28 agosto 2013

La salsa di pomodoro

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Bottiglie pronte? via….

E’ un rito che si ripete ogni anno. Anche nelle parole, anzi negli ordini.

‘Anna prenotiamo i pomodori, che sta finendo il periodo e poi non sono più buoni. Allora prenota due parti di fiaschetti e una parte di quelli di Mola, tipo Sammarzano’. ‘Mamma ma guarda che è quasi Ferragosto, poi va a finire che lavoriamo proprio il giorno di festa’. ‘ Se piove non la possiamo fare più, vai e prenota’. Ubbidisco, anzi ‘ubbidiamo’, perchè io, mio marito, i miei figli, siamo tutti soldati sugli attenti.

E così si inizia il lunedi a ‘spricinare’, cioè ‘togliere i pricini' (cioè il picciolo del pomodoro) e a rilavare tutte le bottiglie e a metterle sottosopra. Questo è lavoro mio. Quello di mia madre è mettere fuori l’artiglieria, dalla macchinetta gigante da stabilimento di conserve, alle vasche/vaschette/brocche/supermestoligiganti ecc. e sistemare tutto in maniera organizzata e logica, affinchè le sequenze si svolgano in un raggio d’azione strettissimo e consecutivo.

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IL giorno dopo la ‘spricinatura’ si passa rigorosamente al LAVAGGIO dei pomodori, BOLLITURA in due caldaie per non perdere tempo, SCOLATURA in un cesto forato, PUNTURA dei pomodori che ancora non sono scoppiati, MACINATURA dei pomodori, RIPASSATURA delle SCOPPOLE (le bucce dei pomodori già passati che, anche se li ripassi per la terza volta esce sempre la salsa), IMBOTTIGLIAMENTO DELLA SALSA, TAPPATURA delle bottiglie fino al click del tappo nuovo, che quello vecchio non si deve MAI riusare sennò entra l’acqua o scoppia la bottiglia. Quindi BOLLITURA a bagno maria delle bottiglie nelle caldaie giganti.

Ora le frasi che le mie orecchie sentono da quanto ero piccola sono state sempre….

‘i pomodori spaccati non si buttano, ma si raccolgono e si cuociono subito oggi per la pasta’. Prima dell’avvento della macchinetta elettrica, si ‘girava la manovella’ della piccola macchinetta a mano e mia madre mi ripeteva come un mantra ‘gira, gira, non ti fermare sennò manco a mezzanotte finiamo’; e al mio ‘mamma mi fa male il braccio’ la sua risposta era sempre ‘dai gira, poche storie (anzi in verità diceva ‘non fare le mosse, muoviti’). Poi non ci si poteva fermare a parlare perchè temeva che potessimo rendere meno e diceva sempre ‘scià muovetevi, non perdete tempo, poche chiacchiere’. E io e mio padre sospiravamo pazienti.

Poi l’invito (se se invito, l’ordine perentorio!!!) a pulire tutto il piano da lavoro, continuamente, perchè ‘nell’ordine e la pulizia si lavora meglio!’ Al momento di riempire le bottiglie l’urlo era ‘ non le fare piene, ma nemmeno mezze vuote. Due dita sotto il bordo’. ‘Mi raccomando non sporcare le bottiglie che poi non si riesce a chiuderle bene che scivola la mano’. E poi si rivolge al ‘tappatore ufficiale’, invitandolo a proteggersi le mani per non farsi venire le bolle e a sentire il famoso ‘click’ altrimenti la bottiglia si aprirà durante la cottura.

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E prendi e lava e riempi e tappa le bianche bottiglie e sistemale in ordine nella caldaia, ‘tappezzata’ sul fondo di un panno bianco per non farle poggiare direttamente a contatto con la pentola.

Insomma, una serie di ordini che mi ha permesso, anno dopo anno, di imparare che con la fatica, la pazienza e, soprattutto, la compagnia, il rito della salsa è una meravigliosa tradizione che, spero non finisca mai.

La ricetta è semplicissima. Solo pomodoro bollito, passato, imbottigliato e sterilizzato. Senza aggiungere sale o basilico.

E poi il rito si conclude con il passaggio diretto dell’ultima salsa nella pentola bassa, con una cipolla, olio extravergine di oliva e foglie di basilico. Cotto il tempo di far cuocere la pasta. Per l’assaggio in diretta della salsa ‘di quest’anno’.

Negli anni della infanzia c’erano delle varianti, per fortuna ora superate. Le bottiglie vuote della birra da riempire con i pomodori a pezzetti e il basilico, che dovevi sbattere su un panno per far ‘sistemare’ all’interno i pezzi, da tappare con il tappo di metallo e l’apposito attrezzo. E in più si completava la dispensa con i  barattoli dei pelati. I barattoli dei pomodori a pezzetti e peperoni e basilico. I barattoli di pomodori interi, coperti di salsa e tutto quello che poteva essere inventato con il pomodorino fresco..

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Certo il sapore della salsa, condito con i mille discorsi fatti con mio padre, intermezzati dai rimbrotti di mia madre, aveva un sapore meraviglioso, di giornate dedicate a noi e a chi poi sarebbe andata la salsa… ma resteranno un tesoro sempre e solo mio, che mi son per fortuna goduta io per tanti tanti anni. E che ora continuiamo non perchè dobbiamo, ma perchè vogliamo continuare a far festa lavorando insieme.

Fortunato chi la fa e soprattutto, desidera farla con questo spirito.

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26 agosto 2013

Albe in Malga, l’inizio delle mie vacanze.

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Lunga pausa quest’anno. Quasi un recupero di quello che l’anno passato non ho fatto. Strana la vita. Sembra a volte che quello che ti toglie una volta te lo restituisce con gli interessi subito dopo. Basta avere pazienza e saper aspettare.
Le mie vacanze sono state piene. Di serate rilassanti, di cene bellissime, di notti di stelle, di giorni di mare, di incontri interessanti con gente nuova e speciale.
Ho iniziato accettando un invito in montagna. In un posto che amo e che, sapevo già, avrebbe rigenerato le mie forze, intorpidite nell’inverno. Pur consapevole che avrei dovuto affrontare un viaggio lunghetto fino al Trentino, ho accettato di buon grado di seguire un evento chiamato Albe in Malga’ soprattutto per sentire sulla pelle l’aria frizzante di un alba in montagna.
E così, in compagnia di gente fantastica e molto professionale, come Daniela, Elisabetta e Claudia, Alessandra solo per chat, i ragazzi di GnamBox, e tutta la gente del posto che ci ha dato davvero delle forti emozioni, abbiamo vissuto questa fantastica avventura.
Cosa abbiamo fatto?
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Sveglia alle 4 di mattina per andare da Commezzadura alla Malga Di Dimaro per essere pronti a mungere le mucche e fare il mitico formaggio Casolèt alle ore 5,30 con Stefano, il suo papà e tutta la sua famiglia. Aria frizzantissima, odori di mucche pulitissime e luogo magico. Abbiamo visto l’alba che colora di rosso le montagne. Una vera magia, unica. Poi dopo il lavoro, abbondantissima colazione con latte appena munto, ancora caldo, caffè, burro di malga (WOOOOOOOOW, buono da svenire), miele puro con pane caldo e ricotta, salumi e formaggi. Quindi, passeggiata fino al lago delle Malghette in compagnia dell’accompagnatore di territorio, Luca. Pranzo con taglieri e piccolo riposino per l’alzataccia fatta la mattina.
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Pomeriggio visita ad un apiario, preceduta da due ore di lezione fantastica sulle api, che, avremmo voluto non finisse mai per quanto è stata interessante. Il presidente dell’Associazione apicoltori di Val di Sole, Pejo e Rabbi, il sig. Francesco Moratti, ci ha fatto innamorare del mondo delle api, e ci ha stupito raccontandoci, dice lui, solo una piccola parte di questa società perfetta e operosa. Poi vestiti come alieni siamo andati all’apiario a ‘toccare con mano’ le api. Subito dopo degustazione di mieli e formaggi, e yogurt con polline ‘rubato’ alle api. Scusate ma io sono una foodblogger e devo assolutamente assaggiare i sapori del posto per poter capire appieno l’emozionalità del viaggio. Spero che le foto parlino per me.
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Giorno dopo discesa di 12 km dall’alto di una montagna, in bici, con tutta l’allegra compagnia. Unico particolare…. erano 20 anni che non prendevo la bici. All’improvviso mi sono scrollata di dosso tutti i vent’anni e son ritornata pimpante e attiva e spericolata. Belloooooooooooo.
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Pranzo luculliano e interessantissimo presso un ristorante che vi consiglio assolutamente… ‘La Corte dei Toldi’ a Terzolas, dove abbiamo conosciuto un attento ristoratore che coniuga tradizione e innovazione con la creatività di un ingegnere/architetto/filosofo. Fantastica scoperta.
Il ritorno a casa è stato lento e tranquillo, ‘intermezzato’ da una sosta a casa della mia mitica Laura a Massa, dove saremmo rimaste abbracciate tutto il tempo per la felicità di esserci riviste….
Poi durante il rientro ci sono state altre storie, che appena possibile vi racconterò. Ora ho voglia di tornare a cucinare e ad assaporare cose semplici e buone….
Aspettatemi eh?
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9 agosto 2013

Thelma & The Nice

Thelma

 

Tutto cominciò con una crostata di ricotta e ciliege. Claudia, si innamora del mio blog, comincia a seguirmi, a scrivermi, a commentare e nasce un’amicizia. A distanza, come tante belle amicizie che nascono casualmente sul web. Dopo un pò comincia a parlarmi di una sua amica che, dice, DEVO assolutamente conoscere, perchè per certi versi mi assomiglia. E così la mia strada incrocia quella di Thelma. Thelma non è una persona comune. E’ molto, molto di più di quel famoso coniglietto rosa della pubblicità che non si ferma mai. Si autoalimenta come un volano in moto perpetuo, e regala energia a chi la legge, a chi la segue, a chi sta accanto a lei per un momento.

Ci scriviamo su fb, ci commentiamo, ridiamo, scherziamo e poi un giorno in chat mi parla di un nuovo progetto, un sogno che ha deciso di realizzare. Un viaggio in camper, armata di videocamera, in giro per l’Italia. Ha bisogno di me per i contatti food in tutte le regioni. Che dici mi puoi aiutare? ‘Tu conosci tanta gente’! E io… ‘e ci mancherebbe che  non voglia aiutarti’. Certo mi piacerebbe viaggiare con lei fianco a fianco, ma lei è troppo, troppo energica, molto attiva, molto molto più di me… Ammappela l’ho trovata una che mi batte alla grande. Però le assicuro che quando arriverà in Puglia la seguirò e la porterò in giro.

E inizia così da Milano il suo ThelmaTour13, con uno sponsor di eccezione, l’Intel, che ha trovato la sua idea geniale, tanto da scegliere lei come testimonial per parlare dei suoi prodotti, mostrando le loro performance spettacolari durante i vari reportage del tour.

Aspetto con ansia il suo arrivo in Puglia e tra le mille cose che la mia terra offre, decido di darle un assaggio di mare, di cibo locale, di campagna e di abbracci della mia gente.

 

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L’aspetto direttamente a Mola di Bari, dove ci aspetta Nicola Lojodice, con la sua scuola per immersioni, per aiutarmi a farle superare l’unica cosa che lei non fa proprio volentieri, andare sott’acqua…. Ma manco due volte me lo fa dire… si infila la muta, bombole di ossigeno sulle spalle, boccaglio, telecamera in mano e splash… si tuffa e va sotto, come se non avesse fatto altro nella sua vita.

 

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Splendida esperienza, bagno meraviglioso, e poi viaa subito verso Santa Maria di Leuca, perchè dobbiamo anticipare l’altro appuntamento, sempre in mare, perchè dal giorno dopo  il tempo cambia e si rischia di saltare … la pesca in  un peschereccio. Quindi distrutte arriviamo a destinazione, dove decidiamo di dormire, e puntiamo la sveglia alle 4,30, perchè alle 5,30 ci aspetta Luigi e i suoi amici pescatori, per andare a ritirare le reti, con il suo peschereccio ‘Lo Squalo’.…. E così vediamo l’alba in mare, in un mare meraviglioso di colori e profumi, popolato da barche che, tutte insieme, vanno a ritirare il lavoro di una notte. E ci passano accanto e ci salutano, e noi che allegramente aspettiamo di vivere questa avventura.

 

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Cominciamo a tirare su il filo da pesca e i pesci appena abboccati. E con spigole, e stelle di mare, vengono su anche tracine e murene. E con le reti, aragoste e granchi. E piano piano la barca si riempie di pesci e ghiaccio che serve per conservarlo fresco.

Alla fine, stanche ma soddisfatte torniamo verso casa mia, NOCI, dove ci aspetta il mio trullo e una notte di riposo.

 

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Il giorno dopo tutte a lezione di pane, orecchiette e mozzarelle, insieme alla signora Marisa, cuoca della Masseria La Mandra, dove ancora è possibile assaggiare i prodotti naturali della terra e i piatti della nostra tradizione.

 

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Thelma è bravissima e impara in fretta tutto. Scherziamo, mangiamo in allegria e torniamo al trullo dove, pensavate che ci saremmo riposate??? no, inizia una lezione di pizzica e riprese con montaggio successivo. E tutto questo in un susseguirsi di idee e risate.

Fino a notte fonda scriverà il suo articolo, monterà tutti i suoi video della tappa Pugliese, e solo dopo andrà a dormire.

Il giorno dopo tutto pronto per partire alla volta della Calabria, ma solo dopo essere passata a ritirare il suo ‘panino da viaggio alla Thelma’ dal nostro Marino, una persona eccezionale, leader dello street food creativo, del mio paese.

 

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E così abbraccio solo per un momento la mia amica e la lascio andare verso mille nuove esperienze. E’ passata come un uragano, ma ha lasciato il segno. E chi lo sa… forse un giorno passerà ancora di qui.

Qui potete vedere l’articolo scritto da Thelma e i video che abbiamo girato insieme

Ringraziamenti:

- Alla mia meravigliosa Puglia per avermi donato mare e campagna e cibo fantastici

- Al mio paese, NOCI, per gli abbracci che sa regalare e per il mio trullo magico

- A Nicola Lojodice, e il suo Centro immersioni Sub Murena di Mola di Bari

- A Luigi e il suo peschereccio Lo Squalo, ai suoi pescatori che TANTA pazienza hanno avuto con me

- A Giuseppe Recchia e al suo meraviglioso agriturismo La Mandra, dove si mangia da Dio, e si gode della vera tranquillità  della campagna nocese.

- Alla signora Marisa, cuoca della Mandra, con la quale sicuramente orgazzeremo a breve qualcosa di interessante.

- A Giandomenico Miccolis, il mio fruttivendolo di fiducia, perchè ci ha fornito al volo frutta fresca tagliata a pezzi, da piluccare durante il nostro viaggio e sentirci in forma.

- A Marino Notarnicola, che crea per la nostra gioia, panini meravigliosi con prodotti e conserve preparati da lui….

- A Fenny, la mia ballerina di pizzica preferita. che mi fa sognare con la sua freschezza e la sua spontaneità

- A Intel che mi ha invitato a partecipare a questa fantastica avventura.

- A Claudia, perchè è una grande selezionatrice di persone speciali, come lei.

- A Thelma perchè è energia pura….

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