6 novembre 2014

Le case e le cozzelle.

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Stamattina il caffè ha un sapore più dolce del solito.  E ho l’impressione che questo addolcisca tutto quello che penso e quello che vedo.

Ieri è stata una giornata di messaggi. Alcuni brutti, di quelli che la mattina quando ti alzi, sai già che forse arriveranno, perchè ti svegli quasi come un senso di attesa fastidiosa, che svanisce all’improvviso, quando senti il ‘din’ giusto. Non tutti i ‘din’, ma tra tanti il tuo cuore lo sa qual è e te lo prepari ad ascoltare. E ascolti….

Poi, a sera tarda, ne arriva uno bello, anche quello lo aspettavi da tempo, ma non sapevi quando sarebbe arrivato. Ci sono cose della vita che, nonostante la tua caparbietà, la tua forza di volontà, non puoi forzare. Ci sono situazioni e scelte che si sistemano da sole, perchè devono seguire il proprio corso. C’è un tempo per tutto… e tu non puoi comandare sul tempo. E’ come se qualcuno avesse deciso per noi da molto, quale debba essere il percorso che dobbiamo fare. E a noi non resta altro da fare che chinare il capo e accettare tranquillamente. Ho alzato mille volte la testa e i pugni, per lottare, con forza e urlando, ma mai, dico mai, ho ottenuto quello che volevo. Ho dovuto aspettare. E poi quasi magicamente le cose hanno fatto il loro corso e le soluzioni sono arrivate.

Io ho scelto lei e lei ha scelto me. Quando si va in giro in cerca di una nuova casa, non bisogna mai studiarne i particolari o ostinarsi a ragionarci su. Si parte da quanto puoi spendere e si scartano subito i sogni impossibili. Tra quelli raggiungibili si entra con cuore aperto e bisogna afferrare al volo la prima sensazione che vivi. La prima e solo la prima. Quelle che seguono sono di contorno e di affinamento. E’ il primo assaggio. Come di un vino, di una buona cioccolata, di un piatto speciale. Devi catturare la prima impressione. E su quella ragionarci. Capire il perchè,  e vedere se tutte le risposte bastano ad accettare anche le cose che non vanno. Poi si va via e ci si dorme su. E la scelta viene da se. Se non ti torna in mente più significa che non ti è entrata dentro. Se invece cominci a pensarci significa che ‘si può fare’,  si può tentare….

Di certo farò mie le storie che mi racconterà, le storie di chi ci è passato, assorbite dai muri e dagli oggetti che troverò. Perchè se in una casa c’è stato amore, amore si respirerà.

Inizia ora una nuova fase della mia vita. Un nuovo capitolo. Una nuova casa da vivere, da aggiungere a quelle che ho. Aprirò un nuovo spazio, fuori e dentro di me. Vivrò un pò qui e un pò li, vagabonda per raggiungere chi amo, sempre con la valigia pronta.

Vedremo (anche perchè non si conosce bene la data di inizio di questa avventura….)

Ora passiamo alla ricetta.

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Anche in questo caso aspettavo il momento giusto per pubblicare questa ricetta. E, aspettando aspettando, è arrivato. Oggi si parla di ‘cozzelle’, come si chiamano da noi le lumache. Si si, proprio quelle che si portano la propria casa con se, sempre e ovunque. Quasi una metafora di quello che siamo anche noi, che ovunque ci spostiamo, ci portiamo dentro quello che davvero è casa, i nostri affetti.

Ogni luogo ha la sua ricetta per le lumachine, e io qui vi racconto la mia. Ricetta e storia.

Nei giorni di estate, dopo gli acquazzoni che profumano l’aria di buono, quando i campi sono pieni di ‘rstùcc’, gli steli tagliati dopo la mietitura, si aspetta che il caldo faccia venir fuori le lumache. E così, dopo la pioggia, magicamente compaiono, tutte appollaiate sugli steli, sulle pietre dei muretti a secco, sui tronchi degli alberi di mandorlo, di ulivo e di ciliegi. E allora tutti dicono… ‘Dai, andiamo a cozzelle?’. E si va a raccogliere tutte queste sprovvedute, che comunque non potrebbero mai scappare, scansando quelle sulle erbe amare. Si mettono in un contenitore che si può coprire, perchè prima o poi, rendendosi conto della fregatura, tentano di scappare, lentamente, venendo fuori e salendo salendo nel cesto, verso l’uscita.

Certo questa ricetta è crudele, ma appartiene ad un tempo dove non si badava tanto a fare gli animalisti. Era buona e basta, faceva parte quasi del gioco della vita, dove animale mangia animale e basta. E le cozzelle erano semplicemente uno dei piatti estivi, raccontato e sognato,  passeggiando con i bambini nei campi. E basta. Quindi ora, chi è troppo sensibile per continuare, si fermi pure qui.

Si portano a casa e si mettono a ‘spurgare’, brutta parola, ma necessaria. Per un giorno almeno, in uno scolapasta coperto. Devono ‘liberarsi’ del superfluo prima di essere cucinate. Quindi si lavano e si mettono in una pentola alta, in acqua fredda, sul fuoco medio. E la crudeltà sta proprio qui. Non bisogna far capire loro la sorte che li aspetta. Accarezzate dolcemente dall’acqua che diventa tiepida, vengono fuori, ignare. Appena fuori, si alza la fiamma per …. continuare. Si formerà una schiumetta che va tolta. A questo punto si aggiungono gli aromi. Origano, pomodori, prezzemolo, aglio, un filo d’olio e una foglia di alloro. Si copre con un coperchio e si fanno cuocere per almeno un quarto d’ora.

Per gustarle al meglio e in maniera primitiva, si mangiano succhiandole (ma gli schizzinosi, le prendono con lo stuzzicadenti). Per facilitarne l’uscita, con i denti si fa un piccolo buco nel guscio, ma bisogna aver acquisito una certa abilità, dopo anni e anni di allenamento, per capire qual è il punto esatto. Decisamente non è un piatto proprio raffinato, ma più uno sfizio ricercato, per chi non ha paura di sporcarsi, e per chi non si innervosisce a sentir gli altri fare quel rumore inevitabile e fastidioso dei tentativi di … aspirazione della lumaca.

A me piace e mi ricorda la mia infanzia, quando ancora, non si alzavano polveroni al suon di ‘Che peccato le cozzelle!’. Ma la prossima estate, provate anche voi e poi ne riparliamo.

Alla prossima.

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15 commenti

  1. quando, dove, come, subito adesso?? voglios apere tuttoooooooooo!!! La zuppetta me la rubo e aspetto di leggermi tutti il resto!!
    :*

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    1. quando te lo dirò appena lo saprò di preciso, ora ci sono trattative in corso....
      Dove te lo dico in pvt.
      E ora voglio vedere se ce la facciamo a vederci..... Ci stiamo inseguendo da una vita!!!
      A presto.
      ps. attenzione, non sarò sempre li, farò ancora su e giu e su come una vagabonda....

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  2. ecco, le attese; poi arriva il bello o la bella sia essa notizia, avvenimento, persona. Io lo so e sono stata paziente e tu sei arrivata da me. Questa cosa della casa era nell'aria, sono felice che sia arrivata a destinazione.
    ti voglio tanto bene
    Cla
    p.s. ah, io non sono per nulla schizzinosa ma me le cucini tu!
    ahahahahah

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    1. e certo che te le cucino io, ma dovrai venire in Puglia, dopo la mietitura, e dopo la pioggia.... quante cose dovremo far coincidere.
      Ma ce la faremo
      baci

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  3. Ciao sorellina, si è così che ti sento...ci sei sempre vicina a me, che ci sentiamo o meno i nostri cuori hanno battiti simili, attese uguali, amore per la vita e per le persone ..grande.
    Ti voglio bene, tanto perchè sei una donna vera, attaccata alle sue radici, ma con la testa nei sogni, in un giusto equilibrio. Ti voglio bene per la tua forza che tiri fuori più per gli altri che per te, ti voglio bene per la tua fragilità che non hai paura di mostrare e che mi fa sentire ancora più vicina a te... Finalmente questa pioggia tanto invocata sta arrivando...per ora non è violenta, è purificatrice.. ma dentro di me c'è tanto sole, tanta gioia perchè presto sarai ancora più vicina e non solo al mio cuore ...ma alle mie gambe... alla mia casa, al nostro parco, alle nostre amiche comuni ...e non solo. Anche io credo che le cose vengono al momento giusto e che ogni evento ha il suo senso... dobbiamo solo capirlo .ti abbraccio <3

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    1. meno male che non c'è limite alla nostra grande fantasia e alla nostra curiosità...
      Ne vedremo delle belle,
      Ma se già quando vengo ogni tanto non finiamo mai di fare progetti e andare in giro, cosa succederà ora che mi avrai per più tempo?
      mah!!!
      vedremo!
      baci e a presto

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  4. Leggendo la tua prima parte del post...ho ritrovato una parte di me. E nella seconda ho rivissuto i racconti della mia mamma, di quando, durante il periodo bellico, trovare lumache era una manna!
    amelie

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    1. che bello, ma allora le cozzelle, come il pane con la panna e altre ricette della mia infanzia, hanno arricchito anche la vostra...
      Quanti mi stanno scrivendo dicendo che le avevano dimenticate..
      Che bello!
      un abbraccio

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  5. Le lumachine sono buonissime, i miei complimenti
    Maurizio

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  6. "Ci sono situazioni e scelte che si sistemano da sole, perché devono seguire il proprio corso. C’è un tempo per tutto…"
    Guarda, oggi era proprio una di quelle giornate lì anche per me. Giorno di scelte che si sono sistemate a modo loro. E oggi sembra anche che le lumachine mi inseguano ovunque: appena uscita di casa una di loro mi ha dato il buongiorno dal parabrezza della macchina! Forse è un segno, devo rallentare, e dare tempo al tempo.
    Le cozzelle le raccoglievo da piccola per nonna, dopo le piogge d'estate ce n'erano tantissime nella macchia. Però no, non ho mai avuto il coraggio di assaggiarle. Magari chissà, verrà il tempo anche per loro... In bocca al lupo per l'avventura della nuova casa, magari sarai più vicina e quest'anno potrò finalmente vederti! :)

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    1. ma magari!!!
      Chissà quante novità mi aspettano.
      E io sono pronta a godermele tutte.
      un abbraccio

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  7. Sono contenta che alla fine è arrivata!
    E questo post è come se me lo avessi raccontato proprio tu davanti ad una tazza di caffè, proprio oggi… o forse proprio qualche settimana fa <3
    Tu lo sai, io amo le lumache, ma sai anche che sono troppo animalista per cucinarle da vive… altrimenti non terrei a casa i miei pargoli! ;)

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  8. Mi hai fatto fare un tuffo nel passato, mi sono tornati in mente tanti ricordi della mia infanzia :)

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