24 giugno 2017

Fiori di zucchina con ripieno cremoso e basilico per contest Inalpi


Ultime notizie dalla Puglia.
E' arrivata l'estate, con il caldo, con la voglia di mare, voglia di mangiare cose leggere e di veloce preparazione.
E mentre le temperature salgono e diminuisce la capacità di muoversi, ecco che mi arriva un invito a partecipare ad un... gioco? gara? contest? ma si è una vera e propria sfida, organizzata da Inalpi in collaborazione con Slow Food e Altissimo Ceto. Hanno selezionato dieci tra i migliosi Sous Chef della Guida Osterie d'Italia 2017 e trenta blogger.
'Saranno famosi' si chiama ed è un gioco tra 10 squadre, che rappresentano diverse regioni d'Italia. La mia squadra è formata da Nunzia Bellomo del blog Miele di Lavanda, Ornella Daricello di Gialla tra i fornelli, coordinate dal bravissimo sous chef Gennaro Balice de la Masseria Barbera di Minervino Murge.
Cosa faremo? all'insegna del tema da noi scelto, 'l'Estate', prepareremo ciascuna un piatto, io l'antipasto, Gennaro il primo, Nunzia un secondo e Ornella un dolce. 
Porteremo tutta la nostra passione mediterranea e useremo i prodotti Inalpi, versatilissimi in cucina e garanzia di ottima qualità.





Questo per me, e chi mi segue lo sa, è un periodo magico perchè l'orto comincia a produrre i suoi frutti. E si comincia con i fiori di zucchina e zucchine in quantità. E continuerà così fino a fine estate.
Raccoglierli freschi appena alzata la mattina, mi fa subito pensare alle ricette da creare.
Sono così belli e dal sapore così delicato che è un piacere fotografarli, prepararli e assaggiarli.
Per questo ho deciso di proporre un antipasto dalla preparazione velocissima e dal sapore delicatissimo, adatto per solleticare l'appetito, senza appesantire, in attesa dei piatti che seguiranno.





Ho usato pochissimi ingredienti e tra quelli che ho ricevuto da Inalpi ho scelto la Caciotta Kremina, da abbinare ad un sapore fresco come il basilico e a una nota decisa del nostro meraviglioso presidio slow food, il capocollo di Martina Franca.

Ecco qui la mia ricetta con le foto che, secondo me parlano da sole.



Fiori di zucchina con ripieno cremoso e basilico.

Ingredienti

- fiori di zucchina freschissimi
- Caciotta Kremina Inalpi
- foglie di basilico freschissime
- olio extravergine di oliva
- zucchina piccola e tenera
- capocollo 

Procedimento

Lavare i fiori di zucchina, aprirli ed eliminare il pistillo.
Tagliare la caciotta a fettine sottili.
Posare una foglia di basilico sulla fetta di caciotta e arrotolare se necessario, per agevolare l'inserimento.
Bagnare le mani e delicatamente avvolgere le punte del fiore, per evitare che durante la cottura possa fuoriuscire il formaggio che tenderà a sciogliersi.
Posare i fiori su una teglia coperta da carta da forno. Spennellare la superficie con olio extravergine di oliva.
Infornare per pochissimi minuti in forno riscaldato a 150°.
Il fiore non dovrà cuocere molto, ma l'operazione serve a rendere più morbido il formaggio.

A parte in un pentolino far cuocere con un cucchiaio d'olio e uno di acqua la zucchina piccola e tenera tagliata a rondelle.
Aggiustare di sale e aspettare che diventi tenera. 
Aggiungere ancora un filo d'olio (l'altro nel frattempo sarà stato assorbito dalla zucchina), una foglia di basilico e con l'aiuto di un frullatore ad immersione ottenere una crema delicata.

Riscaldare un padellino e quando sarà caldo a sufficienza posare le fettine di capocollo fino a quando diventeranno croccanti.

Impiattare come segue:
due cucchiai di crema di zucchina, da far distribuire uniformemente sul fondo del piatto, tre fiori ripieni incrociati come preferite, piccoli pezzi di capocollo croccante e guarnire con foglioline di basilico.

Semplice, leggero e con tutto il profumo dell'estate.






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15 giugno 2017

Piccolo festival della parola a Noci



Le parole sono importanti
Così diceva il manifesto giallo. Appeso, esposto, fatto girare a lungo e in largo sul web.
E così, curiosi, abbiamo atteso.

E in un giorno di sole, di quelli pieni di una luce bianca e forte come la calce dei muri del mio paese, abbiamo cominciato a cercare le parole.

E, stese come panni al sole, lungo le strade, sull'asfalto perfino, sui portoni, finanche in un bagno della vecchia biblioteca, le abbiamo trovate.


Erano brevi e lunghe, colorate, poche o tante come una ' Ma-Rea' di pensieri lasciati li per caso, ma fatt'apposta per stupire gli occhi dei nostri vecchi che, mentre si crogiolavano al sole del tardo pomeriggio, si guardavano intorno stupiti e ridacchianti di questa strana follia che ogni tanto compare nel paese.



E poi nel tramonto caldo della piazza abbiamo trovato le prime parole di chi sta aspettando felice l'arrivo dei poeti, un poeta anch'esso e il custode dei libri del paese. Ci hanno salutato e ci hanno fatto entrare in uno 'spaaace' dove, da bianchi muri, mille disegni con molti colori e poche parole, parlano di arte.

E' un piccolo festival, diceva il manifesto giallo. Il piccolo festival delle parole.
E seduti ad un bar che accoglie tutti con la parola PACE, spritz arancione ghiacciato e panzerottini caldi, abbiamo visto riempirsi la piazza di nuovi volti.
Una ragazza col cappello bianco che parlava ad un ragazzo alto, con il viso contento.
Ho detto, sono nuovi quelli, saranno venuti qui per le parole.

E poi siamo tornati a cercare altre parole.

E da quel momento il tempo ha cominciato a camminare con un nuovo ritmo.



Passeggiando tra i vicoli del borgo antico, abbiamo visto la porta aperta della piccola chiesa di S.Stefano, la chiesa dove un tempo si benedicevano gli animali. 
Sulla soglia, riparata al fresco, c'era la ragazza con cappello bianco del giorno prima.
E dentro, tra inginocchiatoi e sedie e un piccolo altare, immagini e poesie, venute fuori dall'incontro casuale con scarpe donate dal mare alla spiaggia. Scarpe che  come messaggi in bottiglie, raccontano
di abbandono, di giochi, di dimenticanza, di lavoro, di speranza, di lacrime forse, ma che, sono approdate silenziose su spiagge lontane e vicine. Senza spiegare niente di se. 
Testimoni di storie che non conosceremo mai. Oltrepassi 201, si chiama il progetto di Maria Cristina Ballestracci.

E qui, solo per noi, abbiamo ascoltato le prime poesie. Che all'improvviso sono diventate nostre. La numero 13 che parlava di inquietudine e attesa, di un'anca sbilenca e di un amore infinito. Del mio, del nostro.
Una strana coincidenza.






Poi, nel caldo del primissimo pomeriggio, non si sa come, ci siamo ritrovati tutti in una macchina, ridendo come adolescenti in gita, in mezzo alla mia campagna, tra rotoballe e campi arati, verso il Trullo the Nice, per farci due spaghetti. E due ciangiùffi, e un cesto di ciliege, un limoncello e un fragolino. E abbiamo riso e raccontato e parlato. Colorato tovaglie con pennarelli. E le parole hanno creato fili invisibili di amicizia.



Tornati in paese, senza più il senso del tempo, abbiamo seguito il percorso delle parole e dei racconti di Moni Ovadia, che ha incantato tutti, nella piazza del paese, tra le luci calde e il buio della notte che arrivava.

E Andrea e Alessandro Piva, amati autori de Lacapagira, hanno presentato il libro 'L'animale notturno' e con loro abbiamo chiacchierato piacevolmente ridendo 'alla barese'.

Ma quante cose belle abbiamo vissuto in questi quattro giorni?
Un elenco di cose interessantissime che hanno riempito la vita di questo mio paese, e hanno stimolato nuove idee e hanno aperto la mente per un uso migliore delle parole.




Ascoltando Giuseppe Basile, Lorita Tinelli e Giulia Basile (poetessa, insegnante, donna meravigliosa) ho ricominciato a sognare di poter entrare nella nostra bella biblioteca a qualsiasi ora del giorno e trovarla piena di gente che legge un libro di carta e non più solo un cellulare. 

Ho visto il Chiostro delle Clarisse pieno di giovani attenti ed entusiasti per votare al Poetry Slam, bellissima gara tra poeti che hanno regalato emozioni fortissime con i loro versi.

Ho capito l'importanza di usare correttamente la nostra bella lingua anche quando si scrivono brevi messaggi virtuali.

Ho goduto di una serata con Franco Arminio, il paesologo che ci fa pensare su quanto abbiamo e non sappiamo di avere, noi, nei paesi, tra la gente di paese. Abbiamo cantato con lui e con il nostro Sindaco, una canzone nostalgica che ci appartiene. E capito che se volessimo potremmo essere davvero un unico respiro, se non distogliessimo sempre lo sguardo altrove, magari al giardino del vicino.


Ho conosciuto l'ironia surreale di Guido Catalano che ho imparato ad amare anche come persona, leggendo tra i suoi versi una nota di simpatica follia.




Ho conosciuto la dolcezza infinita, la fragilità dello sguardo e la forza dirompente di una poetessa di Sant'Arcangelo di Romagna, Annalisa Teodorani,  che con parole semplici ed essenziali, intrecciate come fili di  bianco cotone, mi ha emozionata in una piazza semivuota, di una mezzanotte fredda di tramontana.



Ho ascoltato versi e parole, iilluminati da sguardi languidi e silenziosi, di Silvana Kuhtz, che ha il dono di cullare con la voce, il cuore di chi l'ascolta.



Ho abbracciato la mia amata Marcella, amica di campeggi e risate infinite in chat. Un'amica meravigliosa con lo sguardo, il sorriso e l'intelligenza più belli del mondo. Di quelle che sanno nascondere i pensieri bui, e cacciarli almeno per un pò con battute argute e da morire dal ridere. Non ha dormito per 4 giorni e ha percorso la strada Noci/aeroporto per portare da noi tutti i poeti infinite volte, senza mai battere ciglio.


Ho ritrovato il Vittorino delle notti dell'Europa Festival Jazz di tanti anni fa, pronto sempre e ancora a ridere di brindisi improbabili, di scenette improvvisate all'alba con una fumata di pipa all'aria aperta, a raccontar versi in dialetto, a ritornare vecchi amici.



Ho conosciuto Luca, il ragazzo dagli abbracci e dagli occhi stupiti e innamorati più dolce del mondo. Meridionale nostalgico e appassionato dell'ospitalità del trullo, ormai irrimediabilmente contagiato dalla trullite e dalla voglia di condividere le nottate in campagna e nuovi progetti ancora per ora solo immaginati.



E del cantore, poeta e folk singer, dai capelli lunghi, che in piedi in un angolo declama versi ('Nascere è un ingresso gratuito, morire è una consumazione obbligatoria') e che intorno al tavolo recita brindisi per un buon primitivo e che imbracciando la chitarra ci stupisce con canti/scioglilingua e ballate a 'Carmeeeeeee', vogliamo parlarne? Andrea Bitonto, bravissimo e meravigliosa compagnia per fare alba insieme.



E la mia adorata Simonetta, spacciatrice di poesia, amica di tutto questo viaggio nel mio paese, instancabile 'raccontatrice', dagli occhi di bimba e dal dolce sorriso che accarezza tutti. Ho goduto della sua compagnia finalmente e totalmente.

E il mio amatoamore, sempre accanto a me, con me, in me, un unica voce, un unico stesso desiderio di accogliere e godere del mondo intero, ad abbracciare tutti. Insostituibile.

Sazia di parole, sicura che le cose belle sono irripetibili e che bisogna conservarle nel cuore, fiduciosa che nuove cose meravigliose verranno ancora e ancora, aspetto che i fili si intreccino di nuovo.


In questa vita / ho praticato l'effimero / quando stenderanno / l'inventario dei miei beni / non troveranno altro che parole 
(Annalisa Teodorani)



foto di Marcella Signorile

foto di Marcella Signorile

foto di Luca Melillo

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