
Una mattina di marzo mio figlio (il piccolo) mi dice che non ha voglia di andare a scuola. Sul suo viso di adolescente si affollavano mille pensieri, da quelli bui a quelli tristi a quelli inquieti. Ho messo da parte la mia intransigenza di mamma severa e ho capito che era più salutare per lui restare a casa a smaltire la malinconia, che affrontare una giornata in maniera distratta e poco costruttiva. D'altro canto non si può giustificare un'assenza solo per la febbre.
Aveva bisogno di me e allora ho deciso di invitarlo a seguirmi in un piccolo paese sul mare, qui vicino, per una commissione.
Arrivati li, il tempo era splendido e 'i prati già in fiore', pieni di senape e abbiamo deciso di regalarci un pò di tempo solo per noi.
Abbiamo passeggiato sulla spiaggia dove le prime orme erano nostre.
Respirato il profumo del primo mare della stagione.
Desiderato tuffarci nell'acqua trasparente. Assistito al volo dei gabbiani.
E, alle 11,30 di mattina, mangiato insieme 50 ricci con il pane bianco morbido appena cotto.
Tornati a casa cantando, il mondo sembrava più bello, allegro e pieno di promesse.