25 febbraio 2021

marmellata di arance (gelatina)


 Mi direte, ma ancora? 

Ebbene si. Questa storia della ricerca della marmellata di arance come dico io finalmente ha trovato le sue risposte. Ho cercato le diverse ricette e finalmente ho trovato quelle che cercavo. E si perchè a me non ne piace solo una, ma diverse. Quella cremosa, aspra, con le scorze e la polpa, e quella tipo gelatina tipo quella dell'ikea per intenderci, trasparente e luminosa come l'ambra. 

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5 febbraio 2021

Marmellata di arance e limoni

Ce l'ho fatta.

Sono seduta e ora vi racconto.

La marmellata di arance è da sempre oggetto di ricerca e di studio. Tutti la vogliono come quella confezionata, trasparente e dorata, oppure con quella nota aspra che fa tanto fattaincasa, ma, addentrandosi nella miriade di ricette della rete o di vecchi libri fidati, il risultato non è mai quello desiderato.

A meno di fare la gelatina di arance con la tanto disprezzata pectina comprata, il risultato non è mai abbastanza trasparente ed elegante. Viene sempre fuori una marmellata arancione carico/scuretto, oppure a crema giallina, e così via.

Nel tempo si accumulano ricette su ricette, storie su storie che passano di bocca in bocca. 

Quando ho comprato con entusiasmo i miei bei 15 kg di arance biologiche e i 5 kg di limoni e quando ancora ho ricevuto altri 3 kg di limoni, dopo il primo entusiasmo sono andata nel panico.

ma poi ho deciso di concentrarmi, studiare e procedere.

La ricetta ve la racconto, partendo da 1 kg di arance e 500 gr di limoni. 

Ho messo da parte un'arancia e ho eliminato a tutte le altre e a tutti i limoni le bucce  con un pelapatate, così da non utilizzare la parte bianca.

Ho messo le bucce in acqua per un giorno,  cambiando l'acqua ogni tanto e facendo aspettare in frigo gli agrumi pelati.

Il secondo giorno ho eliminato la parte bianca di arance e limoni.

Ho tagliato a fettine sottili l'arancia intera, tutta la polpa delle altre, ho messo da parte i semi con la parte bianca.

Ho messo la parte bianca e i semi in una garza che ho legato con uno spago da cucina.

Ho tagliato a striscioline sottili le bucce.

In una pentola alta ho messo le bucce, la polpa, e la garza. 

Ho coperto il tutto con acqua e ho messo sul fuoco a sobbollire.

Quando le bucce sono diventate tenere ho aggiunto 500 gr di zucchero e ho continuato la cottura per circa 2 ore, eliminando la schiuma che si formava di tanto in tanto.

Ho tenuto la fiamma medio bassa.

Ho controllato dopo due ore il livello di cottura versando un pò di liquido su un piattino freddo di freezer, tenendo presente che, se fosse stato liquido avrei dovuto continuare la cottura.

Infatti così è stato e ho continuato ancora per una mezz'ora.

Ho eliminato la garza, dopo averla strizzata ben bene.

Ho versato la marmellata nei barattoli precedentemente sterilizzati, chiuso e capovolto.

Per eccesso di zelo ho fatto bollire comunque a bagno maria per 20 minuti i barattoli. 

Dopo 48 ore ho potuto finalmente vedere la marmellata immobile nel barattolo. Fino alla fine ho sempre avuto il timore che non si sarebbe solidificata abbastanza. E invece è diventata proprio come desideravo.

Il sapore di questa marmellata non è dolcissimo, ma tendente alla frizzantezza energizzante del limone. E questo io l'adoro. 

Il procedimento è questo, ma per il sapore finale dovrete decidere voi se preferite più verso l'arancia o verso il limone.

E ora tocca a voi. 




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29 marzo 2020

Ciambella semplice all'arancia


Mi sa che dobbiamo rallentare questa smania che ci sta prendendo in cucina. 
Prima di condividere ricette mi sa che dobbiamo condividere i nostri stati d'animo e, di conseguenza, creare piatti che rispondano ai nostri bisogni interiori.
Da sempre la folla urlante mi ha fatto paura, perchè nelle sgomitate isteriche si perde il suono delle singole voci.
E allora ho sempre preferito fare un passo indietro, ritirarmi dalle competizioni, anche perchè non ha senso qui competere per non vincere un bel niente.

E allora che la santa semplicità prevalga.

E' un momento in cui dobbiamo ricominciare, ma proprio da zero in tutto.
Pensate... innanzitutto dobbiamo imparare a stare con noi stessi e ascoltarci, partendo da dentro, dal cuore, non dalla mente.
Poi dobbiamo imparare a convivere con chi divide con noi il nostro spazio, imparare il rispetto per l'altro e a sperare che l'altro faccia lo stesso con noi.
Allargando il punto di vista dobbiamo imparare a comportarci con gli altri, verso i quali dobbiamo imparare a rispettare la prossemica, la giusta distanza interpersonale adeguata all'esigenza del momento. Senza scervellarci tanto sull'interpretazione personale delle regole. Bisogna semplicemente rispettarle e basta.

Non è il momento di fare grandi pulizie perchè, a parte quelle necessarie per l'igiene, non ne abbiamo poi alcuna voglia. Ma possiamo individuare già tra le cose non usiamo in questi giorni, quelle che sicuramente butteremo.

E anche in cucina, una volta finito il delirio della grande abbuffata che ci porta a cucinare e cucinare per rassicurarci che almeno di fame non moriremo, possiamo tornare alla parsimonia.
Ricominciamo a cucinare semplice e poco. E a farci bastare quanto più a lungo possibile le provviste che abbiamo fatto.

Qualche giorno fa mi hanno chiesto una ricetta semplicissima di una ciambella. 
Ne ho ritrovata una tra i miei appunti di carta, dimenticata perchè forse ritenuta poco interessante.
E invece proprio in questa ricetta ho ritrovato la soluzione alle mie ansie di questi giorni, alla paura di perdermi, alla paura di non essere 'abbastanza'.
E così ho deciso di ricominciare da zero.


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Ciambella semplice all'arancia

- 250 gr di farina 00
- 100 gr di zucchero
- 100 ml di olio di semi di arachidi (o olio evo leggero, o margarina, o burro, come preferite)
- succo e scorza grattugiata di due arance biologiche
- 2 uova grandi
- 1 lievito per dolci
- un cucchiaio abbondante di granella di zucchero

Lavorate con le fruste elettrice uova e zucchero fino a farle diventare spumose.
Aggiungere il succo e scorza delle arance e l'olio e amalgamarle.
Setacciare farina e lievito insieme in una ciotola e versarle nell'impasto. 
Lavorare fino a quando si vedono le bolle in superficie.
Versare in uno stampo per ciambelle e distribuire la granella.
Infornare a 180° per circa 30 minuti (anche meno, dipende dal proprio forno) in forno statico.
Far raffreddare su una gratella.

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8 marzo 2016

Torta rosa di mele

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Da stamattina si parla di donne. E di auguri. E la forla urlante… urla no alle mimose, alla festa, al non trattare le donne come categorie da festeggiare. La folla urlante dice che bisogna ricordare che questa è una festa triste, in memoria di donne che sono morte in una fabbrica… ecc..

E io penso che non si parla solo oggi di donne. Ma lo facciamo tutti i giorni. Sempre con amarezza. Leggiamo di donne violentate, non rispettate, tradite, sfruttate, ignorate, zittite, picchiate, ridicolizzate, maltrattate, bruciate, sfregiate. Ovunque, in ogni paese, in ogni istituzione, in tutti i sud e i nord del mondo, in ogni casa dove c’è un uomo che detta legge e crede di essere superiore. Uomini che non sanno o non vogliono leggere negli occhi delle donne. Non rispettano il loro lavoro e la loro capacità di saper stare comunque al loro fianco, pazientemente. Donne che sanno mettere da parte in una parte profonda del loro cuore torti e tradimenti, per andare avanti.

E’ vero, ci sono anche donne stronze. Ma sono poche.

Io conosco solo donne fantastiche, che ogni giorno hanno più di una lotta da portare avanti. Ed è per loro che oggi dico che voglio festeggiare, con il sorriso, a mio modo con una torta fatta velocemente perchè due amiche verranno ad abbracciarmi qui a casa e con loro prenderemo un thè e ci stringeremo le mani, per dirci l’un l’altra che siamo forti e belle. Ma forti e belle per davvero. Perchè conosciamo le nostre storie (e si, ce le raccontiamo noi!) e sappiamo quello che ci vuole per sorridere al mondo e ai figli, per dire ‘va bene così, nessuno mai mi sconfiggerà. E ci sarò sempre per proteggervi’. Perchè anche tra le lacrime sappiamo farci delle forti risate, che ci ricaricano subito. Perchè ci basta poco per essere felici. Una telefonata dei figli lontani, un caffè, un libro regalato, un messaggio con su scritto ‘come va?’, per aggiustare la giornata.

E oggi vorrei tanto festeggiare con tutte le mie belle amiche che riempiono la mia vita con la loro allegria. Antonella, Liana, Simonetta, Anna, Claudia, Laura, Caterina, Titti, Marcella, Clara, Sara, Tina, Maria, Francesca, Valentina….. e tutti i nomi di tutte le donne del mondo. Ne conosco tante, tante, e di tutte ho ascoltato le parole.

Tempo fa organizzai uno ‘swap’ che si chiamava ‘Parole di carta’, bellissimo, dove invitavo la gente a scrivere un racconto vero o inventato e a inviarmelo. Ebbene non si può immaginare quante storie di vita vera mi arrivarono, parole piene di gioia, di sfogo, di delusione, di felicità. E le conservo tutte gelosamente in una scatola verde bosco, legate con un nastro rosso, come si usava una volta.

Ma ora, aspettando che suoni il campanello, mentre questa giornata volge al termine, voglio solo dire grazie, fare un augurio a tutte noi e gridare al mondo ‘evviva le donne’.

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 Torta rosa di mele

- un foglio di pasta sfoglia rettangolare

- una mela bio

- uvetta sultanina

- due cucchiai di marmellata di arance o albicocca

- zucchero a velo

- cannella a piacere

Mettere l’uva sultanina in ammollo in acqua tiepida o liquore.

Srotolare sul tavolo la pasta sfoglia.

Lavare la mela, asciugarla bene, tagliarla in quarti, privarla dei torsoli e tagliare tante fette sottilissime.

Distribuire sulla pasta sfoglia la marmellata. Tagliare delle strisce large almeno 3,5 cm.

Mettere su ogni striscia qualche acino di uva sultanina.

Sistemare per la lunghezza di ciascuna striscia le fette di mela.

Piegare a metà e cominciare ad arrotolare formando una ‘rosa’ che metterete al centro di una teglia coperta da carta da forno.

Continuare a distribuire le fette di mela sulle altre strisce e sistemarle ‘di continuo’, avvolgendo la rosa centrale.

Cuocere in forno a 180° fino a quando si cuoce la sfoglia. Fare attenzione a non far bruciare le mele.

Servire calda o tiepida con abbondante zucchero a velo misto a cannella.

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23 settembre 2015

Salmone marinato all’’arancia e insalata (secondo giorno di dieta)

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Siamo in pieno mood dieta. E allora anche per darmi la carica do dei consigli. Pure…. considerato il pulpito….

Consiglio n.1: Dovete comprare assolutamente uno specchio sincero. Di quelli che vi rimandano la vostra immagine intera. Non come ho fatto io che mi son sempre guardate solo dal busto in su e, tutto sommato, mi piacevo. E nel frattempo non vedevo cosa succedeva sotto. Poi andavo nei negozi e mi arrabbiavo perchè non mi riconoscevo in quegli specchi stronzi.

Consiglio n.2: scrivete sullo specchio una frase che ho visto sullo specchio dell’Auchan, nel camerino dei dipendenti. ‘Gli altri vi vedono così’, per invitarli ad essere ordinati e presentabili. E nel nostro caso per vedere con occhi veri, non come ci immaginiamo, ma come siamo.

Consiglio n.3: buttate la bilancia con l’asticella tremolante e mobile e comprate la bilancia digitale. Nel primo caso i chili che vedrete segnati sono un ‘più o meno’ un chilo o due chili oscillanti, anche nella vostra mente. E la cosa deprime molto. Nel secondo caso anche i 100 grammi persi vi fanno sentire bene. E io così ho fatto. E fate foto ricordo del peso quotidiano. così ve lo ricordate.

Consiglio n.4: dal numero totale dei chili da eliminare dovete togliere quelli che secondo voi riguardano tette e sedere, sperando di non perdere anche quelli, perchè se restano al posto giusto è meglio. E, se ne siete ben forniti, guardate che i chili sono parecchi. Esempio: se dovete perdere 20 chili, ma supponete che di bontà ne avete circa 5, in realtà i chili da perdere sono 15. Non so perchè mi è venuta questa teoria, mah!!! secondo me è un’altra scusa pigra.

Consiglio n.5: camminate, camminate e camminate. Magari anche guardando le vetrine, Fermandovi ogni tanto se non ce la fate, ma camminate. E controllate con runtastic quanta strada fate.

Ieri era il secondo giorno. Ero fuori casa e non volevo saltare il pasto. Quindi ho mangiato in un posto che già conoscevo, un piatto che ritengo sia leggero e completo: Salmone fresco marinato con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote. Buono, buono davvero. Ovvio che non ho avuto la ricetta dallo chef, ma volendo …. sappiamo come fare almeno una cosa simile.

Salmone marinato all’arancia

- 150 g di filetto di salmone fresco

- un’arancia

- sale grosso

- salsa di soia

- 1/2 pistacchi

- pepe

In una ciotola sistemare il salmone e cospargetelo di sale, succo e scorza di arancia. Lasciarlo così tutta la notte. Il giorno dopo scolare il liquido che si sarà formato, tamponare con carta assorbente. Quindi tagliarlo come da foto o a fettine. In una ciotolina mescolare un cucchiaio di salsa di soia e un po di succo di arancia e condire il salmone. Aggiungere poco  pepe e qualche pistacchio tritato.

Servire con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote, condita con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e pochissimo sale.

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20 dicembre 2013

Crostata di pasta sablèe con crema cioccolato e whisky e scorza d’arancia …. aspettando il Natale

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E’ già giorno. E questa volta mi fermo un pò qui. E’ da tanto che non riesco a fermarmi per scrivere. Ma intanto comincia ad arrivare l’aria delle feste. In realtà si stenta un pò ovunque a rilassarsi. Si avverte quasi un desiderio di saltare direttamente a metà gennaio, quando tutta questa valanga di scampanellii, di ricette, di candeline, di palle rosse, lascerà spazio al quotidiano un pò noioso, ma rassicurante. Però è anche vero che abbiamo bisogno di spiragli di cambiamento, di scossoni di suoni e sapori diversi. MIa madre mi ha sempre dimostrato che è rassicurante sapere che ci sono le feste e le stagioni a scandire le nostre vite. Perchè così sai esattamente cosa fare e quando farlo.

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E la mia casa in questi giorni è un piccolo delirio di farina e tentativi di fare addobbi. Con due gatti in casa ho imparato che l’albero diventa una chimera per noi e un parco giochi per loro. Salgono e scendono e cadono palle di continuo e addentano, sgranocchiano, le luci che lampeggiano. Insomma, un’impresa impossibile. La cucina è un turbinio di fogli e foglietti e quaderni di ricette che vengono fuori per le feste, alla ricerca di vecchi sapori o combinazioni stupefacenti. E li mi esalto e mi ricarico, perchè per me è un fantastico allenamento quello di leggere e immaginare già nella mente i sapori finali della ricetta che arriverà sulla mia tavola di Natale.

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E poi iniziano le prove generali. Paste sablè che si sciolgono nel forno, secchielli interi di confetture di mirtilli e lamponi arrivate dalle montagne, che stazionano sulla tavola, pronte per essere spalmate sulle mie torte. Ganache al cioccolato che aspettano di raffreddarsi un pò per raggiungere la giusta consistenza per il dolce al whisky che preparo a sorpresa per mio figlio che ogni tanto ha bisogno di qualcosa di dolce a fine pranzo. E fra cinque minuti infornerò i frollini ai due cioccolati per l’altro figlio che finalmente torna stasera e che non vedo l’ora di abbracciare.

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E poi inizieranno i giochi e gli incontri con gli amici, dove tenteremo invano di non esagerare a tavola, ma, si sa, le serate non sono le stesse solo con i saltinmente e le tombole, se nel frattempo non fai girare un piatto con uno spaghetto al volo. Vedremo. Ci proveremo. Non ci riusciremo, lo so. E ci rassegneremo a rimandare le buone intenzioni a dopo.

crostatina con ganache al whisky e arancia

Per oggi vi regalo l’atmosfera di casa mia e le ricette golose fatte con la pasta sablèe di Michel Roux.

Crostata di pasta sablèe con ganache cioccolato e whisky e scorze fresche d’arancia (english version below)

(per la pasta sablèe)

250 g di farina

200 di burro buono, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito

100 g di zucchero a velo, setacciato

un pizzico di sale

2 tuorli

(per la ganache)

200 ml di panna

200 g di cioccolato fondente

25 g di burro

4 cucchiai di whisky

un’arancia biologica

 

Versare la farina a fontana su una spianatoia. Mettere al centro il burro, lo zucchero a velo e il sale. Lavorare con la punta delle dita e poi aggiungere i tuorli, incorporandoli delicatamente. Piano piano incorporare la farina e lavorarlo finchè l’impasto diventa omogeneo. Lavorarlo di polso per 3 o 4 volte finchè diventa liscio. avvolgerle la pasta in una pellicola e mettere in frigo per almeno mezz’ora, o comunque fino al momento dell’utilizzo.

Stendere una sfoglia sottile e con questa foderare una teglia da forno. Bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta, coprire con un foglio di carta da forno e mettere dei pesi (fagioli o palline di ceramica apposite). Cuocere a 180° in forno già caldo finchè si colora leggermente. Far raffreddare.

Preparare la ganache portando a bollore la panna e il burro e incorporando il cioccolato fondente grattugiato. Quando sarà sciolto per bene continuare a girare ogni tanto finchè si raffredda. Quando è ancora tiepido aggiungere il whisky e amalgamare.

versare la ganache o con una sacca da pasticcere o con un cucchiaio, rigandolo poi con una forchetta. Rigare l’arancia e far cadere le striscioline direttamente sul cioccolato.

Per i dolcetti della prima foto, ricavare dei dischi con la pasta sablè, cuocerli come descritto sopra, farli raffreddare e farcirli con confettura di mirtilli rossi. Innevate con zucchero a velo.

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Sablée tart with chocolate and whiskey ganache and fresh orange peel

( for SABLEE )

250 g  flour

200  good butter, cut into small pieces 

100g icing sugar

a pinch of salt

2 egg yolks

( for the ganache )

200 ml cream

200 g  dark chocolate

25 g  butter

4 tablespoons of whiskey

1 orange

Pour the flour on a pastry board . Put butter, icing sugar and salt, in the center. Working with the fingertips and then add the egg yolks , incorporating them gently. Incorporate slowly the flour and knead until the dough becomes smooth. Knead until it becomes smooth. Wrap the dough in plastic wrap and refrigerate for at least half an hour, or until ready to use.

Spread a thin sheet and put it in a pastry pan. Prick the dough with the tines of a fork, cover with a sheet of baking paper and put weights (dried beans or ceramic balls appropriate ) . Bake at 180 degrees in preheated oven until it colors slightly . 

Prepare the ganache by boiling the cream and butter and incorporating the grated dark chocolate . When will it be okay to continue to turn loose every so often until it cools. When it is still warm add the whiskey and mix .

Spread the ganache on the pastry, helping with a pastry bag or with a spoon, then do lines with a fork . Scratch the orange and drop the strips directly on chocolate .

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8 aprile 2013

Crumble di mele, profumato al succo d’arancia.

crumble3 E buongiorno a voi. La mia vita si sa è rappresentata da alti e bassi, da sprizzi e guizzi. E anche le parole hanno un ritmo da cui traspare, cristallino, il mio stato d’animo del momento. Quello di stamattina è pieno di luce e di energia. Positivo, ma anche critico, anzi autocritico. Ma con la positività di chi intende rimediare. Mi guardo intorno e vedo progetti iniziati con slancio ed entusiasmo, che all’improvviso si sono arenati, per far spazio ad altre priorità. Perdendo la spinta finale, sembrano addormentati. E li rivedo solo quando mi accorgo di chi, come nella favola della tartaruga e della lepre, parte piano e, con costanza, procede fino alla meta, sorpassandomi. E dire che son brava a consigliare, a spingere, a motivare gli altri. E poi vedo che tutti seguono i miei consigli. Farei meglio a mettermi di fronte a me stessa e a farmi un bel discorsetto.

Comunque cominciamo a progettare in piccolo e ‘vicino vicino’ nel tempo. Quindi oggi e domani, va! Oggi, ultima concessione ad una visita di controllo per un dolore al ginocchio e poi, comincerò davvero a fregarmene, perchè ho notato che più si focalizza l’attenzione sui doloretti e più questi diventano importanti, facendo perdere di vista il resto. E si rimane li a lagnarsi e a scoprire che i doloretti sono tanti, sparsi, nuovi e vecchi. E parlando con la gente si scopre che è storia comune. O è l’età o c’è un’epidemia di qualcosa, perchè siamo tutti incriccati e acciaccati, dolenti e lamentanti. E diventiamo noiosi.

Ma si…. sarà la conseguenza di quest’inverno che dura da troppo ormai. (è vero che mi lagnavo anche la scorsa estate che durava da troppo….). Arriverà la primavera e con lei il sole. Mi sdraierò per accettare in maniera diversa il caldo questa volta.

E su, veloce veloce, che troppo tempo dedico alla vita virtuale, sottraendola alla reale, vi lascio una ricetta trovata su un giornale di un supermercato (che se mi pagasse direi pure qual è…) modificata per conto mio, assaggiata e divorata da chi in casa non mangia dolci di solito.

Vuol dire che è buona …. Ciao e buon lavoro a tutti.

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Crumble di mele profumato al succo di arancia.

- 200 g di farina 00

- 1 cucchiaio di amido di mai

- 90 g di zucchero + altri due cucchiai

- 90 g di burro

- 2 uova

- un pizzico di sale

- un cucchiaino di lievito per dolci

- succo e scorza di un’arancia grande

- scorza di un limone

- 50 g di mandorle spellate

-  2 mele (meglio se golden)

(per le briciole)

- 70 g di farina

- 70 g di mandorle spellate

- 30 g di zucchero

- 35 g di burro freddo

- liquore profumato a piacere

. zucchero a velo per spolverare

 

in una ciotola lavorare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e aggiungere una per volta le uova. Aggiungere piano la farina 00, il lievito, il sale, la scorza grattugiata e il succo dell’arancia.

Versarlo in una teglia imburrata e infarinata, distribuendolo in uno strato sottile (a me è venuta un pò alta), con un cucchiaio. Macinare le mandorle e distribuirle sull’impasto.

In una ciotola a parte grattugiare le mele e unirle alla scorza di un limone e all’amido di mais. Distribuirle sulla torta.

Preparare le ‘briciole’ unendo velocemente con le mani la farina, le mandorle tritate, lo zucchero il burro freddo e il liquore, e sbriciolandole con le mani. Distribuirle sulla torta e infornare per 50 minuti a 180°. Fate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.

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15 gennaio 2013

Crostata del Sole, con mele, arance e limoni

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Ho sognato di danzare. I sogni hanno il potere di influenzare le ore buie della notte e il battito del tuo cuore. Come pure il risveglio del mattino per iniziare la giornata. E l’umore che ti porterai appresso per le ore che verranno. C’è chi dice che sono l’estensione di quello che abbiamo dentro. C’è chi crede nel loro potere premonitore. C’è chi li considera uno spazio ignoto in cui possono incrociarsi dimensioni diverse a noi sconosciute.  Io credo che invece li confluiscano i nostri desideri e i nostri timori. E’ uno spazio profondo che viene a galla quando le zavorre della ragione e del buon senso vengono mollati, al buio.

Ed è così che c’è stato un tempo in cui sognavo di essere in bilico su un grande muro dello spessore di un mattone solo, altissimo, che si ergeva da un mare nero in tempesta. E poi un altro tempo in cui sognavo di nuotare in un mare sereno  limpido e azzurro dal quale spuntava la punta di un campanile di un paese sommerso, come favola. E poi sogni in cui prendevo la rincorsa e imparavo a volare. E planavo e planavo sulle colline della mia terra, e se mi avvicinavo alla terra, bastava ridarmi una piccola spinta per tornare a volare. Non son mancati i sogni bui dove serpi e cani e uomini cattivi minacciavano i miei figli. E nemmeno son mancate le notti senza sogni, dove avevo l’impressione di non essermi mai addormentata e mi rialzavo stanca.

Ma poi arriva il momento in cui vorresti danzare di giorno e almeno di notte, nei tuoi sogni riesci a farlo. E nel sogno stesso chiudi ancora gli occhi per sentire meglio la musica e ti abbandoni ad essa. E cominci a muoverti, leggera e segui tutti i movimenti che senti dentro. E volteggi, e salti e spicchi il volo, e ti scuoti, e ti fermi, per poi ricominciare. Poi all’improvviso la musica smette, avverti una luce che ti chiama e piombi pesantemente nella realtà di un nuovo giorno che comincia.

Vorrei ritrovare la stessa musica e la stessa leggerezza dei miei sogni, nelle ore del giorno.

Cominciamo con questo giorno allora.

Per ora vi regalo una ricetta che sa di sole e così l’ho chiamata. Provatela… regala emozioni.

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Crostata del sole (mele, limoni e arance)

(x la frolla)

- 350 g di farina

- 120 di zucchero

- 120 di burro

- 2 uova

- un pizzico di sale

- mezza bustina di lievito per dolci

(x la farcitura)

- due mele

- due arance rigorosamente biologiche

- un limone grande rigorosamente biologico

- zucchero (un quarto del peso della frutta)

- mezzo bicchiere d’acqua

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Amalgamare tutti gli ingredienti della frolla, formare una palla e metterla in frigo per almeno mezz’ora.

Sbucciare le mele e tagliarle a pezzi. Lavare le arance e il limone e tagliarli a fettine con tutta la buccia e aggiungerli alle mele. Aggiungere lo zucchero (un quarto del peso della frutta), il mezzo bicchiere d’acqua e metterli sul fuoco medio. Se si forma la schiuma eliminarla. Far cuocere finchè si consuma tutta l’acqua e rimane una poltiglia dorata e densa.

Stendere metà della frolla in una teglia per crostate, imburrata e infarinata. Distribuire il composto di frutta. Con l’altra metà della frolla formare una grata a proprio piacimento (io uso una griglia, ma quella fatta a mano è uguale).

Infornare a 180° fino a doratura.

Spolverizzate a piacere con zucchero a velo.

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8 gennaio 2013

Perle di risaia all’arancia con gamberoni caramellati alla melagrana (più un passo verso la nuova primavera)

_MG_6026 Confido in una seconda tazza di caffè per ritrovare il mio ritmo questa mattina. Ma com’è che si stenta a ripartire? Ho perfino capito che è inutile stilare la lista. Mi pesa anche solo guardare quell’elenco di cose da fare! figurarsi farle. Però che rottura! se vivi un periodo vuoto e frenetico confidi nel riposo. Se finalmente ti fermi e te ne freghi dei doveri e ti immergi completamente della nullafacenza del periodo di festa, non riesci a ripartire. Mi sa che devo ritrovare in antichi saggi la giusta strada da percorrere. Che poi l’antico saggio mi direbbe ‘rimboccati le maniche e basta con le chiacchiere. Datti da fare che di cose da fare ce ne sono tante e tu perdi il tuo tempo in parole’. Ma sarà così davvero? cosa rende davvero produttivo il nostro tempo? la meditazione o il lavoro? ma se una il lavoro non ce l’ha?

Intanto mi piace condividere la sorpresa di un viaggio organizzato al volo e vissuto nella sua pienezza, che mi ha regalato un’anticipazione della primavera che arriverà o che forse non è mai andata via. Grazie al ‘sentito dire’ siamo andati a curiosare in una città a noi vicina, che onestamente non avevo mai ‘calcolato’ o meglio dire ‘presa in considerazione’ solo perchè non ci sono mai stati motivi di viaggio che mi potessero portare li. Salerno e le sue ‘luminarie’ del periodo di Natale. Una bella idea che si è inventato il suo sindaco per dare uno sprint alla sua città. Da novembre a gennaio la città è completamente illuminata da luci che formano strane magie lungo i vicoli del centro storico. Galassie con stelle cadenti, fiori e cascate, spille variopinte, tappeti volanti, interi giardini con gallerie fatte di luci e alberi in fiore. E poi ti avvicini per guardarli meglio e scopri che la maggior parte di queste strutture sono fatte di…. bottiglie di plastica riciclate. E ti stupisci e ti congratuli sia con chi ha avuto l’idea che con chi ha deciso di sfruttarla per la propria città.

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Il tempo è stato fantastico, con temperature primaverili e un sole che ha acceso i colori di questi posti magici. Guardare dall’alto il mare di Vietri, passeggiare nelle sue stradine colorate di ceramiche, raggiungere il Castello di Arechi e desiderare di volare da lassù in parapendio e godere di quel paradiso planando, visitare il giardino di Minerva cercando di immaginarlo pieno di erbe profumate in primavera, assaporare tisane inebrianti sulla terrazza di questo giardino, in compagnia,  e poi (!!!!) assaporare mozzarelle di bufala, pizze e piatti fantastici di pesce…. bè ti riconcilia con il mondo e ti fa capire che intorno a noi c’è davvero tanta bellezza e dovremmo imparare a goderne.

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Vi lascio foto silenziose e magiche di questo viaggio e, a grande richiesta, la ricetta delle perle di risaia che tanto hanno incuriosito nel mio post precedente. La ricetta è tratta da un libro fantastico che per me è un libro guida per i miei pranzi particolari: ‘La tavola delle feste’, S. Barzetti, Fabbri Editore. (scusate la foto, ma considerate le richieste ho preferito utilizzare quella che avevo, piuttosto che aspettare di farlo nuovamente. Sorry!)

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(per 6 persone)

- 420 g di riso Vialone nano (io ho usato il Carnaroli)

- 24 gamberoni interi

- 4 arance biologiche

- 1 melagrana

- 1 bicchiere di vino bianco

- 2,5 l di brodo vegetale

- 1 cipolla bionda e 1 foglia di alloro

- 1 cucchiaio da tavola di pepe rosa

- olio extravergine di oliva

- sale e pepe bianco

Pulire i gamberoni, eliminare il carapace ed eviscerateli. Utilizzate le teste, i carapaci e le bacche di pepe rosa per insaporire il brodo vegetale. Portare lentamente all’ebollizione affinchè il brodo non si intorbidisca ed eliminate la schiuma man mano che si forma. Tritate la cipolla, sgranate la melagrana, sbucciate un’arancia e tritate finemente le scorze e raccogliete il succo. In una casseruola tostare il riso con due cucchiai di olio extravergine di oliva, la cipolla e la foglia di alloro. Sfumate con il vino, coprite con il brodo e portate a cottura, aggiungendo poco alla volta brodo e succo di arancia. A metà cottura aggiungere metà dei gamberoni tagliuzzati (*variante mia)

Nel frattempo in una padella scaldate un cucchiaio di olio, unire l’altra metà dei gamberoni, fateli rosolare un minuto per lato e aggiungete metà della melagrana che, rilasciando succo zuccherato farà caramellare leggermente il tutto. Fate insaporire, spegnete, salate e pepate.

Quando il riso avrà raggiunto una cottura al dente, toglietelo dal fuoco, fatelo riposare per 2 minuti, aggiungete la buccia di arancia e il resto della melagrana. Regolate di sale e pepe, condite con 2 cucchiai di olio e mantecate. Versate il riso nei singoli piati e completatelo con i gamberoni caramellati alla melagrana.

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21 ottobre 2012

Torta di pane e scorza d'arancia


Ho appena tolto le lenti a contatto e mi sento come quando si entra in un pigiama morbido alla fine di una lunga giornata di impegni e si prova un incredibile felicità di ritrovarsi nella propria casa, con le luci basse, la voglia di fregarsene delle cose che ancora ci sono da fare (e ci saranno sempre comunque...), un film che ti aspetta sul divano morbido, un frigo che si apre al mondo delle idee del comfort food... e piano piano sei in uno spazio tutto tuo.
Ma non sei sola.
Se c'è questa armonia è anche perchè intorno a te ci sono le persone che più ami, che, in questa tiepida sera di una domenica di autunno, morbida di luci e di profumi, hanno ancora voglia di poltrire con te.
E lo spazio e il tempo si ferma.
Anzi vorresti fermarlo. Ma ti riempi di gioia immensa quando ti arriva un abbraccio e un bacio perchè la torta  e i muffin che hai preparato per loro sono proprio buoni.... e loro lo sanno che l'hai preparata per casa, perchè sapevi che l'avrebbero cercata al loro ritorno.
E li vedi allegri, giovani, belli, pieni di vita e di progetti. Quasi ti emozioni per quanta vita c'è nei loro sogni.
E sei felice di averli accompagnati fin qui...
E una serata così profuma di tante cose.
Di fiori raccolti stamattina in campagna, di menta e rosmarino che impregnano le mie mani, di dolci che hanno profumato l'aria, e degli abbracci e dei baci dei miei figli che profumano di me.


Torta di pane e scorza d'arancia 

- 340 di pane raffermo                                                                                           
- 800 ml di latte caldo
- 60 g di burro
- 40 g di farina
- 3 uova
- 120 g di zucchero di canna
- una o due arance non trattate
- uva passa ammollata nel liquore
- zucchero a velo

Spezzettare il pane e versarci sopra il latte caldo poco per volta. La quantità di latte dipende dal tipo di pane utilizzato. Lasciarlo li per il tempo necessario per renderlo morbido.
Aggiungere lo zucchero (lasciando da parte due cucchiai), la farina, il burro e alla fine le uova.
Con un pelapatate tagliare la scorza delle arance e metterle in un frullatore con i due cucchiai di zucchero di canna. Frullare il tutto fino a renderle granulose. Versare nel composto.
Aggiungere l'uva passa ammollata nel liquore.
Imburrare e infarinare una tortiera e versarvi dentro il composto.
Infornare per 45 minuti circa a 200°.
Spolverizzare con zucchero a velo.


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10 gennaio 2011

Insalata di arance e finocchi con semi profumati


Il mare è ancora mosso e stenta a diventare piatto.
Per fortuna almeno le feste con tutto il loro carico di tensioni, legate alle aspettative, alle preparazioni, ai buoni propositi, sono passate....
I tentativi di repulisti sono in corso con buoni risultati, anche se riesce sempre difficile buttare via quello che si è scartato, pensando che comunque può servire, se non più a te, almeno a qualcuno.
Si vabbè ma a chi?
Ci vorrebbe un enorme contenitore virtuale dove riversare tutto ciò che si vuol vendere o regalare, che non siano i soliti mercatini, o le vetrine con mille condizioni che mi stressano sono a leggerle...
Comunque ... vedremo ci inventeremo qualcosa.

Nel frattempo considerato che non si può passare da un periodo di bagordi alla castità così di colpo, diciamo che ci siamo creati un periodo di disintossicazione graduale da burraco e dalle 'crapule'. Mamma mia quant'è brutta questa parola, ma rende bene quello che succede di colpo durante i giorni delle feste di Natale.
E allora ancora a piccole dosi ci facciamo una cenetta, solo con piatti leggeri e pochi dolci (solo due!!!), ma sempre con i nostri cari amici. Da quelli non vogliamo disintossicarci, anzi più insieme stiamo e meglio ci sentiamo.
Quindi vi mostro qui un'insalata meravigliosa che ci ha preparato la nostra mitica amica C. durante una cena.
Ho cercato di copiarla, ma non è venuta la stessa cosa.... la sua era eccezionale.
Sembra facile, ma soprattutto nelle ricette semplici si vede il genio, poichè i pochi elementi utilizzati devono essere in armonia tra loro.
E l'altra sera nel piatto c'era la poesia.


Insalata di arance e finocchi con semi profumati

- 1 finocchio
- 2 arance
- mezzo limone
- 1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva
- 1 spicchio d'aglio
- semi di finocchio
- semi di senape piccante
- semi di sesamo
- pepe

Preparare un'emulsione di olio, succo di un'arancia, succo di limone e aggiungere i semi leggermente schiacciati, l'aglio intero e il pepe.
Eliminare del finocchio la base dura e la parte superiore con le barbe. Tagliare il finocchio in senso longitudinale per ottenere tanti 'nastri' quasi circolari.
Lavarli e metterli in una coppa.
Spellare gli spicchi di un'arancia e tagliarli a pezzi non proprio piccoli e aggiungerli al finocchio.
Condire con l'emulsione e servire.
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