12 marzo 2014

Doppia Sfida a Siena. Venite con me…..

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Vi piacerebbe venire con me in un racconto attraverso la mia ultima settimana, attraverso la Toscana e soprattutto attraverso la storia?

Arrivare a Siena per me è stato un sogno. Tanto tempo fa l’avevo solo sfiorata, di passaggio da un viaggio frettoloso, durante il quale mi ero riproposta di tornarci quanto prima. Sono passati quasi 10 anni da allora e qualche settimana fa la mia amica Patty, del blog Andante con Gusto, me ne ha dato l’occasione, invitandomi ad una simpatica sfida ai fornelli, a suon di cucina pugliese vs cucina toscana. MI spiega che la Confcommercio di Siena, insieme al Corsorzio Agrario hanno deciso di organizzare una bellissima manifestazione chiamata DoppioFuoco, una SFIDA tra chef e blogger dell’Associazione Italiana FoodBlogger, seguita da showcooking con degustazioni e assaggi di quanto preparato, con votazioni per gradimento. ‘Mi piaaaace’ dico e accetto subito.

Doppio Fuoco

Preparo la valigia con i prodotti pugliesi che saranno le mie armi in questa sfida e tutta contenta parto per incontrare Marco Frambati, chef dell’Osteria ‘Le Sorelline’ di Siena. E li inizia la mia avventura.

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Cucinare per la prima volta con uno chef, in perfetta sinergia, in una cucina vera di un ristorante, ed organizzarsi e parlare tanto degli ingredienti che si possono assemblare in mille modi, e scoprire che è vero ed è fantastico…. è solo l’inizio di un’esperienza emozionante. La sera del giovedi la sala era al completo e i nostri ospiti erano impazienti di degustare la mia cucina pugliese e la rivisitazione di uno dei piatti in chiave ‘toscana’. Il menù prevedeva Bruschette con burrata e alici sotto sale, Purè di fave bianche con cicoria lessa, insalata di cipolle rosse in agrodolce, friggitelli fritti, melanzane ripiene con insalatina fresca e, infine, crostata di marmellata di ciliege e ricotta. Marco, partendo dagli stessi ingredienti, mi ha sfidato sul purè di fave bianche e, vi giuro, dopo averla assaggiata la sua versione…. ho votato per lui, perchè il risultato era meraviglioso. C’è stato uno scambio vero di consigli. Lui ha molto apprezzato tutto il menù ed in particolare la mia insalata di cipolle rosse che non finiva mai di mangiare… e io il suo purè. (però qui, con votazione segreta, ho vinto io, eheheheh…).

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Il giorno dopo, venerdi, una bella passeggiata con i miei meravigliosi Luca e Patrizia, per un assaggio di Siena sotto un sole fantastico, compagnia gradevolissima e simpatica, difficile talvolta da seguire nei discorsi se non infilavano le ‘c’ nelle parole, altrimenti piene di aspirazioni e ‘th’ al posto della ‘t’ che, nonostante la mia laurea in lingue, hanno messo a dura prova la mia comprensione. Quindi pranzo veloce sotto il sole di Piazza del Campo (Dio quanto è bellaaa!!!) e via alla seconda sfida.

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Allo showcooking si è parlato del  pane Verna, prodotto con grani antichi, buono come solo le cose di una volta sanno essere. Marco ha preparato e spiegato i suoi goduriosi crostini con i fegatini e la mitica Ribollita (con ricetta segreta che neanche sotto tortura rivelerà mai!) e io ho parlato ancora dei miei crostoni con burrata e alici, dei lampascioni fritti serviti con cotto di fichi e delle mie, buonissimeeeeee, polpette di pane, preparate ovviamente con questo merviglioso pane. Grande successo per la degustazione, il pubblico mi è sembrato davvero entusiasta delle nostre proposte. Ex equo meritato secondo me per il risultato, ma era davvero un gioco tra amici e qualunque risultato sarebbe stato giusto lo stesso.

Marco mi ha insegnato tanto con il suo temperamento preciso e meticoloso, il suo modo di creare dei piatti buonissimi, e la sua dedizione per un lavoro davvero duro anche se bello. Nella sua Osteria le Sorelline c’è sempre il pieno perchè lui è davvero bravo e merita tutto questo successo. La sua dolce Caterina poi è sempre sorridente e ‘fortissimaaaa’ perchè ha una resistenza fisica incredibile a fare su e giù mille volte al giorno, in questa antica osteria collocata al centro di Siena. E poi mi hanno parlato molto, e molto abbiamo anche riso, delle Contrade, e di tutte le leggende e le storie ad esse legate, durante il Palio e nella vita di tutti i giorni. Troppo bello ascoltarli. Spero di tornarci, anzi, ci tornerò di sicuro!!!

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E poi Siena……. Mamma mia che spettacolo!!!! Ho dormito in un albergo carinissimoooo, elegante, con un personale gentile gentile, fatto colazione in una veranda inondata di sole e goduto, con in mano il cappuccino più buono del mondo, di un panorama mozzafiato su una Siena e una campagna dai contorni sfuocati di un alba luminosa…. L’Hotel Santa Caterina, con la sua bravissima direttrice, Lorenza, che da a tutti il suo benvenuto facendo sentire i suoi clienti a proprio agio e coccolati.

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E da qui, vicinissimo alla Porta Romana, si parte a piedi per esplorare la città. E li ti perdi nell’incanto delle mille stradine  intatte, strette e ripide  di un centro storico tenuto benissimo, e rivivi la storia meravigliosa del Medioevo fatta di Contrade e contradaioli agguerriti e fanatici, del famoso Palio, di panorami mozzafiato che si mostrano all’improvviso, come Piazza del Campo, o il suo Duomo maestoso, il Palazzo Salimbeni, la torre del Mangia. Ma Siena bisogna vederla, viverla e mangiarla anche…. E se si entra nel punto vendita del Consorzio Agrario, situato in un bellissimo palazzo antico nel centro della città,  si hanno a disposizione tutte le cose più buone che il territorio offre. Ci si perde, tra le mille bontà, e si gode della Chianina più buona, delle creme al tartufo da spalmare e tanto tanto altro…. e si assaggia subito e caldissima la pizza più buona del mondo fatta con una farina particolare che la rende croccante e digeribile._MG_9090  IMG_2977

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E dopo tutto ciò via verso le colline della campagna Toscana………..

L’ho vissuto davvero tutto questo ma sembra un sogno vero????

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Ringrazio Patrizia del blog Andante con Gusto per alcune delle foto qui pubblicate, gentilmente concessemi, perchè…. o cucinavo o fotografavo….

E poi ne ho approfittato per fare bella figura perchè le sue foto sono sempre fantastiche.

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6 gennaio 2014

‘Col rizz’ con uova e formaggio

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Ma si che ve lo racconto. Perchè la vita è fatta di tante cose, è proprio questo il gioco dei mille colori che poi messi tutti insieme da il bianco, il colore più bello che ci sia, il colore della luce. E di tutto quello che fa vibrare l’anima, io cerco di parlarne. E così parlo delle mie allegrie, dei miei entusiasmi, dei miei desideri, ma anche delle mie malinconie che spesso salgono dal mio cuore e mi avvolgono come un abbraccio struggente.

Ho sempre avuto nella mia vita una mano che mi ha guidato, un dito che ha indicato non solo la strada ma anche le cose belle da vedere. E le cose buone da raccogliere. E così ho conosciuto i sapori delle verdure più selvatiche, dai nomi strani o bellissimi. Ho raccolto sivoni e cicorielle, cristalli e sfrigoli, purchiazz e erbe profumate. E quando si tornava a casa si cucinava tutto in mille modi. E si raccontavano storie del tempo della guerra, quando non c’era da mangiare ed era difficile perfino trovare erbe nella terra, per la fame che portava tutti a raccogliere e assaporare tutto il commestibile. Oppure si inventava semplicemente una ricetta per il gusto di creare una cosa nostra. E mamma non ci dava ‘soddisfazione’ e non assaggiava nulla di quello che preparavamo noi, e ci definiva ‘pistrigghius’, ‘pasticcioni’, che non rispettavamo la tradizione e ci avventuravamo in improbabili accostamenti gastronomici di cui noi solo potevamo godere. E così spesso capitava che arrivavano telefonate del tipo ‘Ninetta, vieni a mangiare qui che ho trovato i col rizz. Vieni che ne ho preso due chili e tua madre non ne vuole proprio. Dai vieni che te li faccio trovare pronti’. E così quando arrivavo, con lo sguardo complice decidevamo di ignorare le altre cose preparate per pranzo e ci fiondavamo io e lui su questo piatto antico e semplice, dal sapore forte e buono da impazzire, e ne godevamo insieme, rimpinzandoci a scoppiare, e ridendo delle diete che avremmo dovuto fare, e dicendo ‘ma come si fa a fare la dieta eh papà, con queste cose buone che sappiamo preparare eh?’ . E così tante tante volte, mi chiamava per dire che aveva preparato i cornaletti con il finocchio, l’insalatina di ravanelli e pepe, l’olio santo da aggiungere ai legumi, i minestroni ricchissimi di tutto, le verdure cotte ma da mangiare non solo con l’olio che non sapevano di niente, ma da far saltare in padella con aglio, peperoncino e formaggio. E sapori meravigliosi, risate e baci e abbracci, mi facevano sentire regina.

Qualche giorno fa ho trovato dal fruttivendolo i ‘col rizz’, dopo tanto tempo. Li ho guardati, mi guardavano, freschi e verdi, sapendo quello che rappresentavano per me. HO accettato la sfida. Mi son detta ‘vabbè, ci provo’. Ci ho provato, li ho preparati proprio come li facevi tu papà. E godendo del loro sapore, tra le lacrime che scendevano giù da sole, e sorridendo delle nostre risate che avevo davanti agli occhi, ne ho mangiato fino a scoppiare. E tu eri li con me. In quel piatto, in quel sapore, in quel miscuglio di sapori che mi hanno riportato a te, in maniera forte e prepotente.  Vabbè… è andata così. Volevo raccontarla e l’ho raccontata.

Ora vi do la ricetta va….

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‘Col rizz’ con uova e formaggio. (English version below)

- un mazzo di ‘col rizz’ (una specie di cavolo riccio, vedete la foto)

- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

- 2 spicchi d’aglio

- un uovo

- 3 cucchiai di parmigiano o di rodez (o pecorino)

Lavare la verdura e privarla della parte dura del gambo. Lessarla in acqua bollente salata. Scolarla e conservare un pò di acqua di cottura.

In una padella versare l’olio e l’aglio e far riscaldare. Aggiungere la verdura e far insaporire. Aggiungere l’uovo e il formaggio e amalgamare, aggiungendo se necessario un pò di acqua di cottura, fino a quando si forma una crema morbida. Se gradite aggiungere anche un pò di pepe macinato.

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'’Curly kale’ with eggs and cheese

- 1 kg curly kale (see the photo)

- 3 tablespoons extra virgin olive oil

- 2 cloves of garlic

- 1 egg

- 3 tablespoons Parmesan or pecorino cheese 

Wash the vegetables and deprive it of the hard part of the stem. Boil it in salted boiling water. Drain and keep a little of the cooking water.

In a pan pour the oil and garlic and warm up. Add the vegetables and cook. Add the egg and cheese and mix, adding a little water if necessary cooking until it forms a smooth paste. If you like to add a bit of ground pepper.

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10 giugno 2011

Passeggiata in Terronia


Ci sono un sacco di cose che mi fanno inc... arrabbiare scusate.
Soprattutto quando vedo la televisione, quando leggo i giornali e quando leggo le notizie sul web.
L'ultima notizia che mi ha fatto sorridere con aria di sufficienza prima, e subito dopo mi ha fatto imbufalire, è stata l'affermazione della miss verdolina leghista, secondo la quale non devono assolutamente partecipare candidate TERRONE al concorso.
Avete presente un vulcano con tappo che vuole proprio esplodere? Bè, devo dire (e chi mi conosce lo sa) che sarei stata mooooooolto contenta di poter essere li al momento di quell'annuncio.
Penso che avrei reso memorabile quel giorno.
Chi mi conosce sa che una volta, in previsione di un mio trasferimento al nord, in zona verde, durante il boom della Lega e della Pivetti che con capello riccio e taglio carrè e faccia incazzata andava per programmi in tv e ne diceva di cose perfide.... non l'intellettuale chicvestita di oggi...... bè insomma dicevo che, sapendo di andare in zona di guerra, mi dissi 'e guerra sia', e mi stavo organizzando per stampare magliette con su scritto 'Southern pride' dietro e per gli ignoranti verdi che sicuramente non parlavano inglese 'ORGOGLIO TERRONE'  sul davanti, che si nota di più.
Poi, buon per loro, e forse anche per me, saltò il trasferimento.

Bene, perchè ho fatto questa premessa?
Perchè oggi guardando il mio pranzo veloce e fresco, mi son resa conto che c'erano delle cose semplici, buone e che esistono solo qui, almeno gli originali.... perchè le copie ci sono ovunque..
E allora ho fatto foto qua e là, senza impegno, senza ricetta, solo per farvele vedere e sperare di farvi sentire la sensazione di freschezza e morbidezza e croccantezza  che ho provato io.....

Eccovi quindi i 'ciangiùff', barattieri o cocomeri come li chiamiamo noi. Forma di meloncino, sapore più leggero e fresco del cetriolo. Quando un meloncino non sa di niente noi diciamo che è 'com nù c-co-mr'.
Quando un cocomero è dolce diciamo che è 'com nù m-lòn'.
Qui, in Terronia, si mangia per accompagnare tutto il pasto, ma in particolare i primi con sugo, come cavatelli integrali con cacioricotta, bucatini e fagiolini, ecc....
E se ne possono mangiare tanti, non sono indigesti e sono fortemente dissetanti.

Poi ci sono i fioroni, che NON sono i fichi, ma la prima fioritura che lo stesso albero fa a giugno.... poi ad agosto settembre fa i fichi....
E i fioroni sono come .... fichi acquosi, freschi, ciccioni, poco zuccherini e dissetanti e morbidi...

Vogliamo parlare delle Burratine?, involucro di pasta di mozzarella che contiene pasta di mozzarella e panna e burro..... una cosa divina....
Ovviamente noi, QUI, avendo i caseifici a 500 metri di distanza da casa, le compriamo e le mangiamo solo se sono di giornata e  sdegnamo quelle del giorno prima.... c'è chi può....

E i taralli li volete? Ma non quelli delle buste da 200 g. dei supermercati...... ma quelli che arrivano ogni giorno nel negozio di sotto e che sono freschissimi e croccanti e 'sprizzilend', cioè friabili....

Ecco, vi ho fatto fare una passeggiata in Terronia, terra amata e infuocata soprattutto nel mio cuore.....
E dicessero pure che sono attaccata al trullo, ma io qui ci sto benissimo..... e quando vengono qui quelli verdi, quelli gialli, quelli di tutti i colori insomma, si trovano benissimo anche loro.... sempre.
E sono i benvenuti ... sempre.
Alla prossima....
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10 giugno 2010

Fricassea di carciofi, lampascioni e agnello





Quando in casa ci sono le uova la mente, complice con il palato, è capace di inventare cose incredibili, perchè qualsiasi ingrediente profumato e/o saporito tenuto insieme dalle uova da sempre origine a qualcosa di speciale.
Ma ci sono ricette che non nascono solo dalla fretta, o dalla voglia di sperimentare, ma arrivano da lontano. Dai giorni di festa da riempire di sapori forti e originali. Accostamenti arditi e tradizionali. Ma soprattutto stagionali. Poichè c'era un tempo per i carciofi, per le zucchine e le ricette nascevano da questo. Da ciò che la natura offriva in quel periodi.

Fricassea di carciofi, lampascioni e agnello

- 4 carciofi grossi
- 10 lampascioni puliti e lessati
- 6 costatine di agnello
- 4 uova
- parmigiano grattugiato
- 3 mozzarelle
- prezzemolo
- aglio
- pepe
- olio extravergine di oliva
- vino bianco




In una padella far soffriggere con poco olio e uno spicchio d'aglio, i carciofi puliti, lavati e tagliati a spicchi.
Farli cuocere fino a che siano ancora croccanti e non morbidi. Eliminare l'aglio.
In un altra padella far rosolare le costatine di agnello e spegnerle con il vino bianco.
A fine cottura staccare la carne dall'osso e tagliarla a pezzettini piccoli.
In un tegame da forno sistemare sul fondo prima i carciofi con il loro sughetto, i lampascioni schiacciati con la forchetta, la mozzarella sfilacciata, il pepe e tanto prezzemolo sminuzzzato. Sbattere le uova e il formaggio, salare e versare in maniera uniforme nel tegame.
Roteare un pò il tegame stesso per consentire una distribuzione uniforme degli ingredienti.
Infornare a 200° fino a che si formi una crosticina dorata.
Servire con un'insalatina condita con aceto.

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30 aprile 2010

Soluzione: Cardoncelli selvatici in brodo di carne delicato

Finalmente un momento di calma! 
Oggi è stata una giornata piena piena di cose da fare, di arrivi, di caldo, di preparativi, di pulizie.... insomma una giornata senza respiro.
Stamattina ore 7,00, campagna, per ultimare i lavori dell'idraulico. Ore 9,30 inizio pulizie di casa, ma di quelle forti però... Lavatrici a ripetizione a dispetto delle fasce orarie, ma c'era un sole così bello e forte che, come in estate, dopo mezz'ora il bucato era bello asciutto. Pranzo velocissimo e ripulizie per l'arrivo di un graditissimo ospite da lontano. Oggi, per un gemellaggio con varie nazioni (Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, e Svezia), organizzato dal Liceo Scientifico che frequentano i miei figli, è arrivato un ragazzo dalla Polonia, che ospiteremo per una settimana circa. E' sempre un'esperienza bellissima questa che ogni volta ci arricchisce di allegria, di occhi sorpresi, di gioia di vivere, di energia di adolescenti. E siamo felici di vedere come i nostri ragazzi aspettano i compagni stranieri e, in nome di un'ospitalità che non so se è tipica del sud o degli adolescenti di tutto il mondo...,organizzano tutta la settimana. Ogni volta temo che gli ospiti non gradiscano la nostra cucina, ma ogni volta sento tanti 'mmmmmm' di piacere e vedo occhi gioiosi che già cominciano a pregustare le mozzarelle, le orecchiette al ragu che gli prepariamo come esempio di cultura gastronomica locale. E imparano a cucinare le nostre ricette.
In più oggi c'è una giornata di primavera (per noi) vista come giornata di estate da loro che,  venendo dalla Polonia, sentono un caldo terribile. E infatti domani li porto al mare e, volendo, facciamo il bagno. 
Tornando alla ricetta, manco a farlo apposta, oggi ho preparato per la seconda volta la verdura dell'indovinello, proprio per questo post. Così ha potuto assaggiarla anche il nostro ospite che, ovviamente, non l'aveva mai vista neanche in fotografia.
Ecco a voi i CARDONCELLI SELVATICI.... cotti. Crudi sono bruttissimi, pieni di spine e nessuno direbbe che sia una pianta commestibile. Inoltre la pulizia è dolorosissima, per questo sono preziosi e si comprano già puliti. Ho trovato una foto qui della pianta originale con le relative informazioni.

Cardoncelli selvatici in brodo di carne delicato
- cardoncelli selvatici
- un pezzo piccolo di carne (tipo una fettina)
- carota, patata, coste di sedano, cipolla, prezzemolo, pomodoro
- sale
- olio extravergine di oliva
- parmigiano grattugiato

Preparare un brodo leggerissimo con la carne e tutte le verdure (meno i cardoncelli).
Far bollire per un'oretta, salare e alla fine aggiungere un filo d'olio. 
I cardoncelli (privati delle spine e lavati accuratamente) devono essere semplicemente lessati in acqua salata . A metà cottura scolarli e completare la cottura nel brodo di carne.
Servire caldissimi, con un pò di verdurine sminuzzate e del parmigiano grattugiato.



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1 dicembre 2009

L'olio nuovo



E' arrivato l'olio nuovo. E' verde e forte e profumato di olive appena schiacciate. Questo rito magico che si ripete quasi ogni anno ti riporta a contatto con le cose vere ed essenziali della natura. Ogni anno c'è sempre la nebbia e fa sempre freddo, ma alzarsi presto la mattina e partire portando con se le reti che già odorano di olive, i rastrelli, il maglione in più, il cappello per non far impigliare i miei capelli ricci tra i rami, il termos con il caffè.... sapendo che trascorreremo tutta la giornata in campagna, immersi nel silenzio e negli alberi, intervallando ogni tanto un saluto dei contadini che passano accanto al nostro 'tratturo'.... ha il profumo di una promessa.


Una promessa di cose vere. E ti viene sempre più il desiderio mentre raccogli e cominci a riempire le cassette da portare al frantoio, e pensi a quanto olio otterrai dalla spremitura. 
 
'Faremo il 13, il 16 o, addirittura il 18?'. Tutti termini ormai 'tecnici' che abbiamo imparato strada facendo e che riservano sempre una sorpresa alla fine. Quindi a fine giornata si portano al frantoio dove io mi trattengo quando più possibile perchè il profumo è meraviglioso.
Si torna il giorno dopo per ritirare l'olio e vedere che quel tesoro verde scuro e denso e profumato è TUO, ti riempie di orgoglio e soddisfazione e sai che hai fatto una cosa buona.
Ovviamente non vedi l'ora di tornare a casa e, prima di conservare il bidone, la prima cosa che fai è metterne un pò in un piatto e assaggiarlo con una fetta di pane fresco.
Ed è magia...

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