9 febbraio 2016

Marmellata di arance

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“Quel giorno aveva accompagato la sua mamma a comprare la frutta. Era una bella giornata che invitava a fare una passeggiata e a respirare l’aria frizzante che precede quella tiepida della nuova primavera. I colori tutt’intorno erano più forti che mai. Il verde dei prati cominciava a colorarsi di piccoli fiori gialli. Alcuni alberi, illusi dal sole di un inverno mai diventato davvero tale, avevano già offerto i primi fiori. E così, con il finestrino timidamente aperto per lasciar entrare quel pò d’aria che sapeva di respiro pulito, discutevano del freddo mai arrivato, ma che nonostante tutto non riscaldava abbastanza le ossa un pò malandate di entrambe, dei progetti per l’estate, del cosa avrebbero mangiato quel giorno, e delle buone intenzioni di lasciarsi andare all’ozio che, più di tante medicine, avrebbe giovato soprattutto al buonumore. Arrivate al negozio, cominciarono a riempire la sporta di insalata, broccoli e cime di rapa, di patate e cipolle novelle, già pregustando i piatti che piano piano si appuntavano nella mente, promemoria per tutta la settimana in cucina. Nascosta in un angolo, notarono una cassetta di legno, piena di arance di un colore pallido, poco invitante, che sfiguravano al confronto delle arance lucide,  con fresche fogli verdi che, superbe, troneggiavano in bella mostra sul primo banco. Chiesero e seppero che erano arance di un contadino, che ne aveva qualche albero pieno, di quelle nate e cresciute da sole, senza che nessuno si curasse di loro, e che ‘per favore, vedi se le vuole qualcuno. Non sono belle, ma almeno non sono pompate’. Le arance ‘cresciute da sole’ furono così scelte per diventare marmellate, spuntino, dolce di fine pasto e anche prelibatezze candite. Le portarono a casa e cominciarono a lavarle.”

Mi piaceva raccontare così la storia delle mie arance che sono davvero diventate marmellate, torte e canditi. Perchè così le ho vissute.

Veniamo alle ricette. Ognuno di noi ha le proprie, ma, non so voi, io amo sperimentarne di nuove. Solo che appena faccio la ricerca sul web, sono sommersa da mille varianti, mille idee, mille suggerimenti. E poi tra queste tremila cose, faccio di testa mia. In fondo, avevo solo qualche chilo di arance, da cui ho ricavato 1) due tipi di marmellate 2) torta di mele e arance candite 3) torta di arance e limone 4) scorzette di arance candite e ricoperte di cioccolato fondente. Ovvio che andrò per gradi, anzi per post…. Oggi cominciamo con le marmellate. E vi racconterò di due ricette.

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Marmellata d’arance (N.1, tipo gelatina)

- 2100 g. di arance biologiche

- due mele

- 900 ml di acqua

- 500 g di zucchero

Lavare accuratamente le arance e con un rigalimoni tagliare le bucce a fili. Ne ricaverete circa 80/100 grammi.

Tagliare a metà le arance e spremerne il succo (ne ricaverete circa 800 grammi), da versare in una pentola a bordi alti dove avrete già versato anche l’acqua.

Sbucciare e grattugiare le mele e aggiungere la polpa nella pentola. Versare anche le scorze. Immergere tutti gli avanzi di arance che potete. Sembra una cosa strana, ma la pellicina bianca, pur essendo amara, è ricca di pectina e, lasciata li tutta la notte, favorirà la gelificazione durante la cottura.

Lasciar riposare per almeno 12 ore.

Aggiungere lo zucchero e accendere il fuoco. Far cuocere, facendo attenzione durante che la schiuma che si forma durante l’ebollizione non fuoriesca dalla pentola), fino a quando una goccia di liquido, versata su un piatto pulito e asciutto, fatta raffreddare, non scivoli più, ma resti ferma.

Imbarattolare ancora calda. Chiudere bene e, per eccesso di zelo, fare un passaggio a bagnomaria.

IL risultato è una gelatina con scorzette di arancia, abbastanza dolce, ottima su fette di pane integrale o nero, con un velo di burro.

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Marmellata d’arance (N.2, stile Simonetta)

- 2 kg di arance

- 200 g di zucchero

Questo metodo per fare la marmellata l’ho imparato da una mia amica, Simonetta, che ama le arance amare. E con lei un intero pomeriggio abbiamo tolto semi e semi, polpa e succo, da una quantità infinita di arance. Quindi ho imparato proprio bene la lezione.

Lavare bene le arance, bucherellarle con i rebbi di una forchetta e lasciarle per almeno 24 ore immerse completamente in acqua.

Dopo le 24 ore metterle a cuocere, intere,  sempre coperte di acqua, in un grande pentolone, fino a quando le bucce saranno diventate morbide.

Farle raffreddare. Tagliarle a metà e strizzarle bene, raccogliendo il succo ed eventuale polpa in una ciotola. Da due chili di arance io ho raccolto circa 850 g di succo.

Eliminate il resto delle pellicine dalle scorze e cominciate a tagliarle a striscioline sottili, quanto più sottili potete. IO ne ho tagliate circa 200 g, ma, questo lo deciderete in base al vostro gusto, e aggiungetele al succo.

Versare lo zucchero e girare fino a quando si sarà sciolto completamente.

Mettere il tutto a cuocere in una pentola, fino a quando si addenserà.

Come sopra, imbarattolare ancora calda, chiudere bene e, per eccesso di zelo, fare un passaggio a bagnomaria.

Questa marmellata non è gelatinosa ma più densa e io l’ho subito usata per profumare un paio di torte.

Attenzione! Non buttate le scorze rimaste. ……. Ma cosa potete farne ve lo racconterò nel prossimo post, fra un paio di giorni.

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2 commenti

  1. Cara Anna, ogni tanto mi faccio una scorpacciata dei tuoi post e così affiorano i ricordi... ogni volta che mi sei stata accanto nel fare qualche ricetta...tutto è volato liscio...i sorrisi e le risate si sono sprecate (ma che dico...mai nulla va sprecato con te! tanto più le risate|) e ci siamo leccate le dita...dopo gli assaggi che ci hanno rassicurato sul buon esito dei lavori. Grazie per questa citazione amica mia...che onore! ahah :-)

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  2. Ciao, vorrei provare a fare la seconda ricetta, ma quando si mettono le arance nella pentola, l'acqua deve essere quella in cui sono state 24 ore o si deve cambiare?

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