29 novembre 2013

Involtini messicani su verza piccante

involtini messicani su verza piccante

Strane sensazioni piovono lentamente. E’ buio, già da un pezzo. Troppo presto cala l’oscurità nelle giornate d’inverno. E questo abbrevia tutto. La luce, il tempo, l’energia, la quantità di cose da fare. E, se fuori c’è anche una cappa di freddo, allora raccolgo intorno a me tutto ciò che porta caldo fuori e dentro e aspetto. Che i muscoli si sciolgano e che da lontano arrivino carezze. E vorrei che esistesse un varco dall’aldilà attraverso cui poter stringere ancora una volta le mani del mio papà e tenere le mie nelle sue per un pò. Aspetto che tornino a casa i miei amori, per riascoltare la musica della mia famiglia unita. Aspetto che torni la leggerezza nei cuori della gente per sentire che si avvicina il Natale, e invece di questa magica festa ci sono soltanto luci lampeggianti che sembrano ancora fredde. E palle e fili luccicanti che stonano con quello che c’è intorno.  Penso ai dolci che dovrò e che voglio preparare, che sappiano riportarmi gli stessi brividi di quando, bambina, infilavo la mano in un’anfora di terracotta per prendere meraviglie di mandorle, cannella e miele. E torneranno come ogni anno, i baci dei miei zii, in mezzo ai quali avevo il posto d’onore, e i giochi delle feste. E questi pensieri mi fanno da coperta.

E preparo una cosa buona da mangiare stasera. Forte e calda. Che mi faccia compagnia. Adoro le verdure, un pò meno la carne rossa, ma ogni tanto ci vuole e visto che proprio devo mangiarla allora la voglio ricca di sapore. E pesco dai miei ricordi la verza ‘seduta’ come si dice da noi per dire stufata e saltata in padella con aglio e peperoncino piccante.

Involtini messicani e verza piccante

(per gli involtini)

- 4 fettine di vitello

- 200 g. di carne macinata

- 100 g di mortadella

- una fetta di pane

- una carota

- sale e pepe

- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

- mezzo bicchiere di vino bianco

 

- Una verza

- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

- 3 spicchi d’aglio

- un peperoncino

 

Mettere in ammollo in acqua calda la fetta di pane, quindi strizzarla e sbriciolarla, sfregandola tra le mani. Tritare la mortadella e la carota. In una ciotola amalgamare la carne macinata, le briciole del pane, il trito e aggiungere sale e pepe q.b.  

Battere su un tagliere le fettine di carne, disporre un paio di cucchiai di ripieno e avvolgere a mò di involtini. Chiudere per tutta la lunghezza l’involtino con spago da cucina.

In una padella versare 3 cucchiai di olio e disporre gli involtini uno accanto all’altro. Far rosolare ben bene. Aggiustare di sale e versare il vino. Far sfumare e portare a cottura.

Nel frattempo lessare la verza e scolatela. In un’altra padella versare l’olio, l’aglio e il peperoncino spezzettato. Far insaporire, stando attenti a non far bruciare l’aglio e aggiungere la verza scolata. Far insaporire per almeno 10/15 minuti.

Togliete lo spago agli involtini ancora caldi. Tagliarli a rotoli e servire con la verza calda.

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Mexican rolls and spicy cabbage

( for the rolls )

- 4 slices of veal

- 200 g . of ground beef

- 100 g of mortadella

- A slice of bread

- A carrot

- Salt and pepper

- 3 tablespoons extra virgin olive oil

- Half a glass of white wine

 

- A cabbage

- 3 tablespoons extra virgin olive oil

- 3 cloves of garlic

- A chili

Soak in hot water slice of bread, then squeeze it and crumble it, rubbing it between your hands . Chop the mortadella and carrot. In a bowl, mix the ground beef, bread crumbs , chopped and add salt and pepper to taste

Beating on a cutting slices of meat , place a couple of tablespoons of filling and wrap a kind of rolls . Close to the whole length the roll with kitchen twine.

In a pan, pour 3 tablespoons of olive oil and place the rolls side by side. Sauté it well . Add salt and pour the wine . Cook slowly.

Meanwhile boil the cabbage and drain . In another pan, pour the oil , garlic and chopped chilli . Be careful not to burn the garlic and add the drained cabbage . Cook for at least 10/15 minutes.

Remove the string to the rolls still warm . Cut into rolls and serve warm, with the cabbage .

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27 novembre 2013

Polpette di carne e una giornata di nervi

 

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Posso raccontarvi una giornata di nervi, ma di quelli forti forti? vipregovipregoviprego, ho bisogno di sfogarmi.

IO vivo in un ‘ridente’ paesino’ (che poi, sta sempre a ridere stò paese) dove tutto è lindo e pinto, dove si organizza una delle sagre più importanti del Sud, dove si mangia benissimo (non a caso il sottotitolo sotto il cartello di benvenuto è ‘città dell’enogastronomia’), dove la gente si da da fare, dove i turisti sono felici, ecc… ecc… In questo paesino ridente e allegro, però, ultimamente c’è una novità… hanno deciso di far pagare un ticket per  parcheggiare le auto. Mi direte ‘sai che novità? si paga dappertutto e solo li non si doveva pagare?’. Lo soooooo.  Fin qui tutto ok, ci sta (come si dice ora). Ma che le tariffe siano identiche a quelle della zona Prati o zona Colosseo di Roma, è un pò esagerato. Ma che gli orari siano continui dalle 7 di mattina alle 8 di sera è esagerato, ma diciamo che ci sta pure.  Poi pare che gli addetti alle multe siano quasi appostati per beccare in fallo chi non mette il famigerato ticket e questo no, che non va bene. Facciamo degli esempi? Ore 13,20, diluvio, una signora parcheggia la sua auto con lampeggianti accesi, per scaricare, passeggino e neonato, da portare a casa, velocemente, la strada più giù, e… zacchete che sotto la pioggia battente arriva la multa. Ma manco ti si è bagnato il blocchetto? Secondo esempio. Scendo un momento dalla mia auto per prelevare dal bancomat … non funziona il bancomat, entro in banca per avvisare, mi dicono, signora facciamo prima a fare qui l’operazione. Tempo 5 minuti. Esco, taaaaac, fogliettino rosa svolazzante, 28 euri tondi tondi di multa. Ma secondo te devo fare il ticket anche per prelevare dal bancomat che sta difronte alla macchina mia due passi? Vado alla posta, parcheggio, Cartello ‘parcheggio a pagamento, per prendere il ticket andare in via Petrone angolo via Cappuccini, che per andarci ci impieghi almeno 15 minuti. Ora ti chiedi, ma vado e torno e se nel frattempo viene il vigile e mi fa la multa? no, allora vado e torno e faccio il ticket per un’ora, perchè devi includere anche i 15 minuti per andare fin li…. e se poi la fila è lunga e devo fare l’altro ticket? NO! Allora faccio così, vado in macchina a prendere il ticket, ma…. se quando torno non c’è il posto?

Vabbè, chiudiamo il primo argomento. Entro in posta, dove devo ritirare una raccomandata, pagare delle bollette. Ma sono due sportelli diversi e due ticket diversi (comincio ad odiare la parola ticket). File lunghissssiiiiiimeeeee, ma devo prendere prima la raccomandata e poi pagare le bollette, ma…. se arriva prima il turno dell’altro ticket? E li mi viene il panico, perchè altrimenti devo rifare tutta la fila.

Prendo la raccomandata e taaaac, una multa presa da mio figlio. Vabbè, santa pazienza, mettiamo questa appresso alle altre. Torno a casa, il parcheggio sotto casa non lo trovo perchè qualcuno ha parcheggiato in mezzo in mezzo agli ultimi due, voleva stare comodo, e sono costretta a parcheggiare lontano, a farmi il pezzo di strada stracarica di buste della spesa, di corsa perchè nel frattempo si è fatto tardi. Vabbè, oggi veloce veloce pasta col tonno, che non c’è tempo. E taaaaaac… al momento della scatoletta, non si va a rompere la linguetta? … tacci sua, della posta, della fila, della banca, delle multe, dei parcheggi, del comune, dei vigili, degli assistenti al traffico, dell’Italia, del tempo che è sempre poco, dei nervi che mi son venuti. Chiamo il marito, la mia spalla su cui so che posso piangere, che, dico, poi mi sento meglio e lui ‘ma se i ticket si devono mettere per evitare di prendere multe, si mettono e basta. Così ora lo sai per la prossima volta’. Vabbè va….

Meno male che ho il blog. E visto che ho fatto un polpettone di tutto quello che mi è capitato oggi, abbiate pazienza per le foto da Iphone, ma vi posto la ricetta delle polpette di carne. Aspettavo giusto l’occasione.

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22 novembre 2013

Il profumo dell’olio buono. Laudemio e la magica Toscana

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Quando la nebbia avvolge tutto, ecco che si aprono le porte di un mondo nuovo. Se poi la nebbia cala in terra di Toscana, ecco che tutto sembra una magia.

Già ero felice, di andare a Firenze, città che adoro. Poi li avrei potuto abbracciare la mia Laura e Patrizia e già mi batteva il cuore. Poi l’invito ricevuto, da me subito accettato con entusiasmo, mi avrebbe permesso di entrare in un mondo ai più sconosciuto, fatto di profumi incantevoli e di gesti antichi, uniti alla precisione e alla voglia di perfezione di chi ama davvero la propria terra e il proprio lavoro. E così siamo entrati nel mondo di LAUDEMIO. ‘Nel Medioevo il laudemio era il fiore del raccolto, la parte destinata alla tavola del signore’ e così i migliori produttori di queste magiche terre hanno deciso di continuare ad offrire il miglior olio della zona e si sono riuniti in un’associazione.

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Hanno invitato alcune blogger, me compresa, e ci hanno fatto conoscere il loro bellissimo progetto, realizzato nella loro terra. Tanto tempo fa, ci raccontano, alcuni tra i più scrupolosi produttori, strinsero un patto, governato da regole ferree, per poter creare un olio eccellente, che potesse rappresentare il meglio del meglio, da offrire ai cultori del buono per le loro tavole. E così stabilirono delle direttive rigidissime per la selezione delle cultivar, del tempo di raccolta, del momento della frangitura, dei sistemi di lavorazione, filtraggio e conservazione, per poter garantire un prodotto davvero unico.

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Tutto questo lo abbiamo imparato dalle lezioni che ci hanno regalato nei campi dove si raccoglievano le olive, immersi nella nebbia, ricchi di profumi. Nei frantoi (dell’azienda Marchesi de’ Frescobaldi, Castello di Nipozzano, Pelago e nell’azienda Gonnelli 1585, Santa Tea, Reggello) abbiamo assistito alle varie fasi che vanno dal lavaggio e pulizia delle olive, private della polvere, delle foglie e delle eventuali impurità, alla frangitura, fino all’assaggio dell’olio ancora caldo appena prodotto. Incantevoli le antiche orciaie ancora intatte, e stupefacenti i sistemi altamente tecnologici dei frantoi visitati. _MG_3987

Come magico è stato anche il momento del pranzo, che si è tenuto nella tenuta dell’azienda Marchesi de’ Frescobaldi, dove abbiamo potuto gustare piatti della tradizione, come zuppa di orzo e legumi, chianina con verdure al vapore, e un delicatissimo souffle al cioccolato con panna semimontata. Servito il tutto con una selezione raffinatissima di vini della cantina Frescobaldi.    _MG_4071 _MG_4083_MG_4086_MG_4090

Interessante il corso per la degustazione dell’olio che ci ha insegnato quanto poco si sa di questo mondo, dove ogni sfumatura del colore e del gusto ha un significato e una origine ben precisa. Corso che tutti quanti dovremmo fare per abbinare in maniera corretta l’olio alle nostre pietanze. _MG_4107

Se le persone che ti accompagnano in questo tour sono molto simpatiche e professionali, se riescono a  regalarti una giornata in posti incantevoli, perfino la nebbia e la pioggia possono trasformarsi in un delicato pennello di un pittore che sfuma i contorni e ti regala la poesia.

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Ringrazio Laudemio per l’invito graditissimo e condivido con chi passa di qui la felicità di aver vissuto questo incontro.

Alla prossima…

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14 novembre 2013

Torta di mele e marmellata di melecotogne (Apple pie with quince jam)

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Ore 6,30, praticamente fuori non c’è luce, anzi non c’è niente. Tutto è avvolto dalla nebbia, quella fredda di un nuovo inverno che arriva e scompare. Ancora in pigiama metto sul fornello la caffettiera e, come tutte le mattine, nel frattempo, prendo appunti per il giorno. Riordino un pò di libri e cadono foglietti. Appunti di ricette rubate qua e la, appuntate velocemente o regalate.

I quaderni di ricette, che ancora abbiamo, e che di tanto in tanto riprendiamo, nostalgicamente, si sfogliano come un album di foto e ci riportano alla mente persone che abbiamo incontrato o cose buone che non vogliamo dimenticare, assaggiate a casa di qualcuno.

E ti ritrovi pezzi di carta strappati da un’agenda di fortuna, o bigliettini, o addirittura fazzoletti di carta quasi disfatti, con ricette che magari non hai mai fatto, ma che aspettano con pazienza che ti ricordi di loro.

E così oggi, prendo tra le mani un foglio a quadretti piccoli, strappato a metà, con la mia scrittura e mi torna in mente un ricordo di qualche anno fa.

Era una giornata di primavera e stavo andando verso la mia campagna (quella del trullo di ora). Procedevo e, come al solito tutto mi faceva sognare. Le meravigliose case di campagna in pietra, o le nostre bellissime, immense masserie, proprietà di infiniti eredi litigiosi, pezzi di terra che avrei voluto comprare e coltivare ecc…. quando avverto che intorno a me c’è una novità. Una casa bellissima che avevo tanto desiderato comprare ma mai potuto, era stata evidentemente venduta e c’erano operai che avevano già avviato la ristrutturazione. Stupita mi son fermata e, dato che mi sentivo ‘del posto’ chiedo di conoscere i nuovi proprietari… un pò come atteggiamento di ‘benvenuto’. Mi vengono  incontro i nuovi proprietari e facciamo subito amicizia. E che fai tu e che faccio io, scopriamo di avere in comune la passione per la cucina. E così inizia uno scambio di inviti, di assaggi, di corsi tra di noi e di ricette scambiate. La cosa bella è che uno dei due viene dalla Germania e così mi insegna un’insalatona di cetrioli e wurstel e patate che non conoscevo, di quelle che ti mettono il buonumore… e io a lui insegno a fare la crostata, il pane nostro, e non ricordo che altro…

E tra un caffè e un thè, un giorno assaggio la torta di mele più buona della mia vita. Buona perchè stracarica di burro buono, di mele buone, di scorza di limone e alta quattro dita e sofficeeeeeeee. Insomma quel giorno ho preso al volo la ricetta e, presa dal solito ritmo impazzito della mia vita, non son mai riuscita a prepararla.

Ora, dopo qualche anno,  questi miei amici son tornati in Germania, hanno aperto un bellissimo bar/ristorante color lavanda, con poche camere, vicino ad un bosco di Hannover. Sembra una favola. Con i loro cavalli, i loro cani, ora sono li, che preparano piatti pugliesi buonissimi a chi passa a trovarli. Hanno successo e sono felice per loro. Mi dicono che preparano anche la mia crostata preferita di ricotta e marmellata.

E oggi, pensando a loro, ho preparato la loro torta di mele, aggiungendo solo un pò della mia marmellata di melecotogne, imbarattolata due giorni fa, che volevo proprio assaggiare.

Ed è venuta buona, ma buona davvero, la torta dei miei amici Fabri e Burk.

torta di mele e melecotogne

Torta di mele e di marmellata di melecotogne di Fabri e Burk. (English recipe below)

- 300 g di farina

- 300 g di zucchero (anche di canna va bene)

- 200 g di burro

- 4 uova

- una bustina di lievito per dolci

- 4 mele (gialle, verdi, rosse… a piasèr)

- un barattolino di marmellata di melecotogne (*)

 

Montare a crema il burro e lo zucchero. Aggiungere uno alla volta i tuorli. Aggiungere la farina e il lievito setacciati e amalgamare. Montare leggermente gli albumi (nel senso che non devono essere proprio a neve) e versarli nell’impasto, inglobandoli con delicatezza.

Imburrare e infarinare una teglia da forno. Versare l’impasto.

Lavare le mele e sbucciarle tutte meno quelle rosse. Tagliarle a fette sottili e infilarle vicine vicine a testa in giù nell’impasto, alternando per coreografia qualche fettina di mela rossa. Mettere la marmellata di melecotogne in un saccappòsc (mi piace chiamarlo così ihihih) con beccuccio liscio e infilare la marmellata qua e la tra le fette di mela. (non tutte, poi decidete secondo il vostro gusto).

Spolverizzate con la mano un pò di zucchero sulla superficie della torte e cuocete in forno caldo (200°/220°) fino a quando dalla prova stuzzicadenti non risulterà cotta (circa mezz’ora).

(*) per la marmellata di melecotogne: lavare le melecotogne, eliminare il torsolo e tagliarle a pezzi piccoli. Versare acqua nel rapporto peso 1 a 5 (200 ml di acqua su 1 kg di frutta). Cuocere finchè la frutta si disfa. Aggiungere 300 g di zucchero per 1 kg di melecotogne e far cuocere finchè comincia a rapprendersi. Passare tutto al passaverdura. Imbarattolare e fare bagno maria.

apple pie and quince jam

Apple pie with quince jam

- 300 g flour

- 300 g sugar (also brown sugar is fine)

- 200 g butter

- 4 eggs

- A packet of baking powder

- 4 apples ( yellow , green, red ... as you like it )

- A jar of quince jam (**)

MIx butter and sugar. Add the egg yolks one at a time. Add the flour and baking powder and mix . Lightly whip the egg whites and pour in the mixture, embedding them gently.

Butter and flour a baking sheet . Pour the mixture .

Wash apples and peel them,  but not the red ones. Cut into thin slices and insert them in the mixture , alternating a few slices of red apple. Put the quince jam in a pastry bag with plain tip and thread the jam here and there among the apple slices (not all , then decide according to your taste ) .

Sprinkle with the hand a little sugar on the surface of the cake and bake in a hot oven (200°/ 220°) until the toothpick test will be dry (about half an hour) .

(**)quince jam: Wash quinces, remove the core and cut into small pieces. Pour 200 ml of water in 1 kg of fruit). Cook until the fruit is soft. Add 300 g of sugar per 1 kg of quinces and cook until begins to thicken. Go all mill. Pour into jars and boil them into hot water.

 

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3 novembre 2013

Oggi….. rotolo

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Davanti al mio caffè della mattina amo passeggiare tra i blog delle mie amiche.. Pilucco qua e la le loro parole, i loro pensieri, il tempo che hanno dedicato per condividere tutto ciò in questo strano posto che è un blog, quasi uno spazio sospeso tra la realtà e la fantasia, un posto che c’è ma è fatto solo di energia, anzi… della stessa sostanza dei sogni…E così raccolgo i pensieri di donne che conosco, persone delicate, di cui conosco la storia, di cui conosco il cuore. E tutto questo mi fa compagnia e da voce ai miei pensieri.

Qui si intrecciano racconti simili, e le mani si tengono strette. In attesa di abbracciarsi di persona da qualche parte nel mondo.

Poco fa, bevendo il caffè, passo da Laura e leggo il suo bellissimo post. E rivedo me stessa nelle sue parole, nel suo tenero pensiero per il suo papà. E riprendo i miei pensieri di ieri …

Spesso ho la sensazione di avere la mente affollata di desideri e il cuore appesantito di un affanno sconosciuto. E bisogna proprio fermarsi e guardarsi per districare questo groviglio di sentimenti. Un pò come questo tavolo dove stamattina è poggiato il mio pc. PIeno di foglietti, di appunti, di cose da riporre al loro posto, di penne colorate e fogli scarabocchiati e libri e libri..  La mia vita, la mia mente è così, uguale. Piena di progetti belli, abbozzati, tanti, che partono in quarta nella mia mente e poi piano piano perdono la spinta iniziale per far posto ad altri progetti. Ma piena anche di pensieri, preoccupazioni, responsabilità, che fanno da zavorra ai desideri. E il tempo…. questo tiranno che sembra concedersi a te e poi sparisce all’improvviso, lasciandoti nell’angoscia di un foglietto ancora pieno di cose da fare. Credi di averlo, ma in realtà è un tesoro che sparisce, correndo via in fretta.

E il tempo nostro, soprattutto delle donne, di chi è moglie, di chi è madre, di chi è figlia, di chi è amica, di chi sa ascoltare gli altri,  non è mai nostro per davvero. Il tempo nostro è come una grande pagnotta calda e profumata, di cui tutti assaggiano un pezzo. E noi lo doniamo, con amore, un pò a uno, un pò all’altro… con tutto il cuore. E poi ne assaggiamo le briciole. E con queste briciole devi soddisfare la tua fame di scrivere, di leggere, di avere la pulizia intorno, di inventarti un lavoro, di curare te stessa, fare una passeggiata per te sola…. ma ti resta sempre la fame dentro….. perchè le briciole non bastano.

Vabbè….

Oggi rotoliamo un pò nei pensieri malinconici, ma fuori c’è un bel sole caldo di autunno che riscalda il cuore. E allora voglio regalarmi un pò di leggerezza. E accontentare i miei figli che mi chiedono sempre di fare qualche dolce semplice, ‘senza aggiunte di altre parole nel titolo’. Infatti per il timore di essere banali nel proporre delle ricette, ci si allontana sempre più dalla semplicità vera… Ma oggi no…

Lascio a chi è più bravo di me le cose strabilianti.

Io, in fondo, qui e nella vita, so solo aprire il mio cuore e parlarne con chi vuole ascoltare…..

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Rotolo dolce con Nutella, nocciole caramellate e pistacchi (English version below)

- 100 g di farina

- 100 g di zucchero

- 100 g di burro o margarina

- mezzo cucchiaino di lievito per dolci

- 3 uova

- un barattolo di Nutella

- granella di nocciole + un cucchiaino di zucchero

- granella di pistacchi

- zucchero a velo

 

Mescolare tutti gli ingredienti solidi e aggiungere il burro (o la margarina) ammorbidito e le uova. Lavorare a crema e versare l’impasto su una placca da forno coperta da un foglio di carta da forno. Cuocere in forno preriscaldato a 160° per 10 minuti.

Spalmare la nutella. Arrotolare, avvolgere in carta da forno e far riposare in frigo per circa due ore.

Nel frattempo caramellare la granella di nocciole, facendole saltare in padella con un cucchiaino di zucchero.

Quando il rotolo si sarà raffreddato, spolverizzare  lo zucchero a velo. Tagliare a fette e distribuire prima di servire la granella di nocciole e di pistacchi.

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Sweet Roll with Nutella, caramelized hazelnuts and pistachios

- 100 g of flour

- 100 g of sugar

- 100 g butter or margarine

- Half a teaspoon of baking powder

- 3 eggs

- A jar of Nutella

- Hazelnut + a teaspoon of sugar

- Chopped pistachios

- powdered sugar

Mix all the dry ingredients and add the butter (or margarine) softened and eggs. Working in cream and pour the mixture on a baking sheet covered with a sheet of baking paper. Bake in preheated oven at 160 degrees for 10 minutes.

Spread the Nutella. Roll up, wrap in waxed paper and let it rest in the fridge for about two hours.

Meanwhile, caramelize the chopped hazelnuts, making her jump into the frying pan with a teaspoon of sugar.

When the roll has cooled, sprinkle powdered sugar. Cut into slices before serving and distribute the hazelnuts and pistachios.

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TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI