23 giugno 2014

Dove sei?

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Dove sei? ancora ti cerco per le strade, quando apro la porta di casa tua e vedo per caso una maglietta nera e dei capelli bianchi, ma è solo qualcuno che ti somiglia. Ma il cuore fa un salto forte, lo stesso. Aspetto ancora che tu compaia all’improvviso e mi dica di avermi fatto uno scherzo, terribile, ma uno scherzo… Ancora non voglio lasciarti andare, ma cosa devo lasciar andare? sei sempre il mio aquilone che vola lassù, e io ti tengo legato a me con il filo. E lo tengo forte. E lotto con il vento della malinconia, a volte della rabbia, perchè a me non è dato capire questo mistero che mi ha portato via in un attimo un amore grande, che è stato con me da sempre, da quando sono nata. Che mi ha portato per mano e indicato la strada. Che mi ha regalato a piene mani abbracci e sorrisi. Che mi ha fatto ridere tanto e tanto. E ha preparato per me cose buone e che ha riso con me dei chili in più.

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Accidenti quanto mi manchi. E questo vuoto non si può riempire di niente. Questo è solo tuo, e nessuno può sostituire quello sguardo luminoso di quando mi vedevi. E i tuoi massaggi sulla mia spalla dolorante. O la tua mano sulla mia fronte. O le tue parole, i tuoi racconti, i tuoi consigli.

E i ricordi affiorano. Sempre in mezzo ai sorrisi. Quando non volevi mai venire con noi nei viaggi e una volta per portarti sul Pollino a mangiare i porcini, abbiamo dovuto ‘rapirti’, dicendoti che dovevi venire con noi per sentire ‘un rumorino strano alla macchina’, e poi ti abbiamo portato via. E tu ci hai detto ‘a così è? da oggi non mi fregate più’. O quando mi hai fatto due bidoni non facendoti trovare a casa per venire con me alla dietologa e poi al terzo appuntamento ti ho fatto un appostamento a cui non ti sei potuto sottrarre.

Ma ti ricordi quando ti ho portato per forza al mare e abbiamo parlato per ore in acqua fino a farci venire alle mani ‘il bagno’, cioè la pelle rugosa e bianca.

Quanto ci piaceva parlare, fermi per strada, seduti al tuo tavolo, per ore, e io ti dicevo ‘papà quando vengo qui, non combiniamo più niente di quello che dobbiamo fare, parliamo solo e basta’ e tu mi dicevi ‘ dai Ninetta, rimani ancora un pò qui, che vai sempre di corsa’. E meno male che sono rimasta tante volte a raccontarti di me e ad ascoltarti. MI sono riempita di tutte le parole del mondo e ora ne ho un pieno, da cui attingo a piene mani quando ho voglia di risentirle.

Anche di abbracci ho fatto il pieno. Solo che di quelli ancora ne vorrei.

E’ strano come una luce particolare, un caldo come quello di oggi, un sapore di stagione, mi riportino all’improvviso la stessa malinconia di due anni fa, quando sei andato via per sempre. Non è una data, quella di domani, che mi ricorda che non ci sei più. Ma un insieme di sensazioni e di ricordi marchiati a fuoco sulla mia pelle, che mi riportano indietro con un brivido e con una sensazione di vuoto profondo.

Perchè ne parlo qui? perchè qui tutto è vento. Il vento delle parole mie e di chi le leggerà. Qui non c’è tempo, non è nemmeno un luogo. E’ un … ovunque e in ogni tempo. E anche qui spero che tu ci sia. Perchè oltre che dentro di me, non so più dove cercarti. Ho ritrovato i tuoi abbracci infilandomi i tuoi maglioni, quando avevo freddo fuori e dentro il mio cuore. E ti ho sentito. E oggi sai cosa ho fatto? ho preso una delle tue magliette che avevamo comprato insieme, ho tagliato quello che c’era ‘in più’, confidando nella moda che sbologna tutto come originale, e ne ho fatto una cosa bella da indossare. E mi son sentita bene, ancora una volta con te.

Ma ancora non sono pronta per lasciare il filo di questo aquilone. Non voglio che ti perda nel vento di un ricordo lontano. Meglio la tempesta del mio cuore. Resta ancora qui.

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6 giugno 2014

Facciamo outing sulla dieta (più due ricette per volersi bene: ‘insalata con caprino e mango’ e ‘tempura di gamberoni e verdure’)

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Leggo un post di Alex su facebook. Parole che sono quasi un ‘outing’ sul mandare a quel paese le diete. Riflessioni sulle speranze disattese, sui successi di cui vantarsi brevemente, difficili da mantenere perchè per farlo bisogna essere altamente concentrati solo su quello e tutto il resto della propria vita comincia ad essere condizionato solo da quello.

E leggo anche le risposte, che accolgono quasi con un senso di liberazione le parole di Alex, come per dire… ‘anch’io, anch’io, finalmente qualcuno che lo dice senza timori’.

E’ una storia infinita… d’inverno si tentano le diete, d’estate diventa un incubo il non esserci riusciti. Si acquistano magliette non aderenti, che non si poggiano sui fianchi, scollate per puntare sul décolleté che ‘distrae’ dal resto, salvo poi prendersi un colpo quando, passando davanti ad una vetrina, quasi non ci si riconosce in quell’immagine che rimanda. Ma, oddioddioddioooo, sono proprio io quella li? E se sei arrivata a questa taglia allora, è solo colpa del fatto che a casa hai  specchi a metà di quelli in cui ti vedi solo fino al seno! Ma che fare? comprare ora lo specchio intero e soffrire per i futuri insuccessi? o continuare a convivere con l’illusoria immagine che hai di te stessa?

Mi è capitato proprio ieri di aver indossato una camicia da notte bellissima, acquistata in fretta fidandomi della taglia senza averla indossata. Quindi acquistata sulla fiducia in me stessa. Fatto male, malissimo! per poco non ho dormito tutta la notte, dopo aver sovrapposto l’immagine immaginata a quella reale. Eppure a detta di tutti non sono proprio una oversize. Ma, si sa, il nostro occhio ci vede sempre in sovrappeso, fin dall’adolescenza, anche se indossiamo una normale 42, ci copriamo, ci pieghiamo in avanti per nascondere una sana terza/quarta di seno. E proseguiamo per tutta la vita, ignorando che andando avanti raccoglieremo ancora altri etti (notare la finesse, non ho detto ‘chili’) e continueremo l’estenuante battaglia del ‘mi devo mettere d’impegno’ e del ‘ricomincio da lunedi, perchè oggi proprio non ce la faccio’.

E si perchè nella nostra vita il cibo non è solo un bisogno primario, ma un dono prezioso da condividere per donare gioia e piacere ai propri ospiti, un balsamo per i nostri cuori malinconici, un premio da regalarsi per stare bene, un piacere intenso per suggellare un momento importante. E ciascuno di noi ne assume secondo il proprio bisogno e il proprio parere. Quindi perchè sentirci in colpa sempre e ovunque, quando inizia la salivazione davanti ad un pezzo di un tiramisù o davanti ad un piatto di tagliatelle al ragù? Certo non ci si può tuffare ogni giorno in 300 grammi di pasta, ma quando ci capita di stare con gli amici, o di sentirci un pò giù, se questo ci dona felicità perchè non farlo senza l’autoflagellazione?

Io ho iniziato una dieta solo una volta nella mia vita. Mai nemmeno tentato quelle dei giornali, o quelle consigliate dalle amiche, perchè sono sempre stata convinta che è pericoloso non essere seguiti da uno specialista. E poi mi sembrano assurde quelle monotematiche, la dieta della banana, quella del latte, quella della sola frutta, della sola carne. Per non parlare quella del sondino, del digiuno…. no no, non ce la posso fare…. Meglio farsi consigliare…. o seguire il consiglio saggio della mia mamma. Mangia la metà di quello che fino ad oggi hai mangiato. E qualcosa dovrà pur succedere no? Io dopo la mia dieta ho perso dieci chili, mi sentivo benissimo, mi entravano i vestiti di una volta, se ne accorgevano gli altri, ma…. avevo perso la gioia del cibo, avevo quasi perso l’appetito e non scrivevo più sul blog con lo stesso entusiasmo, nemmeno parlando di un’insalata. Quindi ho molto ridimensionato dieta e obiettivi.

E poi la vogliamo proprio dire tutta? ed è la verità, giuro… IO mi piaccio proprio così, un pò morbida, pronta ad abbracciare chiunque, e poi, se mangio cose buone sono anche più sorridente e contenta. E quindi oltre all’abbraccio regalo anche allegria e positività.

Quindi, concludendo…. volete raccontarmi i vostri vani tentativi di dieta e fare outing qui, e così non se ne parli più di diete, che ci rendono tristi. Ci sfoghiamo una volta per tutte e non ci pensiamo più (almeno per questa estate eheheh). Ma intanto, mettiamoci d’impegno a:

1) diminuire le porzioni dei nostri piatti quando possiamo e vogliamo

2) buttiamo via dall’armadio i vestiti di due taglie piccole che speriamo di poter indossare ancora ‘dopo’ la dieta, perchè tanto vi fanno solo sentire tristi e arrabbiate. Poi si pensa, se dimagriamo ne compriamo di nuovi.

3) compriamo i vestiti che comodi che non stringono e non ci tolgono il respiro, ma che ci abbracciano

4) non guardiamo le vecchie foto con nostalgia

5) regaliamoci un bel massaggio rilassante con oli profumati, appena possiamo, tanto quello non si paga a chili e costa lo stesso di una magra.

6) Trucchiamoci, vestiamoci bene, sentiamoci belle, perchè siamo belle, non solo dentro, come da facili battute, ma anche fuori.

7) allontaniamo da noi quelli che dicono ‘ma sempre a mangiare pensi?’ che mi fanno un pò di tristezza. Oppure quelli che dicono, ‘essììì tu fai la foodblogger, cucini e poi mangi, e allora di che ti lamenti?’. A quelli dico, andate a leggere i fashionblog e non rompete.

8) passeggiamo e balliamo in compagnia, che aiuta a mantenerci allegri e in forma.

9) e se andiamo a mare, se proprio ci vergogniamo, mettiamoci il due pezzi quando non c’è molta gente e quello intero quando siamo circondate da quelle che mangiano solo anguria e cracker sulla spiaggia, perchè è inutile, con tutta la buona volontà un pochino ci sentiamo condizionate. Piano piano ce ne fregheremo completamente.

10) andiamo a testa alta, 'con l’aria nostra’ in mezzo alla gente, perchè se ci piacciamo noi, piaceremo moltissimo a chi incontreremo.

E qui voglio anche i giudizi sinceri degli uomini eh?

E intanto lascio a voi la scelta di due piatti (che ho mangiato ieri, si entrambi!), da desiderare e da mangiare se vi va.

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Insalata con caprino e mango

- insalata riccia

- caprino o robiola

- mango maturo al punto giusto che deve profumare da inebriarvi

- olio extravergine di oliva

- sale

- crostini di pane (pochi)

 

Procedimento….. assemblare il tutto e gustatevelo prima di altri piatti.

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Tempura di verdura e gamberi

- un tuorlo

- farina 00

- acqua gassata GHIACCIATA

- un pizzico di sale

- olio di semi di arachidi per friggere

- verdure (zucchine, carote, melanzane)

- gamberi

preparate la pastella mescolando la farina, il tuorlo, l’acqua gassata freddissima e il pizzico del sale, fino a quando otterrete una pastella che avvolge quello che dovete friggere, senza scivolare via.

Tagliare a fette sottilissime le verdure.

Sgusciare i gamberi.

Immergere un pezzo per volta nella pastella e friggere in olio caldo. Scolare su carta assorbente e aggiungere ancora un pò di sale. Servire caldissimo

(Un altro consiglio: mangiate poco pane e bevete acqua, non vino)

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3 giugno 2014

Una giornata tutta per me, tra campagna e mare

 

IMG_5069 Siamo sempre alla ricerca di noi stessi. Ma a volte si scopre che invece di ritrovarsi ci si sente ancora più persi e smarriti. E allora, ancora una volta, come ho spesso detto anche qui, bisogna chiudere gli occhi, fare un bel respiro, svuotare la propria mente e ricominciare tutto daccapo.

Vengo fuori da una settimana estenuante, fatta di nuovi progetti e di una nuova esperienza. Bella, stancante, chiarificatrice, dapprima entusiasmante, poi ridimensionata. Ma che richiede una nuova messa a fuoco, per poter continuare.

A volte mi chiedo… ma non è che voglio fare troppe cose? Non sarebbe meglio dedicarmi SOLO alle faccende quotidiane e godermi un pò un buon libro, una bella passeggiata con calma, il cinema… ecc… invece di imbarcarmi in mille impegni che poi, puntualmente non portano ad alcun lavoro?

Nonostante la mia curiosità e la mia capacità di saper usare i social, a volte ho l’impressione che questo mondo cominci a correre più di me ed io mi sento un pò indietro.

Voglio troppo? non so… devo riflettere. E per questo mi sono concessa una giornata tutta per me. Ero indecisa tra il relax della mia campagna o l’aria del mare. E allora… mi son presa entrambe e anche di più.

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Ho raccolto nel silenzio della mia campagna fragoline, asparagi grossi e le poche ciliege che i miei alberi mi hanno regalato. Le ho sistemate in una cassetta di legno che avevo precedentemente pitturato per questa occasione. Raccolta anche qualche rosa profumata, innaffiato tutto… e via sulla strada del mare.

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Spaghetti alle cozze in un ristorantino romantico. Poi pomeriggio a dormire giù in spiaggia. Caffè con gli amici che ci hanno raggiunto. E via in una mostra bellissima di fiori e piante straordinarie. E poi ritorno a casa, per preparare le valigie.

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E come al solito, oltre alle mie parole e le mie riflessioni, vi lascio anche qualche immagine che parla della mia giornata.

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E anche una domanda: ma a voi capita mai di sentirvi insicure, di voler lasciar perdere i vostri progetti, di credere di non potercela mai fare?….

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