21 aprile 2016

Polpo, vellutata di fave e fiori

 sagra

La primavera è la stagione che mi sconvolge più di tutte. Porta nuova energia e voglia di fare tante cose. Mi mette addosso la voglia di viaggiare, di organizzare incontri, di pulire e spazzare via il grigiume, con l’uscita del primo sole. E così mi ritrovo contemporaneamente tra una valigia da preparare per una meta lontana, il trullo da sistemare per i futuri incontri, i fiori da mettere in vaso, una passeggiata al mercato e un’altra al mare. Insomma un’attività frenetica e frizzante. La mia vita è così. Ma tutto questo fuggi fuggi si placa quando mi ritrovo ad organizzare un pranzo con i miei amici. Questo poi è un periodo pieno di buone intenzioni di dieta prima della prova costume, quindi tutti attenti a quello che si mangia. ‘Ti prego qualcosa di leggero, magari un piatto unico, profumato, niente carne eh? Dai, così stiamo insieme ma non ci appesantiamo’. E così mi ritrovo ad inventare piatti nuovi che rispettino tutte queste esigenze. Ma immaginate di essere con me, al mio trullo… in una giornata di aprile, con l’aria tiepida, silenzio tutto intorno… anzi no, solo il canto degli uccelli che si danno un gran da fare da un albero all’altro, il fruscio degli ulivi, il vento tra gli alberi, i petali dei miei ciliegi in fiore che volano come neve al sole. Una passeggiata fino all’orto dove raccolgo le mie erbe e i fiori di questa primavera. Metto tutto sulla mia tavola, fuori al sole. Anche la mia piccola cucina da viaggio. E al tepore che mi accarezza, comincio a lavare i fiori della borragine, quelli dell’albero di giuda, seleziono le barbe dai finocchi, mentre lentamente cuociono sul fornello le fave. Ormai questo piatto tipico della mia terra, è diventato indispensabile in molte delle mie preparazioni. Si può abbinare in tutte le stagioni a tanti altri ingredienti.  Olio, poco, ma buono. Tutto abbinato in leggerezza e sapore. E così con questo ritmo lento, aspetto i miei amici. Fra un pò arriveranno e voglio vedere la faccia che faranno ….

Intanto ho creato una playlist su Spotify per ascoltare la musica che mi piace mentre cucino e anche come sottofondo mentre chiacchiero con i miei amici.

_MG_6138

Polpo, vellutata di fave e fiori

(per quattro persone)

- due polpi medi

- 400 g di fave secche

- una patata

- 100 g di piselli

- barba di finocchio

- fiori eduli (di borragine, fiori dell’albero di giuda, ecc…)

- Olio extravergine di oliva Sagra

- sale e pepe bianco

a

Mettere in ammollo le fave dalla sera precedente alla preparazione.

Sbucciare la patata e tagliarla a fette. In una legumiera sistemare le fave lavate in acqua fredda e le patate. Salare e coprire d’acqua. Metterle a cuocere su un fornello medio. Eliminare la schiuma che si formerà e proseguire per almeno un’ora, o fino a quando, assaggiando le fave si sfalderanno in bocca.

Nel frattempo portare ad ebollizione una pentola d’acqua. Versare i piselli e farli bollire per circa 10 minuti. Toglierli dall’acqua con una schiumarola e metterli da parte. Immergere nella stessa acqua il polpo e farlo cuocere per circa mezz’ora.

Sciacquare i fiori e le barbe di finocchio in un pò d’acqua, facendo attenzione a non rovinarli.

Con un minipimer o uno sbattitore elettrico, ricavare un purè con le fave a cui avrete aggiunto un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva.

Tagliare a pezzi il polpo e aggiungerli al piatto dove avete conservato i piselli. Aggiustate di sale, pepe bianco e aggiungete un filo d’olio.

Impiattare come segue:

Versare un mestolo di purè caldo di fave, disporre il polpo, i piselli, i fiori e le barbe di finocchio come più vi piace. Con un cucchiaino fate cadere tantegocce di olio nel piatto.

sagra1

Questa ricetta l'ho realizzata in collaborazione con Sagra in un progetto che coinvolgerà 14 blogger + me con altrettante ricette sfiziose - seguite l'hashtag #atavolaconamore

SHARE:

8 aprile 2016

La vignarola

vignarola3

Non rimanendo fermi in un luogo, ma muovendosi, in lungo e in largo, si incontrano cose nuove. Gente con occhi e facce e lingue diverse, abitudini nel vestire e consuetudini nel mangiare differenti e perfino luci più o meno luminose a seconda delle tante variabili della latitudine, dello smog, delle ore in cui puoi andarci per visitarle ecc… E tutto, sempre, è cosa nuova, e tutto, sempre, è qualcosa da conoscere e da cui imparare.

Io non so stare ferma sempre in un posto. Magari mi allontano temporaneamente sicura di poter tornare indietro, come un elastico. Ma devo allontanarmi. Alla ricerca, per raccogliere, nuove esperienze e nuove persone da conoscere come mondi nuovi. Prendo la rincorsa, vado, ci resto finchè sento che la tensione si affievolisce e… boooiiinnng…. l’elastico mi riporta a casa. Questo significa che non volerò mai via per sempre da quella che considero casa mia.

Ma significa anche che conoscerò sempre tante cose nuove perchè la casa prima o poi, mi viene sempre a noia.

Nella mia vita romana ho potuto riabbracciare e frequentare un pò di più vari amici, ne sono arrivati di nuovi e con loro ho fatto cose molto belle. Bellissime le giornate fredde o tiepide, trascorse davanti un cappuccino ad un bar all’aperto, a parlar di progetti realizzati o ancora da realizzare, di idee di scarpette tenere per bambini divenute un vero lavoro, di progetti di cornetterie buone che stanno per realizzarsi, di corsi di fotografia per insegnare a far desiderare il cibo, così come lo desideriamo noi blogger, di corsi di cucina per chi vuole imparare a mangiare italiano, cene social da organizzare …. ecc…

vignarola2

Poi è arrivato anche un corso di ceramica, dove ho imparato a creare qualcosa di mio, qualche piatto, bicchieri colorati, di cui vi parlerò in seguito… e dove ho anche conosciuto nuovi amici.

Ieri sera alla fine della lezione son partiti i selfie, per immortalare un luogo e un gruppo, chiamato ‘la compagnia delle ciotole’ e, al momento di inviare le foto chiedo a tutti num di cellulare e nome. Una delle nostre compagne di corso di dice ‘Vannella’, io la guardo un pò così e le chiedo ‘di nome o di cognome?’… E lei ‘E si, di nome, lo so che è un pò strano, ma sai io vengo da un posto dove tutti gli abitanti hanno un nome strano….’. E così ci fermiamo tutti e comincia il suo racconto, sempre accarezzando il pezzo di creta che stava lavorando.

La sua è una voce di maestra, che racconta con parole semplici, ben scandite e con un tono che attira l’attenzione e con un sorriso che dissimula anche una certa timidezza:

‘…sai nel mio paese, un paesino delle Marche, piccolo, con nemmeno 1000 anime, quasi tutti gli abitanti hanno dei nomi strani. Non si sa perchè, o forse loro si, lo sanno, ma io non saprei dirlo, ma si chiamano con nomi mai sentiti prima e in nessun altro luogo. E così so di un’Imelda che ha sposato un Raoul, di donna Olmede, di Abdenago detto Becky, di zia Amelide, di zia Velleda e zio Godardo. Ma un nome e una persona che ricordo in maniera particolare è il signor Vasindone. E si, perchè era un signore anziano che passeggiava su e giù per le stradine del paese e che tutti conoscevamo. Un bel giorno, anzi un brutto giorno il sig. Vasindone mori e chiaramente nel paese lo seppero tutti poichè era così piccolo che nulla poteva passare inosservato. Però sui muri del paese comparve un manifesto bordato a lutto con un nome a noi sconosciuto. Annunciava la morte di tal ‘Francesco’, nome anonimo di persona quindi non nota che stupi non poco. E come? Due morti in un sol giorno e nessuno che conoscesse il povero Francesco? Due giorni di interrogativi dovettero passare prima di venire a conoscenza del fatto che tal Francesco altri non era che il nostro caro Vasindone stesso che, tempo addietro era emigrato in America e precisamente a Washington, cosa che al suo ritorno gli era ‘costato’ il nomignolo di ‘Vasindon’, da cui il mitico nome Vasindone.’

Da questo punto del racconto, non è stato più possibile proseguire la storia, perchè eravamo stesi su sgabelli e tavolacci per le risate, con le mani sporche di creta sulla pancia. Abbiamo rimandato alla prossima puntata altre storie, vuoi perchè la ‘cantastorie’ sa incantare, ma anche perchè siamo sicuri che di storie ne conoscerà tante ancora. E ve le racconteremo… alla prossima lezione.

Vedete dunque che ricchezza incredibile la conoscenza di nuove persone e nuove storie?

Ma visto che siamo qui su un blog di cucina, parlerò anche di una scoperta di un piatto tipico romano. La vignarola. Un piatto semivegetariano (nel senso che è composto quasi tutto di verdure e poca pancetta che, volendo si può omettere, ma se la mettete è più buona, credetemi). Passeggiando nei fantastici mercati romani si scoprono nuove verdure e nuove combinazioni. E i ‘vignaroli’ come qui sono chiamati i nostri ‘ortolani’, mi hanno parlato di questa ricetta che porta il loro nome. E che oggi vi propongo. Aspetto i vostri commenti.

vignarola

La vignarola

(per 4 persone)

- 4 carciofi grossi

- 5/6 cipollotti freschi

- una fetta di pancetta tesa

- 400 g di piselli sgusciati

- 400 g di fave fresche sgusciate

- una grossa lattuga romanesca (vedere foto)

- olio extravergine di oliva (secondo la propria dieta)

Pulire i carciofi e tagliarli a spicchi. lavarli in acqua acidulata con limone.

Lavare la lattuga e tagliarla a pezzi grossi.

Lavare sia le fave che i piselli freschi.

Tagliare i cipollotti e farli appassire a fuoco dolcissimo in una casseruola con l’olio e la pancetta tagliata a listarelle. Aggiungere prima i carciofi e farli insaporire un pò. Poi in sequenza aggiungere le fave, i piselli e alla fine la lattuga. Aggiustare di sale. Far insaporire e poi portare a cottura aggiungendo qualche mestolo di acqua calda. Servire calda con pane tostato.

carciofi

carciofi1

SHARE:

4 aprile 2016

Social Eating a Roma: La primavera a tavola

cena_primavera_def

Eccomi qua, in pieno fermento e piena di entusiasmo per la primavera che è arrivata. Io non so perchè ma, quando l’aria comincia ad intiepidirsi e la mia campagna a riempirsi di fiori e colori, mi sento esplodere dentro di felicità. E mi viene una gran voglia di cucinare le prime cose che spuntano nell’orto. E se non nel mio in quelli che conosco di cui mi fido.

Come non raccogliere (o comprare) gli asparagi o i piselli e farne un piatto delicato e leggero? E il primo basilico da abbinare alla pasta fresca con un bel sughetto di pomodoro? E le melanzane come prepararle se non ripiene. Il tutto abbracciato da fresche insalatine o verdure al forno?!?

Ed ecco che ovunque io sia, ho davvero il desiderio e il gran piacere di mettermi ai fornelli. Ma mica per me sola. Noooo. Non c’è piacere a mangiare da soli a tavola. Anzi meglio se a tavola si è in tanti, tutti con lo stesso desiderio di parlare, conoscersi e mangiare.

Così nasce la mia seconda esperienza di Social Eating. Una cena con la … primavera nel piatto, sempre sulla stessa terrazza in una bella casa di Roma.

Sono sicura che ci divertiremo molto. Quindi se avete voglia di unirvi a noi chiamatemi e venite da noi a cena.

La cena si terrà venerdi 8 aprile 2016 ore 20.

Per prenotare un posto alla mia tavola, scrivetemi a annagentiledg@yahoo.it oppure contattatemi sul profilo facebook.

Vi aspetto.

SPRING_FB

SHARE:

1 aprile 2016

Crepes Nutella e nocciole. I miei risvegli ieri e oggi

Ingrediente Nutella - Crepes Nutella e Nocciole
Oggi mi sento ad un crocevia. Ma di quelli grandi e importanti. Dove si incrociano spazio e tempo. Dove in un istante ti sfrecciano davanti, i luoghi dove hai vissuto, dove vivi e dove non sai se andrai, e le emozioni che hai provato, quelle che ti tieni strette e quelle che, speri ancora, scoprirai. È questo stamattina il mio stato d’animo, davanti alla valigia che sto preparando. Pieno di energia ma anche di un leggero stordimento. Perché sono a metà della mia strada e porto nella mia testa un carico immenso di progetti ancora non realizzati, ma forte della convinzione che siano tutti bellissimi e che vedranno presto la luce. Il cuore, quello si che mi frega, perché è lui che segna il ritmo e da il colore alla mia giornata. Se sono felice e serena, vado come un treno e diffondo buonumore e ottimismo agli altri e a me stessa. Se c’è qualche malinconia o qualcosa di irrisolto, ecco che il grigio prende il sopravvento e mi svuoto.
Ingrediente Nutella - Crepes Nutella e Nocciole
È da poco passato ieri
Stamattina mentre mi preparavo la colazione, ancora nella penombra delle persiane chiuse, mi son tornati in mente i ricordi di quando i miei ragazzi erano piccoli e alzarsi presto la mattina significava ritagliarmi un momento solo per me, con il silenzio della casa, un primo caffè e una buona colazione con il pane e una cosa buona su da inzuppare. Erano momenti preziosi, fatti di prime luci dell’alba, di respiri tranquilli nelle stanze ancora al buio, al caldo sotto le coperte. Di risvegli con carezze e sveglie sussurrate. Di un futuro ancora da immaginare e da costruire. Ma nel frattempo erano li con me.
Pensavo io a preparare la colazione e in quello che trovavano sulla tavola, cose buone, che loro desideravano, c’era tutto il mio amore, il mio tempo, i miei occhi e le mie mani. Poi li ho spinti verso il loro futuro, su un treno, mettendo nella loro valigia, cose che gli ricordassero casa, e quaderni di ricette a cui erano abituati. Ancora questo filo delle ricette di casa funziona e giustifica le telefonate urgenti mentre stanno cucinando con i loro amici per capire bene la giusta sequenza degli ingredienti da mettere. E, ovunque io sia, in taxi, al lavoro, per strada, sono felice di parlare di ragù, di brodi e di polpette, come se fossimo insieme a cucinare.
Ingrediente Nutella - Crepes Nutella e Nocciole
Il mio risveglio oggi
Anche ora, mi sveglio presto, con gli occhi che cercano piano la luce, scosto lentamente le tende e non apro le persiane. Mi muovo lentamente nel giorno che inizia. Metto su il caffè, raccolgo qualcosa e preparo le tazze per la colazione e fisso la dispensa e il frigo aperto, per vedere un po' cosa vorrei mangiare. Faccio tutto in silenzio per non disturbare il mio amore che fra un po' si sveglierà, al profumo del caffè. E sulla tavola metto fette biscottate, biscotti, pane, marmellate, Nutella, latte, e dimentico sempre di mettere i piattini. Ho imparato a non correre più. Anzi a cominciare in lentezza la mia giornata. Basta mettere la sveglia un quarto d’ora prima. È un regalo per me stessa e per chi mi sta e starà vicino. Poi al momento opportuno correrò. Ma a colazione no.
Segreti per una colazione veloce
Ieri sera son venute a trovarmi delle amiche e ho preparato delle crepes con nutella e nocciole, così per desiderio, per voglia di qualcosa di buono, per far trovare una sorpresa a loro, a noi, che siamo sempre a dieta. Un piacere a cui abbandonarsi, con complicità. Ne ho preparato qualcuna in più e così stamattina erano li che mi tentavano, accanto alla crema e alle fragole e mi dicevano ‘dai, che ci perdi? Poi a pranzo mangerai insalata o carote scondite, ma ora che ci vuole? Un minuto solo, tre gesti semplici, mettimi nel piatto, spalmami crema e frutta, piega e voilà, cominci bene la giornata. C’è bisogno di dire come è andata a finire la colazione di stamattina? Grandi sorrisi davanti alle due tazze di caffè e il sole fuori che ci aspettava.
Ingrediente Nutella - Crepes Nutella e Nocciole










SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI