
11 settembre 2020
Plum cake mele e confettura di ciliege
8 marzo 2016
Torta rosa di mele
Da stamattina si parla di donne. E di auguri. E la forla urlante… urla no alle mimose, alla festa, al non trattare le donne come categorie da festeggiare. La folla urlante dice che bisogna ricordare che questa è una festa triste, in memoria di donne che sono morte in una fabbrica… ecc..
E io penso che non si parla solo oggi di donne. Ma lo facciamo tutti i giorni. Sempre con amarezza. Leggiamo di donne violentate, non rispettate, tradite, sfruttate, ignorate, zittite, picchiate, ridicolizzate, maltrattate, bruciate, sfregiate. Ovunque, in ogni paese, in ogni istituzione, in tutti i sud e i nord del mondo, in ogni casa dove c’è un uomo che detta legge e crede di essere superiore. Uomini che non sanno o non vogliono leggere negli occhi delle donne. Non rispettano il loro lavoro e la loro capacità di saper stare comunque al loro fianco, pazientemente. Donne che sanno mettere da parte in una parte profonda del loro cuore torti e tradimenti, per andare avanti.
E’ vero, ci sono anche donne stronze. Ma sono poche.
Io conosco solo donne fantastiche, che ogni giorno hanno più di una lotta da portare avanti. Ed è per loro che oggi dico che voglio festeggiare, con il sorriso, a mio modo con una torta fatta velocemente perchè due amiche verranno ad abbracciarmi qui a casa e con loro prenderemo un thè e ci stringeremo le mani, per dirci l’un l’altra che siamo forti e belle. Ma forti e belle per davvero. Perchè conosciamo le nostre storie (e si, ce le raccontiamo noi!) e sappiamo quello che ci vuole per sorridere al mondo e ai figli, per dire ‘va bene così, nessuno mai mi sconfiggerà. E ci sarò sempre per proteggervi’. Perchè anche tra le lacrime sappiamo farci delle forti risate, che ci ricaricano subito. Perchè ci basta poco per essere felici. Una telefonata dei figli lontani, un caffè, un libro regalato, un messaggio con su scritto ‘come va?’, per aggiustare la giornata.
E oggi vorrei tanto festeggiare con tutte le mie belle amiche che riempiono la mia vita con la loro allegria. Antonella, Liana, Simonetta, Anna, Claudia, Laura, Caterina, Titti, Marcella, Clara, Sara, Tina, Maria, Francesca, Valentina….. e tutti i nomi di tutte le donne del mondo. Ne conosco tante, tante, e di tutte ho ascoltato le parole.
Tempo fa organizzai uno ‘swap’ che si chiamava ‘Parole di carta’, bellissimo, dove invitavo la gente a scrivere un racconto vero o inventato e a inviarmelo. Ebbene non si può immaginare quante storie di vita vera mi arrivarono, parole piene di gioia, di sfogo, di delusione, di felicità. E le conservo tutte gelosamente in una scatola verde bosco, legate con un nastro rosso, come si usava una volta.
Ma ora, aspettando che suoni il campanello, mentre questa giornata volge al termine, voglio solo dire grazie, fare un augurio a tutte noi e gridare al mondo ‘evviva le donne’.
Torta rosa di mele
- un foglio di pasta sfoglia rettangolare
- una mela bio
- uvetta sultanina
- due cucchiai di marmellata di arance o albicocca
- zucchero a velo
- cannella a piacere
Mettere l’uva sultanina in ammollo in acqua tiepida o liquore.
Srotolare sul tavolo la pasta sfoglia.
Lavare la mela, asciugarla bene, tagliarla in quarti, privarla dei torsoli e tagliare tante fette sottilissime.
Distribuire sulla pasta sfoglia la marmellata. Tagliare delle strisce large almeno 3,5 cm.
Mettere su ogni striscia qualche acino di uva sultanina.
Sistemare per la lunghezza di ciascuna striscia le fette di mela.
Piegare a metà e cominciare ad arrotolare formando una ‘rosa’ che metterete al centro di una teglia coperta da carta da forno.
Continuare a distribuire le fette di mela sulle altre strisce e sistemarle ‘di continuo’, avvolgendo la rosa centrale.
Cuocere in forno a 180° fino a quando si cuoce la sfoglia. Fare attenzione a non far bruciare le mele.
Servire calda o tiepida con abbondante zucchero a velo misto a cannella.
7 settembre 2015
Kaiserschmarrn e racconto del viaggio a San Candido
Eccomi, son tornata. Ammazza che pausona questa volta. Ma è stata un’estate intensa, piena di lavoro, di trullo, di figli e di amici. Facebook racconta meglio di me tutte le storie. Ma qui ho voglia di condividere almeno qualche foto e qualche ricetta, come si fa tra amici al ritorno di un viaggio.
Protagonista di questa estate è stato il caldo, che ha generato sui social post contrastanti, chi inneggianti chi morenti, come quelli che ho scritto io. Io non amo il caldo, e soprattutto un’afa che si è meritata nomi infernali, quali Caronte e Acheronte. E per questo e per evitare che mi prendesse un coccolone sono scappata in montagna, dove agognavo relax di passeggiate livello 1 e piedi nel ruscello ghiacciato ogni 5 minuti con pausa per leggere un libro, sdraiata nell’erba. Invece, godendo della compagnia di marito e amici iperattivi con buone gambe, diciamo che… non è andata proprio come credevo. Però sono stata ripagata da spettacoli emozionanti, serate bellissime e cibo davvero buono, come quello che si mangia a San Candido, ai confini con l’Austria.
Ho passeggiato in mezzo a valli verdissime, respirando aria fresca e profumata di erba appena tagliata. Mi son riempita gli occhi di cieli immensi e cime di montagne abbracciate da nuvole. Goduto di serate di pioggia, aria frizzante e canti, intorno ad una tavola piena di canederli, tagliatelle con ragù, stecche arrostite con patate piccanti, e dolci come il Kaisershmarn, commovente nella sua semplicità.
Sono stata benissimo. Son tornata cantando. E una volta a casa, anzi al trullo, ho fatto ancora altre cose. Lavori per un nuovo progetto al trullo…. Una cena in bianco con amici venuti da lontano e amici del posto venuti per conoscerli. Incontri nel mare del Salento per conoscere posti ancora a me sconosciuti della terra mia. Mi è venuta voglia di raccontare non solo viaggi, ma anche persone, con le loro storie e i loro progetti di vita…. ma di questo ne parlerò prossimamente.
Per ora… sono solo tornata e vi lascio una ricetta buona buona. Non mia, ma presa da qui.
Kaiserschmarrn (frittata dolce con marmellata di mirtilli e composta di mele)
Ingredienti (per 3 porzioni):
- 3 cucchiai di farina
- 3 uova
- 1 pizzico di sale
- 1 cucchiaino / 1 cucchiaio di zucchero (a seconda dei gusti)
- 1 cucchiaino di zucchero vanigliato
- un po' di latte
- 1 goccio di rum (facoltativo)
- una manciata di uvetta (facoltativa)
- burro o burro chiarificato
- zucchero a velo
Preparazione:
Sbattere farina, sale, zucchero, zucchero vanigliato e latte con una frusta fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere le uova e il rum.
Riscaldare leggermente una padella e sciogliere un po' di burro o di burro chiarificato. Versare il composto nella padella e cospargere con dell'uvetta. Cuocere il Kaiserschmarren a fuoco basso e con il coperchio da un lato fino a quando è dorato, rigirarlo, coprire nuovamente con il coperchio e continuare brevemente la cottura.
Tagliare il Kaiserschmarrn a pezzi, cospargere con un po' di zucchero e aggiungere ancora un po' di burro o di burro chiarificato. Mescolare il tutto e lasciar caramellare brevemente a coperchio chiuso.
Cospargere il Kaiserschmarrn con zucchero a velo e servire con marmellata di mirtilli rossi, composta di mele o di prugne.
22 maggio 2015
Una pagina di diario e le rose di sfoglia con mele e uvetta al rum
E continua il mio diario romano, con le mie nuove scoperte, e la voglia di fare e organizzare sempre più piena di entusiasmo. Ora sono alle prese con la terrazza, cosa preziosa in una città come questa. Aveva bisogno di lavori per essere rimessa a nuovo e ora siamo in ballo con operai, intonaco, pitturazioni, idropulitrice, fogature da rifare, piante da comprare, arredo da inventarsi…. il tutto si spera a prezzi mooooolto economici. Infatti vedremo un pò cosa partorirà la mia fantasia con i pallet. Chi ha soluzioni belle ed economiche mi scriva pure. Ora mi ritrovo nella veste ormai a me nota di capocantiere che combatte con ritmi lenti di operai che non capisco molto quando parlano perchè usano un linguaggio molto personale. ‘Signora hai tobo?’ Oppure, ‘Signora pe piascere mi dai muscio?’… ecc… Questo vorrei annotarlo per un libro che avrei voluto scrivere tempo fa… Ricordate il muratore del trullo che metteva la parola ‘ciabbattola’ ovunque, con una mimica che faceva da supporto per le varianti di significato? Quello dell’intonaco di Bressanone?
Per il momento sono contenta al sol pensiero di quello che qui organizzerò, delle persone che inviterò, e delle cose buone che preparerò. Intanto comincio a fare un elenco, spero di non dimenticare nessuno. Ma come per tutti i miei progetti, già immagino una bella serata di estate, con profumi di fiori intorno, musica e amici ……. Vedremo.
Per ora si lavora, si organizzano corsi di cucina, cene social con l’aiuto di amici, e si studia alla ricerca di ricette sempre più semplici e sempre più light. E laddove manca il ‘light’, si opta per il buono che fa bene al cuore. E questa ricetta di oggi che ormai impazza sul web su tutti i blog e su tutte le bacheche di facebook, l’ho fatta anch’io e devo dire che è davvero un’ottima idea veloce, valida per colazioni raffinate, per il caffè con le amiche, dolce per cene improvvise, e per momenti che hanno bisogno di dolcezza.
Rose di pasta sfoglia con mele e uvetta al rum
per 8 rose
- un rotolo di pasta sfoglia
- due mele biologiche
-una noce di burro
- un cucchiaio raso di zucchero di canna
- una scorza di limone grattugiata
-un cucchiaio di uvetta ammollata nel rum
Lavare per bene le mele. Tagliarle in quattro spicchi e privarle di torsoli e semi. Tagliare ogni pezzo a fettine e metterle a rosolare per qualche minuto in una padella larga con il burro, il limone e lo zucchero di canna. Devono rimanere sode.
Ricavare 8 strisce con la pasta sfoglia. Lungo ciascuna striscia e sulla metà superiore, distribuire le fettine di mela accavallate facendo in modo che sporgano un pò dal bordo. Aggiungere qua e la l’uvetta precedentemente ammollata nel rum e ripiegare sulle mele la parte inferiore della sfoglia.
Quindi arrotolare questo nastro per formare delle rose.
Infornare a 180°/200° fino a doratura.
Servire tiepide e spolverizzate di zucchero a velo ( e cannella per chi gradisce)
7 aprile 2015
Et voilà…… il mio corso di Pasticceria Francese
Qualche giorno fa i miei abbracci erano molto ambiti. Perchè ero circondata da un profumo davvero buono. Profumo di zucchero e bacche di vaniglia, di crema chantilly, di creme agli agrumi, di sfoglie e frolle e caramello e mou. E abbracciarmi portava felicità. La stessa felicità che io ho provato e vissuto per due giorni quando ho deciso di seguire un corso di pasticceria francese organizzato dall’Istituto Eccelsa (*). Ogni tanto, in preda alla mia voglia di imparare, mi iscrivo e seguo alcuni dei tanti corsi che organizzano. Sono fantastici! sempre interessantissimi, con postazioni singole, come piace a me, con tutta l’attrezzatura che serve e con docenti preparatissimi e serissimi che ti tengono incollata con le loro spiegazioni per 8 ore al giorno, per due giorni, e ti fanno mettere ‘le mani in pasta’ e ti insegnano davvero tanto. Belli tutti i corsi che organizzano, rivolti sia agli esperti nel settore con corsi di specializzazione, che ai semplici appassionati di cucina che vogliono partecipare a corsi amatoriali, ma di alto livello. E poi soprattutto ora che, oltre ad essere la sede della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C), è anche la sede della Federazione Italiana Pasticceria Gelateria e Cioccolateria (F.I.P), è diventata davvero un serio punto di riferimento per chi vuole fare di quest’arte la sua professione.
Così ho conosciuto Rita Busalacchi (**), ex collaboratrice del notissimo Luca Montersino e grande appassionata di pasticceria francese. Siciliana doc, è riuscita a coniugare grande professionalità, autorevolezza e simpatia travolgente, in due giorni di corso. Chiarissima nelle spiegazioni, tanto da far sembrare naturale qualsiasi procedimento complicato, fortemente motivante nei momenti di incertezza (miei), capace di alleggerire con simpatia i momenti di stanchezza, è riuscita a dare un ritmo serrato a questo corso, permettendoci di imparare davvero tante cose, facendoci stupire del nostro stesso risultato. Rita è una donna davvero speciale. Quando parla della sua esperienza francese, dei grandi maestri pasticceri da cui ha imparato l’arte della raffinatezza nei dolci, le si illuminano di entusiasmo i suoi bellissimi occhi azzurri. Sono occhi capaci di sognare i suoi, sia quando parla del suo lavoro che è la sua passione, che quando parla della sua terra, la Sicilia, ricca di profumi e sapori unici. E così siamo stati ‘catturati’ dalle sue belle lezioni. Volete un’idea del nutrito programma di lavoro che abbiamo seguito? Abbiamo imparato a preparare:
- un’originale Tarte Tatin, profumata di mele e caramello,
- la Tartre citron-meringue con crema al limone e meringa italiana,
- la torta Profumi di Sicilia con crumble di mandorle, Biscuit al limone e crema all’arancia e limone
- la Torta Sinfonia di cioccolato, con sucrèe al cioccolato, biscuit al cioccolato e cremoso al cioccolato e Chantilly al cioccolato bianco e vaniglia
- la Torta Dolce pistacchio, con biscuit Trocadero al pistacchio, gelèe al lampone e crema pasticcera
- gli Eclair alla nocciola, con ganache montata e croccante alla nocciola
- Pate a choux e craquelin per le Religieuse
- la Saint’Honorè di croccante sfoglia e choux ripieni di crema e tuffati nel caramello
Insomma, si sente il profumo????
Grande corso, grande pasticcera e grande scuola. Se vi è venuto il desiderio, c’è ancora un’altra data disponibile, il 29-30 aprile p.v. E potrete vivere anche voi la mia stessa esperienza… profumata e dolce.
(*)ECCELSA è stata riconfermata, anche per il 2015, unica sede formativa ufficiale per il sud Italia della Federazione Italiana Cuochi (F.I.C.), l’ente di categoria che associa cuochi professionisti, chef patron, ristoratori, docenti e allievi degli istituti alberghieri sul territorio nazionale. Un importante riconoscimento per ECCELSA, al quale si affianca il prestigio di avere in programmazione percorsi formativi consigliati dalla F.I.C. stessa.
Da pochi giorni, ECCELSA è diventata anche sede formativa ufficiale regionale della Federazione Italiana Pasticceria Gelateria e Cioccolateria (F.I.P.), unica per la provincia di Bari, Brindisi e Taranto. Una collaborazione nata per promuovere nuove e interessanti attività a livello formativo e informativo legate al mondo dell’arte dolce, di cui ECCELSA è espressione. Una collaborazione che nasce dalla condivisione di intenti e valori tra cui la formazione di alto livello per i professionisti, l’organizzazione di eventi, la promozione e lo sviluppo del comparto artigianale tipico italiano. Un contesto d’eccellenza all’interno dei quali i corsi di pasticceria ECCELSA hanno ottenuto il riconoscimento di “Corsi Consigliati da F.I.P.”. La F.I.P. è un comparto della Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria operante nel settore dell’arte dolce. Con una presenza radicata su tutto il territorio italiano, annovera fra i propri associati pasticceri, gelatieri, cioccolatieri e cuochi e mira a unire le diverse realtà esistenti per rafforzarne la collaborazione e ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.
(**) Rita Busalacchi, nata a Palermo, inizia il suo percorso formativo nel mondo dolce presso la Boscolo Etoile Academy dopo aver conseguito una laurea quinquennale all’università di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche di Palermo.
Da sempre appassionata di pasticceria e di chimica, trova il modo di unire le sue due passioni quando nel 2011 incontra lo chef Luca Montersino, con cui inizia una collaborazione professionale. Le sue conoscenze chimiche, combinate alle forti tecniche e basi di pasticceria dello chef Montersino, danno vita alla stesura di ricettari e di due libri pubblicati nel 2012, «I Marzagiochi» e «Peccati Mignon», nei quali sono stati fatti studi approfonditi su materiali gelificanti alternativi.
Oltre alla forte passione per la chimica, coltiva da anni una grande passione per la pasticceria francese sulla quale basa molti dei suoi studi e, nell’estate del 2014, consegue due importanti esperienze lavorative presso la Michalak Masterclass (chef pasticcere di Alain Ducasse) e presso il rinomato laboratorio di Pierre Hermè a Parigi.
14 febbraio 2015
Torta di mele e marmellata dal quaderno di ricette della mamma
14 novembre 2013
Torta di mele e marmellata di melecotogne (Apple pie with quince jam)
Ore 6,30, praticamente fuori non c’è luce, anzi non c’è niente. Tutto è avvolto dalla nebbia, quella fredda di un nuovo inverno che arriva e scompare. Ancora in pigiama metto sul fornello la caffettiera e, come tutte le mattine, nel frattempo, prendo appunti per il giorno. Riordino un pò di libri e cadono foglietti. Appunti di ricette rubate qua e la, appuntate velocemente o regalate.
I quaderni di ricette, che ancora abbiamo, e che di tanto in tanto riprendiamo, nostalgicamente, si sfogliano come un album di foto e ci riportano alla mente persone che abbiamo incontrato o cose buone che non vogliamo dimenticare, assaggiate a casa di qualcuno.
E ti ritrovi pezzi di carta strappati da un’agenda di fortuna, o bigliettini, o addirittura fazzoletti di carta quasi disfatti, con ricette che magari non hai mai fatto, ma che aspettano con pazienza che ti ricordi di loro.
E così oggi, prendo tra le mani un foglio a quadretti piccoli, strappato a metà, con la mia scrittura e mi torna in mente un ricordo di qualche anno fa.
Era una giornata di primavera e stavo andando verso la mia campagna (quella del trullo di ora). Procedevo e, come al solito tutto mi faceva sognare. Le meravigliose case di campagna in pietra, o le nostre bellissime, immense masserie, proprietà di infiniti eredi litigiosi, pezzi di terra che avrei voluto comprare e coltivare ecc…. quando avverto che intorno a me c’è una novità. Una casa bellissima che avevo tanto desiderato comprare ma mai potuto, era stata evidentemente venduta e c’erano operai che avevano già avviato la ristrutturazione. Stupita mi son fermata e, dato che mi sentivo ‘del posto’ chiedo di conoscere i nuovi proprietari… un pò come atteggiamento di ‘benvenuto’. Mi vengono incontro i nuovi proprietari e facciamo subito amicizia. E che fai tu e che faccio io, scopriamo di avere in comune la passione per la cucina. E così inizia uno scambio di inviti, di assaggi, di corsi tra di noi e di ricette scambiate. La cosa bella è che uno dei due viene dalla Germania e così mi insegna un’insalatona di cetrioli e wurstel e patate che non conoscevo, di quelle che ti mettono il buonumore… e io a lui insegno a fare la crostata, il pane nostro, e non ricordo che altro…
E tra un caffè e un thè, un giorno assaggio la torta di mele più buona della mia vita. Buona perchè stracarica di burro buono, di mele buone, di scorza di limone e alta quattro dita e sofficeeeeeeee. Insomma quel giorno ho preso al volo la ricetta e, presa dal solito ritmo impazzito della mia vita, non son mai riuscita a prepararla.
Ora, dopo qualche anno, questi miei amici son tornati in Germania, hanno aperto un bellissimo bar/ristorante color lavanda, con poche camere, vicino ad un bosco di Hannover. Sembra una favola. Con i loro cavalli, i loro cani, ora sono li, che preparano piatti pugliesi buonissimi a chi passa a trovarli. Hanno successo e sono felice per loro. Mi dicono che preparano anche la mia crostata preferita di ricotta e marmellata.
E oggi, pensando a loro, ho preparato la loro torta di mele, aggiungendo solo un pò della mia marmellata di melecotogne, imbarattolata due giorni fa, che volevo proprio assaggiare.
Ed è venuta buona, ma buona davvero, la torta dei miei amici Fabri e Burk.
Torta di mele e di marmellata di melecotogne di Fabri e Burk. (English recipe below)
- 300 g di farina
- 300 g di zucchero (anche di canna va bene)
- 200 g di burro
- 4 uova
- una bustina di lievito per dolci
- 4 mele (gialle, verdi, rosse… a piasèr)
- un barattolino di marmellata di melecotogne (*)
Montare a crema il burro e lo zucchero. Aggiungere uno alla volta i tuorli. Aggiungere la farina e il lievito setacciati e amalgamare. Montare leggermente gli albumi (nel senso che non devono essere proprio a neve) e versarli nell’impasto, inglobandoli con delicatezza.
Imburrare e infarinare una teglia da forno. Versare l’impasto.
Lavare le mele e sbucciarle tutte meno quelle rosse. Tagliarle a fette sottili e infilarle vicine vicine a testa in giù nell’impasto, alternando per coreografia qualche fettina di mela rossa. Mettere la marmellata di melecotogne in un saccappòsc (mi piace chiamarlo così ihihih) con beccuccio liscio e infilare la marmellata qua e la tra le fette di mela. (non tutte, poi decidete secondo il vostro gusto).
Spolverizzate con la mano un pò di zucchero sulla superficie della torte e cuocete in forno caldo (200°/220°) fino a quando dalla prova stuzzicadenti non risulterà cotta (circa mezz’ora).
(*) per la marmellata di melecotogne: lavare le melecotogne, eliminare il torsolo e tagliarle a pezzi piccoli. Versare acqua nel rapporto peso 1 a 5 (200 ml di acqua su 1 kg di frutta). Cuocere finchè la frutta si disfa. Aggiungere 300 g di zucchero per 1 kg di melecotogne e far cuocere finchè comincia a rapprendersi. Passare tutto al passaverdura. Imbarattolare e fare bagno maria.
Apple pie with quince jam
- 300 g flour
- 300 g sugar (also brown sugar is fine)
- 200 g butter
- 4 eggs
- A packet of baking powder
- 4 apples ( yellow , green, red ... as you like it )
- A jar of quince jam (**)
MIx butter and sugar. Add the egg yolks one at a time. Add the flour and baking powder and mix . Lightly whip the egg whites and pour in the mixture, embedding them gently.
Butter and flour a baking sheet . Pour the mixture .
Wash apples and peel them, but not the red ones. Cut into thin slices and insert them in the mixture , alternating a few slices of red apple. Put the quince jam in a pastry bag with plain tip and thread the jam here and there among the apple slices (not all , then decide according to your taste ) .
Sprinkle with the hand a little sugar on the surface of the cake and bake in a hot oven (200°/ 220°) until the toothpick test will be dry (about half an hour) .
(**)quince jam: Wash quinces, remove the core and cut into small pieces. Pour 200 ml of water in 1 kg of fruit). Cook until the fruit is soft. Add 300 g of sugar per 1 kg of quinces and cook until begins to thicken. Go all mill. Pour into jars and boil them into hot water.
.
8 aprile 2013
Crumble di mele, profumato al succo d’arancia.
E buongiorno a voi. La mia vita si sa è rappresentata da alti e bassi, da sprizzi e guizzi. E anche le parole hanno un ritmo da cui traspare, cristallino, il mio stato d’animo del momento. Quello di stamattina è pieno di luce e di energia. Positivo, ma anche critico, anzi autocritico. Ma con la positività di chi intende rimediare. Mi guardo intorno e vedo progetti iniziati con slancio ed entusiasmo, che all’improvviso si sono arenati, per far spazio ad altre priorità. Perdendo la spinta finale, sembrano addormentati. E li rivedo solo quando mi accorgo di chi, come nella favola della tartaruga e della lepre, parte piano e, con costanza, procede fino alla meta, sorpassandomi. E dire che son brava a consigliare, a spingere, a motivare gli altri. E poi vedo che tutti seguono i miei consigli. Farei meglio a mettermi di fronte a me stessa e a farmi un bel discorsetto.
Comunque cominciamo a progettare in piccolo e ‘vicino vicino’ nel tempo. Quindi oggi e domani, va! Oggi, ultima concessione ad una visita di controllo per un dolore al ginocchio e poi, comincerò davvero a fregarmene, perchè ho notato che più si focalizza l’attenzione sui doloretti e più questi diventano importanti, facendo perdere di vista il resto. E si rimane li a lagnarsi e a scoprire che i doloretti sono tanti, sparsi, nuovi e vecchi. E parlando con la gente si scopre che è storia comune. O è l’età o c’è un’epidemia di qualcosa, perchè siamo tutti incriccati e acciaccati, dolenti e lamentanti. E diventiamo noiosi.
Ma si…. sarà la conseguenza di quest’inverno che dura da troppo ormai. (è vero che mi lagnavo anche la scorsa estate che durava da troppo….). Arriverà la primavera e con lei il sole. Mi sdraierò per accettare in maniera diversa il caldo questa volta.
E su, veloce veloce, che troppo tempo dedico alla vita virtuale, sottraendola alla reale, vi lascio una ricetta trovata su un giornale di un supermercato (che se mi pagasse direi pure qual è…) modificata per conto mio, assaggiata e divorata da chi in casa non mangia dolci di solito.
Vuol dire che è buona …. Ciao e buon lavoro a tutti.
Crumble di mele profumato al succo di arancia.
- 200 g di farina 00
- 1 cucchiaio di amido di mai
- 90 g di zucchero + altri due cucchiai
- 90 g di burro
- 2 uova
- un pizzico di sale
- un cucchiaino di lievito per dolci
- succo e scorza di un’arancia grande
- scorza di un limone
- 50 g di mandorle spellate
- 2 mele (meglio se golden)
(per le briciole)
- 70 g di farina
- 70 g di mandorle spellate
- 30 g di zucchero
- 35 g di burro freddo
- liquore profumato a piacere
. zucchero a velo per spolverare
in una ciotola lavorare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e aggiungere una per volta le uova. Aggiungere piano la farina 00, il lievito, il sale, la scorza grattugiata e il succo dell’arancia.
Versarlo in una teglia imburrata e infarinata, distribuendolo in uno strato sottile (a me è venuta un pò alta), con un cucchiaio. Macinare le mandorle e distribuirle sull’impasto.
In una ciotola a parte grattugiare le mele e unirle alla scorza di un limone e all’amido di mais. Distribuirle sulla torta.
Preparare le ‘briciole’ unendo velocemente con le mani la farina, le mandorle tritate, lo zucchero il burro freddo e il liquore, e sbriciolandole con le mani. Distribuirle sulla torta e infornare per 50 minuti a 180°. Fate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.
15 gennaio 2013
Crostata del Sole, con mele, arance e limoni
Ho sognato di danzare. I sogni hanno il potere di influenzare le ore buie della notte e il battito del tuo cuore. Come pure il risveglio del mattino per iniziare la giornata. E l’umore che ti porterai appresso per le ore che verranno. C’è chi dice che sono l’estensione di quello che abbiamo dentro. C’è chi crede nel loro potere premonitore. C’è chi li considera uno spazio ignoto in cui possono incrociarsi dimensioni diverse a noi sconosciute. Io credo che invece li confluiscano i nostri desideri e i nostri timori. E’ uno spazio profondo che viene a galla quando le zavorre della ragione e del buon senso vengono mollati, al buio.
Ed è così che c’è stato un tempo in cui sognavo di essere in bilico su un grande muro dello spessore di un mattone solo, altissimo, che si ergeva da un mare nero in tempesta. E poi un altro tempo in cui sognavo di nuotare in un mare sereno limpido e azzurro dal quale spuntava la punta di un campanile di un paese sommerso, come favola. E poi sogni in cui prendevo la rincorsa e imparavo a volare. E planavo e planavo sulle colline della mia terra, e se mi avvicinavo alla terra, bastava ridarmi una piccola spinta per tornare a volare. Non son mancati i sogni bui dove serpi e cani e uomini cattivi minacciavano i miei figli. E nemmeno son mancate le notti senza sogni, dove avevo l’impressione di non essermi mai addormentata e mi rialzavo stanca.
Ma poi arriva il momento in cui vorresti danzare di giorno e almeno di notte, nei tuoi sogni riesci a farlo. E nel sogno stesso chiudi ancora gli occhi per sentire meglio la musica e ti abbandoni ad essa. E cominci a muoverti, leggera e segui tutti i movimenti che senti dentro. E volteggi, e salti e spicchi il volo, e ti scuoti, e ti fermi, per poi ricominciare. Poi all’improvviso la musica smette, avverti una luce che ti chiama e piombi pesantemente nella realtà di un nuovo giorno che comincia.
Vorrei ritrovare la stessa musica e la stessa leggerezza dei miei sogni, nelle ore del giorno.
Cominciamo con questo giorno allora.
Per ora vi regalo una ricetta che sa di sole e così l’ho chiamata. Provatela… regala emozioni.
Crostata del sole (mele, limoni e arance)
(x la frolla)
- 350 g di farina
- 120 di zucchero
- 120 di burro
- 2 uova
- un pizzico di sale
- mezza bustina di lievito per dolci
(x la farcitura)
- due mele
- due arance rigorosamente biologiche
- un limone grande rigorosamente biologico
- zucchero (un quarto del peso della frutta)
- mezzo bicchiere d’acqua
Amalgamare tutti gli ingredienti della frolla, formare una palla e metterla in frigo per almeno mezz’ora.
Sbucciare le mele e tagliarle a pezzi. Lavare le arance e il limone e tagliarli a fettine con tutta la buccia e aggiungerli alle mele. Aggiungere lo zucchero (un quarto del peso della frutta), il mezzo bicchiere d’acqua e metterli sul fuoco medio. Se si forma la schiuma eliminarla. Far cuocere finchè si consuma tutta l’acqua e rimane una poltiglia dorata e densa.
Stendere metà della frolla in una teglia per crostate, imburrata e infarinata. Distribuire il composto di frutta. Con l’altra metà della frolla formare una grata a proprio piacimento (io uso una griglia, ma quella fatta a mano è uguale).
Infornare a 180° fino a doratura.
Spolverizzate a piacere con zucchero a velo.
7 giugno 2011
Marmellata di fragoline selvatiche, mele e zenzero
- 1 kg di fragoline
- 2 mele
- 300 g di zucchero
- zenzero fresco
In un tegame di acciaio versare le fragoline, le mele tagliate a fettine sottili e lo zucchero. Mescolare e mettere a cuocere a fuoco medio. Far cuocere per un paio d'ore circa, schiumando di tanto in tanto.
Verso la fine, quando manca poco per spegnere, grattuggiare lo zenzero fresco, in quantità sufficienti per soddisfare il proprio gusto. Mescolare. Portare a conclusione la cottura, facendo la prova goccia sul piatto e versare nei vasetti precedentemente sterilizzati.
Chiudere e per essere sicuri che si conservi bene, fare un bagno maria ai barattoli.