26 novembre 2012

I buoni propositi del mattino

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Stamattina sveglia alle 5. E’ giorno di partenza. Valigie per chi parte, sparse davanti alla porta, pronte per prendere il volo. Caos da lunedi alle spalle. C’è chi parte in gita, a Praga, e lo prego di portare il mio cuore li, perchè vorrei andarci io, ma sono felice per la bellezza che vedrà e perchè aggiungerà anche questo momento di magica allegria vissuto con i compagni di scuola al suo album dei ricordi del liceo. C’è una valigia che parte per l’università, con il cambio pulito e il programma della settimana di studio. E anche li sono felice per questo momento che diventa ogni giorno un mattone verso il proprio futuro. E l’altra valigia che parte verso il lavoro di quest’altra settimana che si prevede ricca di spostamenti e cose importanti da fare.
Insomma l’unica valigia a rimanere qui è la mia. Per ora. Ma già all’alba, quando il silenzio ancora riempie la casa, era pronto il mio elenco delle buone intenzioni. Non solo per la giornata. Ma anche per i giorni che verranno.
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Studiare i miei bellissimi libri di cucina che mi portano in giro per il mondo a sognare sapori lontani e profumi di spezie da proporre per i giorni di festa che si avvicinano. Per chi si siederà alla mia tavola e per chi mi inviterà alla sua. Certo a volte mi perdo nelle mille ricette che vorrei realizzare. Le riporto sul mio quaderno, le segno con un post it, traduco quelle straniere, correggo già mentre leggo le dosi e aggiungo spezie. Insomma è sempre un’avventura che mi affascina.
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E bevo un caffè, il primo e il secondo, che il primo non fa subito effetto. Con calma, riflettendo sulle luci che già si affacciano al nuovo giorno. In compagnia di fiori che ho colto per qualcuno… e che stanno li come un legame sottile di parole, che dicono ‘ti penso sempre’. Con un dolcetto  buono che sa già di Natale, che ho preparato e la cui ricetta potrete trovarla qui. E intanto continuo a svegliarmi.

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E mi appunto cose rimandate da tempo che devo fare. Provare chiavi dimenticate per vedere se aprono ancora le porte della mia vita. E documenti e fogli e fogli da controllare per far spazio al nuovo. E foto da sistemare per ricordare in ordine, prima che la memoria ci abbandoni e non potremo più raccontare le immagini della nostra vita, collocandole nel tempo giusto. E stamparle, si stampare foto, che se salta all’aria l’hard disc del pc perdo tutto il passato in un attimo. E accorciare le tende. E piantare semi per sperimentare l’orto nel balcone (come se non bastasse la campagna!)
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E aumentare anche il tempo della lettura. Ho aggiunto ancora e ancora altri libri alla pila di quelli desiderati e non vedo l’ora di cominciarli, tanto che li assaggerei contemporaneamente tutti. E film da vedere, da comprare per Natale. E da consigliare a chi mi chiede consiglio. E vorrei anche parlarne con ha letto gli stessi miei libri e chi ha visto i miei stessi film per condividere.
E magari portare anche a termine i libri che sto scrivendo e che sembrano non finire mai…..
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E rubare tempo al tempo. Per continuare a riempirlo di progetti e cose da fare. E di parole da condividere qui, con voi.
Buona giornata a chi passa di qui.
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22 novembre 2012

I giorni dell’olio nuovo

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Strano momento per scrivere un post. E’ notte fonda. Accanto a me un tovagliolo pieno di mandarini freschi appena presi dal cesto fuori dal balcone. Umidi di pioggia e di nebbia. Ma freschi al punto giusto. Mi siedo davanti al computer e guardo a tratti il video, facebook e fuori dalla finestra. Fuori tutto immerso nella nebbia. E compare come in una ripresa miope la luce dei lampioni, le case di fronte alla mia, le macchine ferme ad aspettare domani. Tutto è silenzio. E dovrei anche guardare e pensare in punta di piedi, perchè intorno a me e fuori, la gente dorme. Basterebbe parlare con voce normale per svegliare qualcuno, anche qui nel condominio, tanto silenzio c’è. Ma io stasera non ho sonno. Devo fare i conti con i miei pensieri, con i miei progetti, con la rabbia che mi viene ormai ogni giorno, ogni volta che leggo i giornali, che vedo la tv, che giro per le strade di questo paese (il mio) che sembra bello e perfettino e poi scopri ad ogni angolo, ben nascosto, e a volte pure mica tanto nascosto, dei rifiuti abbandonati da cervelli piccoli e mani pigre. E non raccolti da chi dovrebbe perchè distratto altrove da ben altri interessi. E mi sento sempre più delusa e a disagio qui …..

E poi penso anche allo spreco di tempo e di parole per capire la gente piccola. E al tempo e alle parole che invece da domani porteranno allegria a me e alla gente che incontrerò.

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E penso a quello che rende preziosa la mia vita. Le piccole gioie che sono solo mie e di chi scelgo di avere accanto a me per condividerle. Come questo olio nuovo, meraviglioso, che riesce a dare emozioni incredibili, quando lo assaggi, perchè in un istante ti riporta al profumo del giorno della raccolta, alle sere che verranno davanti al fuoco, che arrostirà bruschette semplici con il pomodoro ‘eterno’, e alle gare con gli amici per decretare se ‘è più buono il mio o il suo?’ che necessitano di continui assaggi di bruschette e altri piatti. E con questa scusa l’olio nuovo si assaggia su tutto, sul crostone con cicorielle di campo e fagioli cannellini, cotti senza altri odori, sulla semplice verdura lessa e un pezzo di pane fresco, su un pezzo di baccalà cotto a vapore e condito solo con olio e pepe.

Insomma questo è un sogno che continua.

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13 novembre 2012

Raccolta delle olive 2012 e il ‘panino della raccolta’

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Oggi tutto intorno a me è circondato dalla nebbia. Ormai sembra roba di altri luoghi e il freddo stenta ad arrivare. Eppure, come la natura, sento che un pò di freddo ci vuole. Non è normale tutto questo tepore (20° a metà novembre) che continua imperterrito da aprile. Nei campi c'è la raccolta delle olive e dai frantoi arriva un odore caldo e profumato di olio nuovo. Sembra l'inizio di un tema. E le sensazioni vissute qualche giorno fa sarebbero proprio da raccontare, ed è per questo che oggi sono qui: per condividere con voi la gioia di una giornata con tanto sole, tanti profumi e tante risate. Anche di tanta stanchezza in verità, perchè alla fine della giornata ero felice si, ma stanca, ma stancaaaa, che mi faceva male tutto, anche i capelli e, una volta ferma sul divano per 'cinque minuti di riposo', non son più riuscita a rialzarmi. E' vero che ho l'entusiasmo e la gioia di vivere di una bambina per queste occasioni che la vita mi offre, ma è anche vero che non sono particolarmente allenata per i lavori di campagna. Accarezzo sempre l'illusione di vivere in compagnia delle persone a me care la condivisione di questi 'eventi', come la raccolta delle olive o la preparazione della salsa di pomodoro, ma in maniera quasi inspiegabile, si accavallano sempre impegni proprio in quei giorni e così, a parte qualche amico di buona volontà che è apparso per un pò in campagna, sotto ad un paio di alberi, per il resto è stata una giornata vissuta a due. Comunque è stato bellissimo ... e aspetto l'anno prossimo per ripeterlo ancora (però meno male che passa un anno, così ho la possibilità di rimettermi in forze)

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La mattina si arriva canticchiando e si stendono le reti allegramente sotto gli alberi sulla terra che ora è verde di erba e profumata di umidità. E si cominciano a 'pettinare' i rami carichi di olive con dei rastrelli di plastica morbida che dolcemente staccano i frutti e li fanno cadere. Inizia una specie di balletto per evitare di muoversi maldestramente e schiacciare le olive, e così ci si ritrova come il gioco 'Twister' con le gambe incrociate e le braccia in posizione stretching verso dietro, in equilibrio precario, ma dura poco perchè o cadi, o schiacci le olive o vedi di cambiare posizione.
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Quando hai finito di raccogliere tutte le olive di un albero raccogli le reti come fanno i pescatori e, prima di versare i frutti nella cassetta cerchi di eliminare i rametti e le foglie verdi. Magari ogni tanto ti sdrai pure sulle olive per sentirne da vicino il profumo meraviglioso che si sprigiona (soprattutto se, grazie al peso, le schiacci!!!)... e così via di albero in albero si continua....

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Poi arriva il momento della pausa pranzo, ma non ci si può fermare per molto altrimenti 'il sangue si raffredda e non si riparte più', quindi 'allegr allegr' (se eliminate l'ultima lettera delle parole parlate meridionale, cit. Benvenuti al sud), 'velòc velòc' si mangia un panino (buonissimooooooo) e si ricomincia....

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  Poi verso l'ora del caffè si prepara la caffettiera gigante (che nel frattempo, verso la fine della giornata sono arrivati gli amici e la mamma che viene a giudicare l'operato e tu cerchi di catturarla nella rete....), e si beve tutti insieme in mezzo alla campagna, sotto gli alberi e tra le reti (e qualcuno cade pure!).

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_MG_5387   E alla fine di questa estenuante giornata si portano le olive al frantoio dove, secondo mio marito, tutti dicono che non hanno mai visto olive così belle e così buone, e di ottima qualità, e raccolte al momento giusto, nel giusto equilibrio tra mature e acerbe e che SICURAMENTE  ci darà TANTISSIMO olio, magari il migliore che si sia mai visto in zona.....
Ma questo è l'argomento di un prossimo post e vedremo..... (oggi pomeriggio vado a ritirare l'olio nuovo!)

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Intanto vi lascio la 'ricetta' del 'panino veloce della raccolta delle olive'.

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Panino veloce della raccolta delle olive
- mezza baguette fresca a testa
- formaggio spalmabile 
- erbe fresche raccolte proprio allora dal proprio orto (erba cipollina, rosmarino, timo e salvia)
- pomodorini ciliegino (magari anche quelli dell'orto, ma qui è un pò difficile...)
- salame cacciatorino
- lattughino e/o rucola
- sale e olio extravergine di oliva
Tagliare il cacciatorino a fette non molto sottili (sennò non c'è gusto). Tritare fini le erbette appena raccolte e aggiungerle al formaggio fresco spalmabile. Tagliare a metà i pomodorini. Tagliare a metà nel senso della lunghezza la baguette. Su una metà spalmare il formaggio alle erbe. Sull'altra cominciare a 'stratificare' nell'ordine, il salame, i mezzi pomodorini, lattughina e/o rucola. Aggiungere pochissimo sale e un filo d'olio.(se non lo mettete non sarà lo stesso garantito). Coprire con la metà con il formaggio. Addentare ad occhi chiusi e godersi questo momento magico.

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3 novembre 2012

Torta con crema pasticcera, amarene e granella di nocciole


'Prendi il buono quando viene che tanto il brutto non manca mai'.
Così il buon senso dovrebbe governare la nostra vita; approfittare a piene mani delle giornate piene di sole e di cose buone e cercare di conservarle per le giornate grigie e tristi, tanto quelle ci sono sempre.
Ci sono giornate che trascorrono serene e sanno di tempi lontani e spensierati quando i ruoli erano altri, e godevamo delle attenzioni dei nostri genitori. E tutto ci sembrava facile e bello. 
Ora sta a noi creare le giornate felici, per chi sta accanto a noi, quando e appena possiamo. 
E in fondo basta poco. Basta solo restare in casa, e preparare un buon ragù, impastare del pane, friggere le olive, pulire la verdura, e preparare un torta antica. 
 

E aspettare il momento in cui tutti si siederanno attorno al tavolo e si parlerà ...
Questa torta la preparava sempre la mia mamma e la mia nonna durante i compleanni. Era sempre la stessa. ed era fantastica anche durante la preparazione perchè dopo aver girato continuamente la crema pasticcera, aspettando che si addensasse, c'era il premio di poter 'leccare' la crema che avvolgeva la scorza di limone.
E poi si metteva in un posto non accessibile per evitare mani e dita importune, ad attendere la fine del pranzo. Sembrano tempi così lontani... per fortuna ogni tanto ritorna la stessa magia....


Torta di crema pasticcera, amarene e granella di nocciola

- 4 uova
- 120 g di zucchero
- 120 g di farina
- un pizzico di sale

- mezzo litro di latte intero
- 2 tuorli
- 2 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di farina
- la buccia di un limone

- 5 cucchiai di limoncello
- amarene 
- granella di nocciole


Lavorare le uova con lo zucchero fino a quando diventeranno schiumose e bianche, quadruplicando il loro volume. (magari con uno sbattitore)
Aggiungere il pizzico del sale e un cucchiaio per volta la farina, incorporandola con il cucchiaio di legno girando dal basso verso l'alto per non eliminare l'aria.
Cuocere in forno a 170° per circa 40 minuti, ma controllare la cottura secondo il proprio forno.
Quando è cotto, capovolgere su un panno pulito e far raffreddare.
Nel frattempo preparare la crema pasticcera facendo riscaldare 250 cl di latte con la scorza del limone e lavorando il resto del latte con la farina, lo zucchero e i tuorli.
Quando il latte è caldo, unire al resto degli ingredienti e rimettere il tutto sul fuoco, rigirando continuamente, aspettando che si addensi.
Tagliare il pan di spagna in tre strati. Disporre il primo sul piatto di portata, spennellarlo con acqua, zucchero e limoncello (mezzo bicchiere d'acqua, due cucchiai di zucchero e 5 cucchiai di limoncello).
Distribuire metà della crema pasticcera. Disporre le amarene con il loro sciroppo qua e coprire con il secondo strato di pan di spagna. Ripetere l'operazione e coprire con l'ultimo strato.
Conservare un pò di crema da distribuire tutta intorno alla torta per far aderire la granella di nocciola.



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