21 aprile 2017

erbe aromatiche a tavola



Quando si cucina si corre sempre il rischio di andare in giro con addosso il profumo del cibo preparato. E, anche se la cosa a volte mi da fastidio, soprattutto quando in autobus scopro che chi è seduto accanto a me ha mangiato frittura, o qualcosa a base di aglio, devo invece riconoscere che quando abbraccio mia cognata che lavora in pasticceria, è sempre un doppio piacere. A parte il fatto che lei è dolcissima come i suoi dolci, ma mi sembra di essere avvolta da qualcosa di buono, ma buono davvero.
E oggi anch'io profumo di cibo e di erbe. E vi racconto perchè.
Sono a Roma e in questo infinito via vai non sempre il frigo è fornito di cose buone o freschissime. Ma è davvero un pò difficile avere sotto controllo più di un frigo per volta.
Ma la cosa non sempre si rivela un problema insormontabile. Basta guardare quello che c'è e pensare.

Oggi dovevo proprio uscire per andare a comprare un pò di verdure. Il frigo era un luogo desolato e desolante. Ma fuori c'era un freddo per niente invitante. Quindi ho considerato la cosa dal punto di vista (tristissimo) del riciclo (parola che non sempre mi piace usare) e, meglio, dal punto di vista romantico. 
Due tristi carotine con radichette pronte a decretarne la vecchiaia, una povera zucchina dimenticata li da almeno due settimane, una cipolla rosa, una patata americana, una mela rossa rattrappita, tutto quello che mi guardava malinconico dal frigo.
Qualche pomodorino e due uova. Anche loro ok.
Ma avevo bisogno di profumi di erbe, di primavera.
Fuori nel terrazzo salvia, rosmarino e origano erano belle rigogliose.
E allora vabbè mi son detta. Vediamo cosa si può fare. E così...

Ho messo su un pò di buona musica, ho chiuso le finestre per dimenticare il freddo della tramontana. Ho indossato il maglione blu di mio padre e ho cominciato a lavare le verdure e le erbe.
Ho acceso il forno e piano piano le ho sbucciate, ho affettato le carote, fatto a rondelle la zucchina, tagliato in 4 la cipolla, a spicchi la mela con tutta la buccia, a pezzettoni la patata americana. Un filo d'olio su tutto e un pò di sale aromatico delle saline di Mothia, ricordo di un viaggio bellissimo.
Due rametti di rosmarino lavati e asciugati. Mescolato tutto con le mani e via in forno a 180°.

A metà cottura circa (15 minuti), in una piccola pirofila da forno, regalo di Simonetta, ho versato un cucchiaio di olio, tre pomodorini tagliati a pezzi, ho sgusciato due uova, messo un pò di sale e origano e ho messo in forno fino a quando gli albumi sono diventati bianchi. Accanto alla pirofila delle verdure.

Nel frattempo ho apparecchiato per me sola. Con il mio pane di segale ai semi, finocchietto e noci.
Ho affettato due fette sottili e le ho passate in forno per farle riscaldare.

E così questo è stato il mio pranzo. Con tante erbe nel mio piatto. Il rosmarino nelle verdure, l'origano nelle uova e il finocchietto selvatico nel pane. 

Acqua con una fetta di limone per rendere ancora più profumato il mio pranzo e il pranzo è diventanto un momento romantico, dedicato a me stessa.

Non c'è bisogno di ricette vero? Vabbè metto solo qualche foto.
Ora mi aspettano per il caffè.







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3 commenti

  1. il tuo pranzo mi piace moltissimo invece! perfetto (anche io non sopporto la parola riciclo)

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  2. Annina tu riusciresti a trasformare in un piatto sublime, anche un raperonzolo bitorzoluto :-)
    La fantasia, e tu amica mia ne hai da vendere, ci viene spesso in aiuto per toglierci dai guai, anche da quelli provocati da un frigorifero che rimanda l'eco ;-)
    Adoro questi tuoi post Anna, mi sembrava di esser lì con te con la testa infilata dentro il frigo vuoto(mumble mumble), un rapido sguardo al vento e al freddo che bussano alla porta e la lampadina che si accende con un'idea gustosa e sempre piena di colore come sei tu, amica mia.
    Tvb
    Pippi






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