8 dicembre 2016

Amburgo e la ricerca dello spirito del Natale


Natale arriva all'improvviso, con luci e suoni, che, a poco a poco, se non sei ancora pronta, diventa frastuono. Quest'anno mi sento quasi assalita dalle pubblicità, dai sorrisi, dalle atmosfere di case perfette e luccicanti, di inviti alla bontà e alla solidarietà che si moltiplicano a dismisura in questo periodo. E' come se tutti avessero più fretta, bisogna sbrigarsi, che passa in fretta, bisogna approfittare ora dello spirito del Natale per fare e dire cose buone. Come se durante l'anno non si facesse più in tempo.
E la corsa all'albero, ai regali, alle ricette più strabilianti.... mi viene l'affanno solo a pensarci.

Eppure da qualche parte dentro di me c'è la bambina che vuole ancora stupirsi. Che vorrebbe salire su una giostra e sentirne l'incanto, mentre gira e gira.
Vorrebbe scrivere la lettera a babbo Natale e dirgli le cose che desidera da sempre ma che mai ha potuto avere.
Vorrebbe ritrovare la gioia di quando si era tutti insieme intorno ad un tavolo con a capo la nonna e aspettare di infilare la letterina sotto il piatto del papà e poi fare il giro dei bacetti agli zii che ti allungavano oltre all'abbraccio anche qualche moneta.
Vorrebbe sentire il freddo pungente dell'inverno per godere poi del tepore dei maglioni di lana e del caldo di casa quando rientri.
Vorrebbe riempire casa di profumi di cannella e fare pasticci con le mani, fregandosene se poi i dolci fatti con persone care, non sono belli, ma solo buoni.

 E allora colgo un invito e prendo 'al volo' un aereo che mi porta lontano. Dove il Natale dei mercatini è profumato di vino speziato e pane nero con i wurstel, dove le luci sono tante, dove c'è freddo, di quello che non posso ignorare e che mi fa lacrimare gli occhi, dove i suoni sono tenui e non urlati.
Vado ad Amburgo, dove il cielo è grigio grigio, ed è quindi più facile colorarlo con una manciata di palline rosse. Dove è bello passeggiare nelle stradine silenziose lungo i canali e lungo il lago, e c'è una quiete che mi rimette in contatto con i miei pensieri.

Uscire con l'intento preciso di andare a cercare lo spirito del Natale, in un posto nuovo. E ritrovarmi a cercar colori in un negozio che da sempre mi ha fatto sognare, comprare li un vestito rosso e la tovaglia delle feste di quest'anno. E fare amicizia con la commessa tedesca originale, che però è sposata con un 'mezzo italiano' come dice lei, felice di poter parlare un pò italiano con me. E provare ad indossare vestiti pazzi, coloratissimi, fatti apposta per le donne agèe che sono ancora piene di sogni dentro.
E rimanere li con donne sconosciute a confrontarsi 'sto meglio con questo o con quello li?', e ridere di noi, bevendo thè caldo insieme.

E poi uscire con una borsa di stoffa piena di compere e con due regali ricevuti: un babbo Natale di cioccolata e un piccolissimo alberello da piantare, che pianterò.
Fermarsi a mangiare qualcosa sulla riva del lago, tra i gabbiani che puntano le briciole, pronti a piombare addosso. E chiudere gli occhi e sentire soltanto il silenzio del lago, rotto all'improvviso dalla motobarca che porta in giro turisti con nasi rossi e le nuvolette di vapore dei loro respiri.
Fermarsi a guardare tutto questo, e fermare anche i pensieri. Assaporare la calma.
E continuare piano a passeggiare, guardando un pò qua e la, gente che mangia panini e bene vino caldo, ancora, a qualsiasi ora, bambini che rincorrono i gabbiani, anziani con stampelle e carrozzella che sembrano un inno alla vita, per la loro voglia di uscire e passeggiare nonostante le loro difficoltà.
E tutto questo mi fa bene.

Dopo qualche ora, quando il freddo sta per toccarmi, entro in uno Starbucks e con un cappuccino bollente in mano mi piazzo dietro ai vetri, seduta su una comoda e bassa poltrona, e continuo a godermi, una giostra che gira pigra davanti ai miei occhi, carica di bambini impazienti.
E aspetto. Che mi venga voglia di tornare.
E quando la voglia arriva, mi intabarro di nuovo nella mia giacca verde, mi avvolgo nella mia sciarpa calda, schiaccio inutilmente i miei ricci nel cappello, e prendo un taxi che mi porterà al caldo.
Mi godo le luci dei tanti mercatini di Natale che aspettano con il buio la folla festosa.
E torno.




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2 commenti

  1. Una vita che aspetto di andare ad Amburgo, e guardando le tue immagini capisco di avere ragione. E ci vorrei andare proprio adesso, con il freddo pungente che toglie il fiato perché è proprio in questo periodo che le città del nord danno il loro meglio.
    Fortunata te che hai potuto goderlo anche solo per un attimo.
    Un bacio mia cara.

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    Risposte
    1. cara Patrizia, impariamo a realizzare i nostri sogni. Comincia ad organizzare uno dei viaggi che ci hanno fatto sognare da sempre.
      In irlanda, solo amiche. Quando vuoi.
      Cominciamo.
      E che sia per il 2017
      Un abbraccio
      Anna

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