21 aprile 2016

Polpo, vellutata di fave e fiori

 sagra

La primavera è la stagione che mi sconvolge più di tutte. Porta nuova energia e voglia di fare tante cose. Mi mette addosso la voglia di viaggiare, di organizzare incontri, di pulire e spazzare via il grigiume, con l’uscita del primo sole. E così mi ritrovo contemporaneamente tra una valigia da preparare per una meta lontana, il trullo da sistemare per i futuri incontri, i fiori da mettere in vaso, una passeggiata al mercato e un’altra al mare. Insomma un’attività frenetica e frizzante. La mia vita è così. Ma tutto questo fuggi fuggi si placa quando mi ritrovo ad organizzare un pranzo con i miei amici. Questo poi è un periodo pieno di buone intenzioni di dieta prima della prova costume, quindi tutti attenti a quello che si mangia. ‘Ti prego qualcosa di leggero, magari un piatto unico, profumato, niente carne eh? Dai, così stiamo insieme ma non ci appesantiamo’. E così mi ritrovo ad inventare piatti nuovi che rispettino tutte queste esigenze. Ma immaginate di essere con me, al mio trullo… in una giornata di aprile, con l’aria tiepida, silenzio tutto intorno… anzi no, solo il canto degli uccelli che si danno un gran da fare da un albero all’altro, il fruscio degli ulivi, il vento tra gli alberi, i petali dei miei ciliegi in fiore che volano come neve al sole. Una passeggiata fino all’orto dove raccolgo le mie erbe e i fiori di questa primavera. Metto tutto sulla mia tavola, fuori al sole. Anche la mia piccola cucina da viaggio. E al tepore che mi accarezza, comincio a lavare i fiori della borragine, quelli dell’albero di giuda, seleziono le barbe dai finocchi, mentre lentamente cuociono sul fornello le fave. Ormai questo piatto tipico della mia terra, è diventato indispensabile in molte delle mie preparazioni. Si può abbinare in tutte le stagioni a tanti altri ingredienti.  Olio, poco, ma buono. Tutto abbinato in leggerezza e sapore. E così con questo ritmo lento, aspetto i miei amici. Fra un pò arriveranno e voglio vedere la faccia che faranno ….

Intanto ho creato una playlist su Spotify per ascoltare la musica che mi piace mentre cucino e anche come sottofondo mentre chiacchiero con i miei amici.

_MG_6138

Polpo, vellutata di fave e fiori

(per quattro persone)

- due polpi medi

- 400 g di fave secche

- una patata

- 100 g di piselli

- barba di finocchio

- fiori eduli (di borragine, fiori dell’albero di giuda, ecc…)

- Olio extravergine di oliva Sagra

- sale e pepe bianco

a

Mettere in ammollo le fave dalla sera precedente alla preparazione.

Sbucciare la patata e tagliarla a fette. In una legumiera sistemare le fave lavate in acqua fredda e le patate. Salare e coprire d’acqua. Metterle a cuocere su un fornello medio. Eliminare la schiuma che si formerà e proseguire per almeno un’ora, o fino a quando, assaggiando le fave si sfalderanno in bocca.

Nel frattempo portare ad ebollizione una pentola d’acqua. Versare i piselli e farli bollire per circa 10 minuti. Toglierli dall’acqua con una schiumarola e metterli da parte. Immergere nella stessa acqua il polpo e farlo cuocere per circa mezz’ora.

Sciacquare i fiori e le barbe di finocchio in un pò d’acqua, facendo attenzione a non rovinarli.

Con un minipimer o uno sbattitore elettrico, ricavare un purè con le fave a cui avrete aggiunto un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva.

Tagliare a pezzi il polpo e aggiungerli al piatto dove avete conservato i piselli. Aggiustate di sale, pepe bianco e aggiungete un filo d’olio.

Impiattare come segue:

Versare un mestolo di purè caldo di fave, disporre il polpo, i piselli, i fiori e le barbe di finocchio come più vi piace. Con un cucchiaino fate cadere tantegocce di olio nel piatto.

sagra1

Questa ricetta l'ho realizzata in collaborazione con Sagra in un progetto che coinvolgerà 14 blogger + me con altrettante ricette sfiziose - seguite l'hashtag #atavolaconamore

SHARE:

18 giugno 2015

Muffin della mezzanotte

 

11428987_10205875765686610_1747607454_n

E si, è inutile, stasera non riesco proprio a dormire. Il sonno non arriva. E’ quasi mezzanotte e sulle spalle ho tutta la dieta di questo mondo che mi pesa. Inutilmente poi. Seguo a puntino tutte le indicazioni ma non succede niente, anzi per il caldo sembra che fa un pò mi solleverò levitando, (o lievitando?). Mannaggia alla ‘costituzione’ fisica. E mannaggia a questo desiderio di dolce che mi sta prendendo stasera. Ho cercato di tamponare con una pesca, ma la voglia di cioccolato si è fatta una ‘grassa’ risata. Dicendo, sono qua. Ti prego ti prego ti prego dammi un pò di dolce. Ma in casa non ho niente. Dico. Ma di pronto, dico… ma magari qualcosa potrei inventarmi … dico. Ma a mezzanotte? E quando urla l’emergenza, Anna risponde. Tanto non dormo lo stesso.

Allora mi alzo dal divano, apro tutte le persiane. Per fortuna l’aria si è rinfrescata. Vedo cosa posso inventarmi con quel che c’è. Apro il libro ma dovrò fare una modifica sostanziosa alla ricetta. E parto.

E che ci vuole?

E così mezz’ora dopo sulla tavola ci sono ben 7 muffin al cioccolato fondente caldi e fumanti di cui….. ne assaggerò solo metà, (la metà di uno eh!) rimandando a domani il resto. Prometto che mangio l’altra metà a colazione, 5 li regalo e ne conservo uno solo per un altro momento di follia.

Mi sento già meglio.

Scusate le foto, ma a quest’ora come volete che vengano, senza sole, con il cellulare e con la mano che trema per la debolezza?

11261465_10205875765806613_1287679242_n

Muffin della mezzanotte

- 150 g di farina per dolci

- 15 g di cacao amaro

- mezza bustina di lievito per dolci

- 80 g di zucchero di canna

- 35 g di olio extravergne di oliva, o di burro o di margarina o di olio di semi di arachidi

- un uovo

- 160 g di yogurt bianco

mescolare prima tutti gli ingredienti solidi e poi aggiungere tutti gli ingredienti liquidi mescolati tra loro.

Riempire per 2/3 7 pirottini e infornare a 200° per circa 20 minuti, fino a quando saranno ben gonfi.

Buonanotte.

11414780_10205875765766612_1239156464_n (1)

SHARE:

12 maggio 2015

La bella stagione arriva: progetti nuovi e una ricetta leggera: Scialatielli con zucchine romanesche e fiori di zucca freschi.

_MG_3332

Sono seduta nella mia terrazza romana, con l’aria fresca che mi accarezza e mi ricorda ancora e sempre quanto è bella questa città in tutte le stagioni. Ma soprattutto ora, che non c’è più il freddo e non c’è ancora il caldo afoso che a breve arriverà. Ora ovunque gli alberi sono verdi di foglie nuove, sono tornati gli uccelli che cantano a squarciagola coprendo a volte anche il rumore del traffico, pensa un pò…. E io ho la fortuna di avere una bella terrazza dove al tramonto mi siedo, bevo qualcosa di fresco e scrivo.

Sono nuova di qui e ancora c’è molto da fare per fare di questa casa la mia casa. E sono qui che faccio schizzi e progetti nuovi per le serate che verranno, e penso a come arredare e non spendere una fortuna. Però già me le immagino le mie cene a lume di candela o sotto il pergolato, con gli amici che preparano con me cose buone e ridono e vivono con me questo nuovo momento. I trasferimenti non sono mai indolori, soprattutto se lasci qualcosa che ami e da cui torni sempre volentieri. Ma diventa tutto più facile se ad aspettarti qui c’è qualcos’altro che ti piace.

Quindi cerco di prendere quello che di buono c’è ovunque. E di fare di ogni luogo casa mia.

Poco tempo fa su facebook girava una pubblicità che mi ha incuriosita. Foto molto belle e curate, di oggetti di arredamento, mobili, tessuti, complementi di arredo ecc, molto vicini ai miei gusti, e con prezzi non esagerati, anzi a volte addirittura convenientissimi. ‘Passeggiando nel sito ho trovato una immensa gamma di prodotti per la casa, giardino, uscite fuori porta, ecc… che si possono scegliere, valutare e comprare direttamente da casa. E così per ‘abbreviare’ i tempi ho lanciato un sondaggio su fb stesso per sapere se altri lo conoscessero o avessero fatto acquisti. Insomma per chiedere informazioni. E così ho scoperto che dal sito Dalani.it, moltissimi miei amici avevano comprato tante cose belle ed erano anche molto soddisfatti della qualità, del rapporto qualità/prezzo, della serietà, della celerità delle consegne ecc….. E così ho già preso un bel pò di appunti e conto di affidarmi a loro per gli acquisti di cui parlavo prima.

E dato che tra i progetti da realizzare ci saranno non solo cene in terrazza, ma anche incontri sull’erba nei parchi di Roma, con picnic e letture belle, guardate un pò cosa ho già ordinato?

Westwing_Picnic_MOOD_3

E questi sono gli ‘appunti’ che ho preso per la campagna, la terrazza ecc…..

Westwing_Mood_At Home with Marike_UNRETOUCHED_5 Westwing_Mood_Heisses Wetter coole Preise_FINAL  Westwing_Summertables_Mood_1_a 

E, a proposito della bella stagione che si avvicina, ora parliamo di cose leggere, veloci e buone da mangiare. Qui ormai vado ogni giorno a fare la spesa ai mercati rionali che sono uno spettacolo di colori, di profumi e soprattutto di prodotti freschi. E’ già tempo di zucchine romanesche qui e ricche di fiori bellissimi. Queste zucchine sono tenerissime, saporite e facili da cucinare. Basta solo aggiungere un filo d’olio, una cipolla fresca, un pò di acqua ed è pronto un bel condimento per qualsiasi pasta. Io ho scelto degli scialatielli. Ecco qua la ricetta….

Scialatielli con zucchine romanesche e fiori freschi

zucchine romanesche1

(per due persone)

- 4 zucchine romanesche con i loro fiori

- una cipolla bianca fresca

- due cucchiai di olio extravergine di oliva

- 120 g di scialatielli

- prezzemolo fresco

In una pentola bassa versare l’olio e la cipolla affettata con le zucchine lavate e tagliate a rondelle.

Tenere da parte i fiori.

Soffriggere per un pò e coprire di acqua calda. Salare e portare a cottura. Le zucchine romanesche sono tenere e cuociono presto. Quando pensate che manchi almeno un minuto per completare la cottura, aggiungere i fiori. Quando saranno appassiti, spegnere.

Lessare gli scialatielli in acqua salata bollente. Scolare e mescolare la pasta alle zucchine. aggiungere del prezzemolo fresco, ancora un filo d’olio crudo e servire.

_MG_3336

SHARE:

10 novembre 2014

Farrotto con porcini e la compagnia degli amici

farrotto 

Belle le serate d’autunno. Stanno diventando così rare, così incerte, quasi sospese e introvabili tra un caldo ormai fuori tempo che non vuole abbandonare l’estate ormai lontana, e un inverno che non sa quando e come iniziare. Da tanto non provo più il vero freddo ne sulla pelle, ne in casa, ne fuori, durante quelle belle passeggiate in cui tutta infreddolita dicevi ‘e se andassimo a bere una cioccolata calda al bar?’. Ma che cioccolata calda! ancora la prima cosa che desidero è un’acqua tonica con ghiaccio e limone!

Però qualche sera fa c’era la pioggia, tanta, che scendeva e profumava l’aria e mi regalava la sensazione di essere al sicuro, solo perchè ero li, dietro le finestre, a casa, con un’idea di cena consolatoria per la serata. Silenzio per strada, poche macchine che rientravano, la tv spenta, già le pantofole ai piedi. E la sensazione malinconica della solitudine che piano piano si faceva strada. E mentre ero li, con lo sguardo ipnotizzato dietro il vetro carico di gocce di pioggia, ad inseguire i miei pensieri, ‘chissàdove’, dai miei figli, da chi amo, tutti  sempre troppo lontani per poterli raggiungere in un momento di malinconia, tentavo di scuotermi, annaspando per cercare dei lati positivi. Perchè ce ne sono sempre, basta mettere a fuoco in maniera diversa la propria immagine. E così mi son detta, 1) stasera posso guardare tutti i film melensi che voglio, perchè nessuno mi dirà ‘ma sempre questi film che fanno piangere, mammaaaaa’, 2) posso fare a meno di fare la spesa per taaaanto tempo, dato che la mia dispensa sembra quella dei rifugiati nei bunker durante la guerra, ben approvvigionata per lunghi periodi di isolamento. 3) posso mangiare tutte le cose biologiche che voglio, che ho comprato per desiderio di mangiare in modo sano, senza dover lottare con i desideri di adolescenti affamati anche di hot dog e ‘cose animali’ come dice mio figlio, 4) potrò dedicare poco, pochissimo tempo alla preparazione di cose buone e semplici, senza cotture lunghe e procedimenti laboriosi. 5) e infine, sarà la volta buona che dimagrirò un pò, senza essere tentata di assaggiare qua e la…. Basterà solo integrare con frutta e latte la dispensa e poi posso andare avanti così fino a quando non consumo tutto questo ben di Dio.

L’unica cosa per cui mi sforzo di trovare un lato positivo è…. mangiare da sola. Si, vabbè, ti vedi un bel film, si vabbè, finisci prima, si vabbè mangi quando vuoi……

Mentre rimuginavo su tutti questi sentimenti contrastanti, bagnati dalla pioggia, ore 21 di sera, suonano alla porta. Stupita apro…. e mi ritrovo i miei amici che, ombrello gocciolante in mano e faccia sorridente mi dicono ‘buonaseeeeeraaaaa, bè passavamo di qui di ritorno al lavoro, e abbiamo pensato che sono partiti tutti e stavi sola soletta, e, siamo passati a tastare il polso della situazione… bè che fai????’ . Che cari i miei amici!!! poi dici che gli altri se ne fregano di come stai, che pensano solo al loro fuocherello domestico e basta, che non uscirebbero sotto la pioggia, rimanendo al sicuro nella loro casetta. E invece no, loro sono qui. E allora cambiano in un attimo tutti i punti le convinzioni elaborate fino a quel momento…..

E allora, che si accendano i fuochi e che la casa si riempia di profumi. MI mette gioia cucinare per qualcuno, altro che finisco prima a pulire la cucina…. E’ così bello spignattare, mentre qualcuno ti ronza intorno con un bicchiere di vino in mano, mentre si aprono i discorsi sui figli, sul lavoro, e su tutto il resto…..

Apro la dispensa e prendo una cosa che volevo assaggiare da tempo, ma da sola no, perchè quando mangio delle cose nuove e particolari devo condividere impressioni ed emozioni. E’ un ‘Farrotto con porcini’, con tutti gli ingredienti che servono, tutti biologici e disidratati.

_MG_1098_MG_1101 _MG_1123

E’ un’idea geniale che si prepara come un risotto, facendolo tostare come si fa con il riso, con un pò di olio extravergine di oliva, versare (a piacere) un pò di vino bianco e far sfumare e poi aggiungere…… acqua calda, solo acqua calda e portare piano a cottura come un risotto. Alla fine basta solo aggiungere un pò di parmigiano e mangiarlo con gli amici, bevendo un buon bicchiere di vino rosso. Come non fare la pubblicità spontanea a questo prodotto? io ve lo consiglio. Di solito scrivo ingredienti e procedimento, ma qui, gli ingredienti sono diversi dal solito…..

Farrotto con Porcini

- due cucchiai di olio extravergine di oliva

- una confezione di ‘Farrotto ai porcini’ dell’azienda Bottega 39

- mezzo bicchiere di vino bianco secco

- Acqua calda qb

- due cucchiai di parmigiano reggiano

- almeno un paio di amici allegri e loquaci

- un bicchiere di vino rosso a testa

- una serata di pioggia (facoltativo)

- la capacità di godere di ogni momento bello che ti capita.

Buon appetito.

_MG_1116

SHARE:

28 marzo 2014

E’ tempo di potatura… e io imparo in Toscana nelle terre del Laudemio

lau3

A novembre scorso vi ho portato con me in mezzo alla nebbia e a sterminati campi di ulivi dove, a dispetto di un tempo inclemente, si raccoglievano preziose olive che avrebbero prodotto l’oro del Laudemio. La nebbia, quel giorno, non solo non ci impedi di vivere una giornata meravigliosa, ma, anzi, regalò  fascino e un’aria da favola alla terra che ci stava accogliendo. E così vivemmo il primo dei quattro fantastici incontri a cui i produttori di quest’olio di eccellenza, hanno avuto il piacere di invitarci. Pieni di orgoglio per il loro lavoro e con gli occhi lucidi di entusiasmo, ci hanno donato le loro storie.

Qualche giorno fa siamo tornate, in terra di Toscana, per il secondo appuntamento. Mi hanno detto:’ ti piacerebbe venire a vivere la fase della potatura dei nostri alberi di ulivo?’. A me, dico, a me che da anni parlo e fantastico sui miei 22 alberelli di ulivo e racconto di quando produco il mio olio che mi sembra il migliore  del mondo e credo che me lo dica anche quello del frantoio???? ‘eccerto che vengo’, dico. Sono sempre stata curiosa dalla cura che ci si prende dei propri alberi. E’ un’arte quella di saper potare. E mi dicono ‘bisogna saper ascoltare l’albero, te lo dice lui stesso quali sono i rami da tagliare’. Ma evidentemente io sono sorda o non capisco il loro linguaggio. E quindi ero curiosissima di apprendere, capire e mettere in pratica subito.

lau2 lau1

Firenze è Firenze. La Toscana è la Toscana. Ma arrivare al suo cuore, con le persone giuste, prodighe di spiegazioni, con quell’antica sapienza e quell’accento meraviglioso…. bè è un’esperienza indimenticabile. La prima tappa è stata La Fattoria di San Michele a Torri, che dista una decina di km da Firenze, in una zona di dolci colline. ‘200 ettari di terreno, di cui 50 coltivati a vigneto, 30 a oliveto e la parte restante a seminativo e bosco, la Fattoria di San Michele si trova praticamente a cavallo delle zone vinicole del Chianti Colli Fiorentini e del Chianti Classico. Un habitat particolarmente vocato alla viticoltura, dove nascono vini rossi profumati, vellutati e di grande carattere’.

Abbiamo passeggiato attraverso la tenuta, respirando l’aria buona di una terra pulita, dove i maiali di cinta vivono all’aria aperta e mangiano cose buone. Le vigne producono un vino delizioso e gli ulivi vengono potati con una maestria che emoziona. E per questo poi li premiano con frutti che danno un olio che ho già assaggiato e che, vi garantisco, è davvero buono.

lau4lau5

Alla fine della passeggiata abbiamo assistito (e io sotto sotto agli alberi) ad una lezione di potatura, dove ho capito che io ho sempre sbagliato tutto, e ho fatto sempre il contrario di quello che si deve fare. Tagliavo i rami buoni e lasciavo quelli da tagliare. Bè almeno ora l’ho capito. Ho provato anch’io a potare, con i loro attrezzi all’avanguardia. Mica con le cesoie che uso ioooo. Mitici i loro ‘potini’ (potatori), uomini speciali, depositari di un’arte antica interpretata secondo i propri criteri, ‘perchè non ce n’è uno che pota uguale agli altri, ognuno ha la sua tecnica’.

lau6lau7

E dopo una breve visita all’orciaia, dove abbiamo ancora goduto della vista del loro prezioso olio, è arrivata la pausa ristoratrice, durante la quale abbiamo assaggiato, (bè insomma, proprio solo assaggiato no, visto che si è fatto primo, secondo, terzo, quarto giro e abbiamo detto stop, sennò scoppiavamo) prosciutti, filetto, lardo, finocchiona (prodotti da loro) e formaggi freschi e stagionati, accompagnati dal pane integrale caldo (di farina biologica prodotta da loro), bevuto i loro vini, e mangiato con gusto le loro mele biologiche. Giuro che di mele così non ne ho mai assaggiato. Ne ho comprate un pò e ancora le centellino.

lau8

Quindi, andando incontro al tramonto, siamo arrivati negli uliveti del Castello di Nipozzano, dei Marchesi de Frescobaldi. Abbiamo assistito anche li ad una lezione di potatura, diversa dalla precedente, comodamente sedute in un prato pieno di margherite e viole, circondate da un panorama che toglieva il respiro.

lau9lau10lau11

Mondo affascinante quello del Laudemio, bisogna sentir parlare i produttori, o i responsabili di questo incredibile processo di produzione e trasformazione, guardali negli occhi mentre ne parlano, per capire quanto amino il loro lavoro e la loro terra bellissima.

Ancora una sosta nel Castello, nella sala accanto al camino acceso, dove un’amabile cuoca ci ha fatto trovare una crostata fantastica, caffè caldo e thè. E la favola del Laudemio almeno per quel giorno si è conclusa.

lau12

Sembra davvero un’atmosfera di altri tempi, arricchita da sapori buoni come quelli di una volta, che ogni volta vengono offerti con una delicata ospitalità.

Comincio a sentirmi a casa in questo luoghi. Spero di tornarci presto.

E se passate da quelle parti, fateci un salto anche voi. Vi stupirete e potrete fare anche voi la stessa esperienza.

Alla prossima

_MG_9401

SHARE:

23 gennaio 2014

L’olio e i dolci tesori nascosti di Bitonto

bit

Lascio ancora una volta che siano i sapori della mia Puglia a parlare per me. E’ stato un salto, ma davvero un salto di mezza giornata, in questa città conosciuta bene di nome, ma mai visitata abbastanza. E ho scoperto ancora quanta bellezza la mia regione può regalare. E soprattutto quanta laboriosità e fantasia può generare tanta bontà.

Siamo figli di una terra generosa, baciata davvero dal sole. E la sua luce la avverte colui che mette piede per la prima volta qui, in mezzo agli ulivi e alla terra scura. E noi la ritroviamo al ritorno da altri posti e ce ne stupiamo sempre.bit2

Sono stata invitata a partecipare all’ultima tappa del Girolio, splendida iniziativa dell’Associazione Città dell’Olio, che ha toccato terre d’Italia ricche di ulivi e di mani che  raccolgono e producono questo dono prezioso che è l’olio extravergine di oliva. Data un pò scomoda, proprio sotto Natale che mi ha permesso di organizzare al volo solo un salto per un giorno. Ma è stato intenso e ricco di nuove conoscenze e di cose belle da vedere e imparare.

bit4

Certo l’inizio è stato dolcissimo. Incontro le altre foodblogger partecipanti (Patty, Benedetta e Cristiana) in un posto ideale per noi amanti golosone del cibo. Una ‘capatina’ al laboratorio di pasticceria artigianale Boccabò di Amedeo e Mariella Savoni, dove io arrivo in ritardo e baldanzosa, sicura delle mie certezze pugliesi, del fatto che quasi quasi vi parlo io delle nostre specialità. E a chiudermi la bocca (in tutti i sensi) trovo delle prelibatezze a me sconosciute, i boconotti di ricotta e pasta sfoglia sottilissima e i cannoli di pasta di cartellate e crema, ma buoooone, così buone che c’era da emozionarsi per davvero. E poi scopriremo andando in giro per la città che questo laboratorio è il più famoso e tutti tutti quanti si servono da loro e serve un largo anticipo per prenotare i loro vassoi pieni di dolci.

E così continua la nostra passeggiata alla scoperta di antichi forni, che  sfornano focacce ricche di patate e olio,  pane bollito e poi cotto, e dolci strepitosi.

bit6 bit3

E ad ogni angolo è la città stessa che ci stupisce, regalandoci scorci affascinanti. E la nostra guida preparatissima Chiara Cannito ci racconta la sua storia.

E tra viuzze e archi magici, piazze lastricate ancora di chianche,  una lezione di orecchiette tenuta a casa sua dalla mitica suocera di Chiara, e una lezione di fotografia analogica del cognato di Chiara, si è conclusa la mattinata a Bitonto, fino ad un break tipico a base di purè di fave bianche e cicorie, friselle al pomodoro e i cannoli alla crema di Boccabò (gnammmm).

bit8 bit7 bit10 bit11

Nel pomeriggio siamo andati a visitare un’azienda particolarissima. Il Feudo della Verità, della famiglia Delorusso, è un’azienda che produce e trasforma sia olive, che mandorle e ciliege, gestita dalla giovane e in gamba  Francesca Delorusso, brava padrona di casa che ci ha fatto da guida.

bit12 bit13 bit14 bit15

Qui abbiamo brindato con l’olio nuovo e non abbiamo potuto resistere alla tentazione di assaggiare le mandorle zuccherate ancora calde, che loro producono e vendono anche online.

mandorle

Tante le cose da fare, assaggiare e vedere in questa bella città. Tante le sorprese riservate a me che sono pur  pugliese.

Ed è arrivata in fretta la sera.

Che vita fantastica quella delle foodblogger!

E che cose uniche organizza l’Associazione Nazionale Città dell’Olio!!!

SHARE:

22 novembre 2013

Il profumo dell’olio buono. Laudemio e la magica Toscana

laudemio3

Quando la nebbia avvolge tutto, ecco che si aprono le porte di un mondo nuovo. Se poi la nebbia cala in terra di Toscana, ecco che tutto sembra una magia.

Già ero felice, di andare a Firenze, città che adoro. Poi li avrei potuto abbracciare la mia Laura e Patrizia e già mi batteva il cuore. Poi l’invito ricevuto, da me subito accettato con entusiasmo, mi avrebbe permesso di entrare in un mondo ai più sconosciuto, fatto di profumi incantevoli e di gesti antichi, uniti alla precisione e alla voglia di perfezione di chi ama davvero la propria terra e il proprio lavoro. E così siamo entrati nel mondo di LAUDEMIO. ‘Nel Medioevo il laudemio era il fiore del raccolto, la parte destinata alla tavola del signore’ e così i migliori produttori di queste magiche terre hanno deciso di continuare ad offrire il miglior olio della zona e si sono riuniti in un’associazione.

_MG_3924

Hanno invitato alcune blogger, me compresa, e ci hanno fatto conoscere il loro bellissimo progetto, realizzato nella loro terra. Tanto tempo fa, ci raccontano, alcuni tra i più scrupolosi produttori, strinsero un patto, governato da regole ferree, per poter creare un olio eccellente, che potesse rappresentare il meglio del meglio, da offrire ai cultori del buono per le loro tavole. E così stabilirono delle direttive rigidissime per la selezione delle cultivar, del tempo di raccolta, del momento della frangitura, dei sistemi di lavorazione, filtraggio e conservazione, per poter garantire un prodotto davvero unico.

_MG_3944

Tutto questo lo abbiamo imparato dalle lezioni che ci hanno regalato nei campi dove si raccoglievano le olive, immersi nella nebbia, ricchi di profumi. Nei frantoi (dell’azienda Marchesi de’ Frescobaldi, Castello di Nipozzano, Pelago e nell’azienda Gonnelli 1585, Santa Tea, Reggello) abbiamo assistito alle varie fasi che vanno dal lavaggio e pulizia delle olive, private della polvere, delle foglie e delle eventuali impurità, alla frangitura, fino all’assaggio dell’olio ancora caldo appena prodotto. Incantevoli le antiche orciaie ancora intatte, e stupefacenti i sistemi altamente tecnologici dei frantoi visitati. _MG_3987

Come magico è stato anche il momento del pranzo, che si è tenuto nella tenuta dell’azienda Marchesi de’ Frescobaldi, dove abbiamo potuto gustare piatti della tradizione, come zuppa di orzo e legumi, chianina con verdure al vapore, e un delicatissimo souffle al cioccolato con panna semimontata. Servito il tutto con una selezione raffinatissima di vini della cantina Frescobaldi.    _MG_4071 _MG_4083_MG_4086_MG_4090

Interessante il corso per la degustazione dell’olio che ci ha insegnato quanto poco si sa di questo mondo, dove ogni sfumatura del colore e del gusto ha un significato e una origine ben precisa. Corso che tutti quanti dovremmo fare per abbinare in maniera corretta l’olio alle nostre pietanze. _MG_4107

Se le persone che ti accompagnano in questo tour sono molto simpatiche e professionali, se riescono a  regalarti una giornata in posti incantevoli, perfino la nebbia e la pioggia possono trasformarsi in un delicato pennello di un pittore che sfuma i contorni e ti regala la poesia.

laudemio4

Ringrazio Laudemio per l’invito graditissimo e condivido con chi passa di qui la felicità di aver vissuto questo incontro.

Alla prossima…

_MG_4036

SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI