22 luglio 2015

Poesia di un tramonto d’estate

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Pensavo non esistessero più. Come le lucciole nelle fessure dei muretti a secco e come l’odore della pioggia sui ‘ristucci’ bruciati dopo la mietitura. Sensazioni che pensavo sarebbero rimaste impigliate nei miei ricordi di estati lontane e ormai perse per sempre.

Avevo dimenticato anche lo scorrere vero delle stagioni, quando la primavera era la primavera, tiepida e frizzante insieme. L’estate era l’estate, soffocante e umida, dove tutti si lamentavano del caldo e dormivano come potevano fuori sui balconi, direttamente sul pavimento reso fresco da un secchio d’acqua. Quando ti buttavi a terra solo col cuscino e mentre aspettavi di ritrovare il filo dei sogni, avevi l’orecchio che ascoltava il silenzio della notte e lo sguardo verso un cielo luminoso di stelle. E sapevi che sugli altri balconi c’era gente come te, silenziosi poeti che sapevano apprezzare e godere un momento di solitaria e pura magia. Erano quelle estati dove tutti cercavano refrigerio nelle angurie mangiate in villa, con scorze e semi lanciati perchè dopo la mezzanotte, chissà perchè, si tornava tutti bambini. E quelle notti calde quando non volevi mai tornare, tanto non avresti mai dormito, e rimanevi nel silenzio del paese a passeggiare con un amico accanto, parlando, fumando, e osservando il venditore di angurie che dormiva accanto alla montagna di frutti, con l’orecchio attento a chi tentava di fregargliene qualcuno. E c’era sempre qualcuno che ci provava, quasi sempre per scommessa.

L’estate. A giugno cominciava, a luglio esplodeva, carica di promesse per le ferie di agosto da aspettare, e chiassosa di parenti emigrati che tornavano ogni anno a godere della propria terra, trovandola sempre uguale, vantandosi superiori di quanto funzionavano le cose altrove e piangendo ogni volta, prima di andar via. Era l’estate dell’ozio lento, delle mattine e dei pomeriggi di noia,  dei sorbetti al limone in piazza e dei giochi per strada.

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E di quei pomeriggi in cui, finite le faccende di casa, e il papà era tornato con la voglia di fare una cosa pazza, diceva a mamma  ‘Prepara qualcosa che andiamo tutti a mare, a mangiare insieme sugli scogli’. E sorpresi, felici, isterici per questa pazza idea, ci si preparava impazienti di infilarsi in macchina. E le telefonate a parenti e amici…. ‘ehi noi stiamo andando a mare a mangiare sugli scogli, volete venire pur vù? scià vnìt scià’. E si partiva.

E si arrivava quando ancora c’era un’ora buona di luce. Ma di quella luce particolare dell’estate, quando l’aria si ferma, ti accarezza la pelle, il cielo passa dall’azzurro al rosa e poi al violetto, e piano ti accorgi che scompare l’orizzonte. Chi c’è si immerge lentamente, quasi ad assaporare quel momento regalato, piano, piano, e sospira godendo di quell’acqua che ti porta via tutta la stanchezza, i pensieri, l’angoscia del domani….

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E tu fotografavi quell’immagine dei bagnanti del tramonto,  bambini con le ultime energie che spruzzavano acqua o giocavano a far la balena arenata, senza più fiato per gridare. Gli anziani con le gambe magre e i costumi larghi e alti quanto un dolce vita che passeggiavano nell’acqua fino alle ginocchia, le donne che parlavano in acqua con i capelli raccolti con la pinza, gli uomini che si sfogavano nuotando fino al largo e magari cercando di prendere qualche riccio. Puro godimento, in tanti, a goder dell’ozio.

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Pensavo che non esistessero più, giornate come queste. E invece ieri, mi ha sorpreso trovare alla fine del giorno, gli stessi bambini, gli stessi anziani che guardavano il mare, le stesse donne stanche con le stesse pinze. E lo stesso silenzio della poesia di un tramonto d’estate.

mare al tramonto

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8 commenti

  1. Ricordo anch'io di quelle estati,tutti sdraiati sul pavimento dei terrazzi a respirare quell'aria umida notturna ,svegliandosi all'alba ,ci si preparava ad un nuovo giorno e cosi' via.Le estati cosi' sono un incubo,si spera che volino in un battibaleno,ma è anche vero che ogni cosa al suo tempo,è giusto che accada.Luisa

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    1. hai ragione. Tutti qui a lamentarci e poi vedi, si ricordano con nostalgia....
      Mi si è sciolto anche il cuore al caldo come vedi
      un abbraccio

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  2. Bel post e belle foto complimenti Anna
    Maurizio

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  3. forse sarò fuori da un coro generale che sento ovunque...in ufficio, al supermercato......Basta con questo caldo, non se ne può più......Sono fuori dal coro perchè io me lo godo! Perchè è luglio e DEVE essere caldo! Perchè torno dal lavoro, mi faccio una doccia e mi infilo il costume, perchè ormai questo è il mio look da casa. Perchè nel fine settimana, comunque, sono al mare, visto che ci abito. Perchè ripenso come un incubo alla scorsa estate, che pioveva sempre e l'estate non è mai arrivata. perchè poi, alla fine, l'estate, dura due mesi, se va bene
    Perchè la luce rosa dei tramonti estivi mi sembra che illumini di rosa anche me.
    Perchè dormo sul balcone e mi piace da matti, alzando la testa vedere il mare e, questa mattina, uno spicchio bellissimo di luna.
    Emanuela

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    1. tante parole sul caldo di quest'anno.
      Schieramenti pro e contro, tutti ugualmente rispettabili.
      Ma voglio rimanere qui solo a parlare della sua poesia, quella si che la sentiamo tutti.
      Un abbraccio Emanuela

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