4 settembre 2011

Risotto gamberoni e verdure al limone


Prolungamento di questa estate, calda, caldissima e ricca di infiniti colori.
Si vede che le giornate si stanno accorciando e non la si vuole lasciare andare. Tante le cose che si volevano fare e che non si son potute fare tutte.
E allora ci si aggrappa ad un'ora rubata quasi all'alba, al mare.
Alle foto ancora da mettere a posto.
Alle mail degli amici incontrati e alle notizie da inviare loro.
A qualche cena all'aperto, tirando fino alle 2.
Al caffè preso prestissimo in campagna, con intorno ancora il tepore che si affievolisce.
E si comincia a preparare l'elenco dei buoni propositi per il nuovo anno che in realtà inizia proprio a settembre, come da sempre, con l'inizio della scuola.
E palestre e piscine da prenotare, e cose estive da buttar via prima di richiuderle nelle scatole, e pietre e libri da sistemare negli scaffali.
E ricette da pubblicare per non dimenticare.
Come questa, inventata in barca, ma che ha deliziato occhi e palato, in un pomeriggio afoso, tra un tuffo e l'altro, e tra la voglia di fermare il tempo.

Risotto gamberoni e verdure al limone
- due o più gamberoni a persona
- una tazza di riso a chicchi grossi, a persona
- peperone rosso, peperone giallo, carota, sedano
- limone
- aglio
- olio extravergine di oliva

Lessare il riso in abbondante acqua salata, e scolarlo al dente.
Tagliare le verdure a pezzi piccoli e farli saltare in padella con un filo d'olio per due o tre minuti.
Salare e aggiungere al riso.
Privare i gamberoni della testa, lavarli e praticare un taglio lungo la parte dell'addome per togliere il budello nero.
In una padella versare un filo d'olio e uno spicchio d'aglio e far saltare i gamberoni finchè diventano rossi e quindi cotti.
Sgusciarli, tagliarli a pezzi grossi e lasciarne alcuni interi.
Aggiungerli al riso con l'eventuale sughetto rimasto.
Condire con succo di limone e olio crudo.


SHARE:

31 agosto 2011

Viaggio nel mare della Grecia


Arieccomi.
Anche blogger mi ha ri-chiesto la password, perchè mi aveva dato per dispersa.
A volte bisogna fermarsi per ritrovarsi e per ridare un senso a quello che si ha.
E ora sono tornata.
Ho fatto un viaggio. Un viaggio per mare, lungo e pieno di tante cose.
Al momento della partenza mi sentivo come una bottiglia piena, strapiena, che non riusciva più a contenere niente, nonostante gli sforzi di farci entrare qualcosa.
E lungo questo viaggio mi sono svuotata completamente e riempita di silenzio.
Ho trascorso 9 giorni in Grecia, viaggiando in barca a vela e, oltre ai compagni di viaggio, ho avuto accanto a me, intorno e dentro di me, solo il silenzio di un mare calmissimo, e il tempo dilatato di chi deve aspettare che il vento e le correnti decidano la durata del viaggio.
Lontani dalla terra, dalla confusione, dal ritmo frenetico, dall'elenco infinito delle cose da fare, dall'orologio, sei sola, scalza, senza abiti, con i capelli arruffati, con gli occhi gonfi, le parole che si fermano in gola, immobile e cullata dalle onde, con lo sguardo intorno e all'orizzonte, senza più voglia di correre, di leggere, di scrivere, di cucinare, di pensare ad un momento che non sia proprio quello, e con la crescente incapacità di pianificare e muoversi.
Se è questo di cui hai bisogno.
E rifletti, e pensi, e chiudi gli occhi e senti il vento.
E la notte, se dormi fuori, senti intorno solo le cicale e il rumore del mare, e vedi solo stelle.
E appena spunta il sole vedi la prima luce e vorresti fermarti li per sempre.
In ogni posto dove sono andata ho detto 'voglio fermarmi qui'.
A Itaca mi son sentita Ulisse che torna e che ha dentro la voglia perenne del viaggio, e non Penelope che aspetta.
Nel mare ho lanciato una bottiglia piena di promesse e speranze.
Mi son lasciata avvolgere dalle acque blu di Atokos e Meganisi per stemperare il caldo e imparare a lasciarmi andare.
Ho affrontato la mia paura del mare aperto e scuro, lasciandomi trascinare dalla barca, solo legata ad una fune.
Mi son risvegliata una mattina all'alba completamente circondata da vespe che li si chiamano con un nome appropriatissimo, 'sfica', in un posto che sarebbe stato meraviglioso se non fosse stato abitato solo da loro.
E una mi ha pure pizzicata.
E angurie e spremute al sapore di cipolla....
E tzatziki e moussaka ovunque...
E voglia di essere sempre in acqua, sempre e in ogni luogo, quasi fosse il mio elemento naturale, dal quale volevo essere abbracciata e accarezzata.

Ma ovunque andassi, qualunque cosa facessi,  l'inconsapevole parola era sempre 'voglio  fermarmi'.
E piano piano cominci a vedere da lontano tutto, con una prospettiva diversa.
E la paura che hai all'inizio del viaggio, di non farcela a trascorrere 9 giorni galleggiando in solitudine, lascia il posto alla sorpresa che il viaggio è già finito e non sai più camminare sulla terraferma, e non sai più correre, non sai più parlare con la stessa voce di prima, non sai cosa fare il minuto dopo.
E decidi di iniziare tutto daccapo, una cosa per volta, solo le cose e le persone più importanti, con un tempo diverso, che d'ora in poi sarai tu a decidere.
Come ha detto la mia mamma durante una telefonata prima del ritorno: 'non permettere più a nessuno di toglierti il tempo e il respiro così come hai fatto fino ad oggi'.

E' stato bello questo viaggio, ma è stato bellissimo anche tornare.
E da oggi, si proprio da oggi, si ricomincia.
A presto.






















SHARE:

11 agosto 2011

Ritorno a casa dal viaggio dei sogni


Qualcuno mi ha dato per dispersa. E per un pò persa lo sono stata davvero.
Hai voglia a fare la colonna su cui tutti hanno il permesso di appoggiarsi.
Poi un bel giorno non si appoggia più nessuno e la colonna non sa più qual'è la sua funzione.

E' difficile la sensazione che ho provato nei giorni scorsi....
Senso di vuoto nel cuore? passeggiata su un filo sospeso su un burrone?    vertigine continua della mente?
Totale perdita di un orizzonte e del senso di equilibrio?
si tutte queste cose insieme.
Poi all'improvviso torna il primo, torna il secondo e sai che sta per tornare anche il terzo.
Tutti addosso a te e capisci che è questo il tuo posto, è quello che vuoi, è solo questo il tuo equilibrio, la tua aria piena di ossigeno che ti permette di respirare e volare.
Son tornati, non desidero altro...

Possono anche cadere miliardi di stelle, non importa, tutto quello che voglio ce l'ho con me, qui, ora.

Torno presto, ora si che avrò di nuovo voglia di scrivere e cose da dire....
SHARE:

30 luglio 2011

Storia di una casa



Roma, 26 luglio 2008

Era già mezzogiorno e il caldo del mese di luglio picchiava e picchiava.
Certo non era stata una buona idea fissare gli appuntamenti proprio di mattina a partire dalle 10 per finire a ritmo serrato si e no alle 3 di pomeriggio.
E poi Roma, si sa, d'estate ti uccide.
Ma bisognava trovare entro una settimana una casa dove trasferirsi e ormai nessuna di quelle viste corrispondevano all'idea che lei si era fatta del posto dove vivere per il tempo a venire.
Arredate con mobili vecchi e non 'antichi' , piene di polvere e puzze, o troppo piccole, o troppo bohemienne e troppo care, o con troppe scale e senza ascensore..... ecc....
Entrando sfiduciata in un palazzo vecchio e un pò malandato, si stava già preparando all'ennesima delusione. L'ascensore stile Profondo Rosso, scricchiolante, non era certo un buon auspicio.
L'agente immobiliare aprì la porta d'ingresso e il buio pesto avvolse tutti.
Ad una ad una cominciarono ad accendersi le luci.
La prima illuminò il corridoio, pieno di quadri e con le pareti colorate di marrone, troppi quadri e troppo marrone intorno, per una che amava il bianco ovunque.
Già sentiva il peso sul cuore.
Poi entrarono nello studio, verde,  e all'improvviso una sensazione nuova si fece strada.
I libri, tanti, della libreria, erano gli stessi della SUA libreria di casa.
Anche qui quadri ovunque, e in alto un'altra sorpresa. La donna raffigurata in uno di essi era identica a lei. Dall'altro lato degli scaffali, i libri parlano di una laurea in psicologia.Quante coincidenze, pensò!
Uno dei suoi desideri di sempre era studiare e laurearsi in psicologia!!!!
La cucina azzurra.....
Il bagno bianco......
Il salotto Giallo.....pieno di cd, dvd, quadri.... collezioni, insomma un mondo da ascoltare e guardare...
La camera da letto.... lo stesso copriletto di casa...
Non è possibile pensò.... 
Era questa casa ad aspettare lei e a dirle 'prendimi'.
E lei la prese.

Roma 20 luglio 2011

Sto per chiudere la porta.
La porta di questa casa che mi ha dato mille spunti per sognare e immaginare.
I muri di questa casa hanno raccontato tante cose. E mi hanno parlato di chi vi ha vissuto, di cosa ha desiderato, cosa ha sognato, sofferto, deciso, lasciato. 
E ha raccontato della sua vita e di coloro che l'hanno accompagnato.

E dalle finestre che ricordano quella de 'La finestra di fronte', ho ascoltato i suoni dei vicini, le voci dei bambini, ho visto le notti insonni degli studenti sui libri, le passeggiate degli anziani sui balconi, il punto di vista di un regista che a sua volta ha inquadrato le 'mie' finestre; ho visto gli appostamenti dei vigili che appena scattava il minuto appiccicavano multe sui tergicristalli delle auto. E stupita, ho visto topi di fogna che passeggiavano tranquillamente tra la gente incredula, per fermarsi a mangiare qualcosa sul marciapiede.
E nelle notti caldi e insonni di questa Roma e di questa casa che è come una fornace, ho assaporato la carezza del venticello delle 4 del mattino.

E ho visto anziani sostare per tutta la giornata, a parlare del tempo, seduti al bar. Ogni giorno, da quando sono qui.
E poveri ed extracomunitari fare la fila alla Comunità di S.Egidio, e riempire tutta la strada di speranza.
E anziani che trascinano di passo in passo, lentamente, i carrelli della spesa sulla salita, e barboni puntuali all'angolo della strada.... che ti sorridono e chiedono con gentilezza qualcosa.



Mi mancherà tanto questo posto.
Dove ho incontrato per la prima volta la mia Lauretta, dove insieme abbiamo riso per ore e giorni, facendo le sceme cercando di entrare con disinvoltura sul set di un film, e buttate fuori con un urlo 'fuooooooooooooooriiii dal campooooooooooooo'.
Cavoli quanto è stato bello. Bellissimo....

E gli incontri con Enza, Alex, Aurelia...
E i pranzetti veloci con la mia dolce Simonetta....

E il nostro portiere Paolo.... con il suo meraviglioso accento sardo, sempre riservato, puntuale, discreto e soprattutto disponibile, sempre li a risolvere le mie mille dimenticanze.
E Marco del Bar Glorioso? Cosa dire di lui? che fin dal secondo giorno appena ci vedeva spuntare dal portone ci preparava i nostri cappuccini con l'abbraccio di un 'benvenuti in questo quartiere' che ci ha fatto sentire a casa subito?
E che quando invece ci vedeva con le valige ci faceva trovare il cappuccino con su scritto 'buon viaggio'?
Se capitate qui, a Roma al Bar Glorioso, passateci e trovete sempre il sorriso di Marco e la sua allegria.
Mi mancheranno.


Come i libri di questa casa, i sogni sulla laurea in Psicologia, le finestre di fronte, i rumori di questa Roma caciarona, il gattone dell'atrio che si struscia, fa le fusa e non si fa accarezzare, l'odore del Vim che usa Paolo ogni giorno, le ortensie e i fiori che lui coltiva per il condominio.

E tutto quello che ora lascerò dietro la porta e il cancello chiusi.



SHARE:

25 luglio 2011

Spaghetti dell'orto e i muratori


Allora.... 
Il fiume è in piena,
E io ho bisogno del 'troppopieno' per far defluire il 'dippiù'. A farla breve sono di un incazzato che metà già basterebbe. 
Tra i miei amici è diventata ormai proverbiale la mia esperienza con i muratori, che ha avuto come unico effetto, non la soddisfazione di vedere realizzati i miei disegni di casa, ma quello di diventare un'agguerrita persecutrice razzista e classista.
E si, perchè a forza di fare apparentemente il 'capocantiere', ma in realtà il 'garzone du mèst' che fa avanti e indietro per 15 km, più volte al giorno, ho imparato i termini e gli atteggiamenti dei mestieranti e l'odio per la categoria..
E quando vado al deposito dei laterizi, mi servono ormai con sorrisetti sornioni, quando ordino 'u gemènd rapd' (cemento rapido), 'due bancali di poroton', 'un tot di polipan', 'la malta bianca', 'i tùbb ross', '120 mattoni refrattari bianchi', 'il cemento refrattario da impastare con l'argilla', discuto sui vari tipi di 'mulazza' .... ecc... ecc....
e carico anche i mattoni in macchina, e li scarico, 
E nel negozio ci sono solo coloro che fanno le stesse cose che faccio io e che dicono le stesse cose che dico io. L'unica differenza è che sono tutti uomini.
E io, con abiti e capelli impolverati, come loro, in mezzo a loro.
Aspetto solo che qualcuno dica 'à vìst a signòr?' e faccio una strage.
Ma la cosa che mi fa impazzire di rabbia è la lentezza dei miei muratori.
Nel parlare (e la cosa mi sfinisce.....), tanto che prima di dire 'si' o 'no' sospirano, prendono la rincorsa con il fiato e poi, guardando altrove, emettono il fonema. E sembra una sofferenza.
E poi sono lenti anche nei movimenti.
Ieri io seguivo i lavori e scrivevo al computer. A un certo punto ho visto  'u mèst' che con le mani appoggiate al forno, immobile, lo fissava... e così è rimasto per circa 10 minuti.
Il suo aiutante, una mano appoggiata al muro e l'altra alla cintura (senza movimento sexy.....), fissava 'u mèst', per altrettanti 10 minuti.
HO pensato...'stanno meditando', no no, i muratori non meditano..... 'si stanno riposando'... no no, avevano appena cominciato..... 'sono morti' .... magari, così ne trovo un altro, no no no, le spalle si muovevano ogni tanto....
Allora mi sono avvicinata e rivolgendomi ai due sguardi persi chissà dove ho chiesto ' CAFFE'?????'.
E dopo tre sospiri e un lungo momento di riflessione, mi hanno risposto 'si'.
E così ho scoperto che erano ancora vivi.
Ma manco quintali di caffè riuscirebbero a far raggiungere loro un ritmo di lavoro umano e produttivo.
Intanto il mio fegato ne risente.
E pensare che avevo cominciato facendo le domande in italiano e in maniera educata.
E ora mi devono tenere per non mettergli le mani addosso e mi suggeriscono l'idea di una denuncia se dico con le parole quello che dicono i miei occhi....
e io soffro.
Giuro... appena finiscono, seguo un corso di carpenteria e d'ora in poi faccio tutto da me...
Anzi mi sa che non ne vale la pena, i loro silenzi e i loro ritmi mi stanno svenando e non potrò fare più niente per i prossimi 50 anni.

Bene, lo sfogo è finito, mi sento un pò meglio, per stasera è andata....
Domani........
o no, domani alle 6,30 devo essere di nuovo sul 'cantiere'..... ARGHHHHHHHHHHH.
Posto una ricetta che a vederla non sembra un granchè, ma a mangiarla è profumatissima

Spaghetti veloci con 'quel che sta nell'orto'

- peperoncini friggitelli 
- cipolla
- sedano
- pomodori
- prezzemolo
- basilico
- olive snocciolate
- olio extravergie di oliva
- cacioricotta

il bello di questa ricetta è che dovete avere l'orto.
E tutti gli ingredienti (olive e olio a parte) devono essere raccolte in quantità abbondante, poco prima di essere cucinati.
Quindi.....subito dopo aver 'calato' gli spaghetti nell'acqua che bolle, mettere in una padella larga, olio, cipolla,        prezzemolo, basilico, pomodori, olive, sedano e peperoni. 
Scolare gli spaghetti al dente e saltare in padella con un pò di acqua di cottura.
Aggiungere ancora un filo d'olio crudo, altro basilico e cacioricotta.

SHARE:

20 luglio 2011

Tubetti cozze e zucchine, al ghiaccio


Le parole si fermano.
Sarà che sono finite e nel vuoto, dentro, si cerca inutilmente e si trova solo il rimbombo delle intenzioni per trovare un argomento?
O, al contrario, c'è un troppo pieno di pensieri e parole (LB) e nella confusione sgomitante non riescono a venir fuori in maniera articolata?
Secondo me la colpa di tutto ciò è dell'estate.
Appena arriva, tutti in mutande con il salvagente per correre al mare. Una volta al mare tutti a lamentarsi della folla. Arrivato il pomeriggio, distrutti di gente e urla di bambini rompic... e di sabbia, si torna a casa per preparare lo spaghetto alle cozze. Appena mangiato lo spaghetto e l'anguriona fresca, tutti a lamentarsi delle zanzare che banchettano con i sangui (?) dolci (a me no, ci sarà un vantaggio ad essere stronze no? almeno questo è un deterrente per le vampire).
E così, nella distruzione fisica totale, si continua ad aspettare l'alba perchè bisogna sfruttare e godere di ogni minuto di queste vacanze e di questa libertà.
E così passa, soffrendo,  la bella stagione.

Questa di prima è la versione sofferente.
Questa che viene ora è quella godereccia.

Anche quest'anno l'album delle foto 'Estate 2011' si sta riempiendo di immagini stupende, che raccontano la voglia di stare insieme e la fortuna di poterlo fare con tutti i nostri amici.
Grigliate sulla spiaggia, pranzi veloci e freschi in piscina, bibite fresche sotto pergolati di campagna e viaggi da organizzare ancora e ancora, ci ricaricano lo spirito tenuto troppo tempo a freno per doveri e responsabilità.
In verità l'atteggiamento godereccio e goliardico ci accompagna tutto l'anno, quindi non è che ci possiamo proprio lamentare.
Diceva l'altra sera un mio amico alle 3 di notte sulla spiaggia sotto la luna piena 'non documentare sempre tutto quello che fai, che alla fine ti attirerai l'invidia della gente che ti vede fare sempre cose belle....'.
Spero che l'invidia della gente sia di quella buona e non di quella perfida e gratuita.
Non riesco mai a vedere la cattiveria negli altri e nelle cose che faccio....
(A parte negli istinti omicidi che mi vengono a volte nei confronti dei muratori che ancora non finiscono il forno in campagna....e che non mi stanno facendo godere il mio amato trullo! @#@#[#@[@ <-- queste sono le parolacce)

unica nota dolente ma inevitabile è il caaaaaaaaaaaaaaaldooooooo.....
Soffro soffro soffro, e mi invento cose per sopportarlo....
Come questo piatto preparato l'altro giorno e mangiato con mio figlio grande che finalmente sta con me cuore a cuore...
Causa super produzione di zucchine del mio orto, ho dovuto mangiare zucchine in tutte le salse, in tutte le temperature, in tutte le forme.
Ma niente, loro, si sviluppano indecenti ed enormi come alieni (non potevo fare altri paragoni!!! eheheheh) e aspettano che vada a raccoglierle.
E possono continuare ad aspettare sotto questo caldo!!!!!
Buona continuazione di questa estate....

Tubetti cozze e zucchine al ghiaccio

- 50 g a persona di tubetti (ditali rigati misura media)
- zucchine
- cozze sgusciate e freschissime
- patate
- cipolla sedano e prezzemolo
- qualche pomodorino (per dare il 'colore')
- olio extravergine di oliva

Tagliare a dadini la zucchina, il sedano e le patate e metterle ad insaporire in un tegame con l'olio e la cipolla.
far rosolare per un pò e aggiungere un pò d'acqua per continuare la cottura.
salare poco, perchè dopo le cozze aggiungeranno sapidità.
Aggiungere un pò di polpa di pomodorini e le cozze con tutta la loro acqua.
Scolare la pasta al dente e far continuare la cottura nel tegame delle verdure e cozze.
Verso la fine aggiungere il prezzemolo.

Servire nelle fondine e prima di portare in tavola aggiungere almeno tre cubettoni di ghiaccio.
Filo d'olio crudo e servire.
SHARE:

10 luglio 2011

Verso il sogno....

ore 8,23.
Eccomi qua di ritorno dalla stazione, dove ho accompagnato la Compagnia del Sogno, in partenza per un viaggio.
Anzi, in partenza per IL viaggio.
Nei miei occhi, gli occhi di mio figlio, pieni di gioia e di sete di libertà. Di aspettative e di sogni.
Occhi che fanno capire quanto sia bella la sua età, dove tutto è possibile e niente si teme.
Si vedono solo cose belle nel mondo e nell'animo delle persone che incontri. E si sogna con la musica, con la sua chitarra, in un percorso ancora tutto da conoscere. Avanti e indietro nel tempo. E in ogni 'vecchia' canzone di De Andrè, di Bennato, ritrova i sogni di sempre e le ' vecchie' parole che danno ancora una volta vita ai nuovi desideri.
Desideri di ogni ragazzo che si apre al mondo e vuole vederlo migliore.
Ed è convinto che c'è del buono intorno. E decide di partire per conoscerlo.
E armato di chitarra, tenda, pochi indumenti, poca tecnologia, protezione solare, scarpe comode, quadernetto per il diario di viaggio, un album da disegno e tanti spartiti, si è messo in viaggio con il suo migliore amico che, con lui, condivide tutto questo.
Come si fa a dire di no ad un sogno del genere, se lo stesso è ancora  dentro di me? In quell'angolo dove si resta sempre giovani e ottimisti, dove mai nessuna stanchezza e delusione entrerà, e dove ogni tanto ci si rifugia per ritrovare energia e nuova linfa?
E' difficile lasciarlo andare senza che mille paure mi urlino nella mente, facendo a botte con i cattivi pensieri.
Ma, così come ho fatto ieri con il grande che è ripartito lontano per l'università, li ho abbracciati forte per prendermi ancora il loro profumo e li ho spinti verso i loro sogni.


SHARE:

7 luglio 2011

Panino con mortadella e altre cose buone


Tra i miei amici ce n'è uno che ogni volta che ci incontriamo per trascorrere una serata insieme, ad un certo punto si avvicina e mi porta un bicchiere d'acqua.
Mi sorprendo ogni volta anche se ogni volta mi sorride e mi dice sempre la stessa cosa : parli così tanto che ho pensato di portarti un pò d'acqua.... avrai sicuramente la bocca asciutta.
Ed io, tra lo stupore iniziale e la voglia di picchiarlo, scoppio a ridere, accetto e bevo.

Io amo le parole, quelle scritte, quelle fatte di aria, quelle mangiate con gli occhi da un libro, quelle pensate e non dette, quelle che spero di sentire un giorno......
Le amo, perchè portano con sè infinite emozioni, mille suoni e sogni.
Solo se le si sa usare.
Ma arrivano dei momenti in cui hai bisogno di lasciare spazio al vuoto.
Sono i momenti in cui ti senti come se fossi coperta di tanti post it giallini, con su scritti i mille impegni che hai e le responsabilità da tenere a mente, l'elenco delle commissioni, gli appunti da utilizzare per il blog, le infinite ricette, ecc...............
E le parole dei foglietti gialli diventano tante palline che rimbalzano nella mente e negli occhi e ti stordiscono e ti fanno sbandare e temere che non riuscirai mai a ricordare tutto.
E allora vorresti far coriandoli con quei foglietti......

E accade che un giorno decidi di fermarti.
Hai bisogno di respirare. Nonostante ti manchi la persona con cui ami condividere tutto, capisci che è arrivato il momento di riprendere fiato.
E dopo aver messo da parte faticosamente ogni pensiero, ti riempi del celeste di questo mare di Puglia, e resti in silenzio per ore.
e muovi solo gli occhi per fermare dei flash di questo paradiso.
e ascolti solo il vento.
e ti chiudi le orecchie andando sott'acqua.
e alla fine ti regali il più semplice ma meraviglioso dei sapori...... 



Panino con mortadella e altre cose buone
(ricetta e consigli)

- Entrare in un negozio che sa ancora di altri tempi, dove vendono di tutti, dagli alimentari ai giornali ai detersivi e alle sigarette, e dove fuori gli anziani sostano a lungo parlando della gente che passa o giocando a carte
- Guardare il banco dei salumi e individuare subito la mortadella
- controllare mentalmente se puoi abbinare altro
- se no, accontentarsi solo del provolone dolce o piccante
- se si, motivare di seguito la scelta
- aspettare che, mentre la signorina del negozio affetta la mortadella, il suo profumo (non della signorina ma della mortadella!) raggiunga il naso e la mente
- quindi fare gli abbinamenti.
- al pane fresco, bianco e morbido, ho aggiunto... mortadella (che è il salume più vero e buono e godereccio che ci sia), provolone dolce (perchè è la morte sua con la mortadella), melanzane grigliate (che ammorbidiscono) e peperoni fritti freddi (che stuzzicano ed esaltano gli altri sapori).
- Pizzico di sale, chiudere il panino, tagliare a metà sennò fai la figura della morta di fame, stappa una birra ghiacciata, siediti al tavolino di fuori, di fronte il mare, addenta il panino, soffri un pò perchè ti ricordi che devi fotografarlo..... e poi chiudi gli occhi e .... finiscilo....



SHARE:

19 giugno 2011

Tisana fredda al mirtillo e mela con 'ghiaccio' di ciliegie


Fa caldo.... ovunque e la cappa mi insegue...
Ho voglia di acqua di mare fredda dell'alba, di fresco di pietra del mio trullo, dell'ombra del pergolato al tramonto, voglia di viaggi e di riposo, desiderio di altrove e di qui.
Incontenibile frenesia della mente che non sa dove fermarsi.
E allora tra le mille corse sudate, mi fermo e cerco ristoro.
Nei silenzi dei pomeriggi, sulla sdraio, tra le ciliegie che ancora colorano i miei alberi e tisane preparate allo scopo di essere dolci, fresche e dissetanti.
Avete mai provato a sostituire i cubetti di ghiaccio con le ciliegie congelate?
Certo, raffredderanno per poco tempo, ma immergetele ancora coperte di brina in una tisana mangiaebevi già fredda di frigo e vedrete.
La mia tisana è fatta con frutti essiccati, mele, mirtilli e altro ancora, da versare in acqua calda e poi lasciar raffreddare.
I frutti si ammorbidiranno e rilasceranno sapori e profumi avvolgenti.
E bevendo e mangiando calmeranno la voglia di fresco.
Io l'ho trovata qui






SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI