30 marzo 2012

Il profumo del cioccolato


Mettete un giorno pieno di sole, aria frizzante all'ombra e calda in piena luce, 8 persone che arrivano da posti diversi che si incontrano in un posto che profuma di dolci,  il laboratorio di una pasticceria il cui nome 'Sole di Puglia' è in perfetta armonia con la giornata e con l'evento che sta per iniziare. Un maestro di cioccolateria Giovanni Stecca,,che arriva da lontano, (da Firenze, e si sente, con il suo forte accento toscano) con una valigia piena di sogni di cioccolato. Io, felice per aver realizzato un desiderio che avevo da tanto tempo, poter proporre anche qui a Noci, un corso che io ho frequentato a Firenze tempo fa.
E tutto è cominciato in allegria.
Le immagini che vi regalo sono tante e spero vi comunichino quello che noi abbiamo vissuto in 10 ore di lavoro intenso, lezione di alta professionalità, serietà e allegria, voglia di stare insieme, lavoro di gruppo, il tutto avvolto da una nuvola di profumo di cioccolato puro. 
Mani che tagliavano, sminuzzavano, si sporcavano, temperavano, riempivano delizie, misuravano temperature, spatolavano.... Bocche che sorridevano e occhi attentissimi alla lezione e ai movimenti magici del maestro. E cioccolato fuso che colava dagli stampi, e voglia di mettersi sotto a gustare la magia.
Insomma.... è stato bellissimo e tutto questo grazie alla disponibilità di Giovanni Stecca, il mitico Nanni, e al bellissimo gruppo di donne che ha lavorato intorno a lui.
Un grazie particolare alla meravigliosa Anna Marzia che ha aperto le porte della sua bellissima pasticceria  artigianale 'Sole di Puglia'  per noi e che con la sua naturale dolcezza ci ha fatto sentire a casa.
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23 marzo 2012

Roma in quattro giorni



Ogni tanto bisogna allontanarsi dalle cose di tutti i giorni. Perchè così guardandole da lontano o ti sembrano diverse o almeno per un pò non le pensi più, quasi le dimentichi.
Sette mesi fa per gioco abbiamo comprato i biglietti per il circo più bello del mondo, le Cirque du Soleil, che sarebbe venuto a Roma a marzo. Grandi entusiasmi.
Piano piano ci abbiamo 'azzeccato' prima il sabato, poi il lunedi, poi il martedì. E così, con la scusa del circo, ne è venuta fuori una vacanza vera e propria, con tanto di passeggiate al centro di Roma, pranzi e cene indimenticabili e visite a chiese e musei.
Roma è bella, bellissima. Ti emoziona appena arrivi. Ti emoziona ad ogni angolo, perchè ad ogni angolo ti sorprende. A Roma non ti senti mai turista, sei solo e sempre un italiano che passeggia nella sua città. Io mi sento orgogliosa di tanta bellezza intorno a me. E come tutti gli italiani sono nata e cresciuta con l'arte di sopportare ed accettare anche i difetti della nostra italianità, perchè nonostante tutto, in cambio quello che ci circonda è meraviglioso. Roma è generosa, ti fa vivere l'emozione della storia abbracciandoti con mura antiche di mattoni rossi, e aprendoti mille chiese incastrate l'una all'altra, grazie ai papi che sgomitando le hanno costruite per non essere dimenticati. E la gente di Roma, che tra un Aò e l'altro è anche gente di cultura, che sa organizzare e offrirti una grande varietà di interessi. In pochi giorni ho visitato tre mostre bellissime. 
La mostra di Dalì al Vittoriano, la mostra Recycle al Maxxi, dove si fondono insieme per un obiettivo comune arte e architettura moderna, e la mostra del Tintoretto alle Scuderie del Quirinale, spiegata e illustrata da una guida meravigliosamente colta che ci ha incantato con la sua bravura e ci ha fatto sognare ed entrare negli splendidi quadri del '500.
E mi son riempita di colori di mille e mille persone che si godevano il primo tepore di questa città, si beavano della bellezza della moda delle vetrine, si stupivano della maestà di San Pietro, si magnavano questo e altro e godeva anche il loro palato alle cose buone della nostra cucina. 
E ho mangiato la pizza di Bonci, che ogni 5 minuti stupisce aprendo il forno e mostrandoti quello che ha inventato proprio allora.
E la meravigliosa cucina ebraica del ristorante Ba Ghetto, al Portico D'Ottavia, a cui dedicherò presto un post, perchè voglio imparare a cucinare questi piatti buonissimi che torno a mangiare ogni volta che vengo a roma.
E l'amatriciana e la gricia del ristorante Le Coppelle, dove abbianmo esaudito il desiderio di una neocinquantenne che ha voluto festeggiare il suo compleanno-girodiboa, mangiando, anzi 'gustando', come ama dire il suo consorte bongustaio, piatti della migliore tradizione romana. E noi abbiamo goduto, ma goduto, e gustato, ma gustato..... insomma chi c'ammazza a noi che stiamo sempre a tavola? (si sente una voce lontana che dice .... il colesterolooooo.... i trigliceridiiiiiiii)....
E i chilometri macinati mi hanno distrutta, sfiancata.... ma quando ti trovi di notte sul Lungotevere e guardi Castel Sant'Angelo tutto illuminato, ti dimentichi le gambe gonfie e i piedi che ti fanno male.
E zeppole alle 2 di notte, e la monetina nella fontana di Trevi, e i cingalesi che vendono le caldarroste pure ad agosto, e la cicoria ripassata mangiata mattina e sera perchè mi fa impazzire.
E il nostro meraviglioso B&B ad un passo da tutto che ti accoglieva come una casa bianca, pulita e sempre ordinata, pronta a farti riposare e a rifocillarti la mattina successiva.
Insomma, sono tornata svuotata dei pensieri di casa, e piena di positività.
Fermo restando che dopo un solo giorno sei di nuovo circondata e piena fino al collo degli stessi pensieri di prima.....
Comunque.... son tornata.
Alla prossima

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13 marzo 2012

Paella di primavera

 

E ti alzi una mattina con mille pensieri nella testa. Come tutti in verità.
E ti accorgi che non riesci ad iniziare la giornata. Ti senti zavorra di te stessa. Con il caffè tra le mani stenti a fare l'elenco della giornata e una volta fatto stenti ad iniziare il numero uno.
E allora decidi di rimproverarti e ti dai gli ordini perentori. Alzati e cammina. E datti da fare. E metti in moto le energie e la positività.
Di fronte al dilemma 'oddioooooo, cosa preparo da mangiare oggi? e al vuoto della risposta, ho rimandato. Ho detto, vabbè ora esco e vado in giro e vediamo se con un pò di appetito mi viene anche qualche idea.
Ma sarà stata l'aria di primavera (fredda in verità), sarà stata la felicità di vedermi perfettamente sintonizzata sulla variabilità di questo mese che finalmente è proprio pazzerello, così come abbiamo imparato fin dalla scuola elementare.... mi è venuto in mente un sapore di sere d'estate in campagna di amici, un appuntamento (quasi) fisso di ogni agosto, intorno ad un fuoco di legna su cui si cucina un piatto bello e profumato, che sa di terra e di mare, di posti lontani, di viaggi caldi. Da mangiare in compagnia di tanti amici. 
Allora ho chiamato Sandro, che con Paola cucina questo spettacolo... e mi son fatta dare la sua ricetta.
E si, perchè di paelle ce ne sono mille e più... ma nemmeno a Barcellona o a Siviglia  ne ho mangiato una così. 
E alle 12,30 ho cominciato il progetto 'Paella di primavera'.
Fatta la spesa, tornata a casa, ho cominciato a preparare alle 13, e si, perchè quando mi metto in testa una cosa, me ne frego dell'ora.... (come una volta che ci è venuto il desiderio dei panzerotti alle 11 di sera... si, li abbiamo mangiati all'una di notte, ma vuoi mettere mangiare con desiderio?)
Bene.... non si può avere l'idea di quanto è venuta buonaaaaaaa, ma buonaaaaaaaaaaaa, scusa Sandro, ma posso dire più buona.... no,non si può dire, no... sennò perdiamo l'amicizia.
Però era buona davvero.
Provate voi ora a farla...


Paella di primavera
(per 4 persone)

- 2 seppie
- 8 gamberi grossi
- 8 pezzi di pollo (per le quantità regolatevi secondo la fame, se son grandi spezzettateli)
- 1 peperone rosso
- 1 peperone verde
- cozze ( io le ho messe già sgusciate perchè il mio pescivendolo le aveva aperte tutte)
- vongole (io non le ho messe, ma si mettono)
- paprika
- zafferano
- riso (io ho usato Arborio superfino)
- brodo quasi vegetale (carota, sedano, cipolla, pomodorini, patata, scarti di pollo, teste di gamberi)
- olio extravergie di oliva


Preparate il brodo e aggiustate di sale.
In una paellera o padella grande, versare l'olio e mettere a soffriggere i  pezzi di pollo. Aggiungere le seppie tagliate a strisce.
Aggiungere i peperoni tagliati a pezzi grossi e i gamberi. Questi ultimi fateli cuocere pochissimo e poi tirateli fuori e metteteli da parte.
Aggiungere il riso e far insaporire. Mettere poco sale, poichè il resto è contenuto nel brodo.
In un pentolino sciogliere lo zafferano e la paprika in un pò di brodo e versare nel riso.
Versare altro abbondante brodo (filtrato) e coprire di due dita il riso.
Coprire a metà la teglia e non toccatela più, lasciando cuocere tutto a fuoco medio.
Quando è giunto quasi a cottura il riso, aggiungere le cozze, le vongole e i gamberi.
Lasciate assorbire tutto il brodo e servire.

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9 marzo 2012

Ali di pollo croccanti con patate al rosmarino


Oggi parlo di umiltà. Con umiltà.
E' da tempo che dico che sto camminando sulla mia strada, liberandomi dalle cose superflue. Si ritrova spesso nei miei post questa esigenza. E piano piano anche le mie ricette stanno diventando essenziali e povere. 
Ma paradossalmente tutto ciò mi sta arricchendo dentro.
Sto accumulando amicizie e momenti di leggerezza che come palloni pieni d'aria mi riportano a galla quando sento di affondare.
Sto leggendo libri di storie che mi fanno compagnia, perchè simili alla mia.
Sto incontrando gente grata alla vita per quello che ha, soprattutto perchè ha riscoperto l'importanza delle piccole cose, e questo porta gioia.
La ricercatezza nel vestire, nel porsi come migliore degli altri, come più brava a cercare gli ingredienti rari per le proprie ricette, non mi appartiene.
La supponenza nello snobbare le scelte altrui e magari anche nel farsi la risatina ironica, o lo sguardo sorpreso con occhi sgranati dall'orrore davanti ad una margarina, la lascio agli altri.
Voglio essere più rilassata nell'accettare le cattiverie gratuite e dire 'pazienza'.
Anche perchè a spruzzare acido si rischia di corrodere la terra che ti circonda, e a rimanere sola con la corte che ti sei creata nel tuo castello, lasciando un mondo di amicizie fuori.
Le strade solitarie o con poche persone io le lascio a chi disprezza la folla allegra e caciarona di blogger incoscienti che mettono margarina nelle torte, mangiano maionese, o si preparano tartine con formaggi spalmabili non fatti propriamente dal contadino.
Non è buonismo stupido. E non è nemmeno un'altra forma di supponenza, come qualcuno sicuramente obietterà, ma qui poi si aprirebbe una diatriba infinita.....
E' solo un'esigenza di pulizia e di allegria. 
Ne ho bisogno come l'aria di una nuova stagione.

Ho preparato un piatto che costa poco, sembra povero, ma è buonissimo e porta davvero appetito e allegria  sia nelle giornate in cui hai poco tempo, sia nelle serate improvvisate con gli amici.
Lo condivido con chi passa di qui, proprio perchè sa di umiltà. 
Chissà che direbbe il pollo, vedendo che sto elogiando solo le sue alette e non la sua coscia tenera o il suo petto consistente e versatile.


Ali di pollo croccanti con patate al rosmarimo

- ali di pollo spuntate
-  pangrattato
- sale fino
- patate
- rosmarino
- olio extravergine di oliva
- vino bianco secco
- pomodorini

Spuntare le ali di pollo, privarle di eventuali filamenti e lavarle con un pò di vino bianco.
Asciugarle tamponando con carta assorbente da cucina.
In una coppa versare il pangrattato,  poco sale e le ali.
Tagliare a cubetti le patate, metterle in un recipiente con sale, un filo d'olio e il rosmarino.
In una teglia antiaderente sistemare da un lato le alette dopo aver eliminato il pane in eccesso, scuotendole, e dall'altro le patate.
Infornare a 220° e aprire il forno solo quando si intravede la crosticina sia sulle alette che sulle patate.
Aggiungere un pò di vino bianco e continuare la cottura fino a quando sarà evaporato.
A piacere si può anche accompagnare nel piatto con un'insalata di pomodorini e..... udite udite.... anche con un pò di maionese.......

Sento l'urlo dei salutisti, ma voi vedete la mia espressione di godimento?



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7 marzo 2012

La Campania va a Milano


Quanto è bello staccare dalla solita routine anche solo per un giorno. Andare a Milano poi è decisamente rigenerante. Mai mi sarei sognata di provare questa attrazione per una città che non ho mai sentito molto affine al mio carattere. E invece ora mi ritrovo a dover ammettere che ogni volta che ci vado mi fa l'effetto di un caricabatterie che mi ricarica per tanto tempo e mi regala energia per tanti nuovi progetti e voglia di fare.
Ancora una volta sono ritornata per 'Per tutti i Gusti' la manifestazione organizzata da Carlo Vischi per puntare i riflettori su chef e produttori eccellenti delle nostre regioni italiane. Ogni mese una regione. Marzo è dedicato alla Campania. Tripudio di pummarola, basilico, spaghetti e pasta trafilati al bronzo, ma non solo. Creatività e allegria, collaborazione e genio, che messi insieme hanno reso possibile la creazione di piatti meravigliosi, durante la cooking session lunghissima e interessante, e che ci hanno stupito durante la cena organizzata grazie alla collaborazione del grande Enrico Fiorentini e il suo affiatato gruppo di lavoro, del ristorante 'Il Canneto', presso l'hotel Sheraton di Malpensa.
Si è parlato di pasta, di sole che riscalda e profuma i pomodori coltivati dagli stessi chef, di idee che trasformano i piatti della tradizione in stupefacenti creazioni di colori e sapori.
Si è parlato di cottura del sugo di pomodoro che si deve 'sentire' nel naso, nella mente, nel cuore.
Ma la Campania non è solo tradizione. E' anche coraggio nell'inventare accostamenti nuovi, ma sempre affascinanti, come la fantasia di pasta con il verde dell'emulsione di basilico e il rosso di un sugo di pomodoro profumato. O l'uso di fiori commestibili da accostare a tartare di palamita e gelatina di pomodoro.
Oppure un giardino di fiori di pasta di zucchero, fiori che sembrano veri e bellissimi.
Quindi, felice dell'esperienza vissuta, vi lascio le immagini di questo evento, i nomi dei protagonisti e i nomi dei loro ristoranti (sulla locandina!!!), dove potrete andare per provare lo stesso stupore che ho provato io.



















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