi formiche.

E mia madre ci dice come fare.



Pomodorini in dispensa

ingredienti:

- pomodorini
- basilico

Procedimento:

Sterilizzare i barattoli e i propri tappi facendoli bollire almeno 10 minuti dopo il bollore. Farli asciugare capovolti du un canovaccio pulito.

Lavare i pomodori e il basilico.
Tagliare a metà i pomodorini e sistemarli nei barattoli, premendo affinchè esca la maggior parte dell'acqua di vegetazione. Attenzione, non tutta.
(Potete utilizzare l'acqua di vegetazione in eccesso per condire un'ottima panzanella, aggiungendo un pò d'olio e di sale)
Alternare i pomodorini a qualche foglia di basilico.
Chiudere ermeticamente i barattoli e farli bollire a bagno maria almeno mezz'ora dopo l'ebollizione.

tutto qui.







SHARE:

6 agosto 2018

Spaghettoni al sugo di peperone con acciughe salate



Le finestre sono aperte e mi sto godendo un pò di fresco che finalmente sta portando un pò di tregua in questa giornata di caldo tremendo. Stiamo soffrendo tutti di un malessere fisico che ci toglie il respiro, l'appetito, il sonno, le forze, ci annebbia anche la vista per il sole accecante. Poi credo che nonostante tutto questo sia solo il minore dei mali, 'frutto di stagione' come amano dire gli anziani che per educazione e per l'età vestono anche in estate con giacca, cravatta e cappello, sulle panchine in piazza. E capisco che ci sono veri 'mali' da sopportare diversi dalla banale calura estiva. E decido di pensare ad altro. 

Stasera si rimette tutto in moto, dopo l'abbiocco della giornata, appetito compreso. E così dopo un pranzo trascorso mollemente a mangiucchiare cicorie lesse fredde con un pò di aceto e una fetta di caciocavallo sudato, ora mi è venuta voglia di un piatto di pasta e a dispetto dei nostri orari di cena meridionali che, se non sono le 22 non si mangia, è quasi pronto.
Sì, avete capito bene, selezionerò uno dei primi piatti gourmet a disposizione sul sito di Italian Gourmet e cercherò di fare la magia. Ho già l’acquolina in bocca. 
La mia scelta gastronomica è ricaduta sugli spaghetti al sugo di peperoni con acciughe salate firmata da Carlo Cracco. Una ricetta che ha tutto il sapore dell’estate, versatile e capace di adattarsi ad ogni cucina. Ecco la mia versione, spero vi piacerà.

SHARE:

27 luglio 2018

Lasagne facili al salmone per godersi l'estate


Stiamo facendo colazione. Stamattina abbiamo un ospite: il mio nipotino ha dormito da noi e sembra che ci sia aria di festa. Anzi aria di estate, quando, liberi dagli impegni ci si sposta facilmente da casa alla campagna, dalla casa della nonna a quella della zia o degli amichetti e così via.
E proprio questo mi ha fatto riflettere. Pensavo al significato dell'estate.
Cambia man mano che cresciamo. E così a rischio di sembrare una zia un po’ strana, parlando del più e del meno, mentre insieme preparavamo delle lasagne facili facili per il pranzo di oggi, gli ho chiesto 'ma per te che cos'è l'estate”?
E lui subito 'non avere compiti da fare e avere tutto il tempo libero. Libero di fare tante cose o di non fare niente'. Bellissimo.
E mi è tornato in mente questo senso di vera libertà che avevo dimenticato. Le giornate vuote da riempire di qualsiasi cosa. Giocare per strada o in campagna, inventandoti giochi al momento. Seduti ad una panchina a parlare con gli amici. Gironzolare in villa al fresco degli alberi e non soffrire manco un po’ del caldo che c'era intorno e che, anzi, aveva un senso. Il senso della vacanza e della libertà.
Ci si sentiva quasi ubriachi per tutto questo. Non era tanto, o forse sì lo era e non lo sapevamo, era il giusto senso del vuoto di 'cose da fare', della mancanza della corsa tra le mille cose obbligatorie dell'inverno.
E ho capito perché da anni provo questo senso di disagio e fastidio durante l'estate.
Noi 'grandi' abbiamo sempre questa sensazione di 'dovere' da anteporre al 'piacere'. Se non corriamo ovunque, al lavoro, in casa, al mare, non ci sentiamo 'produttivi'. Abbiamo perso la capacità di godere di uno stop, dello stare fermi, seduti a...perdere tempo, che perdita di tempo non è, ma solo un recupero di un ritmo più vero e umano.
Vorrei tornare ai pomeriggi con le sedie fuori dalle case, dove chi passava si fermava prima a salutare, poi a fare una battuta e poi a parlare a lungo. E poi passava un altro e si diceva un pettegolezzo, una barzelletta o due chiacchiere così... E si aspettava l'estate anche per questo. Per 'uscire' e aspettare il tramonto fuori, all'aperto.
E poi per cena bastava un gelato, una frisella e ci si godeva il fresco della sera con l'aria calma che ti ritemprava. Erano belle anche le notti calde, quando si dormiva sul balcone, all'aperto, sotto le stesse, con il materassino del mare per terra e basta. O si rinfrescava il pavimento con secchi d'acqua fresca e ci si sedeva a terra a giocare alle 5 pietre.
Ora?
Si continuano le attività dell'inverno, soffrendo e bestemmiando il caldo, rosicando per le immagini di mare cristallino di chi sta ogni giorno in ammollo, aggrappati ad un vittimismo del 'e io perché no?', dimenticando che il segreto sta proprio nel godere delle prime ore del giorno o delle ultime della notte, quando il caldo perde la sua capacità di ottundere la mente, di trovare nel ritmo lento il proprio ritmo mentale, nello spegnere internet e chiamare un amico solo per mangiare nel balcone una fetta di anguria.
Ecco, facciamo che ricominciamo da qui.
Dal tornare al senso dell'estate della nostra infanzia.
Siamo ancora bambini dentro, da qualche parte.
SHARE:

6 luglio 2018

Torta biscotto con panna e frutta


Oggi è un giorno caldo, di quei caldi di cui ho riempito altri post, lamentandomene.
Mi rallenta i pensieri questo caldo e mi mette nella condizione di attesa del fresco della sera.
Già di mio ho nella testa 'la folla', come diceva mia nonna, pensieri desideri voglia di fare cose e incontrare persone e iniziare progetti. Poi se aumenta  la temperatura intorno, mi si rimescola tutto e tutto insieme.

Allora per la prima volta, ho accettato la possibilità di usare l'aria condizionata, installata in casa sei anni fa e usata tre volte, non so nemmeno io perchè... sarò scema si... 

Mi son detta, bene, ora mi piazzo qui e scrivo, senza pensare. Tanto non so nemmeno se d'estate la gente passa a leggere i blog. Forse nemmeno d'inverno più, in realtà.
Ma si vorrà dire che il cerchio si è chiuso e che il mio blog tornerà ad essere il luogo dei miei pensieri, che regalerò a chi passerà di qui.

Ecchissene... se sono fuori moda, se il mondo corre, se tutto cambia e la velocità trasforma tutto
Chissenefrega se il tempo è poco o forse è pieno e non ce la faccio a seguire tutto e capire dove stanno andando i social ma soprattutto dove voglio andare io.
Voglio.
Su questa parola oggi ho avuto un'illuminazione,
Strozzati dal senso del dovere che da quando eravamo bambini ci hanno inculcato associandolo al senso di colpa se per caso non volevi accettare il ricatto, siamo costretti ogni giorno a portare un peso sulle nostre spalle.
Un peso fatto di pensieri, di responsabilità, di cose che si DEVONO fare.
E allora oggi parlandone con una mia amica mi scrive...'bisognerebbe imparare ad utilizzare il voglio, che fa tanto la differenza e ti fa sentire meglio..'.
Devo contro voglio. Quale preferite?
A volte ho l'impressione che pur essendo un verbo 'devo' è femminile e 'voglio' maschile.
Sto divagando.
Comincio a ritrovare il piacere della mia scrittura. Mi fa sentire bene stare qui seduta, nel silenzio del tardo pomeriggio, nel mio rifugio di finta aria fresca, a concentrarmi solo sui miei pensieri.
'Voglio ritrovare la voglia'...di cucinare, di condividere, di sognare, di incontrare.
E' come un allenamento muscolare. Se non lo fai di continuo lo perdi.
Dimentichi anche di saperlo fare. 
Vabbè dai ora me lo segno.

SHARE:

17 giugno 2018

Fiori di zucca ripieni


Ogni tanto mi fermo. Questa volta forse ho esagerato, ma era un vero bisogno di fermarmi e capire.
Cerco la mia strada, in mezzo a questa miriade di viuzze e piazza e ristoranti che è diventato il web.
Aspetto un segno che mi dia una risposta, che mi faccia intuire se faccio bene o male.
Poi ieri per caso mi capita una cosa bella.

Sono a Roma, di passaggio e, come sapete, io amo questa città,  andare in giro anche senza una meta, perchè c'è sempre qualcosa che ti sorprende, un negozio nuovo, una frase colta al volo per strada, lo stupore dei turisti a testa in su che ti contagia. Bellissima, eterna per davvero, sporca e piena di buche si, ma poi ti regala un pezzo di muro che ti parla di storia o una chiesa piccola e meravigliosa che non avevi mai visto e te ne dimentichi.

Avevo poco tempo ma non potevo rinunciare a fare un salto alla solita libreria per una sosta in mezzo ai miei amati libri.
Mentre aspetto una mia amica, incrocio gli occhi di una persona che sta salendo le scale, che mi sorride e mi saluta,
Non la riconosco subito poi lei mi si avvicina e mi dice 'Speravo di trovarti qui. Ho letto che eri a Roma e so che ti piace venire in libreria. Noi ci siamo conosciute l'anno scorso proprio li, a quel tavolo, abbiamo parlato tanto di noi, ci siamo salutate e io da allora ti seguo sui social, sul blog, e mi piace quello che fai. E' diverso da quello che fanno gli altri. Tu stupisci, proprio perchè non hai intenzione di farlo, con la scelta della semplicità, che non è solo una parola ma un grande difficile concetto da esprimere ma soprattutto da mettere in pratica.
Sei cambiata nel corso di quest'anno, hai deciso di aprire la tua mente e il tuo cuore e non parlare solo di cibo, ma anche attraverso il cibo comunicare l'idea dell'essenziale. Sei tornata sempre più alla terra, a coltivare il tuo cibo, stai scegliendo cosa mangiare, lasciando tutto a livello di emozioni. E tutto questo secondo me è motivo di riflessione, di incoraggiamento a fare altrettanto, a seguire quello che involontariamente tu suggerisci, di eliminare il superfluo e capire quanto di importante abbiamo già intorno e vicino a noi, che non riusciamo più a vedere. Continua così Anna, che fai bene a te stessa e a noi'.


SHARE:

17 maggio 2018

Viaggio in Normandia (seconda parte)


- Giorno 5 -

Abbiamo dormito a Deauville, (vicino a Treuville... mi sembrava simpatica questa cosa)
Valeva la pena fare un giro lungo il fiume, con la sua fila di casette ordinate, che ricordano tanto il lungofiume di Copenaghen, e con una miriade di barche a vela ancorate. Suggestivo e malinconico centro balneare della Cote Fleurie,  come il casinò che qui, come in tanti altri posti della Francia, attira ancora molti turisti.


SHARE:

15 maggio 2018

Crema di carote, patate, arancia e zenzero


Ma si, mi son detta, forse dovrei imparare a scrivere al volo, senza pensare e ripensare, rifinire e riflettere.
In fondo un blog è e deve essere un luogo di appunti, per non dimenticare, per ricordare sempre e avere sotto gli occhi le cose belle che si son viste e le cose buone che si vogliono ripetere a tavola.

Quando viaggio mi predispongo come un libro bianco tutto da scrivere. Cancello dalla mia mente tutte le aspettative e le cose ho immaginato. Trattengo solo l'itinerario di massima, fortemente modificabile, come una linea guida da seguire giusto per capire qual è la direzione. Ma poi mi lascio andare con tutti i sensi all'erta, pronta per accogliere le emozioni che verranno.

SHARE:

20 febbraio 2018

Muffin integrali con miele, limone e cannella


Sapete quelle giornate che cominciano con un'alba di pioggia? Di quelle che quasi quasi non vuoi nemmeno il caffè? E pensi a rimaner digiuna fino a quando ti scatta un desiderio e decidi di andare subito a fare una doccia e a vestirti per cominciare la giornata in maniera produttiva?

Hai tante cose da fare, ma hai voglia di leggere che fra 100 pagine finisci il libro e non vedi l'ora. 
Poi pensi che da tanto non prepari qualcosa di dolce perchè non ti è concesso.
Colpa della dieta, dei sensi di colpa...bla bla bla.
E il blog langue. E il chiasso iperattivo e iperproduttivo del web ti fa soffocare.
Ti chiedi dov'è finito il piacere di scrivere per se e per i propri lettori? dove sono e cosa vogliono i nuovi lettori? ma esistono ancora i lettori? o ci sono solo persone che usano gli occhi per scorrere le immagini velocemente e poi dimenticare. E poi quali immagini se ormai sono tutte uguali, perfette e le ricette sempre più sponsorizzate e non capisci più dove finisce casa e i gusti tuoi e dove comincia l'hashtag o il tag o il link dofollow. 
Dove è finito l'italiano? dov'è casa nostra, che lingua parliamo? Ma dove stiamo andando?. Come tanti zombie in cerca di quello che abbiamo perso... la realtà. Quella che si tocca. Le mani che si stringono, il libro di carta, gli occhi che si incrociano, le parole che si dicono, una risata in compagnia. Il cucinare per qualcuno e non solo per le foto.

Fine del pippone. Ormai mi sa che faccio solo pipponi. Ma d'altro canto è un cercarmi dentro ... e lo scrivo per chiedere se anche voi vi sentite così.

Intanto stamattina mi son concentrata su un desiderio per la colazione e l'ho realizzato.
Ho preso ciotola e ingredienti e ho cominciato a mescolare.
volevo dei dolci senza tanti sensi di colpa, da mangiare, anche due, accompagnati da un thè.
E ho associato i profumi che volevo sentire... limone miele e cannella.
E son venuti fuori dei muffin profumati e buoni da rimetterti al mondo facendoti sentire migliore.
E non sono nemmeno difficili da fare.

_____________________________________________________________________________

Muffin integrali con miele, limone e cannella

Ingredienti 
- un bicchiere (da 200 ml) di farina integrale o ai cereali
- mezzo bicchiere di amido di mais (o maizena o fecola di patate)
- mezza bustina di lievito per dolci
- la scorza grattugiata di un limone biologico
- due cucchiai di miele sciolto in un pò d'acqua calda
- due uova piccole o uno grande
- 70 ml di olio di semi di arachidi
- un cucchiaino pieno di cannella in polvere
- confettura di limoni
- zucchero a velo 
Procedimento
In una ciotola amalgamare farina, amido, cannella, lievito e scorza di limone. 
Poi aggiungere il miele sciolto nell'acqua, le uova e l'olio. Lavorare il tutto energicamente fino a raggiungere una crema morbida non resistente alla frusta.
Se necessario aggiungere un pò di latte o acqua frizzante.
Versare l'impasto nei pirottini già disposti nella teglia per muffin. 
Per agevolare questa operazione versare l'impasto in una caraffa così da non dover pasticciare con i cucchiai.
Aggiungere in ciascun pirottino mezzo cucchiaino di confettura di limoni.
Infornare a 180° in forno caldo per circa 20 minuti o fino a quando lo stuzzicadenti non ne uscirà asciutto.
Far intiepidire e spolverizzare con zucchero a velo.

_____________________________________________________________________
 







SHARE:

1 febbraio 2018

Barrette ai cereali - Granola bars


Pensierino del giorno
A me tutto questa quantità immensa, infinita di parole che leggo sui social, tutte queste immagini perfette, le millemila ricette originali, i selfie ancora col becco a papera, i pacchi aperti in diretta, gli infiniti hashtag, gli infiniti tag, i boomerang che mi fanno aumentare lo strabismo, l'ansia da prestazione che prima faceva sgomitare ora ti camminano sopra senza togliersi i tacchi.... mi sta facendo mancare l'ossigeno. Io ci provo, ma poi desisto.
L'Esagerare secondo me saturerà l'aria e farà mancare il respiro a chi legge.
Credo molto nella moderazione, come antidoto al caos.

Però ho almeno 5 buoni motivi per essere felice.
Perchè ho ripreso a leggere, e leggere e leggere.
Perchè mi sono rimessa in riga con il cibo (a parte i 5 taralli e le 10 olive di oggi, ma tant'è...). E in questo non sono sola. Tante mie amiche condividono la stessa mia scelta in questo periodo. E questo aiuta.
Felice perchè nell'aria c'è già la primavera e con la sua aria frizzante arriva anche la voglia di fare mille cose nuove. E sono già in cantiere tanti corsi tutti belli, tutti al trullo, con tante persone nuove.
Felicissima perchè sto rallentando su cose che non meritano che io sprechi il mio tempo.
E grata per questa rinnovata consapevolezza.

E con questo stato d'animo molto zen, mi sono messa ai fornelli.
Per la prima volta ho fatto le barrette ai cereali o, per tirarmela un pò, the Granola Bars.
Sono quelle barrette energetiche che dovrebbero correre in aiuto quando fai sport, quando ti senti debilitata, ma... al posto di un pasto e non DOPO un pasto o prima per tappare il buco dello stomaco.
Non sono assolutamente difficili da fare, anzi, è perfino divertente, perchè le puoi personalizzare con quello che hai e profumano la casa di cose golose.

Le versioni che ho trovato in giro prevedevano meno ingredienti, ma io mi sono sbizzarrita secondo il mio gusto e, in verità, sono venute davvero buonissime.
Provatele e poi ditemi.



 _____________________________________________________________________________

Barrette ai cereali

Quantità a piacere di

- fiocchi d'avena
- semi di zucca
- granella di pistacchi o pistacchi interi
- pinoli tostati leggermente
- sesamo tostato
- nocciole tostate e spezzettate grossolanamente
- noci
- corn flakes
- muesli
- uva passa
- cocco disidratato
- prugne secche o datteri (frullati o a pezzetti)
- mandorle 
- frutta disidratata a piacere
- miele 
- sciroppo d'agave
- tahin (io l'ho messa al posto del burro d'arachidi che non avevo)

---*---

Questo procedimento sarà un pò anomalo, perchè in realtà sono andata 'ad occhio' un pò per tutti gli ingredienti. Ho messo le quantità che desideravo e che avevo.
Ho messo in una bella ciotola capiente tutti gli ingredienti solidi e li ho mescolati.
In un pentolino ho fatto sciogliere il miele, lo sciroppo d'agave e la tahin, in quantità tali che secondo me potesse bastare per amalgamare tutti i cereali.
Quando sono diventati liquidi li ho versati nella ciotola e ho girato e girato e girato, finchè son diventati tutti appiccicosissimi.
Quindi ho messo un foglio di carta da forno in una teglia. Ho versato il tutto e con un cucchiaio l'ho livellato in maniera uniforme. Poi con l'aiuto di un altro foglio di carta ho premuto per compattare i cereali.
In forno già caldo a 160/180° per circa 10/15 minuti. 
Evitare di fare scurire troppo, come ho fatto io. Comunque il profumo di caramello, come quello delle bancarelle di mandorle zuccherate delle feste di paese, si spanderà nella cucina. Ed è fantastico.
Far raffreddare e poi tagliare a fette, a quadrati, come preferite. Quello che resta tutto sbriciolato si potrà utilizzare nel caffellatte la mattina. Vi assicuro che merita molta molta attenzione.
Per renderle 'barrette da passeggiata' o 'walking granola bars', avvolgerle in un pezzo di carta da forno. E portarle in borsetta.
Buon divertimento.
Io mi sono molto divertita.
_____________________________________________________________________________





SHARE:

19 gennaio 2018

Verdure al vapore e formaggio di anacardi


Lo devo proprio dire. Se voglio mangiare secondo la dieta devo restare a casa mia. Non devo andare ne a casa della mia mamma  che mi tenta con le cose buonissime che cucina, nè al ristorante e devo anche saltare le cene con gli amici. 
Una volta dissi ad un mio amico 'Bè mi sa che ora ci dobbiamo mettere a dieta tutti quanti. Allora facciamo così... prima mangiamo e poi ci vediamo. Suoniamo, cantiamo, parliamo.... ma evitiamo di esagerare a tavola'. E lui mi rispose 'E che ci vediamo a fare?'.
Capito come siamo messi?
Siamo degli irriducibili.
Allora proviamo a mangiare poco durante la settimana e poi nel weekend ci concediamo QUALCHE sfizio. Vedremo....

Però scherzi a parte, oggi avevo davvero voglia di qualcosa di più leggero. Ultimamente non desidero affatto la carne e prediligo verdure, legumi e frutta. Apprezzo saltuariamente le uova e devo fare proprio un fioretto per non mangiare i formaggi che adoro. 

Oggi è stata una giornata intensa di lavoro. Sveglia alle 6,30. Giro veloce in casa per iniziare a riordinare. Colazione, di corsa in palestra, che qua bisogna mantenersi in forma altrimenti si assiste allo sfacelo totale, ritorno a casa e veloce veloce continuo con il riordino.
Qui ancora campeggiava l'albero di Natale, ormai privato delle decorazioni, ma ancora da portare in garage. Cosa che odio.
Quindi via l'albero e, prima di riprendere la corsa, ho avvertito quella che gli altri definiscono 'languorino', ma che per me è una voraggine di fame da riampire immediatamente, altrimenti mi catapulto in frigo e chi si è visto si è visto.
Ho provveduto a cucinare, con la mente alla dieta, all'occhio che vuole sempre la sua parte e all'economia, perchè ho usato quello che avevo.
(molte mi dicono 'grazie ma hai sempre tuttoooo!' e vabbè.... ho le cose che mi piacciono)

Ed ecco cosa ho cucinato.



_____________________________________________________________________________

Formaggio spalmabile di anacardi
(per una precedente versione cliccare QUI)

Ingredienti 

- 200 g di anacardi crudi
- un cucchiaino di salsa tahine
- un cucchiaino di olio extravergine di oliva
un pizzico di sale
acqua q.b. 
Procedimento

Mettere gli anacardi in ammollo per una notte.
Scolarli, sciacquarli e versarli nel boccale del minipimer con gli altri ingredienti. 
Aggiungere l'acqua che serve per raggiungere la consistenza desiderata.
Conservarla al fresco per massimo tre giorni.
_____________________________________________________________________________

Verdure al vapore, verdure crude e uova sode

Ingredienti 

- due carote
- mezza batata (patata americana)
- cavolo a piacere
- rucola fresca
- due uova
- sale
- pepe
- due cucchiai di olio extravergine di oliva
Procedimento

Sbucciare le carote e tagliarle a rondelle.
lavare la batata e tagliarla a grossi bastoncini senza togliere la buccia.
lavare il cavolo e separare le cime.
Inserire le verdure nell'apposito cestello per cottura al vapore, inserirlo sulla pentola piena d'acqua e far cuocere finchè le verdure diventano tenere.
Nel frattempo cuocere le uova fino a farle diventare sode.
Lavare la rucola.
Impiattare mettendo insieme tutte le verdure cotte, la rucola, le uova sgusciate. Condire con olio, sale e pepe e accompagnare con la crema di anacardi.
Se siete a dieta evitate il pane.
Ma tanto è tutto buono già così.
_____________________________________________________________________





SHARE:

18 gennaio 2018

Focaccia pugliese


(For english version see below)
Ma quanto costa mezzo chilo di farina? E una manciata di pomodorini? Qualche oliva si trova in casa no? Come pure l'origano e un filo d'olio extravergine di oliva. Basta andare a comprare, se proprio non ce l'hai, un lievito di birra e il gioco è fatto.
Una delle cose che ho imparato in cucina è che non bisogna mai disperarsi se arrivano degli ospiti all'improvviso. C'è sempre qualcosa in casa per creare una cena meravigliosa.

Immaginate che suonino alla porta e, proprio nella serata in cui avevate deciso di mangiare una semplice frisella con olio e sale, per guardare un film in solitaria in tv, arrivano 4 amici tutti allegri per stare insieme a dire chiacchiere.
La cena più straordinaria che io possa immaginare è ... focaccia,  mortadella e, per i cultori dei sapori veri della Puglia, provolone piccante.

'E che ci vuole?' (trad. dal pugliese: basta pochissimo tempo!) sono le altre parole magiche da imparare e ripetere come un mantra.

Diciamo innanzitutto gli ingredienti, giusto per vedere cosa serve (per la ricetta base da fare veloce veloce).


_____________________________________________________________________________

Focaccia pugliese 

- 600 g di farina 00
- 1 cucchiaino di zucchero
- 2 cucchiaini rasi di sale
- 1 lievito di birra (anche disidratato va bene)
- 370 ml di acqua tiepida (circa... dipende dalla farina)
- mezzo chilo di pomodorini ciliegino
- olive 
- origano
- 100 ml di olio extravergine di oliva
- sale grosso

nota: per rendere ancora più soffice la focaccia si può aggiungere all'impasto anche una piccola patata lessa e schiacciata con lo schiacciapatate

Accompagnare con : mortadella, provolone piccante, caciocavallo ecc....

---------- * - * -* ----------

Impastare velocemente la farina con il lievito, lo zucchero, il sale (alla fine) e l'acqua tiepida, mentre si parla tutti insieme. Lavorarla sulla spianatoia. Quando è diventata elastica, fare due croci, una con la mano per benedirla e una col coltello per agevolare la crescita.

Mettere al calduccio a lievitare. Nel frattempo apparecchiare, iniziare a parlare, versare un pò di birra nei bicchieri, pulire giusto qualche verdura, cercare le olive e l'origano...
E' già passata un'ora. La pasta è lievitata. Andare a controllare.
Se non ha raddoppiato il volume, aspettare e aprire un altro argomento sul divano.
Bene ... è pronta.
Versare l'olio nella teglia. Ungersi le mani nell'olio. Versare la massa.
Insieme tagliare a metà i pomodorini e spingerli nella pasta.
Distribuire olive. Far nevicare origano e grani di sale grosso. Aspettare un pò, giusto il tempo che la pasta si riprenda dallo shock
Filo d'olio e via, nel forno già caldo a 200° per circa 30/40 minuti.
Aspettare che il profumo si spanda. Aprire ogni tanto lo sportello del forno per completare la magia.
Aprire l'incarto della mortadella sul tavolo, tagliare il provolone.
Stappare altre birre.
_____________________________________________________________________________


How much does a pound of flour cost? And a handful of tomatoes? Some olive is in the house, right? As well as the oregano and a drizzle of extra virgin olive oil. Just go buy, if you do not have it, a yeast and you're done.

One of the things I learned in the kitchen is that you never have to despair if guests arrive suddenly. There is always something at home to create a wonderful dinner.

Imagine that they are playing at the door and, just in the evening when you decided to eat a simple frisella with oil and salt, to watch a movie on TV, 4 friends come all happy to be together.

The most extraordinary dinner I can imagine is ... focaccia, mortadella and, for the lovers of the real flavors of Puglia, spicy provolone.

'What does it take?' (translated from Puglia: just a very short time!) are the other magic words to learn and repeat like a mantra.


Focaccia pugliese

- 600 g  flour 00
- 1 teaspoon of sugar
- 2 teaspoons of salt
- 1 brewer's yeast (also dehydrated)
- 370 ml of  water (about ... depends on the flour)
- 500 g about of cherry tomatoes
- olives
- Origan
- 100 ml extra virgin olive oil
- coarse salt

note: to make the focaccia even softer, you can add to the dough a small boiled and crushed potato with a potato masher

Accompany with: mortadella, spicy provolone, caciocavallo etc ....

---------- * - * - * ----------

Quickly knead the flour with baking powder, sugar, salt (at the end) and water, while everyone is talking together. Work it on a work surface. When it has become elastic, make two crosses, one with the hand to bless it and one with a knife to facilitate growth.

Put in the heat to rise. In the meantime lay the table, start talking, pour some beer in glasses, clean just a few vegetables, look for olives and oregano ...
An hour has already passed. The dough is leavened. Go check.
If it has not doubled the volume, wait and open another topic on the sofa.

Well ... it's ready.
Pour the oil into the pan. Grease your hands in the oil. Pour the mass.
Together, cut the tomatoes in half and push them into the dough.

Distribute olives. Snow oregano and grains of coarse salt. Wait a while, just long enough for the pasta to recover from the shock

Still a little oil and put ocaccia  in the oven already hot at 200 ° for 30/40 minutes. 

Wait for the scent to spread. Open the oven door occasionally to complete the magic.

Open the mortadella wrapping on the table, cut the provolone.

Uncork other beers.


SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI