13 luglio 2014

Ho scritto un libro di ricette a 20 mani

ris6
La vita di blogger, se fatta seriamente, è costellata di occasioni e incontri che ci arricchiscono. Ma per quanto mi riguarda le esperienze che lasciano il segno più bello sono quelle che riguardano i libri. Perchè quando andranno in giro, di carta o virtuali, sarà come se un pezzo di te, rimarrà impresso nella mente o, come nel caso di cui adesso vi parlerò, nelle cucine e nelle mani di chi lo sfoglierà. Sono davvero contenta di poter parlare di questo bel progetto di lancio di un nuovo utilissimo elettrodomestico, il Cousine Companion, della Moulinex, per il quale ho collaborato alla stesura di un libro davvero ricco di ricette. In collaborazione con altre 9 brave foodblogger abbiamo preparato, testato e fotografato ben 100 piatti, da preparare con facilità anche con i bambini, e da gustare con tutta la famiglia. Questo libro, anzi ebook,  si può scaricare facilmente da internet ---> quihttp://www.cuisinecompanion.moulinex.it/fichier/files/ricetteinfamiglia.pdf, ed è rivolto a tutti coloro che non hanno molto tempo per cucinare, o non hanno particolari abilità in cucina, o semplicemente hanno bisogno di un aiuto per cucinare più cose contemporaneamente. E, io che l’ho provato posso dire che i risultati sono davvero ottimi. Per me è davvero un grande aiuto quando voglio preparare velocemente una crostata, il pane, un sugo che richiede una lunga cottura, o addirittura un risotto, che altrimenti richiederebbe la mia presenza costante per rimescolare. Ebbene, con questo elettrodomestico, ho trovato davvero una compagnia utile.
Date un’occhiata al link e studiate bene le ricette e poi magari ditemi cosa ne pensate anche voi. Io qui vi posto subito la ricetta del mio risotto con i funghi preparato con il Cuisine Companion
_MG_9614
Risotto con funghi e prezzemolo 
Ingredienti (per 4 persone)
1 cipolla bianca
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
250 g di riso Carnaroli
1 vaschetta di circa 300 g di funghi champignon
800 g di brodo vegetale già salato e bollente
Prezzemolo
4 cucchiai di formaggio
Procedimento
Sbucciare la cipolla, tagliarla a pezzi e versarla nel recipiente d’acciaio dove avrete inserito la lama ultrablade (F1). Impostare velocità 11 per 10 secondi. Avviare.
Togliere la lama e inserire l’accessorio per mescolare (F2). Versare 3 cucchiai di olio e avviare il programma P1 per cottura lenta per 7 minuti a 130°. Dopo 3 minuti aggiungere il riso.
Avviare il programma P3 a 95° per 22 minuti e aggiungere i funghi e dopo 3 minuti aggiungere il brodo bollente. Chiudere il tappo.
2 minuti prima della fine del programma versare il formaggio e l’altro cucchiaio di olio.
Prima di servire amalgamare bene il risotto e distribuire del prezzemolo tritato.
Tempo di preparazione: 1 ora
Difficoltà : media
ris3













SHARE:

29 agosto 2012

Risotto con fiori di porcini al ghiaccio


Arriva ogni tanto una calma piatta.
Di quelle calme pericolose e improduttive, terribili, che non fanno muovere alcuna vela.
Non hai voglia di muovere un dito, un piede, un pensiero.
Intorno a te mille cose da fare che ti guardano in attesa insolente. E tu che intanto, seduta, con un caffè in mano, amaro per giunta, ma che non hai nemmeno voglia di zuccherare perchè dovresti alzarti, aspetti.
Giri lentamente la testa, socchiudi gli occhi, ti da perfino fastidio la luce, segno di vita, e guardi e riguardi il panorama desolante dei panni da lavare e stendere, gli odiosi granelli di sabbia caduti dal borsone di chi va a mare, che con il loro 'cric cric' sotto le scarpe, ti fanno innervosire come poche cose al mondo.
Sia perchè è una sensazione odiosa e sia perchè vengono da un mare che tu non hai visto, ma gli altri si.
E senti che tutti tornano soddisfatti o incazzati dalle ferie, ma almeno ci sono andati.
E vedi che il mondo piano piano riprende a funzionare, finalmente, e tu, intanto, bradipo, resti immobile.
Ma lentamente cominci a studiare un piano infido e sottile.
Appena tutti riprendono a lavorare, le spiagge si svuoteranno, il silenzio e la quiete torneranno, il sole si sarà pur stancato di bruciare così tanto no?, e allora occuperò quel pezzo di sabbia tanto desiderato e finora occupato dal chiasso, e delimiterò li la mia terra..... 
E mi godrò il rumore dell'acqua che bagnerà i miei piedi, senza dover aprire per forza una tenda per nascondermi dal caldo, e il libro e l'aria saranno miei.....

Ecco mi piace quando la mia mente, lentamente, olia gli ingranaggi, e ricomincia con i progetti.
E così sia.

Oggi ricetta fatta ieri, frutto di un momento in cui mi sentivo formica avveduta, sicura che ne avrei avuto bisogno nei miei giorni da cicala.
E che è tornata utilissima quando nelle corse di una giornata con la mia amica, non avevamo voglia di perdere tempo a cucinare tanto, ma invece volevamo parlare e parlare e parlare,  ma che ci ha accarezzato il cuore per quanto è buona.


Risotto con fiori di porcini al ghiaccio
(senza dosi, troppo stanca anche per questo....)

In tempi di abbondanza di porcini soffriggerne un pò tagliati a pezzi, in olio, burro e un pò di aglio.
Quando si sono ammorbiditi lasciarli raffreddare, eliminate l'aglio e frullare il resto. Distribuire la crema in un contenitore per cubetti di ghiaccio e conservare in freezer.

Quando avete fretta e poca voglia di cucinare, ma avete voglia di qualcosa di buono.....
0) Preparate un brodo vegetale veloce con sedano e cipolla e prezzemolo
1) mettete una noce di burro con cipolla tritata finemente in un tegame per risotto.
2) versare un pugno di riso Carnaroli a testa e far tostare
3) sfumare con vino bianco
4) aggiungere piano piano il brodo finchè viene assorbito
5) a metà cottura del riso aggiungere un paio di cubetti di porcini ghiacciati, a testa
6) mantecare con altro burro e poco parmigiano
7) a cottura ultimata servire con prezzemolo tritato crudo


SHARE:

1 giugno 2012

Laganari alla ciociara e sorprese di viaggio

Sto tornando a casa.
Con la valigia carica di cose belle che ogni volta riesco a prendere e a portare a casa da un viaggio.
Grazie alle strade dei blog, arrivano a volte delle informazioni  che poi modificano e rendono preziosi e sorprendenti i programmi già decisi.
Sarò io che man mano che si avvicina la data di un viaggio riesco a raccogliere mille opportunità da inserire e poi imparo che fare la turista in un luogo non significa solo visitare monumenti e chiese, ma anche immergersi nelle  idee di una città viva.
E così ancora una volta ho partecipato ad un incontro del Festival delle Letterature, dove oltre alla scrittura e alla voce di bravissimi autori, ho colto momenti nei volti della gente che mi hanno emozionato.

Ho imparato cose nuove sulla panificazione durante un corso molto interessante ricco di profumi di grano e farine antiche. E a questo dedicherò un post tutto suo, perchè merita.
E, passeggiando in un mercato, ho respirato profumi di frutta e verdura, ho visto colori che mi hanno rigenerato, ho ascoltato inviti urlati in romano da verdurai simpaticissimi che mi guardavano mentre fotografavo e dicevano 'questa qui nun compra gnente, fa solo e foto e bbasta', e ho conosciuto persone interessanti. Come Emanuela, che vende cose belle nel suo piccolo chiosco (Lo Spaccio di Testaccio, mercato coperto del Testaccio, aperto tutti i giorni di mattina), ormai conosciutissimo dalle blogger, perchè li trovano cose originali da utilizzare e fotografare nelle proprie ricette...
E alla mia domanda 'come mai non ti organizzi in un negozio tutto tuo?' lei mi ha risposto ' perchè amo vivere in mezzo alle voci della gente che popola il mercato, vissuto come luogo di scambio e di incontri, di profumi e suoni particolari'. Io ho sempre condiviso questo punto di vista, ma allora, proprio in quel momento mi sono fermata e ho cominciato ad immergermi anch'io con occhi e cuore avidi in ciò che mi circondava. Come al solito, quando voglio concentrarmi su qualcosa, ad occhi chiusi per un momento, mente libera dai pensieri, apro solo le orecchie e ascolto, il naso e sento i profumi.... insomma, entro in una dimensione umana diversa da quella che incontro tra i corridoi di un supermercato.







Bello, molto bello tutto questo.

E poi a Roma quanto è bello concludere una calda mattinata di acquisti e scoperte in una trattoria dove puoi assaporare un bel piatto di laganari alla ciociara, serviti da un cameriere ruffiano che ti illude dicendoti, grazie per aver portato un pò di sole nella nostra trattoria. Vecchie arti di seduzione nelle parole di un uomo di una volta, che sa di dire bugie, e lo sai anche tu, ma ringrazi per questa galanteria che ti fa sentire importante per tre secondi.
Certo le foto del piatto non posso essere quelle fatte in casa con la luce naturale, ma il sapore ve lo posso suggerire, come pure la ricetta che penso di ripetere così come credo che sia.

Laganari alla ciociara

- laganari freschi (100 g a persona)
- piselli
- funghi champignon
- olio extravergine di oliva
- aglio o scalogno
- guanciale
- pecorino o formaggio piccantino
- pepe

Lessare i piselli.
Mettere sul fuoco l'acqua per la pasta.
In una padella larga abbastanza per saltare poi tutta la pasta, far rosolare dolcemente nell'ordine, in un pò di olio l'aglio, il guanciale tagliato a pezzi, i funghi (spuntati, lavati e tagliati a fettine) e poi alla fine i piselli.
Non far seccare il tutto e nel frattempo far cuocere la pasta.
Quando la pasta è ancora al dente scolarla, lasciando da parte un pò di acqua di cottura, e versarla nella padella, dove si aggiungerà il pecorino, e si comincerà a saltare il tutto per amalgamarlo.
Se dovesse rendersi necessario aggiungere un pochino di acqua di cottura per rendere morbido il risultato finale.
Tritare un pò di pepe e aggiungerlo prima di servire.
SHARE:

27 gennaio 2011

Vellutata di patate e crema di tartufo bianco con crostone ai porcini

Stasera sono rimasta al buio.
Fuori pioveva e all'improvviso solo la luce dello schermo del portatile, aiutato dalla batteria, ha illuminato la stanza. Silenzio tutto intorno. Il modem si è messo a riposo totale e ha lasciato solo apparentemente le pagine aperte con l'illusione di avere una finestra sul mondo.
Ho guardato fuori dal balcone e ho visto il buio. Nemmeno una automobile che passava, nessuna luce nemmeno di candele, nelle case. E tutto intorno il buio pesto di una sera senza luna e con nubi che fanno da coperta.
E mi son ritrovata in compagnia solo dei pensieri.
Il buio aiuta a vedere più chiaramente quello che hai dentro. Non ti fa trastullare con i fronzoli delle cose inutili. Va dritto al sodo di quello che è importante per te. E sei costretta a fermarti per non inciampare perchè gli spazi si rimpiccioliscono, e aspetti.
E pensi.
Io chiudo gli occhi quando assaporo qualcosa, per concentrarmi meglio sui sapori e distinguerli nella mente, senza l'interferenza delle cose che vedo, che comunque richiedono attenzione.
E chiudo gli occhi quando ballo, per farmi guidare e rassegnare le armi.
E chiudo gli occhi quando attraverso di notte la casa per muovermi in un luogo che conosco.
E quando accarezzo il viso dei miei figli per imprimere nella mia mente quella sensazione.
E quando penso intensamente a qualcosa, o quando ricordo.
Quando immagino qualcosa che se è bello mi fa sorridere, ma se è  brutto mi fa trasalire.
E ricordo un percorso fatto con dei ragazzi non vedenti, all'interno di un tunnel buio pieno di cose da riconoscere al tatto, all'olfatto, al gusto, e di luoghi da intuire all'udito. E ricordo la sensazione più forte e intensa di quando, avendo perso l'orientamento, fui afferrata dalla mano della guida. E fu una stretta di mano diversa da quelle che facciamo distrattamente quando conosciamo una persona. Quello è un gesto meccanico, privo di significato, tuttalpiù noti solo se è una stretta moscia o energica e ti fai un'idea della persona che ti sta di fronte. Invece una stretta di mano al buio significa aiuto, guida, 'sono qui', 'non temere', e tanto altro.
E credo che la prossima esperienza che farò sarà una cena al buio totale dove benderò i miei commensali e li sfiderò a provare le emozioni che verranno fuori dai sapori che avrò preparato per loro.
Nell'ultimo viaggio a Roma, ho assaggiato il piatto che qui propongo, che credo di aver riprodotto quasi fedelmente, che mi ha regalato ... stupore. Era quasi una carezza, calda, profumata, ma di sapori anche energici e passionali. Provare per credere.


Vellutata di patate e crema di tartufo bianco con crostone ai porcini
(dose per 2 persone)
- 3 patate medie
- 1 scalogno
- 1 broccolo o 1 foglia di cavolo verza
- brodo vegetale
- 2 funghi porcini medi
- crema o olio al tartufo bianco
- olio extravergine di oliva
- 2 fette di pane da tostare

In un tegame portare ad ebollizione dell'acqua (poca) per far cuocere il broccolo (o la foglia di cavolo verza) e lessarlo.
Sbucciare le patate, tagliarle a tocchetti e metterle a rosolare in un tegame con un filo di olio extravergine di oliva e lo scalogno. Aggiungere un pò di brodo vegetale e un pò di acqua di cottura del broccolo e magari anche il torsolo (non il broccolo, perchè darebbe un colore verde).
Portare a cottura aggiustando di sale.
Far rosolare in un filo di olio i porcini tagliati a pezzi.
Tostare il pane e contemporaneamente frullare le patate con il brodo di cottura e un pò di crema di tartufo (o di olio al tartufo).
Versare la vellutata nel piatto di portata e guarnire con il crostone di pane con i porcini.
Servire bollente.
SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI