22 marzo 2017

Tagliatelle di farro con ragù alla bolognese light.




Stasera va così.
Non so se fa caldo o fa freddo. Non so se ho sonno oppure no. Non so se riuscirò a scrivere questo post, eppure continuo.
Insomma mi sento a metà tra l'inquieto e l'irrequieto.
Ho gusti e convinzioni che cambiano repentinamente. E la domenica mi sembra una buona idea pianificare il menù per tutta la settimana, giusto per non perdermi nell'indecisione della quotidiana domanda 'cosa mangio oggi?' per evitare di cedere alle tentazioni dell'ultimo momento, e poi mi accordo che quello che ho pianificato non mi va proprio di mangiarlo.
Sto seguendo in maniera rigorosa tutte le indicazioni della mia dieta. Mi piace mangiare sempre verdure, sono tendenzialmente vegetariana, ma poi all'improvviso mi parte una voglia incredibile di ragù, nel bel mezzo della settimana, quando era previsto tutt'altro, e quando non avevo nemmeno gli ingredienti freschi per prepararlo. Qualche carota si, pochissimo sedano, ma va bene così.
Parto comunque alla volta del mio macellaio di fiducia e compro il macinato. Mi fiondo a casa e comincio a gustarmi tutti i passaggi, perfino lo sbucciamento della cipolla, fino al movimento continuo, lento e rotatorio del cucchiaio di legno nella pentola.

E che ci posso fare? Sarà la primavera? sarà che la mente decide in un modo ma il corpo lo corregge, proponendo ciò di cui ha realmente bisogno? Boh non lo so.

Tra l'altro questa strana particolare forma di indecisione e leggerezza fa si che non mi importi poi tanto se le foto non sono perfette, se in alcuni punti sono sovraesposte, se mi dicono che le tagliatelle sono anemiche, ma se sono di farro, e il colore è quello perchè lo devo cambiare? Anche perchè la cosa importante è che ... erano fantastiche e che meno male che avevo cucinato esattamente le dosi previste, perchè altrimenti era il momento buono per un peccatone di gola.

Bene, ora sta prevalendo una sensazione di freddo e di stanchezza tutto insieme.
Scrivo la ricetta e ci risentiamo alla prossima.
E preparatela pure senza timore questa ricetta, perchè è buona uguale alla versione con soffritto, ma è sorprendentemente fantastica per il suo sapore. E non stupitevi quando leggerete il procedimento.

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Tagliatelle di farro con ragù alla bolognese light (per 2 persone)

Ingredienti
una cipolla
uno spicchio d'aglio
una carota
un gambo di sedano
300 g di carne mista macinata 
una bottiglia di passata di pomodoro
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
due foglie di alloro
150 g di tagliatelle di farro
due cucchiai di parmigiano (36 mesi) o di pecorino (facoltativo)

Procedimento
In una pentola versare l'olio, la carota, la cipolla e il sedano tritati finemente, la carne, lo spicchio d'aglio sbucciato, le due foglie di alloro, la carne e la passata di pomodoro. Salate quanto basta. Non dovete assolutamente soffriggere. 
Far cuocere dolcemente per circa mezz'ora. 
Nel frattempo mettere sul fuoco l'acqua per la pasta. Eliminare l'alloro e lo spicchio d'aglio. Cuocete le tagliatelle e condite con il sugo e un cucchiaio di parmigiano (36 mesi) o di pecorino.
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16 marzo 2017

Il limoncello



Passeggiando tra i blog, bellissima abitudine che sto riprendendo, bella come riprendere tra le mani un libro, stamattina ho raccolto un paniere di riflessioni
Sono passata dal post di Patty, dove con la scusa di una terrina, si parla delle sensazioni che accompagnano l'autostima di una donna, dall'adolescenza a quell'età in cui, tutto, corpo e mente, sembra ballare come una nave sul mare in tempesta.... al nome di un blog che d'ora in poi seguirò, e che ironicamente sembra riassumere il punto di vista di chi, più giovane, ci osserva : galline vintage.

E scopro che, nonostante la sicumera che mi fa illudere di poter parlare di tutti gli argomenti senza problemi, ce n'è uno che fino ad oggi ho sempre volutamente trascurato, o rimandato, o semplicemente evitato.

In questo ballo frenetico del web dove devi essere sempre attiva, positiva, propositiva, aggiornata, agguerrita, intelligente anzi smart, tutte cose che appartengono alla gioventù o all'età quasi matura, devi dimostrare di saper o poter reggere la botta man mano che il tempo passa.
Parlare a cuore aperto di vampate, irritabilità, cambiamenti di umore, di insonnia, (madò sembro la pubblicità di Kilocal), che quando ti vengono ti sembra di stare su una giostra impazzita, ti fa temere di essere un pò ... agèè.
Che poi, rileggendo, non è nemmeno vero. Forse è solo pudore femminile. O forse è tutto insieme.
Però meno male che questa cosa qui ti viene in un momento in cui sei o dovresti essere già saggia e partorisci pensieri che partono malinconici, ma poi diventano positivi.

Innanzitutto sono da stimolo per fare di nuovo comunità e gruppo tra donne. 'come anche tu?' e li a sciorinare confronti su modalità e orari, e notti insonni tra  caldi e freddi improvvisi, con racconti di coperte che volano via e che poi recuperi, di pranzi dove ci si chiede di continuo 'hai un ventaglio? anche un piatto di plastica o una cartolina vanno bene!', oppure 'mi fai sedere un pò accanto alla finestra?', e i mariti che non capiscono perchè a loro fa sempre freddo, ti dicono 'ma chiudiiiii'.
 E cosi via con questo bel teatrino. 

Ma parlare solo dei sintomi sarebbe riduttivo. Sarebbe bello parlare anche di quello che ti frulla per la testa all'inizio, quando cominci a capire il significato di questa novità. E di questo non tutte ne parlano. C'è il timore che tu ti senta al capolinea di qualcosa, sull'orlo di uno strapiombo da cui, dopo aver saltato, precipiterai nelle ricrescite impietose, negli scrocchiamenti mattutini di ossa, negli appuntamenti per i vari ostinati restauri, nei movimenti non più disinvolti e nelle ginocchia che non ti permetteranno facilmente di fare 'i piegamenti'.
Per poi, una volta atterrata nella terra della consapevolezza, comincerai a fregartene, e ad essere più buona con te stessa.
Comprerai scarpe comodissime, vestiti coloratissimi, parlerai senza più timore di sbagliare in mezzo agli altri alle presentazioni di libri, accarezzerai tuoi sogni che tirerai finalmente fuori dal cassetto, e ritroverai il piacere una vita dove non si sgomita.
Rileggendo ho cancellato le parole 'indulgenza, ormai, serenità, lentezza' che avevo inserito.
Perchè ancora non mi appartengono.
A dispetto del caldo che va e viene, sono sempre una terribile ragazzina inquieta e allegra, sempre pronta alla rivoluzione e alla discussione, sempre con progetti nuovi da realizzare, viaggi da prenotare, tavole da imbandire e amici da invitare.

E che prepara sempre liquori per brindare alle mille occasioni che la vita mi offre,

Grande successo per la torta caprese al limoncello che ho pubblicato qualche giorno fa.
Ma lo vogliamo preparare anche il limoncello buono buono che ho utilizzato nella torta e che conservo sempre nel freezer per berlo ghiacciato al punto giusto?

su provate e poi fatemi sapere.
(all'inizio è un fresco consolatorio, ma poi.... ti fa venire un caldooooo!!! ahahahah)



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Limoncello

Ingredienti

- 9 limoni biologici
- 9 foglie
- 1 litro di alcool
- 1 litro e 300 di acqua
- 750 g di zucchero


Procedimento
Lavare accuratamente i limoni e sbucciarli, facendo attenzione a lasciare tutta la parte bianca sul frutto, poichè solo la parte gialla della buccia contiene gli olii profumati che servono per il liquore.
Immergere le bucce stropicciate e le foglie lavate e asciugate in un contenitore pieno di alcool, in modo che possano essere coperte completamente. Conservare in un luogo buio per almeno 3 giorni e scuotere di tanto in tanto.
Versare in una ciotola grande di vetro l'alcool eliminando le scorze e le foglie.
Preparare lo sciroppo di zucchero portando ad ebollizione l'acqua con lo zucchero e lasciandolo bollire per 5  minuti circa.
Far raffreddare e unirlo lentamente all'alcool profumato.
Consumare dopo una settimana.
CONSERVARE IN FREEZER....
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10 marzo 2017

Riso integrale piccante con verze e cubetti di mortadella

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Appena rientrata. Fuori c'è un vento gelido, nonostante il sole. Marzo pazzerello? E si. Davvero folle direi.
In casa per fortuna c'è un bel tepore e vorrei restarmene qui accucciata a scrivere e scrivere, ma devo darmi una mossa, ho mille cose da fare.
Sono appena tornata dalla campagna, dal Trullo The Nice,  dove, in previsione del futuro orto, dovevo raccogliere le ultime verdure prima dell'aratura. 
Ancora resistevano cavoli, verze e verze rosse, qualche piccolo finocchio smunto e semicongelato. 
Le talpe hanno fatto del mio orto il loro ristorante e se la son spassata. Infatti cavole e verze non avevano più radici e stavano per rotolare liberamente per la campagna senza un appiglio sicuro.
Quindi ho raccolto tutto ed ora cominceremo a pianificare cosa comprare e come disporre le piantine per l'orto estivo. Sono felice perchè questo è il momento di piantare quello che renderà profumato la nostra tavola per tutta la bella stagione. E con noi ne godranno coloro che verrano a trovarci, ospiti, amici...
Queste sono le giornate e i progetti rigeneranti di cui tutti quanto dovrebbero godere. Passare qualche ora nel silenzio o meglio nei rumori della campagna ha un potere benefico sulla mente. Ti svuota i pensieri, te ne fa venire di nuovi e positivi, più di una tavoletta di cioccolata o di una tisana consumata al chiuso.

E ora la ricetta di oggi.
Avevo in frigo ancora un pò di una mortadella che mi era stata regalata da due mie amiche carissime che producono salumi da favola. E sono da favola pure loro. Angela e Micaela Santoro, le Santorine. E loro non sanno che ne ho fatto un uso insolito che poi si è rivelato geniale, per risultato e gusto.
Sapete quelle belle mortadelline intere che amiamo tagliare a listarelle spesse, da mangiare a morsi da prima fame, sperando che ci sia qualcuno accanto a noi che ci fermi, prima di mangiare tutto il contenuto del piatto?
Si proprio quelle.
Avevo ancora un paio di fettone che ho tagliato a cubetti e per evitare di mangiarle subito, ho mangiato i due finocchi magri e semicongelati di cui sopra, e nel frattempo ho preparato questa minestra di verze biobio mie e riso integrale, profumata con i cubetti di mortadella (anzichè pancetta affumicata che uso di solito) e peperoncino fresco per renderla piccantina e stuzzicante.

Non potrete capire se prima non la rifate e non l'assaggiate.
E' un connubio perfetto. Da mangiare contente per quanto è buono e serene per la qualità degli ingredienti che utilizzate.

Ecco la ricetta e poi fatemi sapere
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Riso integrale piccante con verze e cubetti di mortadella

Ingredienti
- verza
- riso integrale
- cubetti di mortadella Santoro
- aglio
- cipolla
- pomodori pelati
- olio extravergine di oliva
- una 'scorza' di formaggio (facoltativo)
- peperoncino


Procedimento
In un tegame alto mettere a riscaldare l'olio, i cubetti di mortadella,  l'aglio e la cipolla tagliata fine. Far appassire.
Aggiungere la verza precedentemente lavata, privata delle parti dure e tagliata a listarelle, e farla appassire.

Aggiungere i pomodori pelati, in quantità sufficiente per dare un colore rosa e non rosso al sugo.

Versare acqua in quantità sufficiente per cuocere il riso in seguito e portare ad ebollizione. Salare. Immergere la 'scorza' del formaggio che durante la cottura si ammorbidirà e darà sapore alla minestra. Mettere il riso e a metà cottura aggiungere il peperoncino.

Servire bollente.
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