1 dicembre 2014

Farfalle delle due stagioni (verdure, noci e pomodori secchi) e l’inverno che non c’è

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Oggi primo dicembre. Ovunque alberi di Natale e luci. C’è chi finge anche l’ansia dei regali, guardando con occhi sgranati nelle vetrine, ma subito dopo si allontana distratto, dimenticando già quello che ha visto, e continua a parlare con l’amica o al telefono. L’aria è calda, umida, anzi bagnata. Non è l’aria dei dicembre veri, quella che se andavi in una strada dove qualcuno stava arrostendo le castagne ecco che ti sentivi bambina, stretta nel tuo cappotto, mano nella mano di qualcuno che ti voleva bene. Nemmeno l’odore dei mandarini che volutamente lasci sulle mani, ha più l’effetto della magia dell’inverno. Ricordi? appena assaggiavi il primo mandarino, non clementina, mandarino proprio, quello giallo, ovale e con tanti semi dentro, ecco che una strana sensazione stringeva il tuo cuore. E in un attimo ecco li, la voglia di restare a casa, il profumo delle cartellate e del vincotto, la fretta che metteva mamma, come se stesse per succedere chissà che e non potevamo arrivare impreparate. Quindi bisognava sbrigarsi, sbrigarsi…. per fare cosa? Niente. Prepararsi a fare l’albero, mettere fuori le tovaglie rosse, controllare le luci che dall’anno prima sempre qualcuna rimaneva fulminata. E poi decidere la cena della vigilia (sempre quella: linguine con il baccalà, cime di rapa con il limone, baccalà al sugo e baccalà fritto. E se volevi esagerare, anche baccalà con le olive, tanto che alla fine eri tutta un baccalà e non volevi più sentirne parlare almeno fino all’Immacolata successiva). E poi il pranzo di Natale, sempre con mille antipasti, e i cannelloni e poco ragù e la carne arrostita e poi i lampascioni e le mozzarelle e la frutta e le cartellate e le pettole e ‘ì fcazz fracd’ ecceteraecceteraeccetera….. La certezza delle cose che si ripetono, che non annoiano, ma che danno la sicurezza di un rifugio. Si sa. A Natale si mangiano per forza le stesse cose e se ti azzardi a cambiare o a voler fare la moderna, non è più Natale.

……

E mentre scrivo si è fatto buio. E ha cominciato a diluviare. E sono qui, con la finestra aperta, mentre da fuori entra solo il rumore della pioggia incessante e calda. Fa ancora caldo e ancora indosso la mia maglietta a mezze maniche, con nessun brivido di freddo. E’ una strana sensazione, provare d’istinto l’estate addosso e di ragione sapere di essere in inverno.

Ed è per questo che anche i desideri a tavola diventano ibridi. Prendo dal freezer il contenitore dove conservo le verdure che di solito avanzano (le taglio a pezzi e le metto tutte insieme, mezza zucchina, una fetta di zucca, qualche fetta di peperone, una cipolla, carote un pò vecchie quando ne ho già comprate di fresche, ecc). Scelgo solo le zucchine, e le cipolle, ho una melanzana fresca e mentre decido cosa cucinare, mi assalgono desideri di più stagioni e così…. procedo…..

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Farfalle integrali con verdure e pesto di noci e pomodori secchi.

(per due persone)

- una melanzana

- un paio di zucchine tagliate a pezzi o rondelle

- una cipolla

- due noci

- due pomodori secchi piccoli

- un ciuffo di prezzemolo

- pepe

- olio extravergine di oliva (3 cucchiai)

- Parmigiano

- 100 g di pasta integrale di formato piccolo (io ho usato le farfalle, ma forse erano troppo piccole, infatti ho dovuto usare il cucchiaio, altrimenti mi innervosivo)

In una padella far rosolare dolcemente nell’olio, la cipolla tagliata a pezzi, la melanzana e le zucchine a pezzi. Salare e far cuocere a fuoco dolce le verdure. Nel frattempo mettere sul fuoco l’acqua per la pasta. Quando bolle, salarla, e versare la basta. Su un tagliere tritare le noci e tagliuzzare i pomodori secchi. Versarli nelle verdure e far insaporire. Quando la pasta è ancora molto al dente, scolarla e unirla alle verdure. Saltare a fuoco vivace per un minuto circa. Servire con pepe, parmigiano e prezzemolo tritato.

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