23 dicembre 2015

Natale 2015



Siamo arrivati, manca poco ormai. E’ un momento di magia pura. In casa si respira un’aria serena, anche un pò malinconica in verità, ma mi piace. I miei figli sono tornati e mi piace guardarli mentre si riposano sul divano guardando un film, gustandosi il tepore della casa e la luce dell’albero che illumina creando una bella penombra. Sono stanchi, e si stanno godendo questi giorni, mangiando cose buone e calde, abbracciandomi di continuo, restando a parlare quanto più possibile a tavola. Poi vanno a prendere un caffè con gli amici e poi tornano, in un ritmo che sa di spensieratezza, lontano dalle corse dell’università, degli esami, delle loro vite di studenti.
Stasera torna mio marito e il puzzle sarà finalmente completo. E io me lo rimirerò di continuo nel prossimi giorni, per godermi questa sensazione meravigliosa della mia famiglia intorno a me, ma proprio vicina vicina.
Domani aperitivo veloce con gli amici al bar per abbracciarci un pò e farci gli auguri. Anche se poi non resisteremo per molto lontani, e troveremo mille scuse per rivederci per giocare e mangiare e mangiare.
Intanto prendo appunti per le cose buone da preparare domani sera e faccio la lista della spesa. Quest’anno sono responsabile degli antipasti e dei pani caldi, sia per domani che per Natale. Purtroppo non sono ancora in forma per ospitare i miei per il pranzo di Natale. La stampella ancora mi impedisce di muovermi con disinvoltura. Quindi cucineremo una cosa (o più) per uno e ci riuniremo tutti insieme, figli, fratelli, cugini, e chi vorrà unirsi a noi.
Intanto impacchetto piccoli pensieri, e vi lascio qualche idea per i vostri regalini all’ultimo minuto. Quest’anno all’insegna dell’essenzialità.

Perchè non regalare libri usati? comprati dai mercatini, e magari titoli già letti, quelli che ci son piaciuti di più, giusto per essere sicuri di non sbagliare? Io ormai lo faccio da tempo. Se trovo un libro che mi è piaciuto so già a chi vorrei farlo leggere, e così saprò anche con chi parlarne.



Ho preparato una marmellata speziata che userò domani per uno dei miei antipasti e ne ho preparato qualcuno di più per un’amica golosona. ‘Coperchio’ di carta, etichetta stampata dal web e scritta a mano ed è pronta.



Zenzero candito per chi lo ama. Ho messo qualche giorno fa la ricetta ed è stata subito un susseguirsi di richieste ‘me lo fai assaggiare?’ e così anche questo diventerà un pensiero.

Ora vi lascio, ci sono mille cose da fare, ma senza correre, anzi, in tutta calma.
Vi auguro un sereno Natale e speriamo che tutti voi abbiate qualcuno da abbracciare e che vi abbracci a lungo.

A presto!

Auguri !
SHARE:

22 dicembre 2015

Biscotti al burro



Stamattina mi sono alzata all'alba. Ho ripreso la vecchia buona abitudine di allungare le mie giornate svegliandomi presto e combattere la pigrizia, alzandomi presto. Lascio che la luce filtri ancora dalle persiane, mi preparo il caffè e aspettando che il suo profumo invada la casa e che segni il limite del mio tempo libero, comincio a scrivere qui. Intanto mi pregusto nella mente la colazione che fra un pò farò. Prima un caffè bollente con mezzo cucchiaino di zucchero di canna, e poi un altro caffè nella mia tazza sbeccata a fiori, che riempirò con il latte freddo. Poi o una fetta di pane nero con burro e marmellata di arance oppure biscotti. Oggi ho mangiato i biscotti che l'altro giorno ho preparato con Liana.
Li ho voluti al burro, belli e buoni.
Per farli così ho comprato uno stampo che avevo visto in giro sul web ed è successa pure una magia. Io non avevo mai comprato online perchè mi scocciava aspettare i tempi biblici delle consegne. Un giorno non avevo voglia di andare per negozi, in file infinite per cercare questo attrezzo e così mi son detta 'quasi quasi ci provo'. Il pomeriggio ho fatto l'ordine e a mezzogiorno del giorno successivo.... è arrivatoooo. E mi son detta che 'giuro, giuro che comprerò sempre così d'ora in poi'. Ne avevo pure approfittato per comprare due DVD che mi mancavano nella saga di Harry Potter, un libro che proprio volevo, e un regalo per una mia amica. E' come nelle pubblicità, nelle storie che puoi solo immaginare.... Troppo bello. E così felice ho cominciato ad impastare frolle burrose e ho preparato i biscotti che, come si vede dalle foto, sono venuti pure belli. Vi lascio la ricetta. Troppo facile anche questa.
Mi avete chiesto dove poter acquistare questo stampo. Potete farlo cliccando sulle parole evidenziate su e anche qui. Il sito è Amazon e per poterlo ricevere il giorno dopo dovete scegliere l'opzione PRIME.



Biscotti al burro 
(x 40 biscotti)

- 350 g di farina
- 150 g di zucchero a velo vanigliato
- 130 g di burro
- 2 uova
- scorza di limone



Amalgamare tutti gli ingredienti, lavorarlo fino ad ottenere un impasto omogeneo e lasciarlo riposare per almeno 2 ore in un luogo fresco.
Preparare i biscotti utilizzando il timbro e poi cuocerli nel forno preriscaldato a 180° finchè diventano dorati.



SHARE:

19 dicembre 2015

Chutney di mele, cipolle rosa e spezie


 

Stasera sono ancora sveglia e mi piace restare qui a scrivere, in una quasi penombra, in compagnia di una pentola che sobbolle. Il profumo che si sprigiona e che passa da sotto il coperchio lasciato scostato, sta riempendo la cucina e tutta la casa. E’ proprio come l’avevo immaginato nella mia mente, era questo il risultato che volevo raggiungere. E dopo qualche tentativo ci sono riuscita.
E così ora mi godo il sol pensiero di poterlo assaggiare domani stesso accanto ad un pezzo di formaggio che andrò a comprare apposta.

Tempo fa ne comprai uno da un bel negozio di Roma e me ne innamorai. Decisi che avrei preparato questa delizia per i miei amici e così ora ne preparerò a sufficienza, anche per farne regali.
Mi piace molto l’idea di regalare cose fatte da me, in realtà semplicissime da fare, ma che portano con se l’intenzione e il pensiero dedicato a qualcuno.



Oggi ho chiamato con me una cara amica e abbiamo impastato biscotti al burro e tagliato mele e cipolle. Ma anche per queste cose devi scegliere le persone giuste, con le quali non sei in imbarazzo che cala il silenzio, anzi. E’ una forma di condivisione e concentrazione che unisce ancora di più.  E nel frattempo io sceglievo dal sacchetto prezioso delle spezie che mio figlio tempo fa mi portò dall’India, quelle giuste per questa preparazione: cardamomo, chiodi di garofano e stecca di cannella.
Dosate per bene, hanno conferito un’aroma indimenticabile.
E secondo me potrebbe anche essere un pò afrodisiaco.
Provate e poi raccontatemi


Chutney di cipolle rosa, mele e spezie
- 900 g di mele
- 400 g di cipolle rosa (anche quelle bianche vanno bene)
- 200 di zucchero di canna
- 8 chiodi di garofano
- 3 bacche di cardamomo
- un anice stellato
-una stecca di cannella piccola
- grani di pepe nero
- 200 ml di aceto di mele

Lavare e sbucciare le mele e tagliarle a tocchetti piccoli- Sbucciare e tagliare finemente le cipolle. In una pentola unire le mele e le cipolle e aggiungere tutti gli altri ingredienti. Mescolare e far cuocere a fiamma media finchè si disperde tutto il liquido.
Abbassare la fiamma e continuare la cottura finchè si addensa come una crema morbida.
Se vi danno fastidio le spezie che restano intere, eliminatele, ma se volete lasciarle conferiranno un sapore più intenso.
Versare in barattoli non molto grandi e chiuderli con tappi nuovi. Sterilizzare a bagnomaria per poter conservarli a lungo.


SHARE:

16 dicembre 2015

Antipasto all'italiana


Il mood è la semplicità. Avevo detto che quest’anno solo cose facili e buone. E così sarà anche sulla mia tavola delle feste. Dai che vi racconto una storia, ma una storia bella.
Mi piace pensare di essere una persona fortunata che lungo la propria strada incontra solo belle persone. E così la mia vita giorno dopo giorno si arricchisce sempre di più di quelli che sembrano e forse lo sono anche, incontri casuali, ma che poi, piano piano, diventano qualcosa di più. Incroci che portano emozioni.

Ne sentivo parlare, ma non le conoscevo. E così che un giorno, anzi il giorno del Puglia food camp, noto una ragazza carina, ma carina proprio, che, in una giornata di solleone, era vestita tutta d’oro. Ma era di una bello a guardarla. Bella, giovane, alta, semplice e dallo sguardo intelligente. Dopo le presentazioni, ‘piacere Angela Santoro, piacere Anna the Nice’, non abbiamo avuto molto modo di parlare, ma di lei poi me ne hanno parlato eccome, raccontandomi del suo lavoro.

Qui da noi, in Puglia, c’è una magnifica tradizione legata ai salumi, tanto da avere proprio qui vicino, un presidio slow food importantissimo: il capocollo di Martina Franca. Solo chi ha assaggiato questa prelibatezza sa di cosa sto parlando. E Angela, con la sua fashion sister Micaela, cos’hanno fatto? Hanno deciso di continuare, accanto al loro esperto papà,  la tradizione familiare di produttori di salumi ma in versione nuova e trendy.

Ora, se continuo a parlare così sembra che io stia facendo pubblicità, ma in realtà era solo per darvi un consiglio spassionato, anzi vi dico quello che io farò a Natale.
Sapete quando andiamo al ristorante e scegliamo un antipasto ‘particolarisssssimo’, originale, innovativo e poi cominciamo a guardare con desiderio il tavolo del nostro vicino che ha ordinato un semplicissimo ‘antipasto all’italiana’ con salumi, formaggi e, a parte, anche i sottaceti, di quelli che sai già che ti piacciono, ma sembra banale ordinare?

Ecco io quest’anno sto cedendo sempre più spesso alla tradizione, perchè mi sembra così rassicurante. Una certezza su cui tutti sono d’accordo. Io non so com’è, ma a tavola è la prima cosa che sparisce.

E così a Natale mi arriva una dichiarazione di amicizia a sorpresa. Questa ‘bag’ elegante con dentro il capocollo di Martina più buono che io abbia mai assaggiato, in compagnia di una mortadella, un salame piccante, e una soppressata.
Io non posso spiegare l’emozione che ho provato, assaggiando. La stessa che hanno già provato i miei amici che l’hanno assaggiato. Se volete capire bene anche voi, o andate  a Cisternino ad assaggiarlo, o andate qui e ordinatelo subito.
Intanto vi do un promemoria….

Ecco il mio antipasto all’italiana.


SHARE:

12 dicembre 2015

Zenzero candito (Candied Ginger)


Ancora a proposito dell’albero e di questo Natale che sento in maniera diversa…. Quando ero piccolissima l’albero di Natale era qualcosa di minuscolo, con un cubo di gesso colorato come base, che si piazzava sulla tv e si conservava tutto belleffatto sotto una busta di plastica. E si dava più spazio al presepe. E nonostante i miei tentativi di cambiare qualcosa, non ho mai ottenuto niente perchè comandava mia madre e basta. Si faceva come diceva lei.
Quando ho avuto una casa mia è iniziata la serie degli addobbi alternativi, con grande disperazione di mio marito che invece avrebbe preferito un bell’albero classico con le palle rosse equidistanti, luci multicolor, magari anche quello da coprire già fatto con la plastica per rimetterlo fuori anno dopo anno senza stress.
Invece, il primo anno era un cespuglio di spine tutto bianco che di solito si trovano sulle vie di campagna da noi, rotolanti se c’è vento, addobbato con palline rosse all’interno, e montate con guanti di acciaio….
Il secondo era un ramo immenso di noce (il più spoglio di tutti gli alberi), arricchito con palle stile country, marroni e rosse con collane di palline di legno rosse.
E poi un albero di alloro in vaso che comunque seccò prima di Natale e il giorno prima della festa fummo costretti a rifarlo.
E poi un abete vero per accontentare una volta mio marito, da piantare dopo le feste in campagna, addobbato con le palle dorate, che però non sopravvisse.
E poi decidemmo per un albero finto altissimo, che ho sempre odiato perchè ha la forma di un cono perfetto senza rametti selvaggi che escono qua e la, tanto che per farmelo piacere ho anche montato a casaccio i rami senza rispettare il colore del ferretto interno, ma ho continuato ad odiarlo comunque. Ma mio marito ci prova ogni anno, approfittando dei miei momenti di stanchezza, a riproporlo.
E dell’albero matematico ne vogliamo parlare? Ramo secco, con luci che, volevo coprire di neve bianca. Mio marito disse ‘a me la bomboletta. Vai pure tu, qui me la vedo io’. E io tutta felice per il compito in meno da svolgere, andai a fare la spesa. Al ritorno trovai il marito soddisfatto del lavoro svolto con tutte le bombolette vuote e con la faccia di chi si aspetta la mia reazione entusiasta. Ora…. lui è un ingegnere, di quelli bravi e precisi e aveva messo la neve come un ingegnere. In spruzzi uguali ed equidistanti su tutti i rami. Perchè secondo lui è vero che la natura è armonia, ma è governata anche da leggi matematiche ben precise. Insomma, il mio mutismo, accompagnato dagli occhi che non riuscivano a chiudersi restando sgranati, lo offesero a morte. E giurò sull’albero a pois che da allora non mi avrebbe più aiutato.
Gli accordi furono: ogni anno decide a turno uno della famiglia.
E l’anno successivo fu di nuovo il cono, ma considerato il mio malumore costante e la mia assorta e spenta aria di festa, i miei figli decisero di assecondarmi per gli anni della loro scelta.
E così da allora il mio albero è un ramo secco. Gli altri si sono rassegnati, ma io sono felice.
E oggi, visto lo spirito natalizio a mille guardate qui cosa ho preparato.
(La ricetta originale l'ho scoperta qui, e ringrazio)


Zenzero candito
- 350 g di zenzero
- 350 g di zucchero semolato + zucchero per l’operazione finale
- acqua
- la punta di un cucchiaino di sale
Eliminare la buccia dello zenzero grattandola con un cucchiaio.
Tagliarlo a fettine sottilissime. Metterle in una pentola e versare un litro di acqua. Accendere il fuoco e portare a bollore. Abbassare la fiamma e far cuocere per circa 40/50 minuti.
Scolare l’acqua. Versare nuovamente lo zenzero nella pentola e aggiungere lo zucchero, il sale e una tazza d’acqua.
Rimettere sul fuoco a fuoco medio/basso, mescolando spesso. Far cuocere per 40 minuti circa.
Preparare un contenitore basso con abbondante zucchero- Con una schiumarola prelevare lo zenzero e adagiarlo sullo zucchero. Fare in modo che sia coperto completamente. Quindi eliminare lo zucchero in eccesso e quando è ben freddo conservarlo in un barattolo di vetro o una scatola di latta.

SHARE:

9 dicembre 2015

Albero di Natale 2015

output_coNh0H (1)

Il giorno dell’Immacolata qui da noi, si usa addobbare l’albero di Natale. Vedo in giro tanti alberi perfetti e ricchi. Ma io amo tantissimo gli alberi secchi, non tagliati, ma trovati per caso nella campagna. Quello dello scorso anno mi è piaciuto così tanto che ho deciso di conservarlo anche per quest’anno. L’ho messo sul balcone ad aspettare e l’ho anche usato a Pasqua come….albero di Pasqua, pieno di colombe bianche e uova. Ed eccolo nella versione rossa. MI piace l’idea del recupero e ogni volta sono contenta della scelta fatta.

Lo scorso anno era addobbato solo con luci e palle trasparenti contenenti pout pourri profumato.

Quest’anno solo palle rosse, un paio di guantini di lana portafortuna, regalo di una persona speciale, una palla di paillettes regalo dei miei figli quando erano piccoli e il mio Angelo beneaugurante. E tante luci.

Avere l’albero di Natale con le luci accese per tutto il giorno mi piace. Mi fa compagnia. Mi mette addosso l’aria della festa. E poi amo guardarlo di sera, con tutte le altre luci spente, mentre sono sul divano. E l’accendo da oggi e rimarrà così fino all’Epifania, giorno in cui da noi si tolgono tutti gli addobbi.

Qui abbiamo già iniziato i pranzi e le cene delle feste con menù felicemente ridotti alla metà. Abbiamo tutti bisogno di leggerezza e ci stiamo regolando di conseguenza.

Quindi per oggi l’albero, domani…. vedremo.

State con me….

SHARE:

7 dicembre 2015

Crostata di arance e mele

crostatadiaranceemele

Che strano questo Natale. E che bello. Si respira un’aria sommessa, quasi timorosa. Tutti gli slanci che si leggono in rete sanno di falso e forzato. E invece, appena parli di cose semplici, sembra che la maggior parte ci si trovi meglio, più a suo agio.  Ogni anno c’è un ripetersi di ricette e abitudini sui blog, su Facebook, Instagram ecc… Si fanno lievitare panettoni e pandoro, si rifanno le cartellate, sbuffano nuvole di cannella ovunque. E casse di mele trovano la loro ragione di esistere in dolci caldi e profumati.

Il mio Natale lo voglio tranquillo. Sto scoprendo timidamente quello che è davvero importante per me e quello che invece penso che gli altri si aspettano da me. E con stupore vedo che le cose coincidono. Il panettone non lo farò mai perchè prevede una preparazione molto lunga ed elaborata. Ma a casa mia ci saranno sempre pettole e cartellate fatte con la mia mamma o con le amiche che hanno il piacere di pasticciare con me. E prepareremo anche biscotti e dolcetti facili, da consumare magari la sera stessa o da regalare il giorno della vigilia. E voglio anche organizzare delle serate in cui giocare a carte o a tombola, sul un tavolo verde improvvisato, con uno spaghetto al volo o pane e salame che stanno a tavola, lasciando briciole  tra le carte. Un buon bicchiere di vino non mancherà mai, e ci sarà musica. Voglio riascoltare la voce rassicurante di Frank Sinatra, e i canti di Bocelli e anche di Michael Bublè.  E il mio albero non sarà stupefacente, ma mi piace lo stesso da morire. Ve lo mostrerò in un prossimo post.

Non voglio promettere, ma cercherò di mantenere ugualmente questo mio desiderio di pubblicare quasi ogni giorno le cose che sto facendo. Dall’albero, ai regali, ai dolci, ai piatti che proverò prima di prepararli nei giorni di festa.

Oggi ho preparato un dolce facile che fa bene al cuore. E’ la stessa ricetta della crostata del sole che ho fatto tempo fa. Ho solo ridotto un po lo zucchero, cambiato le dosi del ripieno e il ‘coperchio’ della torta stessa. E’ un dolce che mette il buonumore ad ogni morso. Si conserva parecchio e potrete goderne ogni giorno, a colazione o il pomeriggio con un buon thè caldo. Provatelo e poi ditemi cosa ne pensate.

Allora … state con me…. aspettiamo insieme questo bel Natale.

crostatadiaranceemele1

Torta di frolla con arance e mele

(per la frolla)

- 350 g di farina 00 (potete usare anche farina di farro o quella che vi piace di più)

- 100 g di zucchero (quello che volete)

- 120 di strutto (o burro, o olio extravergine, come volete)

- due uova

- un pizzico di sale

- mezza bustina di lievito per dolci

(per il ripieno)

- due arance grosse biologiche (magari con buccia sottile)

- due mele grosse

- un limone piccolo

- quattro/cinque cucchiai colmi di zucchero di canna

- mezzo bicchiere d’acqua

crostatadiaranceemele2

Impastate la frolla, mescolando tutti gli ingredienti velocemente, fino a formare una palla, che metterete in frigo per almeno un’ora.

Lavare accuratamente le arance, le mele e il limone. Affettare finemente tutto e metterle in una pentola di acciaio (quella che vedete nella foto è di alluminio, lo so, ma era più fotogenica). Versare lo zucchero, mescolare e lasciar riposare per almeno un’oretta. Versare l’acqua e mettere a cuocere su fiamma media. Mescolare ogni tanto e assaggiare per avvicinare il sapore al proprio gusto. Cuocere per circa 40 minuti/ un’ora, finchè raggiunge una consistenza morbida e comincia ad attaccarsi al fondo. Il sapore finale deve risultare leggermente amarognolo.

Dividete a metà la palla di frolla e stendete le due parti in dischi.

Foderate una teglia per crostata con un disco. Distribuite il composto di agrumi e mele. Coprite con l’altro disco di frolla. Con una formina a piacere, incidete il centro del disco superiore. Decorate la superficie a piacere. Io l’ho fatto con una rotella dentellata.

Cuocere in forno statico a 180° per circa 30/40 minuti, finchè diventa dorata in superficie.

Far raffreddare e cospargere con zucchero a velo prima di servire.

_MG_4466

crostatadiaranceemele3

SHARE:

29 novembre 2015

Post di prova su due colonne

ATTENZIONE: non cancellare mai l'intero contenuto del post-modello, ma solo le righe o le mini-sezioni che di volta in volta andrai a riempire.  Esempio: se col mouse selezioni l'intero spazio colonne qui sotto, cancellerai anche la struttura html che consente questa suddivisione. Perciò, cancella solo le righe sulla sinistra quando scrivi gli ingredienti, e cancella solo le righe sulla destra quando scrivi il procedimento.

spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro spazio introduzione con foto e altro

Ingredienti

2 uova
100 g di farina
100 g di burro
100 g di zucchero
la buccia di un limone
Procedimento

Mescolare il burro con lo zucchero, aggiungere i tuorli e la buccia di limone. Aggiungere la farina e formare una palla. Stendere e ritagliare i biscotti. Cuocere a 160° per 10 minuti.

eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto eventuale altro spazio per testo o foto

Nome Immagine Nome Immagine
SHARE:

24 novembre 2015

Cime di rapa piccanti e spaghetti

spaghetticoncimedirape

Eccomi qui, sono tornata a casa. Qui, sul mio blog. La faccio breve, mi son dovuta assentare per un intervento all’anca che dovevo proprio fare. La cosa si è fatta un pò più lunga del previsto, ma confido che in breve tempo si risolva del tutto. Non è stato proprio un periodo facile, tant’è che non sono riuscita manco a scrivere un post. Pensavo, bè ora dovrò fermarmi più di un mese, hai voglia a scrivere, leggere, organizzare con calma…. Seeeee, niente di tutto questo. Quando non ti senti ‘proprio in forma’ ti rinchiudi in una stanza che sembra essere senza finestre, senza luce, senza tempo e basta. E da li aspetti solo di uscire. Bè ora basta con questa lagna…

Piccoli passi, piccole cose che diventano sintomo di risalita, si affacciano ogni giorno. Ricominci a sentire i profumi, ti torna un pò di appetito, ti riaffacci su facebook anche se ancora non ti vengono in mente cose intelligenti da dire. E poi senti il bisogno di spalmarti una crema idratante, di aggiustarti i capelli, di rimetterti lo smalto, cominciando da quello trasparente. Hai voglia di aria, ma ancora non puoi uscire da sola. Insomma, una bracciata per volta e poi respirerò di nuovo ossigeno.

Intanto sono nel posto più sicuro del mondo. A casa della mia mamma, che dal primo giorno ha adottato una fantastica terapia d’urto per scuotermi dalla totale inappetenza. Preparare il ben di Dio a tavola, funghi sott’olio, peperonata, zucchine con menta, spaghetti con sugo di pom odoro leggero e basilico, fricassea di carciofi, cicorielle e legumi ecc…. E poi mi coccola con mille attenzioni che sono carezze. La tovaglietta ricamata la mattina per fare colazione insieme, e i cuscini sulla sedia, e il buongiorno appena sveglie, i discorsi a tavola, la sera prima di dormire. E i consigli prima di uscire, ‘bè, dai, non restare in piedi, tanto io torno presto, mettiti un pò a letto e riposati finche torno’. Insomma sono nel nido. E mi sento privilegiata. Quando hai bisogno di sentirti al sicuro, questo è il porto più sicuro. Quando hai una mamma devi stare quanto più tempo possibile con lei, e approfittare del suo tempo, e riempirti quanto più puoi, senza rimandare e senza scuse. E ti ritroverai ricco di tante cose belle. Soprattutto attenzioni! Tutte donate.

Ora sono tornata. E cercherò di accellerare i miei tempi di ripresa, i miei post qui, la mia presenza sui social. Ho bisogno di tornare in mezzo alla gente. Ed è tempo di ricominciare a preparare cose buone per il Natale e a pasticciare in compagnia.

Un pensiero e un grazie infinito a tutti coloro che sono stati presenti in questo periodo, con telefonate, sms, con la loro presenza. Tanti, tanti davvero. Una rete di affetto che è stata davvero preziosa. Ad essa mi sono aggrappata e tirata su. Sono davvero, davvero fortunata.

Vabbè… oggi che si mangia? Qui si mangiano spaghetti con le cime di rapa. Mia madre mangerebbe spaghetti tutti i giorni, e questo piatto, si mangia solo qui, a casa sua. Noi le cime di rapa le mangiamo con i cavatelli, le orecchiette, con i mezzi ziti, con le mezze maniche ecc… ma non con gli spaghetti. De gustibus. Ma, mangiati qui sono fantastici.

_MG_4446

Spaghetti con cime di rapa piccanti

(per due persone)

- due piatti colmi di cime di rapa lavate e pulite

- 100 g di spaghetti (o altra pasta a piacere, cavatelli, orecchiette, mezzi ziti, mezze maniche ecc)

- quattro cucchiai di olio extravergine di oliva

- due spicchi d’aglio

- un’acciuga sotto sale

- peperoncino

Lessare le cime di rapa in acqua bollente salata. Quando sono ancora al dente tirarle fuori dalla pentola con una schiumarola e conservarle al caldo.

Nella stessa acqua cuocere gli spaghetti, scolarli al dente e unirli alle cime di rapa.

Nel frattempo riscaldare l’olio e unire l’aglio e/o l’acciuga e il peperoncino. Versare gli spaghetti e le cime, saltandoli a fuoco vivace.

A piacere aggiungere anche un pò di pepe nero.

spaghetticoncimedirape1

SHARE:

12 ottobre 2015

Vellutata di carote, patate, zucca, con profumo di rosmarino.

IMG_8812

Oggi sono a Roma. Sapete che vivo con un piede giù nella mia Puglia e un piede qui e altrove. Ma stasera sono qui. E aspetto amici che verranno a mangiare le melanzane ripiene e le bietole rosse che ho preparato per cena. E’ ottobre, ma di quelli belli che rendono ancora più bella questa città e l’aria che si respira sul mio terrazzo pieno di fiori è fresca al punto giusto per cenare ancora fuori. Ho piantato gerani rossi e fucsia, ringospermi, (che nome orribile porca miseria) già grandi che si arrampicano sui muri e sulle grate. Ho piantato ciclamini, eriche e piante di coloratissimi peperoncini. E erbe aromatiche, rosmarino, origano, menta, prezzemolo, timo e basilico. Ho preparato tutto per ospitare tanta gente ed organizzare le mie cene social.  E le preparerò. Ma dovrò aspettare ancora un pò. Per ora ho un piccolo contrattempo da risolvere. Ma poi torno. E infatti per questo ho deciso di scrivere un post stasera e poi non so quando potrò farlo. Non posso portare con me questo computer che già da i numeri. Sto rinunciando a fare le foto con la mia reflex (vedi le foto della mia mamma come sono belle…..) e mi accontento dell’iphone. Ma non posso fare come le lumache e portarmi dietro tutta la casa ogni volta. Viaggio troppo e tutto pesa. Quindi portiamo pazienza.

A pranzo ho mangiato una vellutata buonissima. Ancora sono nel mood dieta. E non per costrizione ma per vero piacere sto mangiando molta verdura, pochi carboidrati e zero dolci. Per ora funziona, almeno a non farmi sentire pesante. Ho smesso di pesarmi perchè anche la bilancia subisce la stessa sorte del pc e della macchina fotografica. Quindi avrò una sorpresa quando mi peserò. Per ora cammino, e tanto. E mi fa bene. Mi compiaccio di andare a fare la spesa ai mercatini, dove godo della simpatia degli ortolani romani e delle cose buone che portano. E torno con la sporta colorata e profumata di ortaggi freschi.

Ho comprato questo mazzo di carote, delle patate, cipollotti freschi e con il rosmarino che ho piantato in terrazza ho preparato una cosa davvero buona.

La parte verde delle carote l’ho cotta a parte per un’altra ricetta di ieri. Ma quella ve la spiego la prossima volta. E ho preparato anche il pane, integrale e con i semi. E’ venuto buonissimo. Ho tostato due fette nel tostapane per accompagnare la vellutata e …. come al solito le cose buone fanno bene al cuore.

Ecco qua….

vellutata

Vellutata di carote, zucca, patate al profumo di rosmarino.

- due carote

- due patate

- una bella fetta di zucca

- due cipollotti, compresa la parte verde

- due cucchiai abbondanti di olio extravergine di oliva

Pelare le carote e le patate. Pulire la zucca. Tagliare a tocchetti tutto, compresi i cipollotti. In una pentola versare l’olio e i tocchetti e far soffriggere velocemente. Salare e aggiungere acqua tanto quanto basta per coprire il tutto. Far cuocere finchè le patate e le carote saranno morbide. Quando manca ancora qualche minuto aggiungere un rametto di rosmarino. Completare la cottura. Eliminare il rametto e con il minipimer ridurre tutto in una crema vellutata. Servire caldo con ancora un filo d’olio e qualche ago di rosmarimo. Tostare nel frattempo due fette di pane integrale per accompagnare la vellutata.

patate

SHARE:

10 ottobre 2015

Le mani della mia mamma

_MG_4375

Oggi parlo delle mani della mia mamma. Di quelle che sanno fare mille cose. Nervose e un pò doloranti da qualche tempo, ma mani che creano meraviglie. Le fotografo spesso cercando di fissare in un’immagine anche i suoi insegnamenti. Le sue mani mi hanno accarezzato, hanno tenute strette e ferme le mie per non farmi scappare e per non farmi seguire strade che non approvava. Mi hanno anche dato schiaffi per una sbrigativa ma efficiente educazione, quando pensava che non fossi stata educata nel risponderle. Mi hanno mostrato cosa fare e non fare. Mi hanno rimproverata e subito dopo abbracciata. Mi hanno insegnato come prima cosa ad asciugare piatti e stoviglie, girare per ore litri di latte intero per fare crema pasticcera, e qui mi hanno insegnato la pazienza nel fare le cose, resistendo senza lamentarsi.

Mi hanno insegnato che si può e deve imparare a fare tutto. A cucire un orlo, a tenere in mano l’uncinetto. Perfino a ricamare. E a concentrarsi per ogni cosa che si fa, e non procedere distrattamente, perchè altrimenti le cose non vengono bene. Ma soprattutto mi ha insegnato a cucinare, dosare e assaggiare non solo con la bilancia ma anche con gli occhi e con la mente.

Ma…. hai voglia a fare la focaccia secondo le sue istruzioni, o a intrecciare cartellate come le fa lei, o a tentare di fare cavatelli e orecchiette. Siiii. La focaccia l’ho fatta con lei e ho avuto la sua approvazione, ma poi, tadaaaaaaa, sorpresaaaa,  il sapore non era uguale. Le cartellate, le mie sono belle e buone, ma le sue sono anche tutte uguali. Ma tutte tutte, e non c’è pericolo che lei si sbagli di una sola. Ha negli occhi, nella mente e nelle mani una precisione che incanta.

E poi dovete guardarle quando sistema i fiori. Da sempre ogni volta che vado in campagna, al trullo, appena vedo che son fiorite le rose, e sono belle, al punto giusto…. non le lascio li solo per rispetto alla natura. Le raccolgo per portarle a lei. Anche se è solo una, con qualche cosa di verde, che sia rosmarino, o un rametto di ulivo o un pò di citronella profumata, anche semplice erba…. la porto a lei e aspetto che sistemi tutto anche in un semplice bicchiere. Mi siedo e guardo. E mi incanto. Perchè bisogna avere dentro di se l’idea di bellezza per poterla portare fuori e mostrarla anche con due fili d’erba incrociati.

Giorni fa c’erano un pò di fiori fioriti già da un pò. Avrebbero avuto ancora un paio di giorni di vita. Ma erano nel pieno del loro splendore. E così, come faccio di solito, ho li ho raccolti,  rose rosse, rosa, tagete arancioni, daliette giallorosse e ne ho fatto un piccolo mazzetto. E guardate un pò cosa ne ha fatto lei.

Oggi vi regalo questo incanto.

_MG_4400

_MG_4395

_MG_4398

SHARE:

9 ottobre 2015

Parole al vento e Peperoni ripieni di riso e filetti di tonno

peperoni1

Oggi si va giù di flusso di coscienza. Non nel senso che faccio outing, come qualcuno avrà pensato, ma del ‘Stream of consciousness novel’, del racconto che cerca di seguire il flusso dei propri pensieri e delle emozioni, senza alcun rispetto delle regole della sintassi. Perchè le regole soffocano, cercano di trattenere le passioni dentro il greto di un fiume ben preciso e vorrebbero farle scorrere tutte in un unica direzione, con la stessa velocità. Ma ai pensieri e alle emozioni non puoi fare questo.

E così in questo casino che di solito è la mia giornata, piena di buone intenzioni e di occasioni perse, mi son fermata, per capire bene quali sono le cose che mi preme di più fare. Ed è venuta fuori questa urgenza di scrivere. Con un cavolo di computer che comincia a morire piano. Prima scompare la M dal tasto, poi la N, poi ancora la L. E prima ci metti un pezzo di nastro di carta con su scritta la lettera. Poi ti ricordi che sai scrivere anche senza guardare la tastiera e le togli. Ma intanto ti ha lasciato la colla…e tutto diventa un casino. Ora non mi scrive più il punto interrogativo, come se volesse impedirmi di pormi e di porre delle domande. Solo certezze. Capirai. Fosse facile. La mia vita è tutta un punto interrogativo. Comunque finchè non lo riparo quel tasto, non potrò chiedermi pi niente. Ecco, ora comincia a non scrivere a momenti la u con l’accento. Cosa vorrà dire tutto questo. Ecco niente punto interrogativo. Significherà che non dovrò avere nemmeno dubbi. Ok andiamo avanti. Senza chiederci più il senso delle cose, e se faccio bene o male a fare una cosa qualsiasi.

Non importa che mi sia alzata all’alba. Dormo bene di notte, e quindi posso anche alzarmi presto. Sono già pronta ad affrontare una giornata e a riempirle di cose da fare. Compilo un elenco bevendo il primo dei miei due caffè. Decido le priorità. Intanto il tempo scorre con una velocità indipendente dalla mia volontà. E a sera mi accorgo che l’elenco era solo un inganno. L’illusione di poter dare un senso al giorno, per poi scoprire che fai tanto o fai poco non importa. L’importante è che tu ti distragga dal vuoto.

L elenco (scusate ma il tasto del punto interrogativo ha anche l apice/apostrofo…dovrò fare a meno anche di quello) aveva previsto di buon ora spesa al mercato. Ma sono le 9 e ancora sto togliendo fiori secchi dai miei gerani, fingendo di essere una con il pollice verde. Mi regalo questa soddisfazione di un momento, anche di qualche ora, perchè ora mi sembrano perfetti i miei gerani, ma domani mattina, mi regaleranno ancora questa opportunità, lasciandomi togliere ancora tanti e tanti fiori secchi. Sarebbe meglio cogliere fiori freschi e non concentrarsi su quelli morti.

Devo andare a comprare verdura e latte e pesce. In dispensa mi è rimasta solo pasta e farina. E ho bisogno di cucinare e farmi tornare l’ispirazione. Quando si sta a dieta, i sensi di colpa verso le cose buone ti spengono la passione nella gola, te la chiudono. E le cose leggere che puoi mangiare, ti allontanano dal desiderio. La passione è molto vicina al peccato. Anche nel cibo. Le cose permesse sono senza tutto. Senza gusto (hai voglia a mettere le famigerate spezie), senza sale (che fa male) senza olio (che però è dannatamente buono), senza soffriggere (e ti si ammoscia pure il sapore), senzasenzasenza…. senza significa vuoto, significa niente. E l’assenza del piacere nel cibo si estende a tutto il resto. Io mi intristisco. Anche se perdo 200 grammi al giorno. Quando e se perderò chili, so già che diventerò una tristissima magra, anche un pò stronza, perchè arrabbiata con la vita, con i sensi frustrati e spenti.

Faccio il conto del tempo che mi rimane di questa mattina. Alle 12 devo essere a casa di ritorno. Allora: ho cucito l’orlo scucito della giacca. Brava. Passato la scopa elettrica ovunque. Tolta polvere. Lavato i piatti di ieri sera, che quella stronza della vicina va a letto presto e ha deciso di mettere il letto appoggiato al muro dove io ho i pensili. E comincia a bussare fin dalle 10 di sera. Io che mangio quando mi pare, anche a mezzanotte, devo essere prigioniera in casa mia e non posso fare più rumori dopo le 10 che parte il coprifuoco. Sta stronza.

Camicie stirate e messe a posto. Letto rifatto. Busta immondizia pronta, sta già fuori, così inciampo e non me la scordo. Intanto il libro mi guarda dalla libreria, triste, pensando che non sono più quella di una volta, quando lasciavo tutto per stare con lui, e che mi sto trasformando in una triste casalinga, con la fissa incomprensibile dell’ordine. E non sa quanto si sbaglia. Non sa che mi odio per questi gesti ripetuti ogni giorno, tutti uguali, per togliere una polvere che domani tornerà, e ancora e ancora. E mi odio per il tempo perso come spettatrice di un mondo virtuale dove le persone non sono vere, le parole sono buttate al vento, dove se scompari nessuno se ne accorgerà mai. E se ci sei sei solo un battito di ciglia. E poi penso che così è anche nella vita reale.

Fuori c è il sole e ora devo uscire. Confido nella luce per riattivare l’ottimismo in questa giornata. Mi aspettano dei giorni un pò impegnativi. E devo fare scorta di pensieri positivi.

E che faccio, non vi lascio una ricetta oggi (punto interrogativo). Dovrò cominciare a parlare più di persone e meno di cibo. Ma si, dai. Una ricetta leggera, ancora una volta.

IMG_8471

Peperoni ripieni di riso e filetti di tonno

(per 4 persone)

- 6 peperoni rossi carnosi

- 6 tazze di riso roma

- una confezione di filetti di tonno

- un cucchiaio di capperi all’aceto

- prezzemolo, basilico, menta

- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva

- pepe

con un frullatore o un minipimer emulsionate l’olio con quattro cucchiai di acqua, fino a quando si formerà una specie di maionese. Aggiungere i capperi e continuate ad emulsionare.

Lessare il riso. Passare in forno i peperoni, che però dovranno rimanere sodi.

Togliete la calotta dei peperoni e svuotarli del liquido e dei semi.

Intanto mescolate il riso, i filetti di tonno, la maionese con i capperi, il ppe e le erbe sminuzzate.

Riempite i peperoni con questa insalata di riso. Chiudere con la calotta.

Sistemarli in una teglia e passare in forno per almeno 10/15 minuti a 180 gradi.

peperoni

SHARE:

1 ottobre 2015

Seppie gratinate al limone

IMG_8436

E’ qui. L’autunno è arrivato. E lo ringrazio, perchè mi sta portando di nuovo il respiro. Polmoni che si riempiono grati di quest’aria fresca e le gambe che tornano a camminare più leggere. L’agenda si riempie di nuovi incontri e ora scrivo con la pioggia che suona per me e la valigia che mi aspetta. Ho poco tempo oggi, vado a Parma per un evento molto bello. E’ il Parma Home Restaurant, dove parlerò con eminenti relatori all’Università, nella ‘Padellata Mediatica’, per esplorare cosa sta succedendo nel mondo del web e non solo, dove di cibo se ne parla, si straparla, si esagera e ….. Insomma sarà sicuramente un incontro che mi insegnerà molto. Ne riparleremo durante e anche dopo di sicuro. Di sicuro servirà anche a me per chiarirmi un pò le idee sulla direzione che prenderà il mio blog. Come quando ci si ferma per un momento a meditare e nel frattempo si ascoltano i consigli di persone che ne sanno più di te.

Intanto la dieta continua e si vedono i primi risultati. Sono contenta dei piatti che riesco a creare in maniera veloce e sono davvero efficaci, oltre che buoni. Anche questo modo di cucinare, fa parte della mia attuale esigenza interiore e anche ricerca personale verso l’'essenzialità.

Sono semplici seppie, molto profumate e veloci da preparare. Da gustare solo con un pò di verdura fresca di contorno e con una coppetta di frutta dolce e profumata. Io ho mangiato il melone bianco.

Devo scappare e per ora non posso restare qui.

Ecco la ricetta.

IMG_8432 IMG_8433 IMG_8434

Seppie gratinate al profumo di limone.

(Per me sola)

- due seppie

- un cucchiaio abbondante di pan grattato

- uno spicchio di aglio

- un mazzetto di prezzemolo

- limone

- poco sale e pepe

- un cucchiaio di olio extravergine di oliva

tagliare le seppie a tagliatelle.

In una ciotola mescolare il pangrattato, l’aglio tritato, il prezzemolo tagliuzzato, il sale, il pepe, e la scorza grattugiata del limone. Aggiungete mezzo cucchiaio di olio. Laltra metà la metterete sulla carta da forno con cui fodererete una teglia.

Adagiate le seppie, cospargetele con il pangrattato aromatico, e cuocete in forno a 200 gradi finchè sarà evaporata tutta lacqua delle seppie e il pane sarà dorato.

IMG_8435[1]

SHARE:

26 settembre 2015

Tartare di podolica al pepe nero e verdure (quarto giorno di dieta)

tartare

La dieta continua eh? e cominciano i primi risultati. funziona, davvero. Tanto da suscitare la curiosità della mia nutrizionista e farle venire un’idea. Che ora non posso dire …. Ma molto carina.

Se oggi c’è carne e a me proprio la fettina non piace cosa faccio, non la mangio? Devo e allora studio una cosina sfiziosa e leggera ma, soprattutto saporitissima. E che sia tartare! di podolica però. Accompagnata da un piatto di verdure: cavoli romaneschi bolliti e insalata di funghi champignon con limone e prezzemolo.

Però qui non c’è ricetta. Bisogna solo andare dal proprio macellaio di fiducia, e il mio è Matteo dello ‘Sfizietto’ che tratta solo carni di qualità, e farsela preparare. Magari il prossimo post lo dedico a lui, così vedrete quanto è bravo.

Quindi comprate la tartare e conditela con poco olio, limone, sale e pepe. Servirla con la rucola, e accompagnate con verdure. Buoonoooo.

ah! ho perso già un chilo eh?

tartare1

SHARE:

24 settembre 2015

Riso e patate con TRE olive fritte (terzo giorno di dieta)

risoepatate

Bè diciamo che anche 200 g al giorno vanno bene. 200 x 7 sono 1,400 a settimana. !,400 x 4 sono 5,600 al mese. Wow, di questo passo a Natale sarò una ‘sinuèt’ come dice mia madre. Però bisogna essere seri e fare le cose senza fregare. Io a dire il vero faccio degli sgarri calcolati, ma mi servono per pensare di aver fatto una furbata e perchè mi voglio bene. Allora vediamo se qualcuno ha da obiettare. Nel senso di qualche nutrizionista.

Consiglio n.1 di oggi: se a colazione sono previsti due biscotti o due fette biscottate integrali con un cucchiaino di marmellata, io dimezzo e mangio o un biscotto solo o una fetta sola e conservo l’altro per la sera tardi come dolce. E si, perchè io che faccio tardi verso mezzanotte ho già di nuovo fame e ho voglia di qualcosa di dolce. E così gabbo il vizio.

Consiglio n.2: quando è prevista una minestra, io cerco di allungarla quanto più possibile con il brodo, così mi sento ugualmente sazia e introduco liquidi che altrimenti stento a bere.

consiglio n.3: servire le pietanze in un piatto piccolo e non nelle ciotolone dell’ikea che ho comprato lo scorso Natale. In effetti la colpa del mio aumento repentino di peso è da attribuire ai piatti grandi che, si riempiono che poca roba pare brutto, si finisce tutto che lasciare nel piatto pare brutto, e si fa pure la scarpetta che anche se pare brutto chi se ne frega.

Per oggi basta così.

Oggi Riso e patate con verdure e gentile concessione di tre olive fritte.

Riso e patate

- un cucchiaio di olio extravergine di oliva

- una patata piccola

- una cipolla piccola

- mezzo peperone

- tre pomodorini

- una tazza piccola da caffè di riso

- prezzemolo

- pepe

Sbucciare e tagliare a cubetti la patata. Tagliare a pezzi il pomodoro, il peperone, e la cipolla e far rosolare dolcemente in una padella dove avrete versato l’olio.

Aggiungere l’acqua e portare a bollore. Versare il riso e aspettare che cuocia.

Servire caldo con prezzemolo fresco tritato e con un cucchiaio raso di parmigiano o cacioricotta  o pecorino.

Per le olive: ungete una padellina piccola piccola con olio, mettete le olive della varietà giusta, copritele e quando vedete che sono belle lucide spegnete il gas. Pochissimo sale e via…. Ma davvero dovete mangiarne SOLO tre eh!

riso e olive

SHARE:

23 settembre 2015

Salmone marinato all’’arancia e insalata (secondo giorno di dieta)

salmone marinato

Siamo in pieno mood dieta. E allora anche per darmi la carica do dei consigli. Pure…. considerato il pulpito….

Consiglio n.1: Dovete comprare assolutamente uno specchio sincero. Di quelli che vi rimandano la vostra immagine intera. Non come ho fatto io che mi son sempre guardate solo dal busto in su e, tutto sommato, mi piacevo. E nel frattempo non vedevo cosa succedeva sotto. Poi andavo nei negozi e mi arrabbiavo perchè non mi riconoscevo in quegli specchi stronzi.

Consiglio n.2: scrivete sullo specchio una frase che ho visto sullo specchio dell’Auchan, nel camerino dei dipendenti. ‘Gli altri vi vedono così’, per invitarli ad essere ordinati e presentabili. E nel nostro caso per vedere con occhi veri, non come ci immaginiamo, ma come siamo.

Consiglio n.3: buttate la bilancia con l’asticella tremolante e mobile e comprate la bilancia digitale. Nel primo caso i chili che vedrete segnati sono un ‘più o meno’ un chilo o due chili oscillanti, anche nella vostra mente. E la cosa deprime molto. Nel secondo caso anche i 100 grammi persi vi fanno sentire bene. E io così ho fatto. E fate foto ricordo del peso quotidiano. così ve lo ricordate.

Consiglio n.4: dal numero totale dei chili da eliminare dovete togliere quelli che secondo voi riguardano tette e sedere, sperando di non perdere anche quelli, perchè se restano al posto giusto è meglio. E, se ne siete ben forniti, guardate che i chili sono parecchi. Esempio: se dovete perdere 20 chili, ma supponete che di bontà ne avete circa 5, in realtà i chili da perdere sono 15. Non so perchè mi è venuta questa teoria, mah!!! secondo me è un’altra scusa pigra.

Consiglio n.5: camminate, camminate e camminate. Magari anche guardando le vetrine, Fermandovi ogni tanto se non ce la fate, ma camminate. E controllate con runtastic quanta strada fate.

Ieri era il secondo giorno. Ero fuori casa e non volevo saltare il pasto. Quindi ho mangiato in un posto che già conoscevo, un piatto che ritengo sia leggero e completo: Salmone fresco marinato con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote. Buono, buono davvero. Ovvio che non ho avuto la ricetta dallo chef, ma volendo …. sappiamo come fare almeno una cosa simile.

Salmone marinato all’arancia

- 150 g di filetto di salmone fresco

- un’arancia

- sale grosso

- salsa di soia

- 1/2 pistacchi

- pepe

In una ciotola sistemare il salmone e cospargetelo di sale, succo e scorza di arancia. Lasciarlo così tutta la notte. Il giorno dopo scolare il liquido che si sarà formato, tamponare con carta assorbente. Quindi tagliarlo come da foto o a fettine. In una ciotolina mescolare un cucchiaio di salsa di soia e un po di succo di arancia e condire il salmone. Aggiungere poco  pepe e qualche pistacchio tritato.

Servire con insalata di arance, finocchi, ins verde e carote, condita con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e pochissimo sale.

insalata

SHARE:

22 settembre 2015

Cicerchie piccanti e fagiolini alla menta (primo giorno di dieta)

cicerchie lunedi pranzo

Ci siamo. E’ ora di prendere una decisione. Questa volta seriamente. Basta giocare, provarci, per poi tornare indietro. Devo assolutamente perdere peso e anche velocemente. Ho un dolore strano al ginocchio, non localizzato in un unico punto che mi impedisce di camminare per lunghi tragitti e quindi anche di fare qualsiasi attività. Non che io sia una stacanovista del jogging, ma almeno facevo passare delle lunghe passeggiate per attività sportiva. Soprattutto a Roma, dove è facile fare 10 km guardandoti intorno tra le cose belle che ci sono, e dopo aver dato un’occhiata a Runtastic ti rendi conto che hai camminato forte e non te ne sei accorta (se non fosse per il dolore all’L4-L5-S1 che ti sta bloccando progressivamente, e che ti costringerà all’immobilità per almeno due giorni).

A parte l’età, a parte una certa predisposizione genetica ereditata dal papà (che se avessi ereditato dalla mamma ora avrei la preoccupazione opposta, quella di non poter prendere peso, ma almeno avrei potuto fare la foodblogger senza problemi) …. insomma io non so perchè non ci riesco a dimagrire. E non mi si dica ‘che tu cuciiiiini quelle cose buone e poi te le mangiiiiiii’ perchè non è vero. Io assaggio, e anche quantità ridicole, tanto che mia madre spesso si arrabbia, e mi dice ‘un giorno di questi ha cadè nderr (un giorno di questi sverrai!) ca debolèzz’.    Perchè sento un coro silenzioso e ammiccante di ‘se…se…’?

Vabbè, meglio non badare agli scettici ironici.

Oggi ho la visita dall’ortopedico che segnerà una svolta nella mia vita. Dipenderà da quello che sentenzierà. Intanto da 15 giorni ho iniziato una dieta, grazie alla quale sono caduta in depressione, perchè…. non ho perso manco 100 grammi. Sarà sicuramente la bilancia. E così ieri sono andata a comprarne una nuova. E da oggi documento (in segreto ovviamente), il peso sulla bilancia nuova. E documento anche quello che mangio. Così vediamo se ottengo il sostegno morale da parte vostra.

Ieri il menù prevedeva legumi con pasta o senza e verdura. E io ho scelto le cicerchie e i fagiolini.

Ecco qui le ricette. (ma uèèè!)

cicerchie solo

Cicerchie piccanti

- 50 g di cicerchie secche (o 190 gia cotte)

- una cipolla

- uno spicchio d’aglio

- una costa di sedano e un pò di prezzemolo

- due pomodorini

- mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva

- un peperoncino fresco da aggiungere al momento di servire

Mettere in ammollo dalla sera precedente le cicerchie. Quindi sciacquarle, coprirle di acqua e metterle a cuocere a fuoco lento. Schiumarle. Aggiungere il resto degli ingredienti ben lavati. Portare a cottura a fuoco lento. Al momento di servire aggiungere mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva e peperoncino fresco secondo i propri gusti.

fagiolini

Fagiolini alla menta.

- fagiolini freschi

- menta fresca

-aglio (facoltativo)

- mezzo cucchiaio di olio extravergine di oliva

Spuntare le estremità dei fagiolini, lavarli bene e lessarli.

Condirli con aglio, olio e menta.

 

#annatheniceadieta

SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI