29 dicembre 2017

Biscotti scozzesi al burro


Se qualcuno vi dice che riesce a fare 100 ricette per Natale, fare foto, scrivere post, organizzare le cene e i pranzi per le feste, fare i regali, fare le telefonate di auguri, pulire casa, andare al parrucchiere per la ricrescita ed essere sempre in ordine.... ebbene o stiamo parlando di qualche supereroe con il potere del tempo o non è vero. E' solo uno/una che se la tira a morte e finge di essere superorganizzata.

Una volta un mio amico mi disse una semplice ma grande verità: 'fai finta di avere una batteria interna, da 1 a 100. Devi solo distribuire meglio questa carica. Vuoi sprecarla in battaglie impossibili? in inutili tentativi di aver ragione? vuoi affannarti in cose che poi ritroverai sempre uguali il giorno dopo? allora centellina le tue forze e fai una scala di priorità.'
Sembra facile, non lo è affatto, ma è possibile. E io ci sto provando.

Scrivendo MENO voci nel mio famoso solito elenco del mattino. 
Che poi non è più della mattina ma della sera prima, e lo scrivo illudendomi di aver 'messo per iscritto i pensieri' e dormo meglio di notte.
E prima di scrivere mi chiedo 'è proprio urgente?'... e così via.

Ma parliamo di come è andata questo Natale.
Già mi viene da ridere perchè forse questo, nel mondo dei blog, è l'unico post di Natale scritto dopo.
A dimostrazione del fatto che o non sono una brava blogger (influencer men che meno, ma d'altro canto non mi è mai piaciuta questa parola. L'avevo scritta nel mio profilo Instagram, ma è durata giusto tre giorni, poi mi veniva troppo da ridere e mi sentivo troppo fuori da questo girone e l'ho tolta), o che sono semplicemente umana.
Però un'idea di quello che ho fatto, con l'affanno (anche se tutti pensavano che fossi bravabrava a sfornare dolci), l'ho data con foto veloci e lanciate su fb.
Mi avete chiesto le ricette dei biscotti e delle ricette che ho preparato e ora che son riuscita a SEDERMI calmacalma (per almeno 15 minuti) ve le scrivo una per volta, altrimenti poi vi annoiate.

Sono ricette buone, belle e semplici. Ma soprattutto buone e poi preparate con tutto il pensiero mio per le persone che le avrebbero poi ricevute, e ho capito che questo è l'ingrediente principale di ogni ricetta. Cucinare davvero con il cuore e con la voglia di farlo. Questo viene trasferito nell'impasto, credetemi.

La ricetta l'ho presa dall'infallibile Morena del blog Menta e cioccolato.



Biscotti scozzesi al burro

250 g di burro
125 g di zucchero
250 g di farina 00
125 g di farina di riso
1 pizzico di sale

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Fare la fontana con le farine e il sale. Mettere al centro il burro e stropicciarlo tra le dita in modo da formare uno sfarinato.
Aggiungere lo zucchero e impastare velocemente.
Stendere la pasta su un foglio di carta da forno con uno spessore di 5 mm, coprire con un altro foglio e mettere in frigo per almeno 30 minuti. in questo modo avrete già la pasta dello spessore e della consistenza giusta per continuare.
Tagliare i biscotti con lo stampino che desiderate e disponetele su una placca da forno un pò distanziati. 
Cuocere a 160° per 35 minuti, stando attenti a non farli colorare troppo.
Io li ho spolverizzati con zucchero a velo, dopo che si son raffreddati, ma Morena consiglia di spolverizzarli prima della cottura con zucchero semolato. Sono entrambi buoni (ho fatto entrambe le prove)






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1 dicembre 2017

Cotognata


Ce l'ho fatta. Finalmente.

Erano anni che provavo a fare la cotognata. Da quando l'ho ripescata nella mente durante una serata tra amici. Parlavamo di piccoli negozi dimenticati che avevano reso felice la nostra infanzia, nel centro storico del mio paese. Li, appena avevamo qualche spicciolo, andavamo a comprare i 'Lupetti', 'formaggini di cioccolata', triangoli di cioccolata con pezzettini di nocciola, rivestiti di carta dorata e con sopra l'immagine di Ezechiele lupo, oppure le fragole di zucchero, gli anisini (zuccherini piccolissimi e colorati), i 'canlìn' (cannellini), simili per forma agli omonimi fagioli, ma fatti di zucchero e colorati anch'essi. I lacci di liquirizia, avvolti come una spirale, i bastoncini di liquirizia da sciogliere lentamente tra le labbra, che poi ti lasciavano i denti, la lingua e la bocca nerissimi. 

E poi c'era la cotognata. Una fetta rettangolare, marrone/rosso chiaro, avvolta nella sua sottile plastichina, buona, tenera e dolce come un sogno. Da bambina non ne mangiavo tantissimo perchè di spiccioli ne avanzavano pochi, ma proprio per questo, ogni volta che potevo, mi gustavo queste prelibatezze con lentezza e ad occhi chiusi.
Poi, crescendo, si son chiusi i negozietti di Peppinella e Cinzella e anche quello di Mezza Recchia e con loro sono spariti anche quasi tutti questi dolci.

Ci ho provato per tanto tempo a preparare la cotognata, ma non ci sono mai riuscita. Anche perchè ci vuole pazienza e tempo. Pensavo di averne ma evidentemente non erano mai abbastanza.
Quest'anno invece ho deciso di cucinare meno, ma di insistere su cose inusuali che voglio e devo imparare per non dimenticare.

Ed ecco qui cosa son riuscita a fare.
La ricetta va raccontata più che limitata a pochi passaggi e all'elenco degli ingredienti che sono solo due.




Cotognata

1 kg di melecotogne (pulite, vedi sotto)
800 g di zucchero

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Lavare le melecotogne e metterle in una pentola capiente. 
Aggiungere acqua fino a metà del livello della frutta.
Far cuocere per circa 20 minuti o fino a quando si bucano con facilità con una forchetta. Attenzione a non farle spappolare, e questo dipende dal tipo di melecotogne. Alcune cuociono anche in 10 minuti.
Far raffreddare e pulire i frutti eliminando buccia, torsolo ed eventuali impurità.
Con un frullatore ad immersione o con un setaccio ricavare una purea.
Pesarla e aggiungere lo zucchero. Far cuocere lentamente fino a quando si scurisce, per effetto dello zucchero che si caramella e sembra che stia iniziando ad attaccarsi sul fondo.
Versarla in una teglia foderata di carta da forno e lasciarla riposare per almeno due giorni, coperta con un velo o una tela bianca sottile.
Quando si sarà formata una superficie solida, passarla in forno per almeno mezz'ora a 100/120 gradi per farla asciugare anche sotto. Farla ancora riposare fino a quando si vede che si è compattata anche sotto. Tagliarla come si preferisce aiutandosi con uno stampino o con un coltello, passato nello zucchero semolato per facilitare l'operazione. Conservare in una scatola di latta o in un barattolo. 





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21 novembre 2017

Galettes bretonne



A guardar bene ogni cosa diventa una storia da raccontare. Se per te è importante, se la sai raccontare e soprattutto se vuoi trasmettere a chi ti sta di fronte la stessa emozione che hai provato tu. Anche una foglia gialla accartocciata che, in un caldo giorno di autunno cade da un albero, proprio nell'istante in cui tu eri li a pensare, é già una favola.
Certo hai bisogno anche di orecchie che sappiano ascoltare e intendere. Ma questa è un'altra storia.

Oggi vi racconto perchè e per come le mie mani hanno impastato questi biscotti.

Sapete quelle sere fredde e umide, con quelle poche gocce di pioggia che pioggia ancora non sono, ma solo un fastidioso tic tic sulla giacca impermeabile, di quelle che non vale la pena nemmeno aprire l'ombrello, ma intanto ti bagni i capelli lo stesso, che poi, appena tornata in casa, sembri maga magò uguale? E di quelle serate che sei stanca ma stanca forte, dopo una giornata, anzi no, una settimana se non di più, di mille impegni portati a termine e di altri mille ancora fermi li sul foglietto, che ti fanno sentire una nullità perchè non ci sei riuscita? E del mal di stomaco che ti porti dentro, cercando di ignorarlo, perchè tanto se lo ignori non esiste?
Ecco, qualche sera fa era proprio una di queste. Ero anche un tantino triste. Sarà stata la pioggia, mi mancavano i miei figli, sarei tornata a casa sola e non avevo nemmeno acceso il riscaldamento. Insomma sai quando ti senti una mezza schifezza?
Incrocio sotto casa una mia amica, che veniva a 'mettere il collirio alla mamma'. E si perchè ora è il nostro momento di coccolare le mamme. Sia io che lei avevamo le mani occupate. Io dalle buste della spesa e lei da una scatola di latta, grande e bella. 
'Ciao come stai? dove vai? che tempaccio eh? stanca eh? Non ne parliamo va! vuoi assaggiare questi biscotti? me li hanno regalati, vengono dalla Francia, dai prendi almeno un pacchetto!'. 'No, dai sono a dieta'. Ma si, ma no, e poi sono tornata a casa col pacchetto di biscotti. Me lo conservo per il dopo cena, quando prima di dormire vengono meno tutti i sensi di colpa perchè prevale la stanchezza e la solitudine e ti consoli con una cosa dolce. 

E così al momento del dolcetto, ne assaggio uno e.... mi viene quasi da piangere per l'emozione. Mai assaggiato un biscotto così buono. Non è un biscotto, è un regalo, è una carezza, è una dichiarazione d'amore.
Ormai sono innamorata persa di questo biscotto e devo assolutamente saperne di più.
Innanzitutto devo dire a malincuore, mannaggia, che le ricette francesi sono strepitose. 
Quindi cerco attraverso la bustina il nome del prodotto e del produttore.
Lo trovo. Faccio una ricerca e sono estasiata dalla varietà di cose buone. Tutte invitanti, in quelle belle scatole di latta poi. 
Cerco il nome ... Galette Bretonne. I miei sono all'arancia.
Mi dico che li posso fare anch'io no?
Cerco la ricetta. Ne trovo mille. Quintali di burro e di zucchero. Ma è giusto che sia così. Le cose buone sono peccaminose. E questa ricetta è lontana anni luce dalla parola dieta. 
Com'è che rispondo io in questi casi? Machisseneeeeee.
E allora l'ho fatta e rifatta, studiando le varianti e approvandole entrambe.
E il risultato è stato un miracolo. 
Addirittura più buoni dell'originale. 
Ovviamente nei giorni successivi alla scoperta, avendo solo altri tre biscotti li sbocconcellavo piano per non finirli, per avere sempre un promemoria e alla fine per avere la possibilità di fare un paragone.
Sapeste la sofferenza.

E ora vi do entrambe le versioni che però devono essere eseguite alla lettera senza variazioni di peso o ingredienti o di tempi di cottura, per ottenere gli stessi che vedete. 
E intanto imparate dalle foto, l'emozione provata durante quel giorno di pioggia.




















  

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Galette bretonne

Ingredienti 

100 g di burro
100 g di zucchero a velo
1 tuorlo
140 g di farina 00
una bustina di vanillina
scorza grattugiata di un'arancia biologica
1 tuorlo per spennellare la superficie
fleur de sal 
Procedimento

Lavorate il burro con lo zucchero a velo fino a raggiungere la consistenza di una crema spumosa. 
Aggiungere il tuorlo e lavorare ancora.  Grattugiare la scorza dell'arancia e amalgamare.
Setacciare la farina e la vanillina direttamente nella ciotola e mescolare fino a ricavare una palla morbida.
Avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per almeno mezz'ora.
Stendere su un piano infarinato e con le formine che preferite tagliate i biscotti.
La superficie di questi biscotti deve presentare delle incisioni che potrete ricavare anche con i rebbi di una forchetta. Io ho usato la mia griglia per crostate, premendo leggermente, e dopo li ho tagliati.
Spennellare la superficie con il tuorlo sbattuto. Aggiungere qualche cristallo di sale e infornare a 180° per 12 minuti esatti. Non devono scurirsi. Non temete se li vedete ancora morbidi. Appena freddi raggiungeranno la giusta consistenza.
Conservarli in una scatola di latta.  

Nota: con lo zucchero a velo si otterrano biscotti friabilissimi. Se desiderate dei biscotti più croccanti che friabili usate lo zucchero semolato
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9 novembre 2017

Insalata di zucca, cavolo riccio e cipolle


Stamattina non riesco a trovare l'incipit giusto.
Mi vengono fuori sempre argomenti un pò pesanti e non è questo che voglio.
Ho bisogno di ricevere e dare leggerezza, luce e positività. Ho voglia di risate e di allegria. Di colori caldi e sapori morbidi.

Ieri tornando a casa ho attraversato prima una strada che costeggiava il mare e poi una lunga strada attraverso le campagne. C'era un sole fortissimo, che giocava in un cielo azzurro in cui erano appese delle nuvole come quelle dei disegni dei bambini. Nuvoloni grigioneri, ben definiti e nuvolette bianche. Appese davvero, in mezzo ad un cielo che per il resto era limpido. E a tratti questo sole disegnava ombre e colori nel mare prima, rendendolo come una tavolozza metà scura e metà verdeturchese trasparente, che ondeggiava con lentezza. E poi nelle campagne, infuocava di luce e colori gli alberi con le foglie rosse e gialle. La terra era quasi rossa e l'erba che ricresce in questo periodo, ancora più verde. E mi è tornata in mente l'indecisione di quando dovendo colorare il prato nei miei disegni di bambina,  dovevo scegliere il colore dei pastelli Giotto, quelli da 24, regalo prezioso della scuola elementare, ottenuti con speranza e mai con pretesa, da mamma che diceva 'ma non bastano 12?' perchè bisognava risparmiare. Era più bello scegliere tra le sei tonalità di verde quello che più si avvicinare alla mia idea di verde erba, fra tre marroni quello della terra mia e il giusto cielo azzurro, così come vedevo io il mio cielo.
E ieri li, lungo la mia strada c'erano tutti i colori più forti della scatola dei pastelli.









E' autunno, mi dicevo. E  ho capito perchè mi piace questa stagione. E perchè la amo sempre di più, soprattutto ora alla mia età. Perchè mi appartiene e mi somiglia. Si, proprio così.  E' una stagione ricca di passione profonda. Con i suoi colori, che sono i più caldi che esistano. Rossi e gialli e marroni di terra calda e umida. Con i suoi sapori di frutti dolcissimi e generosi. Sempre rossi, gialli, arancioni e marroni. Cachi, melecotogne, melegrane, nespole e castagne. Con il suo modo di prepararsi a proteggere dal freddo i semi di future piante. Con il suo freddo che invita a stringersi insieme al caldo di un fuoco o di una minestra bollente.
Insomma è pura passione. E io mi sento autunno.


Questa ricetta di oggi è frutto di diverse cose messe insieme dal caso.
La mia spesa di oggi, con il cavolo riccio, tipico della mia terra, con un sapore forte e morbido, delle zucche del mio orto, e del libro 'Un pò di sale in zucca',   ricchissimo di ricette , di Laura Adani, con la zucca, tutte fantastiche. E' già pieno di 'orecchiette' sulle pagine, per ricordarmwsi quelle che proprio voglio assaggiare e che preparerò man mano che raccoglierò le zucche. Praticamente dovrei averne una cinquantina almeno per assaggiarle tutte.
Ve lo consiglio se amate le zucche, le ricette sane e le foto belle.
 Ho fatto delle sostituzioni (coerenti però) qua e la. Vi metto la versione originale con accanto le mie sostituzioni e poi scegliete voi.

E ora passiamo alla ricetta.




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Insalata di zucca, cavolo e cipolle

Ingredienti (per 4 persone)

600 g di zucca
1 manciata abbondante di cavolo nero (io ho usato il cavolo riccio)
 3 cipolle rosse
60 g di noci sgusciate (io ho usato gli anacardi, quelli avevo)
2 cucchiai di semi di zucca
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
150 di formaggio erborinato (io avevo del pecorino romano)
sale, pepe nero
 
Procedimento

Lavate la zucca con una spazzolina per togliere eventuali tracce di terriccio, eliminate i semi e i filamenti e tagliatela a spicchi mantenendo la scorza. Lavate le foglie di cavolo e sbollentatele per 5 minuti. Pelate le cipolle e tagliatele a spicchi. In una teglia mettete le fette di zucca, gli spicchi di cipolla, le foglie di cavolo, le noci spezzettate grossolanamente e i semi. Irrorate con una dose generosa d buon olio, sale e pepe. 
Infornate a 180° e cuocete per circa 30-40 minuti o fino a quando la zucca non sarà diventata morbida.
Togliete dal forno, lasciate riposare per qualche minuto e quando le verdure sono ancora tiepide, distribuitevi sopra il formaggio a pezzetti. Servite immediatamente.


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19 ottobre 2017

Zuppa di zucca, ceci e funghi



Facciamo così.
Prima di andare a cucinare, facciamoci una bella passeggiata. Lasciamo tutti i pensieri dietro di noi. Approfittiamo di queste giornate bellissime, strane perchè calde di un caldo che non esiste a ottobre, ma piacevole, di un piacevole che riscalda dentro. Ti sembra che sia un regalo inaspettato e hai quasi paura che finisca presto e che all'improvviso arrivi il freddo e il buio.
Ma finchè c'è godiamocelo.
Approfittiamo di una pausa, anche la pausa pranzo, anche solo mezz'ora, per cercare una strada di campagna, e rubare i colori, i gialli e i rossi degli alberi, e annusiamo le erbe che ci sono. Non riusciamo più a vederle e a riconoscere i profumi perchè per la fretta non li vediamo più. Ma sono li. E aspettano chi vorrà cogliere la loro bellezza.
Io raccolgo quello che c'è, anche solo per qualche minuto, ma torno così ricca dentro che mi basta fino a quando potrò ancora andare a cercare.
Nella mia campagna ora è il momento delle zucche, delle erbe, delle melecotogne, dei melograni e dei cachi.
Anche delle nespole e delle cicorielle.
Ma andiamo per ordine.
Nella mezz'ora di 'rigenerazione', ho raccolto una piccola zucca pronta già per essere gustata e ho deciso che sarebbe stato il nostro pranzo.
I cachi e una melagrana il nostro dessert e le erbe in mio centrotavola profumato.
In fondo basta davvero poco per fare cose buone.
E quello che ho portato a tavola cos'è? una semplice zuppa, PROFUMATISSIMA, che si prepara in 40 minuti e che, vi giuro, è un balsamo per lo stomaco e per l'anima. Provate a farla e poi scrivetemi.
Intanto passeggiate con le me attraverso le mie foto. E poi andiamo a cucinare.






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Zuppa di zucca, ceci e funghi

Ingredienti (per 4 persone)

una zucca di un chilo almeno
300 g di ceci già lessi
 o in scatola
una confezione di funghi misti surgelati
(di quelli con pezzi di porcini)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
uno scalogno
una cipolla
una costa di sedano
tre foglie di alloro
sale, pepe nero
brodo vegetale 
Procedimento

Pulire la zucca e tagliarla a cubetti.
In una pentola (anche di terracotta, ma da usare con lo spargifiamma) versare l'olio e lo scalogno e la cipolla tritati finemente e la costa di sedano tagliata a pezzettini.
Aggiungere la zucca e far rosolare dolcemente. Aggiungere i funghi e far insaporire. 
Quando avranno perso la loro acqua, aggiungere anche i ceci e l'alloro.
Amalgamare, salare e coprire con brodo vegetale bollente. 
Mettere il coperchio e far cuocere finchè la zucca sarà diventata morbida.
Aggiustare di sale e di pepe nero abbondante.
Al momento di servire aggiungere un filo d'olio crudo 
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22 settembre 2017

Mini quiche formaggio e funghi



E' strano come il tempo possa influenzare i pensieri e anche i gusti a tavola.
Stamattina mi ha svegliato il vento. Nonostante l'orologio segnasse le 7,30 mi sembrava ancora notte fonda. Le nuvole grigie annunciavano la pioggia e c'era la malinconia nell'aria tipica dell'autunno che arriva. Volevo rimanere ancora un pò a letto ma poi ho preferito alzarmi e preparare il caffè.
All'improvviso mi son sentita proiettata in avanti nel tempo, come se avessimo fatto un salto fino a dicembre e come se stesse arrivando il tempo di rimanere chiusi in casa a preparare cose buone.
Quindi preparo il caffè e, guardando dai vetri la strada e le finestre con le luci gialle delle case, aspetto di sentire il gorgoglio seguito dal profumo di benvenuto della caffettiera.
Preparo il latte caldo, mi siedo con i miei biscotti e do distrattamente uno sguardo al computer.
E mi stupisco nel vedere la stessa mia sensazione comune a tanti blog e su facebook. E' vero che noi blogger siamo sempre in 'ansia da preparazione' ma cominciare a vedere ricette natalizie mi fa un certo effetto.
Ma, ripensandoci, a me piace preparare tante cose buone sulla tavola dei giorni di festa, e quindi mi sa che mi conviene cominciare a segnarmi un po’ di idee.
Cominciando dagli antipasti.
Pronta e decisa, saltello qua e là tra i motori di ricerca e tra i tanti mi imbatto in un sito in cui trovo tante idee carine per antipasti natalizi. Ma davvero tante.
E allora faccio mente locale, penso a quello che ho in frigo e sfido me stessa a preparare qualcosa di caldo, stuzzicante e veloce. Già mi immagino il giorno della vigilia, quando arrivano i primi ospiti, che annusano l'aria e seguono la scia fino al forno e cercano di sapere cosa di buono avrò preparato per loro.
E' un modo per accogliere chi ami, con il profumo di una cosa calda preparata e studiata in anticipo, come se fosse un abbraccio. Può essere una bella pagnotta croccante, ma anche tante piccole miniquiche al formaggio e funghi che, mentre si gonfiano in superficie, spandono il profumo.
E così, con questa immagine nella mente mi son messa subito all'opera. Dovevo sapere se la mia immaginazione aveva prodotto una cosa fattibile.
Quindi, controllato di avere tutto l'occorrente, ho preparato queste delizie. Ovvio che il primo pensiero è stato quello di condividere sul mio blog questo risultato.

Io le preparerò di sicuro durante le feste. Per gli antipasti della tavola di Natale, per gli stuzzichini dei pomeriggi in cui giocheremo a carte, per le serate tra le cartelle della tombola.




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Mini quiche formaggio e funghi

Ingredienti (per 7 mini quiches)

una confezione di pasta brisée
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
uno spicchio d'aglio
300 g di funghi champignon
100 g di formaggio tipo Galbanino o Emmenthal
un uovo
8 cucchiai di latte
qualche rametto di timo
Procedimento

Pulire i funghi e tagliarli a fette. Lavarli e scolarli per bene. Sbucciare l'aglio, tagliarlo a metà e versarlo in una padella con l'olio e i funghi. Far rosolare aggiustando di sale. 
Nel frattempo tagliare julienne il formaggio. Srotolare la pasta brisée e con una rotella dentata (o con un coppapasta o un bicchiere, come preferite) ricavare 7 dischi leggermente più grandi dello stampino per miniquiches. Oliare l'intera superficie degli stampini e posarvi la pasta.
In ciascuno sistemare un paio di cucchiai di funghi, e un cucchiaio di formaggio julienne. In una ciotola sbattere l'uovo con il timo e il latte. Salare leggermente e versare a cucchiai in ciascuno stampino. Infornare in forno già caldo a 180° nella parte bassa del forno (al primo piano...). Far cuocere finchè la superficie diventerà dorata e lucida. 
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20 settembre 2017

Torta di noci



Strana la storia delle ricette.
Proprio ora che se ne leggono e vedono in tv a milioni, sempre e ovunque, in tutte le salse, tutte geniali o semplicemente interessanti..... Io ancora chiedo le ricette lette dal quaderno degli appunti e da me scritte su un foglietto appena trovato. E questo mi fa capire che forse tutta la strada percorsa è stata inutile se poi proviamo ancora una forte emozione nel vedere una semplice agenda schizzata di gocce di impasto di pandispagna e di cacao.
Questa torta io l'ho assaggiata ad una festa di onomastico di una nonna bellissima. Di quelle nonne con tanti anni, dalla pelle rosa e liscia curata per tutta la vita con l'olio extravergine, con un sorriso dolce regalato a tutti coloro che sono andati da lei per farle gli auguri.
E la figlia aveva preparato un tavolo pieno di torte buonissime, tutte per lei e per gli ospiti.
Io le ho assaggiate, ma mi sono innamorata solo di questa. Soffice, con i pezzettoni di noci e il profumo di liquore. La dose è per una torta piccola. Quindi se la volete 'normale' raddoppiate tutto.
Io intanto per onorarla l'ho preparata in un bel pomeriggio caldo di un giorno di settembre, verso il tramonto. Ho anche pubblicato una foto su instagram dedicandole parole che erano i miei pensieri di quel momento.
Scrivevo ...
'Sentiva il vuoto dentro. Un vuoto in cui albergava solo l'eco dei suoi pensieri silenziosi. Come un pozzo buio e profondo, vuoto d'acqua, in cui il suono rimbalzava solitario da parete ad acqua, da acqua a parete...
E fu allora che capì di aver bisogno di cose e parole, di tramonti fluidi e vento intorno. E voci di donne e di gatti ruffiani. Entró in silenzio in cucina, prese una ciotola e come in un rito, vi versó delicatamente noci banane zucchero scuro una scorza profumata cannella acqua e limone e poca farina. Mescoló tutto insieme velocemente. Si chinó per controllare che il forno fosse al punto giusto. Lo era. Mise la teglia al caldo, in un posto dove avrebbe potuto diventare grande e profumata e cotta per lei. Preparó l'acqua nel pentolino per la tisana, la caffettiera per un desiderio improvviso di caffè. Chiamó la sua più cara amica e le disse 'vieni'. Si sedette sul pozzo con la gatta che faceva le fusa sulle sue gambe e, mentre arrivava il tramonto, aspettó. Che la torta cuocesse, che la tisana fosse pronta, che il caffè gorgogliasse, che arrivasse l'amica con le sue parole. E il pozzo fu pieno d'amore'.


Torta di noci

2 uova
125 g di zucchero
100 g di noci sgusciate
50 g di burro
10 ml di latte
125 g di farina
1 bicchierino di liquore strega
una mela a cubetti
scorza di limone grattugiata
mezza bustina di lievito per dolci.

(versione vegan)
una banana
125 g di zucchero
100 g di noci sgusciate
50 g di avocado morbido

10 ml di acqua frizzante
125 g di farina
1 bicchierino di liquore strega
una mela a cubetti
scorza di limone grattugiata
mezzo cucchiaino di cannella
mezza bustina di lievito per dolci.

***

Mescolare gli ingredienti uno alla volta secondo l'ordine.
Infornare a 180° in forno caldo.

* semplicemente *






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