30 novembre 2009

Il mio panino (n.1)


Peccato che sul blog non si possano dire le parolacce, ma a volte quando c'è una strana coincidenza di eventi negativi, sarebbe terapeutico. Oggi fuori sembra che ci sia un uragano come quelli dei film americani che preannunciano la fine del mondo. Giornali e foglie che volano fino al terzo piano, sollevate dal vento, rami abbattuti, stendipanni giganti che, come nei film horror, passeggiano avanti e dietro nei balconi, vasi che vogliono buttarsi giù beccando la testa della signora di sotto, cieli dove scappano e si inseguono nubi nere e nubi grigie. Il sole che è apparso solo per 5 minuti stamattina, ma che è stato subito coperto dalle nubi di cui sopra, arrabbiate per questa incursione.
In più si accavallano a questa situazione metereologica delle delusioni personali che rabbuiano l'anima peggio dell'uragano e ti fanno passare anche la voglia di aprire gli occhi....
e allora il quadro è completo.... Ma è già arrivato il 2012?
Inventiva ... zero, voglia di muoversi... zero, disperato bisogno di una parola, di una mano per riemergere dal buio... Non ho nemmeno fame, oggi non ho mangiato per niente (non che mi faccia male eh?).. e allora mi faccio tentare dalle foto di un panino che ho preparato l'altro giorno e che era davvero uno spettacolo.
Io amo preparare di solito panini succulenti per me e sempre, dico sempre, appena sto per addentarlo, compare qualcuno che mi dice con occhi spalancati e 'spruzz....spruzz' di acquolina in bocca, 'e a me niente?'.
E così, bloccato il primo impulso di assassinio, lo cedo, da brava mamma.


Il mio panino (n.1)

- sfilatino croccante del forno Trisolini (o baghette)
- formaggio filadelfia
- pomodorini tipo ciliegino
- prosciutto crudo morbido e dolce
- rucola selvatica
- funghi cardoncelli sott'olio


Che faccio vi faccio l'elenco del primo, secondo, terzo strato?
No, l'importante è non tralasciare nessuno degli ingredienti e abbondare spudoratamente nelle dosi.


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25 novembre 2009

Giornata contro la violenza sulle donne



Se guardi negli occhi tutte le donne del mondo le capisci, come se le conoscessi da sempre, perché anche se non parlano la tua stessa lingua, portano nei loro gesti e sul loro viso la storia più vecchia del mondo, fatta di lunghe attese e di speranze che non muoiono mai, nemmeno di fronte a sguardi distratti, ad orecchie che non sanno ascoltare e a mani che vorresti ti accarezzassero ma che restano ferme o indirizzate altrove. E non ti senti più sola, ma piccola tenera parte di un grande progetto che porta avanti il mondo, da sempre.
Se guardi la bocca delle donne, anche quelle serrate, capisci che sono piene di mille parole e di mille silenzi, di sorrisi e di lacrime ingoiate a fatica, di profumi di cose buone e di colori per farsi belle, di piccoli sussurri nell'orecchio del proprio uomo e di dolci ninna nanne per i propri cuccioli.
Se guardi le mani delle donne sai che sanno accarezzare, sanno creare, sanno curare, sanno correre velocemente perchè per loro il tempo è sempre tiranno.
Se guardi il corpo delle donne, balene o sirene che siano, lo vedrai sempre come un porto sicuro dove tu, uomo ti rifugerai ogni volta che vorrai e troverai amore, e da li il dono della vita che ti è stato dato da un'altra donna, continuerà il suo miracolo. E ancora e sempre ti darà gioia e ti darà la vita.
Se guardi il cuore delle donne, lo troverai grande, sempre pronto a contenere tutti gli amori che potrà, lo troverai forte, pronto a battere velocemente per le battaglie che dovrà affrontare, belle o terribili; pronto a farsi tenero quando le regalerai uno sguardo.


E il suo tempo lo donerà sempre, a te quando lo vorrai, ai figli sempre e per sempre senza mai risparmiare un secondo, l'attimo di un caffè e di un racconto veloce ad un'amica, poco al riposo, molto ai sogni e ai desideri.
Aspettando.....

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23 novembre 2009

torta di mele e pinoli al profumo di arancia e limone



E i lavori di ristrutturazione del mio trullo, del mio sogno, continuano. Ogni giorno, il primo pensiero è quello. Andare in campagna e controllare che il conto alla rovescia continui. E tra i maestri della pietra abbastanza latitanti (fanno i preziosi!!! come i parietari e i trullari) brilla un uomo che in maniera modesta e mite, ogni giorno porta avanti il suo compito.  Solitario, sempre sorridente, amante della campagna, che parla ad alta voce e che ogni volta che arrivo mi spiega cosa ha fatto fino a quel momento e cosa farà fino alla fine della sua giornata lavorativa. Per sottolineare che lui lavora e che è anche 'qualificato', anzi come mi ha più volte ripetuto, ha quattro qualifiche. 

Stamattina mi ha chiesto se, alla fine del lavoro poteva venire qui con la sua famiglia a farsi una foto, sotto al mio trullo, per metterlo nell'album dei suoi lavori, da far vedere ai figli quando saranno grandi. E li ho letto l'orgoglio del proprio mestiere, della consapevolezza di  avere delle mani che  'creano', muri e intonaci che sembrano la base di una tela , creano un rifugio, un focolare. Muri che non sono solo muri, ma che diventano case, un qualcosa di cui andare fiero. Mi sono emozionata a questa richiesta e quando, come ogni giorno, son tornata a casa per preparare il termos del caffè da portare sul cantiere, mi è venuta voglia di portargli qualcosa di buono che potesse aggiungere al futuro ricordo un ulteriore sapore di buono. Legato indissolubilmente a questo pezzo di terra a cui sono legati i miei progetti futuri.
Torta di mele e pinoli (al profumo di arancia e limone)

- 270 g di farina
- 100 g di zucchero
- 100 g di latte
- 2 uova
- 3 mele

- 80 g di olio (di semi o di oliva o metà e metà)
- 1 bustina di pane degli angeli
- 1 pizzico di sale
- 1 arancia (scorza grattugiata)
- 1 limone (    "              "           )
 

- una manciata di pinoli
- zucchero di canna


Mescolare prima gli ingredienti solidi ( a parte i pinoli e lo zucchero di canna) e poi quelli liquidi. Versare tutto in uno stampo antiaderente o, meglio, uno stampo Silikomart. Cospargere la superficie di pinoli e zucchero di canna. Infornare a 200° fino a doratura.


Approfitto di questo post per chiedere a chi mi segue e mi legge con piacere (spero) di votare per le due ricette con le quali ho partecipato al contest 'Con le dita nel barattolo'.
Basta cercare verso la fine dell'elenco le due ricette di Anna the Nice e votarle. Grazie a tutte. 




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19 novembre 2009

Qualcosa di me




La magica Ester mi ha invitata a parlare un pò di me e lo faccio con un pò di timidezza, anche se chi mi conosce non ci crederà...


1. I nomi con cui ti chiamano.
Mamma (che è il nome più bello), Ninetta (mio padre), Iannin (i miei zii)
2. 3 cose che indossi in questo momento.
Jeans, maglione con scollo a V e sciarpa di angora bianca, scarpe comode (odio i tacchi, perchè mi renderanno pure più alta, ma mi impediscono di correre, e io voglio correre sempre)
 3. 3 cose che hai fatto stanotte ieri e oggi.
Ho pensato, progettato, sognato, ho fatto le ghirlande per Natale con i miei nipotini meravigliosi, e le merendine soffici all'arancia
4. 2 cose che hai mangiato.
Pesce con olio e limone e patate al forno.
5. 2 persone a cui hai telefonato oggi.
a Nella, a Giulio (scusi lei si chiama Biagio?.... un giorno lo racconterò), a mia madre come tutti i giorni, ai miei figli ecc..... (io amo il telefono, il telefonino, il pc, e tutto ciò che mi permette di comunicare)
6. 2 cose che farai oggi.
Penserò, progetterò, sognerò e navigherò

7. 3 bibite preferite.
Caffè,  acqua minerale ghiacciata, acqua tonica con ghiaccio e limone
8. 3 cose che desideri intensamente.
Che i miei figli crescano sani, forti e indipendenti e che incontrino persone che li amino come li amo io.  
Finire la ristrutturazione del trullo e iniziare i miei corsi di cucina e pubblicare i miei libri.


Passo il testimone a:
Paola
Chiara
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18 novembre 2009

Merendine soffici glassate all'arancia


Oggi ho scoperto di essere metereopatica. Ho sempre creduto di avere una natura malinconica a cui giovava la pioggia e la tristezza di un giorno di nebbia. Ho sempre vissuto come un momento di magia il mondo che perde i suoi contorni nelle mille gocce di pioggia. Ma dopo tre giorni pieni di sole e di tepore, stamattina al mio risveglio ho guardato fuori dalla finestra e.... non riuscivo a vedere niente. Tutto era avvolto da una fittissima nebbia e per un momento mi sono sentita persa. Tradita dal sole che mi aspettavo di vedere. Tenuta giù per terra da un colore che non volevo. E ho ciondolato per qualche ora senza avere voglia di uscire, di scrivere, di pensare, di inventare come mio solito. Gironzolavo per casa pulendo qua e la, aspettando un bip dal pc, uno squillo di telefono, un sms che mi tirasse fuori da questo limbo.
E poi, all'improvviso, è tornato il sole, e son tornati i colori, come per magia. E' tornata anche l'energia e la voglia di fare. Son riapparsi nella mia mente i miei progetti per la giornata e per il futuro. E ho deciso di creare subito qualcosa di buono, di dolce, di profumato, di goloso, aspettando il ritorno a casa dei miei figli. Ho guardato i nuovi stampi Silikomart e ho deciso...



Merendine soffici glassate all'arancia

- 200 g di farina
- 200 g di zucchero
- 100 di olio (a piacere di semi o extravergine di oliva, oppure 50 e 50)
- 4 uova
- 3 arance (succo e scorza)
- 1 limone (solo scorza grattugiata)
- 1 bustina di Pane degli Angeli

- Marmellata di arance
- granella di zucchero

Mescolare insieme tutti gli ingredienti (a parte la marmellata e la granella) e lavorare per ottenere un composto liscio e omogeneo. Infornare in uno stampo silikomart fantasy a 200° fino a doratura. A cottura ultimata capovolgere lo stampo su un panno pulito e attendere che si raffreddino leggermente.  Nel frattempo sciogliere in un pentolino un pò di marmellata di arance con 2 cucchiai di acqua. Spennellare con il liquido ottenuto le merendine e cospargerle di granella di zucchero.

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17 novembre 2009

Risotto prezzemolato con zampina al vino bianco




 Ho passeggiato tra i blog e mi sono accorta del tempo che molte food blogger dedicano a questa passione. E' vero che si inizia quasi per gioco e poi si diventa blogdipendenti con continue crisi di astinenza se non si ha a portata di mano un pc dove controllare la posta, i commenti, le visite. E poi di ogni cosa che fai durante la giornata ti viene voglia di condividerla e fare le foto e parlarne... E' una vera ossessione. Magnifica, ma ossessione. Ho cominciato a sentire per un pò di tempo il peso della competizione. Volevo raggiungere un numero stratosferico di visitatori, volevo inventare cose sempre più nuove e complicate, mai viste , per stupire. Ma stavo perdendo piano piano il piacere che mi ha sempre accompagnato durante  questo viaggio. Addirittura ho rischiato di non scrivere più perchè ho cominciato a ritenere banali le semplici foto e le ricette che volevo proporre. Allora mi sono fermata per un pò e ho capito che in realtà non voglio che anche in questo mio spazio ci sia la fretta e la competizione e la gara a fare la 'splendida'.  Ma solo il piacere di ospitare chi avrà il piacere di essere accolto in un posto semplice, dove poter parlare di tutto, bevendo un caffè insieme.


Beh allora dopo questo sfogo andiamo alla ricetta di oggi.
Non ho l'abitudine di preparare primo e secondo in casa mia per motivi di praticità e di non abboffamento, pericoloso per lo stomaco e per i sensi di colpa. Allora un primo a pranzo e un secondo la sera, con verdura e frutta.
Il primo di oggi è stato un risotto, saporito, sostanzioso e fresco allo stesso tempo.




Risotto prezzemolato con zampina al vino bianco

- riso tipo carnaroli
- 2 pezzi di salsiccia di vitello (da noi si chiama zampina... ed è impastata con il vino bianco)
- burro
- cipolla e aglio
- prezzemolo
- brodo vegetale

- olio extravergine di oliva
- vino bianco
- parmigiano reggiano 

In una padella larga mettere una noce di burro con la cipolla tagliata finemente e l'aglio intero. Aggiungere la salsiccia a pezzetti privata del budello e lasciar soffriggere. Quando è cotta la salsiccia versare il riso (due pugnetti a persona) e farlo avvolgere dal sapore fino a farlo un pò rosolare. Quando sembra tutto un pò secco e leggermente tostato versare un pò di vino bianco e far evaporare. Quindi procedere versando poco per volta il brodo vegetale fino a quando il riso sarà al dente. Spegnere la fiamma e mantecare aggiungendo una noce di burro e del parmigiano. Frullare un mazzetto di prezzemolo con l'olio di oliva e versare il tutto nel risotto poco prima di servire e guarnire con prezzemolo tritato.





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16 novembre 2009

Schiaffoni con funghi, piselli e stracciatella


Ieri uscita a Locorotondo per una full immersion nelle strade del centro storico e per fare fotografie a raffica per il corso. Una bellissima giornata durante la quale il tempo è volato e non sapevamo più come fissare sulle foto le nostre sensazioni. Prima della messa il centro storico è completamente vuoto, nessun'anima viva in giro, perchè tutte le donne stanno ultimando la preparazione del pranzo e poi usciranno. Immaginate quindi di passeggiare in un centro storico bellissimo, dove regnano sovrane le pietre e il bianco della calce e all'improvviso ad ogni angolo arrivano i profumi del ragù e delle 'tielle' al forno con patate e coniglio ecc....
Non sapevamo come fissare sulle foto anche queste emozioni. Potete guardare qui le foto di questa prima uscita....
Comunque arrivati a casa, abbiamo dato libero sfogo alla nostra fantasia e al nostro appetito, preparando questo piatto velocissimo ma pieno di sapori e profumi. In casa ho sempre della pasta speciale per preparazioni veloci che diventano buonissime proprio per l'alta qualità degli ingredienti e non per la laboriosità della ricetta.
E così eccovi qua una ricetta da appuntarvi al volo....



Schiaffoni Voiello con funghi, piselli e stracciatella alla panna


- 100 g di Schiaffoni Voiello a persona
- funghi misti (compreso qualche porcino...)
- piselli
- stracciatella alla panna 
- prezzemolo
- aglio
- cipolla
- vino bianco

- olio extravergine di oliva


Mettere sui fornelli l'acqua per la pasta e una padella con olio, cipolla e piselli.
Far rosolare un pò i piselli, salarli e coprirli di acqua per portare a cottura.

Appena l'acqua bolle, immergere subito gli Schiaffoni Voiello. Nel frattempo mettere in un altra padella (larga, tipo wok) un filo d'olio, l'aglio e i funghi.
Dopo averli fatti soffriggere salarli e aggiungere con un filo di vino bianco e lasciar evaporare.

Eliminare l'aglio dai funghi e la cipolla dai piselli. 
Appena la pasta sarà cotta molto al dente, scolarla per bene e versarla nella padella dei funghi e lasciare insaporire rigirando il tutto.
Aggiungere quindi i piselli, il prezzemolo tritato e la stracciatella con la sua panna.
Girare e rigirare e servire.


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13 novembre 2009

Omaggio Silikomart




Oggi ho ricevuto un regalo. Il postino ha consegnato un pacco contenente una serie di 5 prodotti in silicone della notissima casa SILIKOMART. Inizia quindi da oggi e, molto volentieri, una collaborazione con questa azienda e comincerò subito ad utilizzare questi primi prodotti che già mi ispirano mille ricette. Ovviamente le invierò subito al loro sito.... Ma ci sono talmente tanti stampi che viene voglia di inventarsi mille cose. Vedremo allora.... da oggi si comincia...
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11 novembre 2009

Gelatina di melecotogne



E' tornato il sole. Ci sono colori dappertutto e il calore di questa stagione meravigliosa riempie il cuore di sensazioni positive. Dopo la pioggia che colora di grigio tutto quanto, si esce, si incontra, si parla, si organizza e rinasce la frenesia che fa venire in mente tante cose da fare prima che arrivi il Natale. E via a riempire le dispense, a confrontare le ricette, a conservare (ma per poco...) tutte le cose più buone che si ritireranno fuori per le prossime feste. E intanto nascono nuove idee per far incontrare sulla tavola antiche ricette con sapori nuovi. Intanto prepariamo quello che ci hanno insegnato....poi insegneremo noi ad altri quello che abbiamo pensato e che testeremo presto.
Con le melecotogne che ancora resistevano ho preparato in un solo giorno tutto il 'preparabile'. Magari saranno ricette conosciutissime, ma a me le melecotogne con il loro colore che si trasforma da giallo a fucsia mi ha sempre fatto pensare ad una dolce magia. E il sapore che da acre diventa dolcissimo e morbido mi ha sempre affascinato.
E allora oltre alla 'solita' marmellata che tra l'altro è già finita sulle crostate, nelle torte e sulle fette calde di pane la mattina, ho preparato anche la 'cotognata' (che però si deve ancora indurire un pò...quindi rimando la ricetta ai prossimi giorni) e la meravigliosa gelatina che fra un pò userò sia sulle cartellate (che così si coloreranno di rosa) che su un altro dolce a sorpresa.




Gelatina di melecotogne

- Melecotogne
- zucchero
- acqua

Lavare benissimo le melecotogne per eliminare tutta la peluria. Tagliare le melecotogne a fette, senza sbucciarle, eliminando le parti guaste. Il torsolo e le calotte metterle in un tegame e le fette in un altro. Queste ultime serviranno per fare la marmellata e la cotognata, mentre i 'residui' per fare la gelatina.
Coprire di acqua e farle cuocere fino a quando saranno diventate morbide. Aiutandosi con un setaccio o con un panno bianco e pulito a maglie non troppo fitte, filtrare il tutto e lasciar cadere il liquido in una coppa. Pesarlo e aggiungere lo zucchero in rapporto 10:8, cioè per 1000 g di liquido aggiungere 800 g di zucchero. Mettere sul fuoco e portare ad ebollizione. Eliminare di tanto in tanto la schiuma che si forma che potrebbe comprometterne la trasparenza. Cuocere fino a quando la 'classica' goccia', raffreddandosi, non scivolerà via sul piatto inclinato.
Versare ancora bollente nei barattolini precedentemente sterilizzati, capovolgere e lasciar raffreddare.
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9 novembre 2009

Bacco nelle gnostre: vino novello e caldarroste in sagra

Io amo il mio paese, NOCI, e amo l'aria che qui si respira. Amo le sue strade e i suoi profumi Amo passeggiare per le piazze e sentirmi abbracciata dal saluto della mia gente. Si potrebbe trascorrere l'intera giornata solo salutando e fermandosi a parlare del più e del meno con tutta le gente che si incontra. Perchè qui ci si conosce quasi tutti e si parla di tutti anche degli sconosciuti e del sentito dire. Perchè il paese è così. Quello che altrove si chiama pettegolezzo e che può dare fastidio, si potrebbe anche interpretare in maniera più positiva come 'provare interesse per il prossimo' e quindi parlarne. Ci si conosce da generazioni più per soprannomi che per cognome e si partecipa tutti insieme sia alle gioie che ai dolori. A parte le invidie che, si sa, sono umane, e che portano i compaesani spesso a 'non dare soddisfazione' non manifestando la propria solidarietà alle altrui attività.... c'è un senso di attaccamento al luogo che, appena usciti dal confine del proprio territorio, viene fuori in maniera orgogliosa. E ci si riconosce 'nocesi' e ci si sente facenti parte di un unico corpo, quando ci si incontra casualmente tra le strade di New York o in un punto qualsiasi della terra.

Venerdi, sabato e domenica scorsi, qui da noi c'è stata una sagra che è partita in sordina qualche anno fa e che piano piano è diventata un evento molto importante: 'Bacco nelle gnostre', la sagra del vino novello e delle caldarroste.
Le 'gnostre' sono una caratteristica del nostro centro storico, e sono cioè degli spazi quasi chiusi, piccole piazzette private delimitate dai tre lati da case imbiancate di calce. E ce ne sono di tanti tipi, quasi tutte abbellite da piante o addirittura da viti che si arrampicano lungo i muri.
E tutte pavimentate con le antiche 'chiangole', mattoni di pietra resi lisci dal tempo e dall'intensa opera di pulizia delle donne.

E lungo questa miriade di stradine, abbiamo visto fluire un mare di gente che è arrivata anche da lontano, per assaggiare il vino novello aperto per l'occasione e altre decine di specialità del posto, antiche e moderne, che hanno riempito il nostro centro storico di incredibili profumi e di allegria.



Tutti i turisti sono stati accolti con grande ospitalità da tutti gli chef del paese e sono stati invitati ad assaggiare i piatti tipici preparati apposta per l'occasione. Qui sotto ho ripreso il mitico chef dell''Antica Locanda', Pasquale Fatalino, che con le sue/nostre prelibatezze ha già vinto due puntate de 'La prova del cuoco' e che rivedremo ancora il prossimo venerdi in televisione. Ovviamente a tutti i nocesi che leggono questo post, un invito a votare, votare, votare Pasquale al numero 89.48.48.72 più il numero che viene a lui assegnato.

In ogni angolo c'era qualcosa da vedere, da fare, da gustare, da bere. E tutti i visitatori passeggiavano reggendo tra le mani un calice colmo di vino novello....

E caldarroste, olive fritte, baccalà fritto, 'fecazzedd con la ricotta forte', provola sciolta sullo spiedo, orecchiette con brasciole, cavatellini con cicerchie, ecc.... ecc......

Al suono di tanta buona musica e tra mille angoli dove improvvisare una 'pizzica' senza tanti timori, tutti insieme in allegria.

E questa è la prima di tante sagre speciali e affascinanti che si svolgono nel nostro paese. La prossima, a cui siete tutti invitati a partecipare si chiama 'Pettole nelle Gnostre e cioccolato in sagra', si svolge il prossimo 5 e 6 dicembre. Immaginate l'aria frizzante delle notti di dicembre, nel centro storico tutto addobbato per le festività natalizie, con i presepi da visitare, e le 'pettole' calde con lo zucchero o con il vincotto di fichi, e cioccolato bollente da bere, passeggiando nelle strade.
Se avete bisogno di informazioni, scrivetemi pure..... Arrivederci alla prossima.... sagra.


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6 novembre 2009

Pioggia



Oggi ci siamo svegliati in mezzo ad un concerto di lampi e tuoni. Fuori dalla finestra si sentiva che l'acqua cadeva giù a dirotto. E per me è sempre piacevole la sensazione di essere nella mia casa calda e, con un caffè bollente in mano, poter guardare con il naso sul vetro della finestra, il mondo che fuori è freddo, silenzioso, buio e bagnato. E' un momento magico quello della pioggia. E' come se l'acqua avesse il potere di portare via polvere, pensieri cattivi, parole inutili... e ti costringesse all'essenziale, al singolo momento, alla riflessione in silenzio. Un momento di immobilità prima di ricominciare di nuovo a camminare e a pensare su una strada nuova.
La giornata è trascorsa quindi nell'attesa, respirando ogni tanto la freschezza dell'aria pulita dalla pioggia.
E nel pomeriggio, appena il cielo si è rischiarato, siamo andati in campagna per riprendere contatto con la realtà dopo la settimana di segregazione forzata.
Ed è stato davvero un nuovo risveglio.

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4 novembre 2009

Pagnotte di semola e farina



Solo in questi giorni ho capito che non potrei mai partecipare al Grande Fratello. La reclusione obbligatoria in quattro (seppur giganti) mura mi farebbe impazzire. Siamo rimasti richiusi in casa per un pò di giorni a causa dell'influenza e siamo stati bravi, tanto bravi a gestire con calma e pazienza questo momento un pò ... turbolento. Abbiamo tranquillamente ignorato i telegiornali, seguito i consigli del nostro bravo medico e con pochi e semplici rimedi, anche naturali, abbiamo superato il momento più difficile. Onestamente non è stata una passeggiata, ma nemmeno poi così in salita. Ai primi sintomi sono uscita in fretta e furia, ho fatto la spesa per qualche giorno, poichè avevo deciso di non far venire nessuno a casa, e così ho potuto anche preparare ricette semplici e leggére adatti alla necessità. Oggi però ho deciso che bisognava far circolare in casa, oltre alla solita aria fresca e pulita, anche un profumo buono. Ma per una ricetta buona e non impegnativa ho scelto la cosa più semplice di questo mondo. Ho fatto il pane. Ho seguito la ricetta di una mia amica (vicina di casa, ex di lavoro, di blog), che tempo fa mi aveva fatto assaggiare in diretta e ne ero rimasta affascinata per la sua semplicità.
E così in brevissimo tempo e con pochissimo impegno ho preparato queste due splendide pagnotte, morbide e calde.
Buone e calde come casa mia.



Pagnotte di semola e farina

- 350 gr. acqua
- 300 gr. farina
- 300 gr. semola rimacinata
- 20 gr. sale
- 1 bustina di lievito in polvere
- 1 cucchiao scarso di zucchero

Io uso l'impastatrice per abbreviare i tempi, ma anche a mano è facilissimo.
Mescolare prima tutti gli ingredienti solidi e poi aggiungere l'acqua. Lavorare l'impasto per circa 10 minuti e far lievitare per circa mezz'ora/un'ora. Dopo la lievitazione lavorare di nuovo velocemente l'impasto. Dividerlo in due e formare due pagnottelle allungate. Sistemarle sulla leccarda coperta da carta da forno. Fare dei tagli sulle pagnotte per agevolare la seconda lievitazione. Coprirle con un panno bianco pulito e far lievitare ancora per un quarto d'ora. Quindi infornare a 180°/200° a seconda del proprio forno fino a doratura. Sfornare e coprire per una mezz'ora il pane prima di mangiarlo.

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1 novembre 2009

Cannoli crema e cioccolato

Oggi è domenica. E siamo tutti a casa non perchè fuori c'è cattivo tempo, o perchè non abbiamo voglia di uscire, ma perchè da ieri ci siamo trasformati in una specie di 'cuscino d'amore' pronto ad attutire tutti i malesseri dell'influenza che ha colpito nostro figlio, e che da un pò di giorni dilaga nel nostro paese come nel resto del mondo. Il liceo dei nostri figli e tutte le altre scuole ne stanno risentendo piano piano e senti parlare in giro di tosse e febbre alta. Ovviamente, grazie ai media, la gente è confusa spaventata e disorientata e nessuno sa cosa pensare o dire o come chiamare questo malessere? E' la cosiddetta influenza stagionale? E' l'influenza A? I medici danno spiegazioni che dovrebbero rassicurare, ma i primi ad essere poco sicuri sono proprio loro. E allora meglio non guardare la televisione che riporta soprattutto cattive notizie, non leggere i quotidiani, armarsi di santa pazienza e pensare positivo. E cerchiamo di riposare di più, (come consiglia un interessantissimo post scritto da Marinella), rallentiamo lo stress, mangiamo cose buone, guardiamo un film allegro. I nonni per ovvi motivi di timore di contagio non li abbiamo invitati a pranzo, ma indovinate un pò cosa è arrivato poco prima di pranzo da parte della mia meravigliosa e mitica e dolcissima mamma? Un vassoio pieno zeppo dei suoi straordinari cannoli alla crema.... che ha trasformato questa giornata in una festa. Utilizzando un errore comunissimo tra le persone che non capiscono l'inglese e le feste importate e approfittando anche della coincidenza la chiamerò 'La festa di AULIN'.
Cannoli crema e cioccolato

- 300 g di farina
- 50 g di olio
- 1 uovo
- 1 cucchiaio da tavola di zucchero
- vermut o vino bianco per impastare

- olio di semi per friggere

- zucchero a velo


crema pasticcera

- 1 litro di latte intero
- 4 tuorli
- 4 cucchiai di farina
- 4 cucchiai di zucchero
- buccia intera di un limone

- cioccolato fondente a piacere (più se ne mette più buono è!!!)

Impastare tutti gli ingredienti dei cannoli e poi con la macchinetta della pasta tirare una sfoglia sottile. Tagliare dei quadrati con la rotella dentellata.
Arrotolare come da foto intorno ad una canna di bambù o all'apposito attrezzo di acciaio, per cannoli.
Friggere in abbondante olio caldo. Far raffreddare.
Preparare la crema pasticcera facendo riscaldare prima il latte con il limone e contemporaneamente sbattere tutti insieme gli altri ingredienti. Quando il latte è abbastanza caldo versarlo velocemente nella coppa dove c'è la crema formata dagli altri ingredienti e lavorare molto velocemente con la frusta. Riversare tutto nel tegame e continuare a girare fino a che si sarà rappresa la crema.
Togliere la buccia del limone e versare metà crema in una coppa. Nel tegame aggiungere il cioccolato fondente in quantità a far fondere.
Far raffreddare il tutto e poi riempire i cannoli con una sac à poche, prima con la crema bianca da un lato e poi dall'altro con quella al cioccolato.
Disporre i cannoli su un vassoio e spolverizzarli con abbondante zucchero a velo.


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