21 luglio 2014

La magia del Giappone al corso di Sushi

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Ve l’avevo già preannunciato… Quando l’anima è inquieta cerca nuove strade per sistemarsi comoda e io ho deciso di aprire la mia mente e il mio cuore al mondo intero. E dato che la strada che mi viene spontanea imboccare è sempre quella del cibo, allora ho cominciato ad avvicinarmi ad altri sapori e profumi. Non per noia, ma per esigenza di arricchimento di qualcosa di nuovo.

E così un giorno su fb sento profumo di berberè e si affaccia una mia amica che alla mia curiosità da bambina mi risponde con un ‘mandami il tuo indirizzo e te lo faccio assaggiare’… e, tempo un giorno mi arriva una scorta infinita…. ma di questo dono ne parlerò la prossima volta.

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Oggi parliamo di Giappone. Del suo cibo e delle tradizioni, di una dolcissima cuoca di nome Harumi e di una serissima scuola di cucina, di cui vi avevo già parlato tempo fa e di cui ora torno ancora a parlare, l’Istituto Eccelsa di Alberobello. Quando a metà strada si decide di cambiare rotta non lo si può fare come sprovveduti, ma bisogna avvalersi della ‘protezione’ e della competenza e della professionalità di chi ne sa più di te, perchè non si può sprecare tempo nei tentativi. E allora ho accetato al volo la bella occasione di un corso di cucina giapponese per imparare (per ora) a preparare il sushi. (spero a breve di imparare a cucinare anche le buonissime zuppe giapponesi).

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_MG_9946(che strana la vita… scrivo in questo momento da Roma, dal mio solito B&B dove soggiorno e chi arriva? una bellissima coppia di giapponesi in viaggio di nozze… non ci posso credere… attaccherò bottone dopo…)

Forte è l’emozione di entrare in una cucina professionale con 16 postazioni complete di tutta l’attrezzatura, le dispense, il grembiule, gli ingredienti pronti che ci aspettano per iniziare questa avventura….E con la presentazione dei due docenti, Harumi Nakamura e lo chef Domenico Zizzi, iniziano I riti di preparazione del riso, del taglio delle verdure, del pesce per sushi e per sashimi, della spiegazione di termini a noi sconosciuti ma di cui subiamo il fascino da sempre, come Maki e Nigiri e piano piano cominciamo a capire l’importanza della lentezza e della precisione dei movimenti,stupiti di quanto possa essere facile imparare con una brava guida al nostro fianco.

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Come al solito, districandomi tra coltelli affilati, spiedini di gamberi, trancetti di salmone fresco, di branzino appena sfilettto, di tonno rosso di eccellente qualità, e macchina fotografica e Iphone sono riuscita ad imparare, cucinare, e fotografare per poter condividere con voi la maggior parte di quello che ho vissuto.

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e come sempre le foto possono esprimere pià di mille parole. Qui ne condivido alcune, per il resto (e sono tante) cliccate QUI per il mio album su facebook.

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Ora la prossima sfida sarà un bel corso di pasticceria, di cui sono già aperte le iscrizioni….

yeaaahhhhh….

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13 luglio 2014

Ho scritto un libro di ricette a 20 mani

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La vita di blogger, se fatta seriamente, è costellata di occasioni e incontri che ci arricchiscono. Ma per quanto mi riguarda le esperienze che lasciano il segno più bello sono quelle che riguardano i libri. Perchè quando andranno in giro, di carta o virtuali, sarà come se un pezzo di te, rimarrà impresso nella mente o, come nel caso di cui adesso vi parlerò, nelle cucine e nelle mani di chi lo sfoglierà. Sono davvero contenta di poter parlare di questo bel progetto di lancio di un nuovo utilissimo elettrodomestico, il Cousine Companion, della Moulinex, per il quale ho collaborato alla stesura di un libro davvero ricco di ricette. In collaborazione con altre 9 brave foodblogger abbiamo preparato, testato e fotografato ben 100 piatti, da preparare con facilità anche con i bambini, e da gustare con tutta la famiglia. Questo libro, anzi ebook,  si può scaricare facilmente da internet ---> quihttp://www.cuisinecompanion.moulinex.it/fichier/files/ricetteinfamiglia.pdf, ed è rivolto a tutti coloro che non hanno molto tempo per cucinare, o non hanno particolari abilità in cucina, o semplicemente hanno bisogno di un aiuto per cucinare più cose contemporaneamente. E, io che l’ho provato posso dire che i risultati sono davvero ottimi. Per me è davvero un grande aiuto quando voglio preparare velocemente una crostata, il pane, un sugo che richiede una lunga cottura, o addirittura un risotto, che altrimenti richiederebbe la mia presenza costante per rimescolare. Ebbene, con questo elettrodomestico, ho trovato davvero una compagnia utile.
Date un’occhiata al link e studiate bene le ricette e poi magari ditemi cosa ne pensate anche voi. Io qui vi posto subito la ricetta del mio risotto con i funghi preparato con il Cuisine Companion
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Risotto con funghi e prezzemolo 
Ingredienti (per 4 persone)
1 cipolla bianca
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
250 g di riso Carnaroli
1 vaschetta di circa 300 g di funghi champignon
800 g di brodo vegetale già salato e bollente
Prezzemolo
4 cucchiai di formaggio
Procedimento
Sbucciare la cipolla, tagliarla a pezzi e versarla nel recipiente d’acciaio dove avrete inserito la lama ultrablade (F1). Impostare velocità 11 per 10 secondi. Avviare.
Togliere la lama e inserire l’accessorio per mescolare (F2). Versare 3 cucchiai di olio e avviare il programma P1 per cottura lenta per 7 minuti a 130°. Dopo 3 minuti aggiungere il riso.
Avviare il programma P3 a 95° per 22 minuti e aggiungere i funghi e dopo 3 minuti aggiungere il brodo bollente. Chiudere il tappo.
2 minuti prima della fine del programma versare il formaggio e l’altro cucchiaio di olio.
Prima di servire amalgamare bene il risotto e distribuire del prezzemolo tritato.
Tempo di preparazione: 1 ora
Difficoltà : media
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4 luglio 2014

Plum cake alla Strega (rimedio per risalite veloci)

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Questo post sembra grigio, invece finisce a colori.

Scrivo e riscrivo post da giorni. Sono piena di bozze conservate perchè sono sempre parole ed emozioni mie che non voglio buttare, ma non mi sembrano proprio quelle che rappresentano il mio stato d’animo. Che ora è informe, mutevole, in attesa di una sua nuova evoluzione.

Cambiamo sempre, anche e forse soprattutto quando ci sentiamo persi. Quando non ci sentiamo più pezzi combacianti del puzzle. All’improvviso non ci stiamo più in quei confini. I bordi richiedono altri luoghi in cui sistemarsi.

Arriva il momento in cui devi allentare la presa delle zavorre che ti porti appresso e alleggerire il cuore, svuotare la mente, perdere qualche chilo per camminare più speditamente, mettere in uno zainetto l’essenziale e andare via. Lasciare qualsiasi forma di dipendenza dagli altri. Che siano i figli, che siano i doveri, che siano le abitudini, il senso della proprietà che ci lega ancora a quello che abbiamo, lasciare anche il senso del tempo che scandisce la nostra giornata, delegare le responsabilità ad altri, smettere di amare soltanto, non credere di essere sempre la più forte, farsi accarezzare un pò e godere di un momento di attenzioni. Lasciare da parte l’orgoglio che ci fa sorridere sempre e dire ‘va tutto bene’ come nei film americani, e continuare a parlare di te quando qualcuno ti riversa addosso tutti i suoi malesseri interrompendo il tuo racconto.

Ecco si, svuotare la mente e riempirla di immagini, persone, cibi nuovi, nuovi desideri.

E poi ancora….

Ho capito che bisogna anche ascoltare il proprio corpo, che ti da segnali per capire meglio quello che succede dentro di te. Da un pò di tempo se sono sola mi capita di non aver desiderio di mangiare, lo faccio perchè devo, ma questa è una terribile sensazione che priva di colori la mia vita. Cucinare per forza, senza idee, quelle che ti vengono dal desiderio di assaggiare, abbinare, sperimentare… è tristissimo. L’inappetenza, al pari della fame nervosa è davvero una cosa che deve far riflettere su se stessi.

E’ cominciata piano, eliminando un alimento per volta, prediligendo metodi di cottura sempre più semplici, essenziali, ingredienti con poco sapore e poca sostanza, verdure e pollo, come se fosse un fastidio da sbrigare velocemente. E ho capito che qualcosa si stava lentamente spegnendo dentro.

Mi sono spaventata un pò di tutta questa apatia e allora ho deciso di ricominciare a preparare piano piano delle ricette semplici ma con dentro qualcosa di stimolante. Arriverò anche al Kebab speziato e piccante, lo sento….

Intanto desidero spezie di paesi lontani, sperando di poter andare presto li a comprarle. Poi mi sono iscritta a gruppi di foodblogger di altri paesi, India, Irlanda, Scozia, America del Sud…. Mi sono iscritta addirittura ad un’associazione di Amish, per capire meglio la loro cultura.

Ho comprato libri di ricette di altri paesi. Mi sono iscritta ad un corso di cucina giapponese perchè amo la loro raffinatezza e i loro riti.

Ho rubacchiato ricette da libri bellissimi che costavano un occhio. Copiate furtivamente mentre bevevo un succo d’arancia nelle Feltrinelli che ho visitato. E sentirsi delinquente in questo è anche eccitante.

Poi un bel giorno, sono tornati i figli a casa, dall’università….. E ho cominciato a cucinare con piacere, preparando piatti profumati e plum cake al liquore.

Alla fine si è capito qual’è il problema.

La solitudine.

Ma anche per questo ho già la soluzione. Vedrete.

Per ora vi lascio il mio plumcake, suggerito da Morena, ma modificato in qualcosina, tipo l’uso del bicarbonato come lievitante, perchè volevo giusto sperimentare.

Faccio un copiaincolla che sono sicura lei acconsentirà perchè è amica mia.

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Plum cake alla Strega (English version below)

Ingredienti per uno stampo da 25 cm:
150 gr di burro morbido
100 gr di zucchero per l'impasto + 80 gr per gli albumi
1 cucchiaino di zucchero vanigliato
2 cucchiai di Liquore Strega
4 uova a temperatura ambiente
120 gr di farina 00
70 gr di amido di mais o fecola o frumina
1 pizzico di sale
un quarto di cucchiaino di bicarbonato sciolto in un vasetto di yogurt bianco da 125 ml


Prima di tutto setacciate in una ciotola la farina, l'amido ed il sale.
Montate a neve ferma gli albumi  aggiungendo man mano gli 80 gr di zucchero.
Lavorate a pomata il burro con lo zucchero (100 gr) e lo zucchero vanigliato fino ad ottenere una bella crema morbida quindi aggiungete i tuorli uno alla volta. Unite anche il liquore.
Aggiungere lo yogurt in cui avrete sciolto il bicarbonato. Aggiungete alternando le polveri e quindi incorporate delicatamente gli albumi.
Versate il composto nello stampo imburrato ed infarinato o rivestito con carta da forno. Infornate a 180° statico nella parte bassa del forno per circa 40 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino perchè ogni forno è diverso e potrebbe volerci di più o qualche minuto in meno.
Sfornate, lasciate intiepidire poi togliete il plumcake dallo stampo e lasciatelo raffreddare su una gratella. Cospargete di zucchero a velo vanigliato.
Se lo conservate ben avvolto nell'alluminio o in un sacchettino di nylon si conserverà bene.. sempre che ne abbiate bisogno, ma dubito!!
Più semplice di così!!

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Plum cake with your favorite flavored liqueur

(Ingredients for a mold of 25 cm)


150 grams of soft butter
100 grams of sugar  + 80g (to mix to the eggs white)

1 teaspoon of vanilla sugar
2 tablespoons of flavored liqueur
4 eggs 
120 grams of flour 00
70 grams of corn starch or potato starch or frumina
1 pinch of salt
a quarter of a teaspoon of baking soda dissolved in a small pot of plain yogurt 125 ml

First of all in a bowl sift the flour, starch and salt.
Whip the egg whites and  gradually add 80 grams of sugar.
Work in cream the butter with the sugar (100 gr) and vanilla sugar until you get a nice smooth paste and then add the egg yolks one at a time. Add the liqueur.
Add yogurt in which you have dissolved baking soda. Add alternating the mixed four and then incorporated the whites egg gently.
Pour the mixture into buttered and floured mold (or with baking paper). Bake at 180 ° static in the lower part of the oven for about 40 minutes. Check the area with a toothpick because every oven is different and it may take a few minutes more or less.
Remove from the oven, let cool. Sprinkle with powdered sugar icing.

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