12 febbraio 2015

Peperoni ripieni con pane profumato alle erbe

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Andando avanti per la strada della mia vita mi accorgo che, mentre la norma vuole che si scelgano case sempre più grandi e comode, per stabilirsi per sempre in un luogo, io sto ribaltando tutte le cose ovvie e ‘vivo’ in  case sempre più piccole in tutti i posti dove mi piace stare. E cosi, o una casa nel mio amato paese, una nella mia amata campagna, oppure una nella città dove mi porta il lavoro (o il cuore)…. tutte piccole, ma proprio piccole piccole  in verità. Ma la cosa bella, anzi bellissima, è che ovunque, sono piene di amici. Temo molto la solitudine, anche se in realtà la mia è solo immaginata perchè sola non sono mai. Ogni volta che mi muovo, arrivano in anticipo telefonate o messaggi di ‘prenotazioni’ di caffè o incontri. Oppure trovo amici con cui organizzare, o amici che mi raggiungono da giù per andare un pò in giro allegramente…

Mi piace l’aria di semplicità che si respira nella mia vita quando do più peso ai sorrisi e alla compagnia, quando si decide di andare in un posto, dopo aver lavorato, senza pensarci su due volte. Mi sento leggera quando la mattina ci si alza presto, si fa colazione tutti insieme e poi, chi al lavoro, chi a rassettare velocemente la casa mentre nel forno già si prepara qualcosa di veloce per anticipare la cena, e via…. appena finito, per sgambettare velocemente verso una nuova meta da scoprire con un’amica, per le vie della città. MI piace quando camminando e parlando tra amiche, sentendo un leggero languorino si scopre che sono già quasi le 4 di pomeriggio e si è perso completamente il senso del tempo. Si mangia al volo qualcosa di leggerissimo in una libreria (e si, la mia solita meta) per poi rimanere in silenzio per almeno altre due ore, sommerse dai libri che si vorrebbero comprare. E poi, richiamate dalle telefonate di mariti che ci pensavano scomparse, si torna a casa per mangiare tutti insieme. Senza l’ansia delle cene stupefacenti, ma con qualcosa di semplice da mangiare con del buon pane caldo e un buon bicchiere di vino, raccontandosi questi momenti di leggerezza.

E questa è stata la nostra cena

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Peperoni ripieni con pane profumato alle erbe

- 2 peperoni carnosi

- 10 cucchiai di pangrattato

- un mazzetto di prezzemolo

- basilico e origano fresco

- capperi

- 6 pomodorini ciliegino

- uno spicchio di aglio

- sale e pepe nero

- olio extravergine di oliva

- mezzo bicchiere di vino bianco

Lavare i peperoni, togliere la calotta e tagliare nel senso della lunghezza ricavandone delle ‘barchette’. In una ciotola mescolare al pangrattato, le erbe tritate, l’aglio sminuzzato, i capperi, i pomodorini spezzettati, il sale e il pepe. Aggiungere tre cucchiai di acqua e due cucchiai di olio. Mescolare bene il tutto e con questo impasto riempire le barchette di peperoni. In una teglia da forno versare 4-5 cucchiai di olio. Sistemare i peperoni, incastrati per bene. Versare il vino al lato dei peperoni e infornare a 200° fino a cottura.

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4 aprile 2014

Elogio della patata

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Da qualche giorno sul web impazza ‘la patata’, nel senso del tubero. E le strategie di comunicazione preferiscono pubblicità sfacciatamente ammiccanti che suscitano subito scalpore e attirano curiosità e attenzione. E, dietro la maschera, fioriscono sorrisetti e consensi perchè piacciono da morire. Io per esempio rido alla vista della faccia da schiaffi dell’’intenditore’ Rocco Siffredi. Pur non essendo assolutamente un’appassionata del ‘genere’, a me la sua capacità di ironia e autoironia mi porta a considerarlo un mito. Applausi a chi ha avuto il coraggio di scegliere lui e le parole che dice. Bravi.

Poi c’è l’altra patatina, pubblicizzata dal ‘giudice più duro e bruto del web’, fascino del'l’incazzato nero, che tanto piace alle donne (vedi l’altro perenne incazzato Mourinho). Categoria dell’uomo che non ho ancora capito se per piacere ha scelto la strategia del non sorriso o se proprio non gliene frega niente di piacere. Ma non credo, visto che continua a mietere sospiri e consensi. E persevera. La sua apparente rigidità, che si scioglie in un gioco di polso meraviglioso, nella preparazione della sua ‘omelette’, fa di lui un indiscusso sexsimbol della cucina. E li che tutte quelle che dicevano ‘antipatico ma piace’, sono rimaste esterrefatte e imbambolate e da allora in poi hanno rivisto migliaia di volte la ricetta con la scusa di impararla bene, ma in realtà solo per vederlo all’opera, con polso sicuro e volitivo, e hanno solo detto ‘piace’.

Ovviamente lui è bravissimo, strabravo, ed è per questo che lo hanno chiamato per ‘interpretare’ la patatina in cucina. E l’hanno fatto pure santo. Non mi interessa quanto gli hanno dato (e ha fatto bene ad accettare), non mi interessano i soliti giudizi degli invidiosi. Non so se e in quanti useranno il prodotto come consigliato da lui, ma di sicuro se ne parlerà e tanto. Intanto gli ammiratori sospireranno nel vedere ‘ancora e ancora’, il cuoco bistellato dal sorriso non facile.

Ieri quando impazzavano sul web hashtag e patatine, ho sorriso alla coincidenza (scema) del piatto che avevo preparato io. La patata lessa. A dire la verità mi è venuta in mente un’intera enciclopedia di doppi sensi e ridevo da sola come una scema. Erano tutte irripetibili, e della serie delle battute dei ‘fichi secchi’ ma detti nella variante femminile del dialetto locale….. e per questo, per parlarne,  dovrò aprire un blog assolutamente anonimo…. e chissà che già non l’abbia fatto.

Intanto ho preparato la patata come Dio comanda, con mille sapori. Perchè essa, si sa,  è versatile e si presta a tutte le esigenze. E, parafrasando Rocco, semplice, bianca, rossa, viola, come la volti e la giri, da sola o con altri ingredienti è sempre un delirio.

Cracco se ci sei, comincia a prepararmi un’omelette per favore, che arrivo. Ti ho scritto pure un post, dai….

Non sono abbastanza creativa da dare un nome strafigo alla ricetta, ma ci proverò…

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Letto di patata lessa con Tonno del Mediterraneo al pepe nero e altre  erbette.

- Patate farinose

- Tonno sott’olio fatto in casa (vedi qui) oppure uno buono buono

- pomodorini ciliegino

- pepe nero in grani

- una costa di sedano

- battuto di olive leccino

- origano fresco, timo fresco e prezzemolo

- olio extravergine buono buono

- sale

Lessate le patate in abbondante acqua, fino a quando i rebbi della forchetta entreranno con facilità. Nel frattempo preparate i condimenti. Estraete dal barattolo i filetti del tonno e sfaldateli grossolanamente. Lavate la costa di sedano, eliminare i filamenti e tagliarlo julienne. Schiacciare grossolanamente i grani di pepe nero. Sminuzzare il prezzemolo, l’origano e il timo.

Sbucciare velocemente le patate, che devono rimanere calde per essere gustate al meglio (che fredde non le vuole nessuno).  Schiacciarle con i rebbi di una forchetta. Condirle con sale, pepe e olio extravergine (abbondare perchè ne assorbe tanto e ne ha bisogno per insaporirsi e diventare morbida). Assemblare il piatto nel seguente modo: letto di patate, erbette, tonno, julienne di sedano, battuto di olive leccino (preparato con olive leccino, acciughe e capperi) distribuito qua e la. Pomodorino centrale. Ancora un filo d’olio versato anche sul pomodorino e ancora pepe.

Voilà.

Ciao Cracco!

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23 ottobre 2012

Quiche fantastica ai broccoli


Mi sa che il giorno del mio battesimo, alla festa non è venuto il dio della perfezione e così, come in tutte le favole, non mi ha fatto il suo regalo.
Ed è per colpa di questo mancato invito che ogni giorno, pur essendo consapevole di un elenco infinito di cose da fare, tutte urgenti, tutte messe in ordine per benino, inizio la voce numero 1, tipo riporre gli strofinacci stirati nel loro cassetto, e comincio a riordinare l'intera cassettiera e va via mezza giornata solo per quello.
E così porto le lenzuola nel comò e faccio lo stesso li, le camicie nell'armadio e prima di svenire, rimetto in ordine tutte le camicie insieme, i pantaloni insieme, le giacche insieme.... per poco li metto anche in ordine di colore.....
E la stessa fissazione che mi viene quando stendo la roba bagnata, per tipo e gradazione di colore, e dopo aver comprato anche le mollette colorate, anche le mollette intonate.
E non stendere la roba intima sui fili esposti al pubblico ludibrio, ma sullo stendino sul balcone, e stai attenta a come le stendi, che 'da là si vede se una donna è ordinata oppure no'...... tutte cose che mi sono state insegnate, anzi inculcate nella mente, come messaggio subliminale (perchè da piccola che capisci?), e che vengono fuori nel momenti in cui vedi che stai mischiando magliette rosse e gialle... e che facciamo il circo? no, meglio l'arcobaleno, tutto in fila, anche i colori.
E quindi, in cerca della perfezione, perdo un sacco di tempo. Farei meglio a chiudere gli occhi e andare avanti......

Non mi appartiene questo scoraggiamento da casalinga, non riesco a vedermi come casalinga, perchè il mio primo pensiero la mattina non sono i panni da stirare, ma il libro che devo andare a leggere e il buongiorno che devo dare e ricevere al mondo, via facebook o via blog... ma arriva un punto di non ritorno in cui il problema te lo devi porre, soprattutto quando vedi che l'elenco fatto all'inizio della settimana, in realtà ha solo tre o quattro righi cassati e basta.....

Anche ora, per esempio, son passata di qui solo per controllare la posta, e resto ipnotizzata dallo schermo e dalla voglia di parlare con voi delle cose che faccio, che penso, che ho preparato, che vorrei fare.... ecc....
E prima che la cosa mi prenda la mano, vi lascio subito la ricetta e scappo..... che 'il dovere' mi aspetta....
(un giorno, taaaaanto tempo fa, mia madre disse 'ma tu non ti agiti nel vedere che la casa è in ordine solo a metà e non tutta?' . E io 'mamma, ma chi vive meglio? tu che ti agiti o io che non ci penso?' E lei dopo un momento di spaesamento dovuto alla mia domanda che non si aspettava.... 'Ehm...... ma tu ti DEVI agitare!!!'. E da qui, il 'senso del dovere'.....)
buona giornata a voi....


Quiche fantastica ai broccoli

- un rotolo di pasta brisè
- una fetta di pancetta affumicata (o una confezione di pancetta affumicata a cubetti)
- broccoli (quantità a piacere, secondo il proprio gusto)
- 150 g di emmenthal
- 1 uovo (meglio due, ma ... per la dieta....)
-  250 ml di panna liquida fresca
- noce moscata

Lessare i broccoli, in acqua bollente salata, utilizzando non solo le cime, ma anche i torsoli privati della corteccia esterna e anche le foglie (private dello stelo centrale).
Stendere la pasta brisè e bucherellarla.
Distribuire la pancetta.
Aggiungere qua e la i broccoli lessi e raffreddati.
Grattuggiare julienne l'emmenthal.
In una ciotola sbattere l'uovo con la panna e con un pà di noce moscata grattuggiata.
Versare il tutto nella teglia e infornare a 200° finchè si forma sopra una crosticina dorata.
Se ce la fate ad aspettare, mangiarla tiepida o buttatevi subito anche se a rischio ustione.
E' fantasticaaaaaaaaaa.


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30 luglio 2012

Panbrioche di zia Omena


La linea del tempo non è mai dritta e non è vero che va sempre in una direzione.
C'è sempre un sovrapporsi di pensieri del giorno, ricordi del passato e progetti per il futuro che riempiono le nostre giornate e la nostra mente.
E la ragione non basta a mettere ordine laddove comanda davvero il cuore. E cioè ovunque.
All'improvviso ti senti trascinare dall'entusiasmo per un'idea che vorresti realizzare, poggi subito i piedi a terra perchè dovrai aspettare un pò per concludere quello che ora stai facendo e magari la mente ti riporta un sapore lontano.
Poi capita che rimettendo in ordine la libreria cada a terra un libro, e ne vien fuori un foglietto, uno dei tanti sicuramente distribuiti e nascosti tra i miei mille libri, e una scrittura nota e un pomeriggio lontano in cui non si riusciva a parlare con la bocca piena di una cosa buonissima e calda e filante, ti tornano in mente.
La mia famiglia ha visto avvicendarsi donne meravigliose, dal temperamento forte e dalla vita ricca di battute, sacrifici, figli e condita di cose buonissime da mangiare.
Con la teoria che 'se condisci anche le pietre, viene fuori un brodo eccezionale'.... mettendo con criterio anche della semplice verdura con uova e formaggio e qualcosina inventata qua e la, ho assaggiato delle frittate meravigliose e panbrioche con tutti i formaggi e i salumi della sera prima che erano in frigo.
E mai una volta che avessi visto avanzare una briciola... anzi era una gara allegra a chi trovava posto a tavola nei pomeriggi in cui casualmente ci si ritrovava e si decideva di sbafare velocemente e allegramente quanto si stava preparando per cena. Potrei scrivere un libro con tutte queste donne che hanno incantato la mia vita.... e che ritrovo dentro di me come un mix affascinante di parole e ricette e modi di fare....
La mia mamma con il suo inconsapevole umorismo e la sua incredibile forza di volontà... la mia nonna paterna, Iannin, con le maniche sempre alzate fino al gomito, pronta ad impastare di continuo, mia zia Omena che inventava e preparava di tutto, ed era sempre tutto incredibilmente fantasioso e buonissimo, per i suoi 6 figli e per chi capitava per caso a casa sua.
Di solito chi abita vicino alle nostre case è tentato di seguire la scia che parte dai nostri forni e dalle nostre pentole, e molto spesso abbiamo aperto le nostre case a vicini golosi con spruzzi di acquolina in bocca, con gentile richiesta di assaggio.... 

Ma tutto questo meriterebbe un libro per davvero... Ne verrebbero fuori delle belle.... tra aneddoti e ricette...

L'altro giorno ho ritrovato una ricetta di un panbrioche meraviglioso, di mia zia Omena, e tra l'emozione di ritrovare lei con la sua scrittura precisa di professoressa, e il ricordo del sapore conosciuto.... ho desiderato e preparato subito questa bontà.
Non scrivo la ricetta, ma vi ripropongo direttamente il suo foglietto..... attaccato con un pezzo di scotch blu ad un libro dimenticato.

Panbrioche di zia Omena


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11 giugno 2012

Stracciatella di cozze e zucchine


Non latito, semplimente soffoco.
Il caldo mi uccide e mi paralizza. Anche la mente.
I giorni scorsi mi hanno vista trascinarmi come un bradipo biondo, avanti e indietro per la casa, la campagna, le stanze, tra le persone e tra i fornelli, senza possibilità di un dialogo coerente.
Mi son tuffata in acqua, ma appena la testa è uscita fuori dal fresco si è beccata un'insolazione con capogiri e nausee.
Insomma.... vorrei tanto scrivere, e nella mente si affollano post e ricette e cose da dire, ma con grandi difficoltà mi trascino verso il computer a piedi scalzi per trovare il refrigerio di una mattonella fresca, ma una strana magia si realizza. Man mano che mi avvicino alla meta, scompaiono per strada i pensieri e lascio dietro di me lunghe scie di caratteri neri e parole scritte.
E mi aiuto con i post it, che perdo...
e mi riaiuto con fogli bianchi A4 così non posso perderli....
e infilo la testa sotto l'acqua per ritrovare pensieri e me stessa.
Ecco.... ecco quello che farò ora. Ma non prima di aver lasciato qui una ricetta fantastica.
Gustata al volo l'altro giorno a bordo piscina (quella dell'insolazione appunto) e accompagnata da un buon vinello bianco ghiacciato ...

Stracciatella di cozze e zucchine

- una vaschetta di cozze sgusciate (o 1kg da sgusciare)
- 2 zucchine piccole
- uno spicchio d'aglio
- una cipolla
- olio extravergine di oliva
- 4 uova
- cacioricotta o parmigiano grattugiato
- rosmarino
- basilico
- sale e pepe

In una padella larga versare 4 o 5 cucchiai di olio extravergine con la cipolla tagliuzzata e l'aglio intero.
Aggiungere le zucchine lavate, spuntate e tagliate a cubetti.
Quando sono ben rosolate aggiungere le cozze sgocciolate. 
Sminuzzare il rosmarino e la metà del basilico.
Sbattere in una ciotola il formaggio (a piacere scegliete se cacioricotta che ha un sapore da latticino fresco o il parmigiano che ha un sapore più deciso) e le uova e aggiungerle nella padella.
Salare un pochino.
Sminuzzare il resto del basilico e il pepe.
Quando comincia a rapprendersi, girarlo dolcemente con un cucchiaio di legno e ricavarne una stracciatella, stando attendi a non spappolare le cozze e a non lasciare pezzi non cotti completamente.
servire su pezzi di pane fresco e accompagnare con vino bianco ghiacciato.

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14 maggio 2012

Treccia di pan brioche

Le mie giornate scorrono con mille pensieri intrecciati tra loro che mi tengono ancorata a terra e non mi permettono di volare.
Sento il peso del quotidiano, ho bisogno di ritrovare un pò di leggerezza. 
Sento molto rumore intorno e ho bisogno di ritrovare la musica, la mia musica dentro.
E le parole sussurrate di libri belli. E i sorrisi dei pensieri felici. E la spinta ad abbracciare tutti.
E la voglia di muovermi.
Ma poi mi accorgo che basta solo iniziare a fare il primo passo. E tutto il resto viene da se.
E' come una danza che diventa sempre più veloce. Basta cominciare come un valzer lento e ti ritrovi dopo nel bel mezzo di una polka allegra e contagiosa.
Ecco, farò così. Metterò su un pò di musica.

La ricetta che posto oggi è proprio un insieme di cose buonissime intrecciate tra loro.
E' preparata e scritta da una mia amica, Sara, donna speciale e cuoca formidabile, che rende uniche le nostre cene con le sue mitiche focacce e con i piatti che prepara. Questa treccia di pan brioche l'ha preparata per il 1° maggio e l'avevo già annunciato che  avrei chiesto la ricetta.
Vi assicuro che è uno spettacolo......
Lei ovviamente l'ha preparata in due versioni, una con salumi e formaggi e l'altra con carciofi, scamorza fresca e formaggio spalmabile... Entrambe favolose...

Treccia di pan brioche 
(per l'impasto sufficiente per 2 trecce)
- 250 g di farina 00
- 300 g di farina 0
- 250 g di latte tiepido
- 50 g di olio extravergine di oliva
- 1 cucchiaino di zucchero o di miele
- 10 g di sale fino
- 1 cubetto di lievito di birra
- 1 uovo
- un pò di latte e il tuorlo per la spennellatura finale

(per il ripieno di salumi)
- 100 g. di speck (o prosciutto o a piacere)
- 60 g di fontina
- 60 g di robiola

(per il ripieno di carciofi)
- 4 cuori di carciofi
- mezza scamorza fresca
- formaggio spalmabile

In una ciotolina sciogliere il lievito in un pò di latte tiepido e aggiungere un cucchiaino di miele, e aspettare che si formi il lievitino.
In una ciotola più grande unire tutti gli altri ingredienti dell'impasto e aggiungere il lievitino e lavorarlo fino a raggiungere una consistenza morbida ma non appiccicosa.
Lasciarlo riposare per 1 ora coperto con un canovaccio umido nel forno acceso a 30°.
Nel frattempo tritare gli ingredienti per la farcia.
Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, stenderlo con un mattarello.
La sfoglia non deve essere più alta di 1 cm e dare una forma rettangolare.
Dividere la sfoglia in tre strisce uguali .
Su ogni striscia distribuire prima il formaggio tenero, poi il trito di salumi e formaggi (oppure i carciofi cotti precedentemente quasi a crema, e uniti alla scamorza)
Richiudere le strisce, formando 3 salsicciotti che si intrecceranno tra loro.
Lasciare lievitare ancora 15 minuti, spennellarlo con latte e uovo sbattuti insieme e infornare a 200° per 25-30 minuti.
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5 aprile 2012

Pausa caffè e un'idea per il picnic: Polpettine di verdura e ricotta alle erbette


Eccomi qua, come ai vecchi tempi, quando il blog era un luogo di pace dove fermarmi la mattina presto prima di iniziare la corsa della giornata e riversare i miei pensieri o la sera tardi prima di andare a dormire, e concedermi quattro chiacchiere con chi mi legge, come con vecchi amici.
E stamattina con il mio caffè voglio fermare un pò il tempo. 
Il ritmo della vita, delle giornate, del blog stesso e di quello che mi ha portato, è diventato troppo frenetico. E sento che bisogna rallentare un pò.
Fuori oggi non c'è il sole ma un grigio velato e diffuso che invita alla calma. E' la settimana Santa ed è giusto che sia così. Siamo, sono, troppo lontana dalla spiritualità di questo periodo. Ci stiamo perdendo dietro problemi che reclamano attenzione e dietro a preoccupazioni che gridano allarme.
Viviamo come farfalle impazzite in un paese che sta crollando e ci sta buttando addosso solo pessimismo.
Ma non voglio allargare troppo lo spazio su cui riflettere.
Voglio restare qui, nella mia cucina a pensare a quello che di buono ho intorno a me, a cucinare un paio di dolci per amici che me l'hanno chiesto e a cui li farò con molto piacere, agli impegni che oggi vorrei saltare, alla rincorsa che devo prendere per forza fra dieci minuti, ai figli e al marito che fra un pò avrò con me, finalmente, ad organizzare il pranzo di Pasqua, a raccogliere i fiori di lillà che saranno già fioriti in un campo abbandonato vicino al mio.
Mi piace guardarmi e compiacermi di questa immensa vitalità a volte esagerata che mi porta a fare mille progetti e a realizzarne solo pochi. A riflettere anche sull'eterna malinconia del mio carattere, quando sono sola, che si trasforma in pura energia e sorrisi quando sono con gli altri.
Alla voglia di ridere che ho ogni volta che non mi sento bene e chiamo qualcuno per alleggerirmi il cuore delle mie angosce e puntualmente dall'altro capo del telefono mi sento dire 'aaaaaaaa meno male che hai chiamato, sai, quando sento la tua voce mi sento meglio. Sai perchè mi sento.....bla bla bla', e giù a sciorinare malanni che travolgono ogni mia intenzione di sfogarmi per me stessa.
E li che fai? ridi e ti senti già meglio.
E guardo la mia casa, sempre con mille cose da fare, che richiederebbero almeno un paio di giorni di attenzione pura, prima di ricominciare dall'inizio.... e non invidio comunque i 'mausolei' perfetti e luccicanti di alcune casalinghe perfette in cui anche se piombi all'improvviso non trovi mai una sedia fuori posto.... 
Come faranno? non avranno un blog penso....
Vabbè..... i pensieri sono tanti, e ho già preso il secondo caffè....
Posto velocemente una ricetta che potrebbe tornare utile per il picnic di pasquetta, pioggia permettendo...
Grazie per la compagnia... e buona giornata....
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23 gennaio 2012

Fave fritte


Ho messo la pentola con l'acqua sul fuoco, oggi il desiderio porterà in tavola semplici spaghetti con pomodorini e basta, il resto è già fatto, e ho tempo, di corsa, fino all'ebollizione dell'acqua, di scrivere qualcosa.
Sempre di corsa, ma per fortuna dentro non ho affanno. Questo inverno tiepido che ancora non si decide a sfogarsi con un pò di freddo vero, mi fa desiderare l'aria di primavera. Ho voglia di aria tiepida (attenzione non caldo!!!), di passeggiate sul mare, in campagna, di vestiti leggeri... di giornate lunghe da riempire....
Alcuni passerotti che di solito arrivano sulla mia finestra verso marzo, sono già arrivati da ieri e hanno cominciato, impauriti, a cinguettare...hanno intuito che c'era la fregatura.
Di cucinare cose grandiose, ancora non me la sento. C'è un ritorno alla semplicità estrema, minimal, secondo i miei figli, c'è un elogio della pigrizia e uno spegnimento della fantasia, ma non è così. Nonostante si mangi, e si mangia tanto eh!!!, ho voglia di verdure bollite, di legumi e fette di pane tostato, di cereali impastati in mille modi, di mani infarinate e di olio extravergine d'oliva crudo ovunque.
E di piccole quantità, di sfizi, non di piatti enormi.
E mi son ricordata di questo sfizio, che si vende comunemente alle bancarelle di nocelle e arachidi e pistizz (castagne secche), ma che fino alla scorsa settimana non sapevo preparare.
E così ho chiesto, cercato, studiato e preparato le sfiziosissime FAVE FRITTE, che si servono come stuzzichini per l'aperitivo e che se non ti controlli te ne mangi tanteeeeeeee ma tanteeeeeee che poi ti pizzica la lingua... anche perchè sono salate e piccanti.
Ma tanto buone.
L'acqua bolle..... vado.


Fave fritte
- fave secche sgusciate (fave bianche)
- olio per friggere (o extravergine di oliva per un sapore più deciso o di arachidi per un sapore più leggero e un effetto più croccante)
- sale fino
- pepone ( polvere di peperoncino piccante secco e macinato)

Tenere le fave in ammollo per 24/36 ore cambiando spesso l'acqua.
Asciugarle benissimo con un canovaccio pulito o tenendole all'aria aperta.
Friggerle in abbondante olio caldo fino a quando diventano leggermente dorate.
Scolarle su carta assorbente e cospargerle con tanto sale fino e pepone.

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10 gennaio 2011

Insalata di arance e finocchi con semi profumati


Il mare è ancora mosso e stenta a diventare piatto.
Per fortuna almeno le feste con tutto il loro carico di tensioni, legate alle aspettative, alle preparazioni, ai buoni propositi, sono passate....
I tentativi di repulisti sono in corso con buoni risultati, anche se riesce sempre difficile buttare via quello che si è scartato, pensando che comunque può servire, se non più a te, almeno a qualcuno.
Si vabbè ma a chi?
Ci vorrebbe un enorme contenitore virtuale dove riversare tutto ciò che si vuol vendere o regalare, che non siano i soliti mercatini, o le vetrine con mille condizioni che mi stressano sono a leggerle...
Comunque ... vedremo ci inventeremo qualcosa.

Nel frattempo considerato che non si può passare da un periodo di bagordi alla castità così di colpo, diciamo che ci siamo creati un periodo di disintossicazione graduale da burraco e dalle 'crapule'. Mamma mia quant'è brutta questa parola, ma rende bene quello che succede di colpo durante i giorni delle feste di Natale.
E allora ancora a piccole dosi ci facciamo una cenetta, solo con piatti leggeri e pochi dolci (solo due!!!), ma sempre con i nostri cari amici. Da quelli non vogliamo disintossicarci, anzi più insieme stiamo e meglio ci sentiamo.
Quindi vi mostro qui un'insalata meravigliosa che ci ha preparato la nostra mitica amica C. durante una cena.
Ho cercato di copiarla, ma non è venuta la stessa cosa.... la sua era eccezionale.
Sembra facile, ma soprattutto nelle ricette semplici si vede il genio, poichè i pochi elementi utilizzati devono essere in armonia tra loro.
E l'altra sera nel piatto c'era la poesia.


Insalata di arance e finocchi con semi profumati

- 1 finocchio
- 2 arance
- mezzo limone
- 1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva
- 1 spicchio d'aglio
- semi di finocchio
- semi di senape piccante
- semi di sesamo
- pepe

Preparare un'emulsione di olio, succo di un'arancia, succo di limone e aggiungere i semi leggermente schiacciati, l'aglio intero e il pepe.
Eliminare del finocchio la base dura e la parte superiore con le barbe. Tagliare il finocchio in senso longitudinale per ottenere tanti 'nastri' quasi circolari.
Lavarli e metterli in una coppa.
Spellare gli spicchi di un'arancia e tagliarli a pezzi non proprio piccoli e aggiungerli al finocchio.
Condire con l'emulsione e servire.
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9 marzo 2010

Quadrotti di focaccia di carciofi e mozzarella

Non bisognerebbe mai scrivere di sera. Soprattutto quando si è tanto stanchi da non riuscire a vedere più il lato positivo delle cose. Quando fuori c'è un tempaccio che fa paura. Pioggia a dirotto, vento e buio, fiumi di acqua per le strade. L'inverno è ancora qui, tutto intorno a noi, altro che primavera. Fa talmente freddo che ti fanno pena perfino gli alberi in fiore che ti sembrano anche loro dei poveri  illusi. E il tempo fa la sua parte.
E la tv? ne parliamo? no.
E il fatto che è ancora martedi? Hai appena finito un libro e non riesci a trovare l'altro da iniziare e ti tieni il vuoto e la crisi di astinenza. E la dieta? e le parolacce in tv lasciate libere di offendere la mia buona educazione? e le cattive notizie che arrivano sempre? e quando non ci sono le cattive.... non mi semba che ne arrivino di buone.
Mannaggia che tempo fuori! fa davvero paura ... C'è un unico ululato di vento che copre tutto e spegne tutte le luci.....
Troviamo una soluzione..... ci mettiamo cucci cucci sul divano e mangiamo qualcosa di piccolo, buono e veloce? presto, sotto il plaid, tutti insieme.... chiudiamo fuori il mondo e mettiamo un bel film che fa ridere o sognare.....

Quadrotti di focaccia di carciofi e mozzarella
- 500 g di farina
- 40 g di fiocchi di patate
- mezzo cubetto di lievito di birra
- 16 g di sale
- 1 cucchiaino di zucchero
- 350 g di acqua

(x ripieno)
- 4 carciofi
- prezzemolo
- 300 g di mozzarella (magari del giorno prima)
- 3 uova
- mix di parmigiano e formaggio grattugiato un pò piccante (tipo Rodez)

Su una spianatoia o in un'impastatrice unire la farina, i fiocchi di patate, il sale e lo zucchero e mescolare. Sciogliere il mezzo cubetto di lievito di birra in 350 g di acqua tiepida e impastare il tutto. Formare una palla, infarinarla leggermente, metterla in una coppa capiente, tagliare una croce con un coltello, coprire con coperchio e avvolgere in una coperta.
Far lievitare fino al raddoppiamento del volume (x circa 1 ora).
Nel frattempo pulire i carciofi, eliminando le foglie esterne e spuntandoli. Tagliarli a spicchi e immergerli in acqua acidulata con limone.

In una ciotola mescolare i carciofi crudi sgocciolati e tamponati, il prezzemolo crudo, le mozzarelle tagliate a dadini, le uova e il formaggio

Dividere in due parti la pasta lievitata e con il matterello stendere due sfoglie rotonde.
In un tegame da forno versare un pò di olio e la prima sfoglia, lasciando fuoriuscire i bordi.
Versare i carciofi conditi.

Coprire con l'altro cerchio di pasta. Chiudere i bordi. bucherellare la pasta e infornare a 200° circa fino a doratura.

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25 gennaio 2010

Antipasto di zucchine, fragole e gamberi con emulsione di olio e menta

 
Accidenti, anche se ne ho voglia, non posso raccontarvi la storia della mia famiglia, anche perchè con 24 cugini e 12 zii (da parte di papà), sarebbe davvero troppo lungo.
Però devo dire che da sempre nella nostra vita noi abbiamo avuto un rapporto di amore sfrenato per la cucina e una serie di finti sensi di colpa. Tutti diciamo 'a, mannaggia a nonna Annina, che ci ha lasciato la voglia di mangiare e la costituzione 'importante' (dico io ovviamente....)', ma tutti continuiamo a preparare e a gustare allegramente anche le ricette che lei stessa ci ha insegnato. Però devo dire che tra tutti i cugini si può fare una graduatoria fra quelli che ci riescono  (a dimagrire) e quelli che non ci riusciranno mai anche se ci provano e  dicono convinti 'a si, questa volta mi sono messa d'impegno'.  ' Se se' dico io.
Ma in questa graduatoria anche la simpatia e l'allegria sono  direttamente proporzionali ai chili. E si, lo devo proprio dire, anche se so che mi leggono, anche se so che alcuni se la prenderanno a male. Ma, a loro piace vantarsi del fatto che sono magri e ci guardano con il sorrisino di sufficienza perchè 'noi non ce la faremo mai'. Noi abbiamo il sorriso e il buonumore stampati sulla faccia. Loro sono sempre seri e preoccupati. Noi abbiamo la pelle liscia e loro hanno le rughe precoci.
Però attenzione,  qui non parla la famiglia Botero. Quando si parla di chili di troppo saranno giusto 7-8 non di più, qui non sto facendo l'inno all'obesità sia chiaro.
E allora da qui saluto la mia bellissima cugina Lucia, occhi turchesi, capelli biondi, allegria sfrenata e parlantina travolgente che inizia le diete e le dimentica il giorno dopo, proprio come me. E le dedico una ricetta buonissima, freschissima e leggerissima (come l'acqua di Messner), che mette tanta allegria.
 
Antipasto di zucchine, fragole e gamberi, con emulsione di olio e menta
- zucchine freschissime
- fragole
- gamberi
- limone
- olioextravergine di oliva
- sale
- aglio
- menta

Lavare le zucchine e spuntarle. Con un pelapatate ricavare tagliare le zucchine nel senso della lunghezza, ricavandone delle strisce quasi trasparenti. Sovrapporle e con un coltello tagliarle julienne, eliminando la parte bianca centrale. Metterle in una coppa e spolverizzarle di sale fino per far perdere loro l'acqua. 
 In un pentolino versare un filo d'olio, uno spicchio d'aglio e, quando l'olio è caldo, i gamberi. Far rosolare velocemente da ambo le parti. Devono rimanere morbidi e non asciutti.
Sciacquare velocemente le zucchine, scolarle, e disporle in un piatto. Irrorarle con succo di limone. Tagliare a dadini le fragole e metterle sulle zucchine. Sgusciare i gamberi e, se sono grandi, tagliarli a pezzi. Disporli sulle fragole. Fare in modo di mescolare i tre ingredienti, molto delicatamente. I sapori si devono solo 'appoggiare' uno all'altro e non 'sovrapporsi' e amalgamarsi troppo.
Frullare un pò d'olio con qualche fogliolina di menta e versare giusto un filo sull'insieme.
Grattare anche un pò di buccia di limone e servire.

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14 ottobre 2009

Girelle di pasta sfoglia per attacco di fame violenta

Ore 13,00.
Sto aspettando il ritorno dei miei figli da scuola. Spesa fatta. Il minestrone è già caldo. La tavola imbandita. All'improvviso mi viene un attacco di FAME violenta....ma di qualcosa di sostanzioso, caldo e buono. Oddio, il minestrone no, è una presa in giro per questo desiderio che provo in questo momento. Allora apro il frigo, calcolo ingredienti a disposizione, tempo di cottura e facilità di esecuzione. Devono essere compatibili con la mia urgente esigenza.
Rumore di rotelle che girano vorticosamente e di mani che le seguono. Forno acceso e via all'esecuzione.........senza parole, solo gli ingredienti.....

Girelle rustiche di pasta sfoglia

- 1 rotolo di pasta sfoglia
- 200 g di salame Napoli
- 200 g di galbanone affettato

....il procedimento è fotografato.....non c'è bisogno di parlare....solo aspettare e gustare...

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9 agosto 2009

Polpo e patate con olio profumato alle erbe

Siamo già a metà strada di un'estate calda e afosa che sfinisce la nostra voglia di fare. Arrivano da lontano gli amici che, pallidi di un'aria di città, amano immergersi in questa nostra aria di paese, dove il caldo invita ad uscire e a ritrovarsi nelle piazze animate dalla voglia di vacanza e spensieratezza. E ritorna l'allegria, la voglia di organizzare con una scusa qualsiasi le nostre cene in campagna, dove si ride di continuo, felici delle ore da riempire solo con i racconti, con le battute e con le cose buone da mangiare tutti insieme.
E notti di San Lorenzo passate a cantare e a suonare la chitarra solo con la luce delle stelle che cadono, mentre facciamo la gara a chi ne vede di più. Noi, eterni ragazzi, sdraiati sui cuscini nella campagna, con gli occhi verso il cielo per legare ad ogni stella un proprio sogno.

E in quest'estate così calda, rimandiamo spaghetti e piatti bollenti, ma non rinunciamo all'emozione di un piatto fresco che sa di mare e di terra.

Polpo e patate con olio profumato di erbe

- 1 polpo
- 1 cipolla rossa
- 3-4 pomodorini
- grani di pepe nero
- 2 foglie di alloro
- olio extravergine di oliva

- patate

- un mazzetto di prezzemolo
- 3 foglie di basilico
- 3 foglie di menta

Sbucciare le patate e tagliarle a cubetti. Coprirle d'acqua, salarle e metterle a bollire.
In un tegame alto mettere sul fondo un pò di olio extravergine di oliva. Tagliare a pezzi grossi la cipolla e versarla con l'alloro, i pomodorini spezzettati e i grani di pepe nel tegame.
Quindi poggiarvi sopra il polpo.
Cuocere per circa mezz'ora.
Nel frattempo preparare la salsa alle erbe frullando prezzemolo, basilico e menta con abbondante olio d'oliva e sale.
Tagliare a pezzi non molto piccoli il polpo, unirvi le patate e mescolare delicatamente.
Servire guarnendo con abbondante olio profumato alle erbe.
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9 luglio 2009

Sangria al melone e menta

Io penso che per volersi davvero bene bisogna farsi tante, tante coccole, magari aspettando quelle degli altri, o semplicemente sommandole ad esse. Quindi prepararsi una cosa buona, fresca e speciale da gustare sul mare, in silenzio, da soli o in compagnia, chiudendo gli occhi e sentendo il sapore fresco che lentamente ci prende e ci inebria......diventa un dovere verso noi stessi.
E allora prima ancora di preparare panini, focaccine e insalate da portare con se al mare, pensiamo al dessert.

Sangria con vino ghiacciato

- melone cantalupo
- pesche
- anguria
- menta
- limone
- vino rosato o bianco (secondo il proprio gusto)

La sera precedente versare nelle vaschette del ghiaccio il vino, per ottenere (il giorno dopo...) dei cubetti da portare con sè.
Quindi prima di partire per la spiaggia preparare in un contenitore la frutta a palline, ottenute con l'apposito attrezzo. Lavare i limoni e tagliare delle striscioline di buccia da aggiungere alla frutta. Lavare un mazzetto di menta e metterlo nello stesso contenitore, senza spezzettarlo.
Al momento di preparare la sangria sulla spiaggia basterà mettere nel bicchiere un rametto di menta, i cubetti di vino alternati alla frutta e aggiungere un altro pò di vino fresco.
E poi..... godersi il momento.....
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1 luglio 2009

Pausa lenta d'estate

Ogni tanto bisogna concedersi delle pause. Per riflettere, per recuperare, per rigenerarsi, fino ad arrivare alla noia. Pare che anche la noia abbia un effetto salutare.... come antistress.
Ho trascorso gli ultimi giorni occupandomi dello stretto necessario, nelle faccende obbligatorie di casa. Sono stata a Roma per un pò di giorni e ho seguito degli eventi a cui tenevo tanto. Il Festival delle Letterature è sempre una magia. Gli organizzatori sono davvero bravi e riescono a regalarti ogni volta delle grandi emozioni.
Poi abbiamo trascorso una serata a Villa Celimontana, con Giorgio Albertazzi che leggeva Ezra Pound, con un sottofondo di musica jazz davvero affascinante. Bello il posto, bella la musica, belle le poesie, grande Albertazzi. E ottima la compagnia...

Al ritorno dalla grande città, c'è sempre bisogno di recuperare la tranquillità e respirare aria pulita. E così mi sono concessa una passeggiata nella mia campagna in compagnia di una persona speciale che con me condivide desideri, pazzie, discorsi infiniti e risate gridate al vento.
L'unica donna della mia vita che desidera le mie stesse cose, senza pregiudizi, senza paure, senza limiti, ma, che al contrario di me, ha scelto di viverli questi desideri, e non solo sognarli.
E io la adoro per questo. Perchè lei è la parte coraggiosa e libera di me che se ne va in giro per il mondo. E, attraverso i suoi racconti io sono li, con lei, in Australia, in Africa, in Israele, nelle comunità cristiane, nei Kibbutz, sulle navi da crociera, nel deserto. Dovreste vedere la luce dei suoi occhi quando racconta........

E così con lei siamo andate in giro per la campagna a cercare un albero di gelsi neri (di cui avevo

parlato nel racconto 'La terra del mio cuore'), qualche albero di fioroni, a fare foto e a scoprire vecchie case di campagna abbandonate.
Abbiamo trovato gli alberi che cercavamo e appena ci siamo appostate sotto per mangiare è scoppiato un temporale che abbiamo tranquillamente ignorato, continuando a mangiare e parlare e ridere a crepapelle raccontandoci storie di donne e di film.


Quanto abbiamo parlato, forse tutto il giorno ininterrottamente, quanto abbiamo riso e gridato, e si, perchè noi non parliamo, gridiamo per sottolineare la passione dei nostri pensieri e del fiato che da loro voce. Ma è stato bello come sono belle le cose non programmate, nate così al volo, e vissute solo con la voglia di stare insieme e il vero piacere della rara intesa tra donne.

Questo è il risultato dei frutti raccolti sotto la pioggia.

Antipasto con prosciutto crudo, burratina e fioroni freschi


Coppa gelato e frutta di giugno

- Pere piccole di campagna
- fioroni freschi
- gelsi neri e rossi
- melone cantalupo
- nespole del Giappone
- gelato alla vaniglia
- gelato al limone
- menta fresca
- sciroppo di amarene e amarene sciroppate

Tagliare a striscioline le nespole del Giappone e le pere.
Tagliare a tocchetti grossi i fioroni.
Scavare il melone con l'apposito attrezzo per fare le palline.
In una coppa unire il tutto e aggiungere i gelsi neri e rossi e qualche fogliolina di menta e mescolare delicatamente.
Disporre nelle coppe piccole la frutta e aggiungere delle palline di gelato alla vaniglia e/o al limone. Completare con sciroppo di amarene e amarene sciroppate.

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20 maggio 2009

Ricci di mare, è arrivata l'estate

Approfittando del sole e del caldo che ormai ci avvolge da qualche giorno, mi son goduta una passeggiata al mare. Che bello poter respirare l'aria profumata di salsedine, guardare il mare stando seduti sulla sabbia e vedere che è solo tuo.
L'aria calma accarezza la pelle e, se chiudi gli occhi, stando sdraiata sulla sabbia puoi sentire solo il rumore dell'acqua che lenta sale e riscende sul bagnasciuga. Silenzio tutto intorno, nè auto che passano, nè gente che urla, nè bambini o ragazzi che giocano al pallone.
Solo profumo di mare, brezza tiepida e suono di piccole onde.
E' facile addormentarsi così e dirsi di continuo 'beata me' e non desiderare nient'altro dalla vita, perchè tutto è perfetto li e in quell'istante.

E poi viene un piccolo languorino... e raggiungi subito un posto che sai, dove si possono mangiare i ricci. Posti semplici dove oltre ai ricci ti servono pane bianco morbido (perchè i ricci si raccolgono con il pane e non con il cucchiaino, e se ne resta ancora un pò sei pure autorizzato a... leccare il fondo del riccio ...), birra ghiacciata e pezzi di formaggio che 'lega'.

Il posto dove vivo io si trova in collina, in Puglia, e sembra essere al centro di tutto. Equidistante da quasi tutti i posti belli da visitare, a metà strada tra Bari e Taranto, a metà strada tra i due mari, tanto che quando decidiamo di andare a mare, ci regoliamo solo con il vento, e scegliamo la spiaggia dove sicuramente il mare sarà tranquillo. Tanto è a 30 minuti o da una parte o dall'altra....
E poi dopo una giornata di mare e sole è bello aspettare la sera sugli scogli, mentre mangi o ricci o una bella frittura di pesce fresco...in compagnia degli amici e del rumore del mare.

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9 dicembre 2008

Fesa di tacchino con mele al limone


Le nostre cene prevedono moltissimi antipasti e, per necessità, devono essere leggeri e invitanti.
Molte verdure e pochi salumi, pesce e frutta si incontrano fin dall'inizio, stuzzicando l'appetito e anche la curiosità per quello che seguirà.

Fesa di Tacchino arrosto con mele verdi

- fesa di tacchino (circa 2 fette a testa)
- mele verdi (1 per 4 persone)
- limone
- olio extravergine d'oliva
- pepe (facoltativo)

Sistemare le fette di tacchino come un fiore in un piatto da portata.
Lavare benissimo le mele, tagliarle a bastoncini con tutta la buccia e disporle sulle fette di tacchino. Irrorarle immediatamente con il limone per evitare che anneriscano e condire con olio.
Per chi ama un sapore più intenso aggiungere una spolverata di pepe nero macinato al momento.

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5 dicembre 2008

Insalatina di rucola e gamberi al melograno e arancia


Inizia la maratona. Per noi che, come ho già detto, fisicamente più che in linea siamo in ... ovale, e che non riusciamo a fare a meno di stare in compagnia durante le feste, dobbiamo necessariamente inventare per le nostre cene cose belle, invitanti ma soprattutto buone.
E non poche. Quindi da novembre si comincia a pensare, a sperimentare, ad organizzare i menù che caratterizzeranno il periodo delle feste e soprattutto la cena di San Silvestro.
Infatti le cene di Natale che vanno dall'8 al 25 di solito si trascorrono in famiglia, ed io con la mamma che mi ritrovo, ligia anzi ligissima alla tradizione, non posso assolutamente chiederle di rinunciare alle linguine con il baccalà al sugo, al baccalà fritto e alle cime di rape al limone per il giorno dell'Immacolata oppure all'immenso antipasto, alle orecchiette al ragù, alla carne allo spiedo, alle mozzarelle, stracciatella alla panna, formaggio primo sale, frutta fresca e secca, e cartellate e torrone, menù strafisso del Santo Natale!
E allora con i nostri amici, appena fuori della tradizione, ci illudiamo di recuperare quella famosa, illusoria, immaginaria linea di cui sopra.
Questo è uno dei 10 antipasti vegetariani, semplici semplici, delle nostre pie ed illuse cene.

Insalatina di rucola campestre, gamberetti e melograno

- rucola raccolta con la rugiada della mattina
- gamberetti freschissimi appena sbollentati
- 1 melagranata di quelle dolcissime
- olio extravergine di oliva
- succo di mezza arancia

Ovviamente, trattandosi di una semplice insalatina, basta mescolare il tutto e, attenzione, condire solo poco prima di servire, altrimenti sfuma il sapore dell'arancia.

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