26 settembre 2015

Tartare di podolica al pepe nero e verdure (quarto giorno di dieta)

tartare

La dieta continua eh? e cominciano i primi risultati. funziona, davvero. Tanto da suscitare la curiosità della mia nutrizionista e farle venire un’idea. Che ora non posso dire …. Ma molto carina.

Se oggi c’è carne e a me proprio la fettina non piace cosa faccio, non la mangio? Devo e allora studio una cosina sfiziosa e leggera ma, soprattutto saporitissima. E che sia tartare! di podolica però. Accompagnata da un piatto di verdure: cavoli romaneschi bolliti e insalata di funghi champignon con limone e prezzemolo.

Però qui non c’è ricetta. Bisogna solo andare dal proprio macellaio di fiducia, e il mio è Matteo dello ‘Sfizietto’ che tratta solo carni di qualità, e farsela preparare. Magari il prossimo post lo dedico a lui, così vedrete quanto è bravo.

Quindi comprate la tartare e conditela con poco olio, limone, sale e pepe. Servirla con la rucola, e accompagnate con verdure. Buoonoooo.

ah! ho perso già un chilo eh?

tartare1

SHARE:

24 settembre 2015

Riso e patate con TRE olive fritte (terzo giorno di dieta)

risoepatate

Bè diciamo che anche 200 g al giorno vanno bene. 200 x 7 sono 1,400 a settimana. !,400 x 4 sono 5,600 al mese. Wow, di questo passo a Natale sarò una ‘sinuèt’ come dice mia madre. Però bisogna essere seri e fare le cose senza fregare. Io a dire il vero faccio degli sgarri calcolati, ma mi servono per pensare di aver fatto una furbata e perchè mi voglio bene. Allora vediamo se qualcuno ha da obiettare. Nel senso di qualche nutrizionista.

Consiglio n.1 di oggi: se a colazione sono previsti due biscotti o due fette biscottate integrali con un cucchiaino di marmellata, io dimezzo e mangio o un biscotto solo o una fetta sola e conservo l’altro per la sera tardi come dolce. E si, perchè io che faccio tardi verso mezzanotte ho già di nuovo fame e ho voglia di qualcosa di dolce. E così gabbo il vizio.

Consiglio n.2: quando è prevista una minestra, io cerco di allungarla quanto più possibile con il brodo, così mi sento ugualmente sazia e introduco liquidi che altrimenti stento a bere.

consiglio n.3: servire le pietanze in un piatto piccolo e non nelle ciotolone dell’ikea che ho comprato lo scorso Natale. In effetti la colpa del mio aumento repentino di peso è da attribuire ai piatti grandi che, si riempiono che poca roba pare brutto, si finisce tutto che lasciare nel piatto pare brutto, e si fa pure la scarpetta che anche se pare brutto chi se ne frega.

Per oggi basta così.

Oggi Riso e patate con verdure e gentile concessione di tre olive fritte.

Riso e patate

- un cucchiaio di olio extravergine di oliva

- una patata piccola

- una cipolla piccola

- mezzo peperone

- tre pomodorini

- una tazza piccola da caffè di riso

- prezzemolo

- pepe

Sbucciare e tagliare a cubetti la patata. Tagliare a pezzi il pomodoro, il peperone, e la cipolla e far rosolare dolcemente in una padella dove avrete versato l’olio.

Aggiungere l’acqua e portare a bollore. Versare il riso e aspettare che cuocia.

Servire caldo con prezzemolo fresco tritato e con un cucchiaio raso di parmigiano o cacioricotta  o pecorino.

Per le olive: ungete una padellina piccola piccola con olio, mettete le olive della varietà giusta, copritele e quando vedete che sono belle lucide spegnete il gas. Pochissimo sale e via…. Ma davvero dovete mangiarne SOLO tre eh!

riso e olive

SHARE:

23 settembre 2015

Salmone marinato all’’arancia e insalata (secondo giorno di dieta)

salmone marinato

Siamo in pieno mood dieta. E allora anche per darmi la carica do dei consigli. Pure…. considerato il pulpito….

Consiglio n.1: Dovete comprare assolutamente uno specchio sincero. Di quelli che vi rimandano la vostra immagine intera. Non come ho fatto io che mi son sempre guardate solo dal busto in su e, tutto sommato, mi piacevo. E nel frattempo non vedevo cosa succedeva sotto. Poi andavo nei negozi e mi arrabbiavo perchè non mi riconoscevo in quegli specchi stronzi.

Consiglio n.2: scrivete sullo specchio una frase che ho visto sullo specchio dell’Auchan, nel camerino dei dipendenti. ‘Gli altri vi vedono così’, per invitarli ad essere ordinati e presentabili. E nel nostro caso per vedere con occhi veri, non come ci immaginiamo, ma come siamo.

Consiglio n.3: buttate la bilancia con l’asticella tremolante e mobile e comprate la bilancia digitale. Nel primo caso i chili che vedrete segnati sono un ‘più o meno’ un chilo o due chili oscillanti, anche nella vostra mente. E la cosa deprime molto. Nel secondo caso anche i 100 grammi persi vi fanno sentire bene. E io così ho fatto. E fate foto ricordo del peso quotidiano. così ve lo ricordate.

Consiglio n.4: dal numero totale dei chili da eliminare dovete togliere quelli che secondo voi riguardano tette e sedere, sperando di non perdere anche quelli, perchè se restano al posto giusto è meglio. E, se ne siete ben forniti, guardate che i chili sono parecchi. Esempio: se dovete perdere 20 chili, ma supponete che di bontà ne avete circa 5, in realtà i chili da perdere sono 15. Non so perchè mi è venuta questa teoria, mah!!! secondo me è un’altra scusa pigra.

Consiglio n.5: camminate, camminate e camminate. Magari anche guardando le vetrine, Fermandovi ogni tanto se non ce la fate, ma camminate. E controllate con runtastic quanta strada fate.

Ieri era il secondo giorno. Ero fuori casa e non volevo saltare il pasto. Quindi ho mangiato in un posto che già conoscevo, un piatto che ritengo sia leggero e completo: Salmone fresco marinato con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote. Buono, buono davvero. Ovvio che non ho avuto la ricetta dallo chef, ma volendo …. sappiamo come fare almeno una cosa simile.

Salmone marinato all’arancia

- 150 g di filetto di salmone fresco

- un’arancia

- sale grosso

- salsa di soia

- 1/2 pistacchi

- pepe

In una ciotola sistemare il salmone e cospargetelo di sale, succo e scorza di arancia. Lasciarlo così tutta la notte. Il giorno dopo scolare il liquido che si sarà formato, tamponare con carta assorbente. Quindi tagliarlo come da foto o a fettine. In una ciotolina mescolare un cucchiaio di salsa di soia e un po di succo di arancia e condire il salmone. Aggiungere poco  pepe e qualche pistacchio tritato.

Servire con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote, condita con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e pochissimo sale.

insalata

SHARE:

22 settembre 2015

Cicerchie piccanti e fagiolini alla menta (primo giorno di dieta)

cicerchie lunedi pranzo

Ci siamo. E’ ora di prendere una decisione. Questa volta seriamente. Basta giocare, provarci, per poi tornare indietro. Devo assolutamente perdere peso e anche velocemente. Ho un dolore strano al ginocchio, non localizzato in un unico punto che mi impedisce di camminare per lunghi tragitti e quindi anche di fare qualsiasi attività. Non che io sia una stacanovista del jogging, ma almeno facevo passare delle lunghe passeggiate per attività sportiva. Soprattutto a Roma, dove è facile fare 10 km guardandoti intorno tra le cose belle che ci sono, e dopo aver dato un’occhiata a Runtastic ti rendi conto che hai camminato forte e non te ne sei accorta (se non fosse per il dolore all’L4-L5-S1 che ti sta bloccando progressivamente, e che ti costringerà all’immobilità per almeno due giorni).

A parte l’età, a parte una certa predisposizione genetica ereditata dal papà (che se avessi ereditato dalla mamma ora avrei la preoccupazione opposta, quella di non poter prendere peso, ma almeno avrei potuto fare la foodblogger senza problemi) …. insomma io non so perchè non ci riesco a dimagrire. E non mi si dica ‘che tu cuciiiiini quelle cose buone e poi te le mangiiiiiii’ perchè non è vero. Io assaggio, e anche quantità ridicole, tanto che mia madre spesso si arrabbia, e mi dice ‘un giorno di questi ha cadè nderr (un giorno di questi sverrai!) ca debolèzz’.    Perchè sento un coro silenzioso e ammiccante di ‘se…se…’?

Vabbè, meglio non badare agli scettici ironici.

Oggi ho la visita dall’ortopedico che segnerà una svolta nella mia vita. Dipenderà da quello che sentenzierà. Intanto da 15 giorni ho iniziato una dieta, grazie alla quale sono caduta in depressione, perchè…. non ho perso manco 100 grammi. Sarà sicuramente la bilancia. E così ieri sono andata a comprarne una nuova. E da oggi documento (in segreto ovviamente), il peso sulla bilancia nuova. E documento anche quello che mangio. Così vediamo se ottengo il sostegno morale da parte vostra.

Ieri il menù prevedeva legumi con pasta o senza e verdura. E io ho scelto le cicerchie e i fagiolini.

Ecco qui le ricette. (ma uèèè!)

cicerchie solo

Cicerchie piccanti

- 50 g di cicerchie secche (o 190 gia cotte)

- una cipolla

- uno spicchio d’aglio

- una costa di sedano e un pò di prezzemolo

- due pomodorini

- mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva

- un peperoncino fresco da aggiungere al momento di servire

Mettere in ammollo dalla sera precedente le cicerchie. Quindi sciacquarle, coprirle di acqua e metterle a cuocere a fuoco lento. Schiumarle. Aggiungere il resto degli ingredienti ben lavati. Portare a cottura a fuoco lento. Al momento di servire aggiungere mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva e peperoncino fresco secondo i propri gusti.

fagiolini

Fagiolini alla menta.

- fagiolini freschi

- menta fresca

-aglio (facoltativo)

- mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva

Spuntare le estremità dei fagiolini, lavarli bene e lessarli.

Condirli con aglio, olio e menta.

 

#annatheniceadieta

SHARE:

19 settembre 2015

Il tempo della musica. Europa Jazz Festival e Talos Festival. La magia del Jazz.

jazz Dai,  oggi vi regalo una storia. Una storia fatta di musica, non importa quale. La musica ha un dono particolare. Quella di modificare gli stati d’animo. O di sostenerli e completarli quando si accorda perfettamente con l’emozione che si prova in quel momento. E quindi se ti senti triste, ma proprio triste, ti senti meno solo se ascolti una musica triste come te, perchè sai che ti capisce. Quando arriva la malinconia all’improvviso, la musica giusta ti fa compagnia. E se sei allegro puoi ballare e cantare all’infinito con lei, che sa suonare le corde giuste per farti gioire. E non importa se la capisci o no. In qualche modo lei ti entra dentro.

Tanti anni fa, ma proprio tanti, tanto che meglio non pensare a quanti, nacque un’idea dalla mente accesa ed entusiasta di alcuni miei amici, tra cui un musicista, Pino Minafra, e un poeta/scrittore, Vittorino Curci accompagnati da parecchi altri ‘appassionati’. Organizzare un jazz festival nel mio paese. Non jazz leggero, o almeno non solo quello, ma soprattutto quello vero, quello che solo pochi capiscono, quello di ‘nicchia’, quello che devi proprio amarlo e capirlo per poter andare a sentirlo. Sembrava una follia, tanto che Ciccillo, padre del poeta, disse che ‘per capire quella musica bisognava aver fatto almeno cinque anni di manicomio’. Pochissimi soldi e entusiasmo da batticuore. E pur di esserci ci proponemmo anche come svuotacestini. Pur di esserci. E così cominciò quell’avventura, che ogni anno durava almeno 4/5 giorni, durante i quali i nostri compiti erano: andare a prendere con macchina e benzina propri all’aeroporto i musicisti che ci erano stati affidati e accompagnarli per ogni istante della giornata e a volte anche della notte, fino al momento della partenza. Eravamo la loro ombra, a disposizione delle loro stravaganti creatività, tipo cercare una mucca da portare sul palco, fare da blocco alla porta per non disturbare la concentrazione e la meditazione prima dell’esibizione, rimediare tutto l’occorrente anche per vestirsi quando non arrivavano i bagagli, caricare quanta più gente possibile sulle nostre macchine per andare a giocare a pallone sulla spiaggia ecc….

Avremmo potuto scrivere un libro per ogni festival con le storie delle loro vite, della loro musica, delle cose che succedevano impreviste, ma non l’abbiamo mai fatto. Eravamo impegnati a godere del momento. Dei ritmi estenuanti dei programmi quotidiani, della gente che anno dopo anno arrivava da ogni dove, dell’unico grande momento condiviso che la musica ci regalava. E anche chi non la capiva quella musica, chiudeva gli occhi e si lasciava attraversare, e vi assicuro che dopo, qualcosa dentro era si cambiato. E delle notti trascorse in una pizzeria dove, con strumenti improvvisati, si arrivava anche a cantare e suonare musica napoletana, a dispetto delle diverse provenienze geografiche.  E le ore notturne trascorse a parlare e parlare, sotto aperti cieli di stelle. E quanti abbracci, quante mani strette, quanta gente magnifica è passata su quei palchi e nelle macchine di noi volontari. Avremmo pagato noi per questo privilegio. E ogni anno si aspettava che la musica tornasse.

E così l’Europa Jazz Festival ci ha regalato 5 giorni ogni anno, per 5 anni di puramagiafolliamusicaejazz.

E come tutte le storie belle, per mille e nessuna ragione, finì.

italianinstabileorchestra

Ognuno prese la sua strada, continuando a suonare il proprio strumento e tenendo sempre stretti i sottili fili delle amicizie di quel magico tempo. Voltandosi ogni tanto indietro.

Pino ha continuato con altri progetti sempre legati alla sua musica, nel suo paese. E ha creato il Talos Festival, il cui ‘’intento è da sempre quello di riunire la tradizione pugliese con lo spirito europeo in una prolifica contaminazione multiculturale.’

Perchè ne scrivo qui e ora (Guarda un pò…..Hic et nunc era il nome dell’associazione che partorì l’Europa Jazz Festival’)?

Perchè la musica ha bisogno di tutti per poter sopravvivere e perchè Pino, dopo una pausa forzata non dovuta alla sua volontà, ha deciso di continuare a crederci e ha pensato ad un progetto di crowfunding, per poter raccogliere fondi sufficienti a sostenere l’idea.

Io lo sosterrò di sicuro.

E se per un pò vi ho fatto sognare e desiderare di esserci, bè allora potrete voi stessi realizzare questo sogno. Volete esserci? Fate in modo che la musica continui…..

Andate qui---> Sostieni Talos, contribuite per quello che potete e vediamoci li per ascoltare insieme la magia.

8012f255a337782bffaadea968723f36_L

SHARE:

7 settembre 2015

Kaiserschmarrn e racconto del viaggio a San Candido

dolceaustriaco

Eccomi, son tornata. Ammazza che pausona questa volta. Ma è stata un’estate intensa, piena di lavoro, di trullo, di figli e di amici. Facebook racconta meglio di me tutte le storie. Ma qui ho voglia di condividere almeno qualche foto e qualche ricetta, come si fa tra amici al ritorno di un viaggio.

Protagonista di questa estate è stato il caldo, che ha generato sui social post contrastanti, chi inneggianti chi morenti, come quelli che ho scritto io. Io non amo il caldo, e soprattutto un’afa che si è meritata nomi infernali, quali Caronte e Acheronte. E per questo e per evitare che mi prendesse un coccolone sono scappata in montagna, dove agognavo relax di passeggiate livello 1 e piedi nel ruscello ghiacciato ogni 5 minuti con pausa per leggere un libro, sdraiata nell’erba. Invece, godendo della compagnia di marito e amici iperattivi con buone gambe, diciamo che… non è andata proprio come credevo. Però sono stata ripagata da spettacoli emozionanti, serate bellissime e cibo davvero buono, come quello che si mangia a San Candido, ai confini con l’Austria.

IMG_7353 IMG_7378 IMG_7399

Ho passeggiato in mezzo a valli verdissime, respirando aria fresca e profumata di erba appena tagliata. Mi son riempita gli occhi di cieli immensi e cime di montagne abbracciate da nuvole. Goduto di serate di pioggia, aria frizzante e canti, intorno ad una tavola piena di canederli, tagliatelle con ragù, stecche arrostite con patate piccanti, e dolci come il Kaisershmarn, commovente nella sua semplicità.

Sono stata benissimo. Son tornata cantando. E una volta a casa, anzi al trullo, ho fatto ancora altre cose. Lavori per un nuovo progetto al trullo…. Una cena in bianco con amici venuti da lontano e amici del posto venuti per conoscerli. Incontri nel mare del Salento per conoscere posti ancora a me sconosciuti della terra mia. Mi è venuta voglia di raccontare non solo viaggi, ma anche persone, con le loro storie e i loro progetti di vita…. ma di questo ne parlerò prossimamente.

Per ora… sono solo tornata e vi lascio una ricetta buona buona. Non mia, ma presa da qui.

dolceaustriaco1

Kaiserschmarrn (frittata dolce con marmellata di mirtilli e composta di mele)

Ingredienti (per 3 porzioni):

  • 3 cucchiai di farina
  • 3 uova
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino / 1 cucchiaio di zucchero (a seconda dei gusti)
  • 1 cucchiaino di zucchero vanigliato
  • un po' di latte
  • 1 goccio di rum (facoltativo)
  • una manciata di uvetta (facoltativa)
  • burro o burro chiarificato
  • zucchero a velo

Preparazione:

Sbattere farina, sale, zucchero, zucchero vanigliato e latte con una frusta fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere le uova e il rum.

Riscaldare leggermente una padella e sciogliere un po' di burro o di burro chiarificato. Versare il composto nella padella e cospargere con dell'uvetta. Cuocere il Kaiserschmarren a fuoco basso e con il coperchio da un lato fino a quando è dorato, rigirarlo, coprire nuovamente con il coperchio e continuare brevemente la cottura.

Tagliare il Kaiserschmarrn a pezzi, cospargere con un po' di zucchero e aggiungere ancora un po' di burro o di burro chiarificato. Mescolare il tutto e lasciar caramellare brevemente a coperchio chiuso.

Cospargere il Kaiserschmarrn con zucchero a velo e servire con marmellata di mirtilli rossi, composta di mele o di prugne.

_MG_4108

SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI