31 gennaio 2012

Brodo di carne

 
Vi regalo un momento di quiete prima che mi investa l'uragano.
Neve permettendo domenica prossima parto per Milano dove mi aspetta un turbinio di eventi, di incontri con persone speciali, di degustazioni di cose buonissimissimissime. 
Ma per gustarsi tutto questo bisogna essere in forma. 
Sabato scorso faceva molto freddo, ma stranamente nella mia campagna, che ormai è notoriamente un posto magico e ricostituente, c'era nell'aria un tepore primaverile. Ovvio, in casa un freddo terribile, ma fuori si stava benissimo.
Allora abbiamo inaugurato il caminetto nuovo per stemperare un pò il gelo e, al momento di andare via, non ne abbiamo avuto la forza. E abbiamo deciso di rimanere li a pranzo.
Son tornata a casa per prendere quello che avevo preparato e abbiamo mangiato li.
Quando sei circondata dal silenzio fuori, dal caldo intorno e dentro, non hai bisogno di altro.
E se nel freddo pungente mangi un piatto di pasta con brodo caldo, ti senti la persona più amata e coccolata del mondo.
'Nel solco della tradizione' il sabato si prepara il brodo di carne. Diverso in ogni posto, in ogni paese, in ogni casa. Come il ragù.  C'è chi mette la carne nell'acqua fredda, chi nel brodo vegetale, chi mette i chiodo di garofano, chi no, chi usa diversi tipi di carne, chi l'osso, chi il muscolo, il pollo.... ecc..... mille le varianti.
Io so solo che i piatti buoni riescono a riempire di profumo la propria casa, le scale del condominio, le strade del centro storico, e incantano chiunque passi di li, facendo venire il desiderio di essere invitati a pranzo.
E se gli spaghetti sono spezzati davanti al caminetto dal proprio figlio, con calma, assecondando il ritmo che detta il fuoco e l'aria di campagna, e fuori senti solo pace, e dentro solo il bollore del brodo, la quiete è qui.
E mi preparo alle mille avventure che, neve e influenza permettendo, mi aspettano a Milano.
Poi vi racconto..... 


Brodo di carne

- due pezzi di muscolo o di 'stecca' con grasso, a persona
- 1 cipolla
- sedano
- carote
- patate
- prezzemolo
- pelati o qualche cucchiaio di salsa di pomodoro
- scorza di formaggio

In una pentola alta coprire  la carne con abbondante acqua fredda, e metterla sul fuoco medio.
Man mano che l'acqua diventa calda sulla superficie verrà a galla una schiumetta densa da togliere prima che giunga l'ebollizione.
Quando non sale più a galla alcuna schiuma, aggiungere la cipolla, il sedano, le carote, il prezzemolo precedentemente lavati e puliti. Aggiungere anche la scorza di formaggio e aggiustare di sale.
Far cuocere a fuoco medio per circa due ore, assaggiando di tanto in tanto per vedere se bisogna aggiungere altro sale.
Nel frattempo mettere l'acqua per la pasta (spaghetti spezzati, funghetti, farfalline, semi di cicoria.... secondo il proprio gusto) o il riso.
E in questo frattempo aggiungere qualche cucchiaio di salsa al brodo o qualche pelato, giusto per dargli un pò di colore.
Condire quindi la pasta (o il riso) con abbondante brodo bollente, aggiungendo anche (se gradite) le verdure tagliate a pezzi e parmigiano grattugiato.
E per secondo, ovviamente, servire la carne, accompagnandola con altre verdure o insalata fresca condita con aceto.


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25 gennaio 2012

Minestra di cavoli con foglie e cereali


Questa giornata sta finendo. E meno male.
Continuo a guardare fuori ma è tutto buio e silenzio. 
Come stamattina. Appena sveglia ho guardato fuori dalla finestra da dove entrava una strana luce e ho visto tutto intorno pieno di neve. E neve dal cielo, e neve ovunque. Di solito c'è un soffice silenzio quando nevica. Ma stamattina il cielo era arrabbiato e scuro e c'era vento, tanto vento e freddo, tanto. E all'improvviso sono arrivati anche fulmini terribili e tuoni da spavento, come per dire che il cattivo tempo era proprio qui sopra di noi. Sulle nostre case e sul nostro paese.
Ho preparato il caffè, e non riuscivo a godere della prima neve. Ho aperto il computer e ho letto del terremoto al nord. Si, in generale, al nord.
Poi mi chiama mio figlio e capisco che il nord è anche e soprattutto dove è lui. Ha sentito il terremoto e tutti in casa si sono spaventati. E io con loro.
Ho condiviso per un pò i messaggi di spavento dei miei amici di fb.
E subito dopo compaiono le immagini di un campanile del mio paese con su scritto 'Prima' e 'Dopo', come nelle diete, come nelle trasformazioni. Solo che questa volta il dopo evidenzia un disastro. Un fulmine di quelli forti ha colpito il campanile e lo ha fortemente danneggiato. 
E un pezzo del mio passato, dei miei ricordi di bambina, del mio orgoglio di nocese, dell'amore per il mio paese, si è coperto di nuvole. 
Delle stesse nuvole che oggi si son fatte beffa della nostra rabbia, alternando buio, neve, vento e sole fortissimo. Un cielo malvagio e cattivo che ci ha portato solo sentimenti bui e tristi.
Ho imprecato persino contro l'anno bisestile, diventando superstiziosa, e si, perchè non è possibile tante cose negative e siamo ancora al primo mese. Che cavolo!!! E la Concordia, e le tasse, e gli scioperi, e la neve, e il terremoto, e i fulmini, e il campanile, e le notizie del telegiornale.... bastaaaaaa.

E ho cercato di mandare via un pò di freddo, cucinando una cosa calda, bollente. stretta tra le mani, da mangiare piano, guardando fuori quella neve e cercando di vedere la luce.

Minestra di cavoli con foglie e cereali

- un cavolo romano
- aglio
- prezzemolo
- pomodorini
- sale e pepe
- una manciata di formaggio o una scorza di formaggio
- riso e orzo
- olio extravergine di oliva

Pulire il cavolo eliminando solo il torsolo centrale,  dividerlo in cimette e lasciare anche un pò di foglie con tutto il loro cordone duro.
Lavare e ancora gocciolante disporlo in un tegame. Condire con aglio, prezzemolo, pochi pomodorini, sale, pepe e un pò di olio. Scuotere il tutto per far amalgamare gli ingredienti. Aggiungere il formaggio e un bicchiere di acqua.
Coprire e mettere a cuocere, controllando ogni tanto per non far disperdere completamente l'acqua di cottura.
A parte lessare in acqua bollente il riso e/o l'orzo tenendo presente i loro tempi di cottura.
Quando il cavolo sarà cotto e il riso e/o l'orzo al dente, unirli in un solo tegame e amalgamare con dolcezza per evitare che si spappolino le cime.
Servire la minestra bollente, con il suo brodo e con altro parmigiano.




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23 gennaio 2012

Fave fritte


Ho messo la pentola con l'acqua sul fuoco, oggi il desiderio porterà in tavola semplici spaghetti con pomodorini e basta, il resto è già fatto, e ho tempo, di corsa, fino all'ebollizione dell'acqua, di scrivere qualcosa.
Sempre di corsa, ma per fortuna dentro non ho affanno. Questo inverno tiepido che ancora non si decide a sfogarsi con un pò di freddo vero, mi fa desiderare l'aria di primavera. Ho voglia di aria tiepida (attenzione non caldo!!!), di passeggiate sul mare, in campagna, di vestiti leggeri... di giornate lunghe da riempire....
Alcuni passerotti che di solito arrivano sulla mia finestra verso marzo, sono già arrivati da ieri e hanno cominciato, impauriti, a cinguettare...hanno intuito che c'era la fregatura.
Di cucinare cose grandiose, ancora non me la sento. C'è un ritorno alla semplicità estrema, minimal, secondo i miei figli, c'è un elogio della pigrizia e uno spegnimento della fantasia, ma non è così. Nonostante si mangi, e si mangia tanto eh!!!, ho voglia di verdure bollite, di legumi e fette di pane tostato, di cereali impastati in mille modi, di mani infarinate e di olio extravergine d'oliva crudo ovunque.
E di piccole quantità, di sfizi, non di piatti enormi.
E mi son ricordata di questo sfizio, che si vende comunemente alle bancarelle di nocelle e arachidi e pistizz (castagne secche), ma che fino alla scorsa settimana non sapevo preparare.
E così ho chiesto, cercato, studiato e preparato le sfiziosissime FAVE FRITTE, che si servono come stuzzichini per l'aperitivo e che se non ti controlli te ne mangi tanteeeeeeee ma tanteeeeeee che poi ti pizzica la lingua... anche perchè sono salate e piccanti.
Ma tanto buone.
L'acqua bolle..... vado.


Fave fritte
- fave secche sgusciate (fave bianche)
- olio per friggere (o extravergine di oliva per un sapore più deciso o di arachidi per un sapore più leggero e un effetto più croccante)
- sale fino
- pepone ( polvere di peperoncino piccante secco e macinato)

Tenere le fave in ammollo per 24/36 ore cambiando spesso l'acqua.
Asciugarle benissimo con un canovaccio pulito o tenendole all'aria aperta.
Friggerle in abbondante olio caldo fino a quando diventano leggermente dorate.
Scolarle su carta assorbente e cospargerle con tanto sale fino e pepone.

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18 gennaio 2012

Cornetti integrali al miele

 

Dovrei alzarmi sempre prima la mattina per poter riempire il mio 'spazio di rincorsa'  non solo di libri.
E si, tante cose stanno avvenendo intorno a me.
Si passa da periodi noiosi e privi di colore, a periodi in cui si affollano progetti, proposte, idee, inviti.... insomma poco per volta no eh?
E come si fa a rinunciare a tutte le cose belle che finalmente arrivano?
Il vero, nuovo anno è iniziato. E comincia anche un fermento come di primavera.
C'è chi critica le blogger quando parlano degli eventi a cui partecipano.
Sicuramente l'impegno profuso in un blog è evidente. Nasce come uno spazio privato, intimo dove riversare le proprie passioni e i propri pensieri, e poi all'improvviso diventa una grande stanza piena di amici e di persone che condividono le stesse tue cose, che magari tu riesci ad esprimere anche per loro.
E nascono amicizie e a volte anche opportunità di crescita.
E anche di divertimento.
Ecco perchè io parlo con piacere degli eventi a cui sono invitata, che risultano essere uno stimolo in più per continuare ....
I prossimi giorni saranno pieni di incontri con grandi chef, persone che parlano di libri, di web, di un mondo in fermento che si muove.
E tornerò stracarica di cose da condividere con chi passa di qui.... anche di ricette da rifare insieme...
Sarete con me?

Intanto, il mio spazio della prima mattina, di solito riservato solo alla lettura durante il caffè...  ha bisogno di un 'allargamento' per aggiornare il blog e rispondere agli amici che passano, ricambiare le visite ecc....
Ma, considerato l'ormai luogo comune della 'casa da blogger' che chiede vendetta oltre che attenzione.... e il resto delle note appuntate sul solito elenco di cose da fare..... devo cercare di limitare la mia presenza almeno su fb.... cavoli che ipnosi... Vabbè vedremo di organizzarci....
Allora..... prendo il caffè e mangio i miei meravigliosi cornetti integrali al miele di cui tanto ho parlato in questi giorni.
E' venuta l'acquolina in bocca a tante persone eh???
Vabbè ora posto la ricetta che tra l'altro è facilissima.... così domani passerete di qui, mangiando il mio cornetto e pensando a me....
buona giornata a tutti voi...

Cornetti integrali al miele

- 250 g di farina integrale
- 150 g di farina manitoba
- 1 bustina di lievito secco
- 1 uovo
- 60 g di burro
- 4-5 cucchiai di miele
- 1 pizzico di sale
- 240 g di latte
- Zucchero a velo


Nella ciotola dell'impastatrice (per chi ce l'ha, altrimenti una coppa va benissimo) unire il latte, il burro sciolto o morbido, il miele e l'uovo. Mescolare.
A parte miscelare le farine con il pizzico del sale e il lievito secco, e unire agli ingredienti liquidi.
Lavorare per 5-6 minuti.
Far lievitare per un'ora e mezza /due ore....

Sgonfiare l'impasto e con il matterello stenderlo dandogli una forma rettangolare e lunga.
Con un coltello a lama liscia ricavare tanti triangoli isoscele.
Arrotolare i singoli triangoli partendo dalla base larga e arrotondare le punte verso il centro, dando la classica forma.

Disporli su una placca da forno coperta con carta da forno.
Lasciarli riposare  per almeno mezz'ora. Quindi accendere il forno a 180° e da quando è caldo far cuocere per almeno 15 minuti (dipende dalle dimensione del cornetto.... quindi bisogna regolarsi al momento).
Quando sono cotti lasciar riposare per almeno 10 minuti prima di riempirli di miele con una siringa.
Servire con una spolverata di zucchero a velo...

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16 gennaio 2012

Il Ragù

E va bene, abbiamo capito che il blog ha anche una funzione pedagogica, didattica, esplicativa, dimostrativa ecc.......
Come già detto più volte, alcuni amici si lamentano perchè le mogli desiderano cose diverse dal ragù la domenica e non perdono occasione per sottolineare, far pesare la cosa, sfottere, ironizzare ecc.... 
E io che sono da sempre dalla parte delle donne, perchè capisco il loro mondo interiore, profondo quanto la Fossa delle Marianne e non come l'ego maschile, alto quanto il monte Everest..... allora mi associo alla loro causa e, dopo aver fatto, fotografato e, ovviamente mangiato, il mio ragù, ora lo pubblico. Per due motivi.
Uno perchè così spero si accontentino almeno della foto, due perchè.... magari viene anche a loro il desiderio di mangiarlo e cominciano a prepararlo seguendo la ricetta.....
Certo ognuno ha la sua, tramandata dalla propria mamma, e nasceranno sempre le lotte in difesa della propria, come ci insegna anche Sofia Loren nel meraviglioso film di Lina Wertmuller, 'Sabato, domenica e lunedi', dove ci sono donne che si scontrano in macelleria sul fatto se le cipolle si mettono prima o dopo aver soffritto la carne. 
Splendido film da rivedere assolutamente.... 
Bè, mia madre dice che si mette dopo..... 

E poi avendo il figlio lontano che cucina e inventa, ho pensato magari di lasciare qualche traccia di ricette della  sua mamma qui.... così, non si sa mai, gli venisse il desiderio del ragù di mamma. Sigh!!!!

Comunque... io non so se la cosa è gradita.... fatemi sapere se devo continuare 'nel solco della tradizione'...


Il Ragù
(Premessa: quando si va a fare la spesa si viene colti dal panico perchè non si sa quantificare in kg e si finisce per acquistare quantitativi maggiori o minori di quello che in realtà ci serve. Ecco perchè io mi regolo con i 'pezzi a persona'. Il macellaio avrà pazienza e se non ce l'ha peggio per lui! Il cliente ha sempre ragione.
Quindi sotto indico le dosi a persona.)

- 2 pezzi di ventresca di maiale senza cotenna
- 2 pezzi di agnello
- 2 pezzi di muscolo di vitello
- 1 cipolla bianca
- mezzo bicchiere di vino bianco
- 2 foglie di alloro
- salsa di pomodoro
- Olio extravergine di oliva


In un tegame largo versare l'olio (2-3 cucchiai a persona) e la carne. Far rosolare per bene da ogni lato la carne e aggiungere un pò di sale.
Aggiungere l'alloro e la cipolla tagliata a pezzi grandi se la si vuole eliminare facilmente o a pezzi piccoli che tanto si scioglie durante la cottura. Far rosolare ancora e versare il vino e far cuocere finchè sarà completamente sfumato.


Versare la passata di pomodoro e girare.
Nella bottiglia della passata mettere due dita d'acqua per raccogliere la salsa rimasta sulle pareti e versatela nel tegame.
Il sugo deve essere poco denso, perchè da questo momento la cottura continuerà a fuoco basso per circa un'ora e mezza / due ore.
Aggiustare di sale. Coprire con il coperchio e passare su fiamma bassa.
Verso la fine della cottura fate la prova assaggio, sulla fetta del pane fresco....
Servire su orecchiette, con parmigiano.

p.s. il ragù si può fare anche con le 'brasciole', involtini fatti con fettine di vitello condite con aglio, parmigiano, sale e pepe, oppure anche solo di coniglio, o con le salsicce..... insomma.... ci possiamo sbizzarrire come vogliamo. Sempre mitico è!

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11 gennaio 2012

Pane alle olive



Fuori fa freddo, tanto. Da non aver voglia nemmeno di andare nel balcone a prendere qualcosa.
Evito di sprecare tutto il calore accumulato dentro casa, intorno a me, sul maglione di lana e nelle pantofole.
E non mi muovo per non perdere questa sensazione di serenità e di casa.
Accanto a me un libro, comprato in aeroporto, prima di un viaggio, tempo fa. Più che un'abitudine è un rito ormai. Prima di imbarcarmi passo dalla libreria e scelgo quello che sarà il mio compagno di viaggio, un libro piccolo, discreto, pieno di promesse, che non deve deludermi dopo avermi abbindolato con l'immagine di copertina, con la trama letta in fretta e con la lettura della prima pagina.
E così quando dopo tanto tempo mi ritrovo quel libro tra le mani, mi tornano in mente tutti i ricordi del viaggio. 
Il titolo di questo libricino, piccolo (anche la collana si chiama 'Libri Piccoli Voland' della casa editrice Voland), è   'Fuori catalogo: storie di libri e librerie', di Rocco Pinto.
Ed è stato un piacere scoprirlo, pagina dopo pagina e sentir pronunciare dall'autore quelle frasi amorevoli che sempre io rivolgo ai miei libri, i miei più grandi tesori, e condividere con lui gli stessi discorsi e gli stessi pensieri. E' un libro pacato, un viaggio silenzioso, fatto nella mente, e ti senti in compagnia di un amico con cui assaporare il piacere di accarezzare una pagina di carta o lo stupore che ti regala una storia, o il brivido di incontrare il discendente di un autore caro. E non ti senti più sola ad immaginare storie strane e surreali, come sogni, ma frutto e conseguenza di una mente stimolata e che impara a volare subito dopo e durante la lettura.
Bello, molto bello. Mi dispiace che stia finendo. E mi fa venire davvero la voglia di realizzare un mio grande sogno. Una piccola libreria dove consigliare libri già letti da me e da altri, condividere anche quelli usati, seduti in comode poltrone dove, mentre si legge un libro per sceglierlo, si può assaporare anche una cioccolata calda servita in bellissime tazze di porcellana. E tutto questo solo d'inverno.
Perchè cioccolata e libro hanno bisogno di freddo, come quello di stasera.
Ormai si è fatto buio... lascio qui una ricetta che mi ha profumato la cucina. 
Un'altra ricetta di pane, semplice, arricchito con le olive (e volendo anche di noci...). 
Pane e libri.... cosa volere di più?

Pane alle olive

- 500 g di farina 00
- 100 g di semola rimacinata
- 360 g di acqua tiepida
- una bustina di lievito di birra disidratato
- un cucchiaino di malto (o zucchero o miele)
- due cucchiaini rasi di sale
- due cucchiai di olio extravergine di oliva
- 200 g di olive (quelle che preferite, nere, o taggiasche, dipende dal gusto personale)
- una manciata di gherigli di noci, tritate grossolanamente (facoltativo)

In una ciotola versare prima la semola e poi sopra la farina. Con il pugno fare un buco e versarvi il lievito, il malto (o lo zucchero o il miele che servono per alimentare i batteri del lievito) e utilizzando poca farina al centro e con una parte di acqua tiepida  formare una pappina molle.
Coprire per una mezz'ora e lasciar lievitare fino a raggiungere la consistenza quasi schiumosa.
Aggiungere il sale, l'olio e il resto dell'acqua tiepida (che avrete riscaldato di nuovo), e impastare.
Lavorarla fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
Denocciolare le olive e aggiungerle all'impasto (a piacere aggiungere anche le noci).  Amalgamare bene il tutto e formare una palla.
Fare una croce con un coltello  per agevolare la lievitazione e con la mano per benedire l'impasto (mia madre docet).
Coprire con pellicola unta di olio, canovaccio e coperta e lasciar lievitare fino al raddoppio del volume (un'ora circa),
Quindi sgonfiare l'impasto e ridargli una forma a pagnotta. Posizionarla sulla leccarda dove avrete messo della carta da forno.
Farla 'riprendere' dallo choc della manipolazione e aspettare circa un quarto d'ora.
Cuocere in forno (media altezza) a 200° circa (secondo il proprio forno) fino a quando, battendo con un cucchiaio non sentirete un suono secco e non ovattato (circa 40 minuti).
A cottura ultimata avvolgere il pane in un canovaccio pulito per almeno mezz'ora.
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9 gennaio 2012

Lasagna della domenica alla stracciatella


Il tempo non passa mai invano. 
E non è mai silenzioso. Anche se non ci sono suoni di parole a riempirlo, non è detto che non sia pieno di pensieri. 
Ho lasciato passare giorni prima di tornare qui, ma nel frattempo ho scritto, pensato e progettato. Solo che non ce la facevo a farlo ad alta voce. 
A volte quello che facciamo ci sembra inutile, e non ne parliamo temendo che agli altri in realtà non gliene importi niente.
E magari siamo proprio noi che attraversiamo un momento in discesa, senza autostima e pieno di autocritica, senza entusiasmi e pieno di lamenti. Sono quei momenti di debolezza fisica che travolgono anche l'animo e che ci fanno liberare i pensieri bui e le paure.
E tutti li a pensare a quel mal di testa continuo e ad immaginare 'chissà che cos'è', escludendo come causa principale i bagordi. A concentrarci sull'inutilità di riordinare la casa, perchè 'tanto dopo un pò ritorna tutto come prima'. A rinunciare a pianificare perchè 'tanto poi non ci riesco mai a realizzare quello che progetto'.
E in quei momenti ci vuole qualcuno che non ti faccia solo pat pat sulla spalla, ma ti dia uno spintone forte che ti faccia risvegliare dal torpore. Quasi uno schiaffo all'improvviso che ti scuota dall'ipnosi in cui si scivola ogni tanto.
O mamma mia....... Avevo cominciato con buone intenzioni..... ma ora recupero ....

Durante le feste ci siamo sbizzarriti con i nostri amici a preparare cene con giochi inclusi. A volte ci siamo riusciti a volte è stato assolutamente inutile il proposito 'prima mangiamo e poi giochiamo eh?' 
Non siamo riusciti a parlare di libri nemmeno una volta, perchè prima o poi il discorso scivolava inevitabilmente su 'come preparare il bollito migliore', o se son migliori le polpette di pane o quelle di carne. E, soprattutto, quei gran criticoni, hanno stabilito che, nonostante il nostro impegno profuso nella preparazione di piatti particolari, è finita l'era delle sperimentazioni e vogliono ri-inaugurare l'era dei piatti della mamma.
Santa pazienza..... E noi li a spulciare i migliori libri di cucina per stupirli!!!!!
Ed è stato dunque deciso che d'ora in poi sulla nostra tavola ci saranno i piatti di una volta e basta.
Ed è per questo che ieri, domenica, ho preparato una Santa Lasagna, che in realtà era davvero meravigliosa.... ma non potevo farla proprio tradizionale tradizionale, e mi sono concessa di sostituire la besciamella e la semplice mozzarella, con .... la stracciatella.
Ed è stata un'ottima idea. Anche perchè qui, nel mio paese, la producono fresca ogni giorno e ha il vero sapore del latte.
Provare per credere.
E penso che si continuerà per un bel pò... 'nel solco della tradizione'....
A presto.... 

Lasagna della domenica con la stracciatella
(x 4 persone)

Per il ragù:
- 500 g di carne macinata mista
- olio extravergine di oliva
- 1 litro e mezzo di salsa di pomodoro
- 1 cipolla
- 1 bicchiere piccolo di vino bianco (o rosso)
- 3 foglie di alloro

- 300 g di lasagna all'uovo
- 200 g di stracciatella fresca (mozzarella con panna)
- 300 g mozzarella
- parmigiano reggiano grattugiato

Far rosolare per bene la carne macinata in quattro/cinque cucchiai d'olio.
Versare il vino e far sfumare.
Aggiungere la cipolla (tagliata a pezzi grossi se poi volete eliminarla o a pezzi piccoli se non vi da fastidio trovarla nel piatto) e le foglie di alloro e far soffriggere ancora un pò. Salare e aggiungere la salsa di pomodoro.
Allungare con un bicchiere scarso di acqua per rendere il ragù molto fluido (ma dipende dalla salsa di pomodoro, che se è molto densa potrebbe richiedere anche più acqua).
Aggiustare di sale e far cuocere.

Sfilacciare la mozzarella e mescolarla alla stracciatella.

In una teglia da forno versare due o tre mestoli piccoli di ragù e coprire con un primo strato di pasta (cruda!!!!!). Condire con la mozzarella/stracciatella, parmigiano e altro ragù.
Coprire ancora con altra lasagna.... e così di seguito per almeno 4 strati di lasagna.
Concludere con altra mozzarella, parmigiano e ragù, coprire con carta stagnola e infornare per 15 minuti a 220°.  Quindi togliere la carta stagnola e continuare per altri 5/10 minuti per far dorare la crosta.
E servire....


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