27 aprile 2013

New York



Eccomi qua. Seduta in aeroporto in attesa di uno dei viaggi più desiderati della mia vita.
Un viaggio immaginato mille volte che ha i contorni di una città vista nei film e letta sui libri. Una città che ha un suo profilo solo nella mia fantasia.
Sarà così come me l'immagino? Mi stupirà? Mi deluderà? Mi stordirà?
Mi lascerò attraversare col cuore aperto, con i sensi a mille, dai suoi suoni, dai suoi odori, dai suoi profumi, dai colori che mi avvolgeranno e toccherò tutto il toccabile é respirerò tutto il respirabile.
Ho preparato la valigia come se dovessi andare in un posto vicino con poca roba, con leggerezza di cuore, pochi abiti, molte guide, quaderno di appunti, la mia compagna fidata e inseparabile, la mia macchina fotografica, il mio iPad con cui comunicherò con il mondo, magari con foto sgranate come da iPad, e ho lasciato uno spazio grande e vuoto da riempire con quello che troverò...
Se c'è la farò, scriverò... Per ora medito, seduta in aeroporto, con un fiume di gente che mi scorre intorno, una Babele di colori e accenti che mi travolge. Cerco di guardare come dall'interno di una bolla. Non posso sprecare emozioni ora. Me le sto conservando...e, già lo so, esploderanno a NEW YOOOOORK!!!!!!!!!
A presto.....
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17 aprile 2013

Insalata di spinaci crudi, fiori e straccetti di pollo al curry

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‘200 g di pollo, una fetta piccola di pane (o pangrattato), 200 g di verdura’ che ci fai? questo doveva essere ieri il mio triste pranzo. Ora il mio medico, in seguito ad una visita per problemi di ‘somatizzazione’ mi ha proibito il colore nero dalla mia vita, sul mio corpo, nella mia mente, intorno a me. Colori, colori, colori!!!!  Non ho ancora capito se si è trattato di una metafora neanche poi tanto velata! Voleva forse dirmi che dovevo allontanare i pensieri tristi dalla mia mente che, in automatico, mi fanno scegliere anche abiti neri? Io penso di scegliere il maglioncino e i pantaloni neri perchè … mi slanciano (se sento ridere, picchio), e invece non avevo capito niente allora! Era perchè in me soggiornavano pensieri bui!!!

Mah!

Allora ho messo insieme tutto quanto, i consigli del medico, il nero via, i colori dentro, pensieri positivi, colori intorno, campagna, fiori, erbe, verdura, pollo, pane, colori ancora, limone, olio. Color oro. La fame, tanta fame. Un pò di fantasia e il peccato capitale principale, cioè la gola, ed ecco qui cos’è venuto fuori. Un pranzo da regina, anzi meglio, da principessa, che mi fa sentire più giovane e fresca, che mi ha messo allegria e leggerezza, anche nel cuore.

Lo consiglio. Davvero.

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Insalata di spinaci crudi, fiori e straccetti di pollo al curry

- spinaci crudi, lavati abbondantemente foglia per foglia

- pochissimi pomodorini secchi (magari del Cilento!!!)

- Fiori commestibili (fiori di malva, di borragine, di camomilla… ecc)

- petto di pollo a fettine

- sale e curry o Sale di Cervia

- olio extravergine di oliva

- limone

Tagliare a listarelle il petto di pollo e versarle in una ciotola con del pan grattato. Farle ‘avvolgere’ ben ben dal pangrattato e disporle su un foglio di carta da forno in una teglia. Distribuire a pizzichi il curry e poco sale (oppure direttamente il Sale di Cervia). Cuocere a 200° finche diventano croccanti.

Nel frattempo lavare benissimo le foglie degli spinaci. Eliminare la parte centrale più dura e metterle in una insalatiera capiente. Spezzettare pochi pomodorini secchi e i fiori. Condire con un filo d’olio e il succo di limone. Distribuire nei singoli piatti e sistemare al centro di ogni piatto una porzione di straccetti di petto di pollo croccanti.

Volendo colorare questo piatto, ancora di più si possono aggiungere carotee julienne, pomodorini freschi, misticanza… ecc…. secondo il proprio gusto e tempo. Io avevo na fame e mi son fermata qui.

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15 aprile 2013

‘Brasciole’ al sugo

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MI è capitato spesso, viaggiando in giro per l’Italia, di leggere sui menù ‘Braciola’ e, da ignorantona meridionale campanilista, di pensare ‘iiiiiii pure qua stanno le brasciole’. Ovviamente dallo sguardo distaccato e un tantino supponente del cameriere ho capito che stavo per fare, anzi avevo già fatto la mia figura. E si, perchè io mi sento cittadina del mondo, ma nel senso che penso che nel mondo tutti capiscono subito quando ordino un espressino, i  gnumeredd, un piatto di cocomeri, il salame del Papa…. ecc…. e poi puntuale, mi ravvedo e arriva la consapevolezza. Vabbè, proprio sul fatto del salame del Papa, è meglio sorvolare che un cameriere di Roma si mise in confidenza e mi diede una risposta che ancora mi fa arrossire…. ehm ehm….

Comunque qui nella mia terra, quando uno ti dice ‘che dici facciamo il ragù di brasciole?’, significa che vuole il ragù fatto non con la carne mista, quello classico (eccallà, classico….) che potrete vedere qui –> http://www.annathenice.com/2012/01/il-ragu.html) ma con le fettine di carne (non inorridite…. magari di cavallo o di ‘ciuccio’) imbottite con alcuni aromi….

Per favore non cominciate a fare le polemiche, cavallo non cavallo, asino non asino… vegetariano o carnivoro… Nella tradizione, quando imperava la fame, tutte queste ‘chiacchiere’ (messo apposta tra virgolette, sennò si scatena il giubileo sul web)  o questa ‘libertà di scelta’ non esisteva. Imperava solo la fame e tutto quello che Dio aveva creato era commestibile. E poi nella tradizione resta solo quello che è buono e quello che supera l’ingiuria del tempo e delle opinioni.

Ovviamente il sugo serve per condire le CLASSICHE orecchiette… voglio vedere se queste non sono internazionali….

e ora, veloce, la ricetta….

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Brasciole al sugo

- 1 o 2 fettine (di vitello, cavallo, asino) a testa

- aglio

- prezzemolo

- sale e pepe

- parmigiano a pezzi

- peperoncino (facoltativo)

- olio extravergine di oliva

- cipolla bianca

- salsa di pomodoro

- vino bianco o rosso

- foglie di alloro

 

Disporre su un tagliere la fettina e, se potete e se volete, batterla con un batticarne per renderla più tenera.

distribuire su tutta la lunghezza pezzettini di aglio, foglioline di prezzemolo, pezzetti di parmigiano, pochissimo peperoncino (ma non è indispensabile eh? solo per chi gradisce), un pizzico di sale e una macinata piccola di pepe nero.

arrotolare dalla base più stretta verso quella più larga e fissare bene la chiusura con due o tre stuzzicadenti o con uno spago alimentare.

In una padella larga versare l’olio e mettere le brasciole. Far rosolare da tutte le parti. Salare.

Aggiungere un pò di vino e far sfumare. Aggiungere la cipolla tagliata fine fine che poi alla fine si scioglie. Rosolare ancora un pò e aggiungere la salsa di pomodoro e le foglie di alloro. Aggiustare di sale e far cuocere a fuoco lento per un paio d’ore ma andate a controllare ogni tanto che non si attacchi sul fondo).

Condire le orecchiette.

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10 aprile 2013

Strozzapreti con topinambur, erbe e fiori

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La vita, anche se a volte ci sembra piatta e immobile e triste, e sembra non dover cambiare mai più, ci riserva invece delle sorprese. Ecco che una mattina ti alzi con una susta (per gli alieni = nervi a fior di pelle ) e ti dici ‘Madònn e c l’ho scrèsc iosc?’ (trad.: santa pazienza, come faccio a far passare velocemente questa giornata?’) e decidi di dimostrare a te stessa che sei una guerriera. E allora con rabbia sistemi casa, apparecchi pure per non perdere tempo a pranzo, esci e vai dal fruttivendolo in cerca di qualcosa di buono che ti scuota un pò almeno il palato, vai in piscina che ti sfoghi e dopo un bel pò di vasche, decidi che sei stanca. Esci. Suona il telefono. E all’improvviso esce il sole. Ti arriva una cortese telefonata, della stessa persona che 3 giorni prima ti ha fatto cadere in depressione, ti ha fatto sentire un rottame umano, parlandoti di emergenza, che non devi assolutamente partire per risolvere un problemino, che no no madame, lei è libera di ‘pràndere le sue desision’, olalà madame facc un pò com crèd… (era francese olalà), e poi, in seguito ad una mia mail di chiarimenti, mi chiama cortesemànt e mi dìsc, che oh oh oh … ma madame ha capito màl…. che in realtè l’emergens non esist pà. E io che la,  gocciolante e incredula, nel mio accappatoio, ero combattuta tra una momento di incazzatura nera perchè mi ha fatto perdere tre giorni di allegria della mia vita e tra il sollievo che mi faceva sentire il cuore leggero leggero. Attensiòn non sto parlando di malattie brutte, ma solo di un problema alla gamba che anni fa ho operato… Bè insomma, ho deciso di propendere per il sollievo e son tornata a casa con rinnovata voglia di fare, di inventare, di mangiare, anche se attenta alla dieta (che è stata la sua ultima raccomandasiòn olalà). Son passata ancora dal mio fruttivendolo (a proposito per i miei concittadini, il mio fruttivendolo è Miccolis, visto che poi vorrete sapere cosa ho comprato) e li ho trovato dei tuberi bitorzoluti che avevo visto una sola volta dal vivo, a Venezia, e altre mille volte in foto. Ma non avevo la più pallida idea di che sapore avessero. E dico, bè che sarà mai? li compro e vedo e chiedo alle mie amiche foodblogger, come si preparano. E li mi son venute in soccorso le mie fantastiche colleghe. Che ne sapevano loro, poverine, di quello che io, poverina, avevo vissuto stamattina? e così mi hanno dato mille consigli e spunti. E allora mi son messa con l’acquolina in bocca e ho cominciato a spadellare in diretta. Signori miei, come diceva il mio papà, il risultato è stato FAN-TA-STI-CO.

I topinambur, lo dico per i miei conterranei, hanno l’aspetto misto tra una patata e lo zenzero, e ha il sapore misto tra carciofi, patata e cardi. Caspita, quanto sono buoni. E allora mentalmente ho associato gli esaltatori che aggiungo ai carciofi, alla patata e ai cardi. E cioè… aglio, timo, origano e prezzemolo. E siccome ero felice, ho associato anche dei fiori che ho raccolto. E che sono commestibili. Fiori di borragine e fiori di fragoline (che non sanno di niente e quindi sono dei passepartout). Ecco dunque la ricetta.

Quanto è bella la vita quando ti sorride. OLALA’.

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Strozzapreti con crema di topinambur, erbe e fiori.

- 2 topinambur a persona, (ma dalla volta successiva ne mangerete di più lo so…)

- 1 spicchio d’aglio a persona (a me piace molto il sapore dell’aglio, esalta e stuzzica)

- olio extravergine di oliva secondo le proprie convinzioni (io e mia madre p.es. abbiamo convinzioni diverse. Il mio cucchiaio singolo per lei corrisponde a tre cucchiai suoi)

- timo, origano e prezzemolo FRESCHI a volontà

- Parmigiano Reggiano secondo il proprio gusto

- 70 g circa a persona di Strozzapreti (io ho usato quelli per celiaci della Garofalo, perchè li volevo provare)

Appena l’acqua bolle, salare, versare la pasta e nel frattempo far saltare in una padella larga i topinambur sbucciati e tagliati a fettine sottilissime, con olio e aglio. Dopo una veloce ‘soffrittura’, aggiungere un pò di acqua di cottura della pasta, aggiustare di sale e portare a cottura.

Togliere gli spicchi d’aglio e con l’aiuto di un minipimer, o di un frullatore, o di uno schiacciapatate o di una forchetta, come volete, cercare di ridurre i topinambur a crema morbida.

Scolare la pasta e aggiungerla alla crema. Amalgamare.

Versare metà delle erbette tritate tutte insieme e amalgamare.

Versare l’altra metà delle erbette, grattugiare a scaglie un pò di parmigiano, decorare con i fiori. Un filo d’olio e… buon appetito.

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8 aprile 2013

Crumble di mele, profumato al succo d’arancia.

crumble3 E buongiorno a voi. La mia vita si sa è rappresentata da alti e bassi, da sprizzi e guizzi. E anche le parole hanno un ritmo da cui traspare, cristallino, il mio stato d’animo del momento. Quello di stamattina è pieno di luce e di energia. Positivo, ma anche critico, anzi autocritico. Ma con la positività di chi intende rimediare. Mi guardo intorno e vedo progetti iniziati con slancio ed entusiasmo, che all’improvviso si sono arenati, per far spazio ad altre priorità. Perdendo la spinta finale, sembrano addormentati. E li rivedo solo quando mi accorgo di chi, come nella favola della tartaruga e della lepre, parte piano e, con costanza, procede fino alla meta, sorpassandomi. E dire che son brava a consigliare, a spingere, a motivare gli altri. E poi vedo che tutti seguono i miei consigli. Farei meglio a mettermi di fronte a me stessa e a farmi un bel discorsetto.

Comunque cominciamo a progettare in piccolo e ‘vicino vicino’ nel tempo. Quindi oggi e domani, va! Oggi, ultima concessione ad una visita di controllo per un dolore al ginocchio e poi, comincerò davvero a fregarmene, perchè ho notato che più si focalizza l’attenzione sui doloretti e più questi diventano importanti, facendo perdere di vista il resto. E si rimane li a lagnarsi e a scoprire che i doloretti sono tanti, sparsi, nuovi e vecchi. E parlando con la gente si scopre che è storia comune. O è l’età o c’è un’epidemia di qualcosa, perchè siamo tutti incriccati e acciaccati, dolenti e lamentanti. E diventiamo noiosi.

Ma si…. sarà la conseguenza di quest’inverno che dura da troppo ormai. (è vero che mi lagnavo anche la scorsa estate che durava da troppo….). Arriverà la primavera e con lei il sole. Mi sdraierò per accettare in maniera diversa il caldo questa volta.

E su, veloce veloce, che troppo tempo dedico alla vita virtuale, sottraendola alla reale, vi lascio una ricetta trovata su un giornale di un supermercato (che se mi pagasse direi pure qual è…) modificata per conto mio, assaggiata e divorata da chi in casa non mangia dolci di solito.

Vuol dire che è buona …. Ciao e buon lavoro a tutti.

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Crumble di mele profumato al succo di arancia.

- 200 g di farina 00

- 1 cucchiaio di amido di mai

- 90 g di zucchero + altri due cucchiai

- 90 g di burro

- 2 uova

- un pizzico di sale

- un cucchiaino di lievito per dolci

- succo e scorza di un’arancia grande

- scorza di un limone

- 50 g di mandorle spellate

-  2 mele (meglio se golden)

(per le briciole)

- 70 g di farina

- 70 g di mandorle spellate

- 30 g di zucchero

- 35 g di burro freddo

- liquore profumato a piacere

. zucchero a velo per spolverare

 

in una ciotola lavorare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e aggiungere una per volta le uova. Aggiungere piano la farina 00, il lievito, il sale, la scorza grattugiata e il succo dell’arancia.

Versarlo in una teglia imburrata e infarinata, distribuendolo in uno strato sottile (a me è venuta un pò alta), con un cucchiaio. Macinare le mandorle e distribuirle sull’impasto.

In una ciotola a parte grattugiare le mele e unirle alla scorza di un limone e all’amido di mais. Distribuirle sulla torta.

Preparare le ‘briciole’ unendo velocemente con le mani la farina, le mandorle tritate, lo zucchero il burro freddo e il liquore, e sbriciolandole con le mani. Distribuirle sulla torta e infornare per 50 minuti a 180°. Fate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.

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2 aprile 2013

Tripudio di ricette della mia Pasquetta al trullo

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Eccomi qua, che mi regalo un momento di stop e, come vecchie amiche davanti ad un caffè, vi racconto com’è andata. Com’è andata? Come avevo previsto e raccontata due post fa. Il tempo è stato clemente, 20 gradi fino alle 12,00. Poi ha cominciato a rinfrescarsi un pò, ma si stava bene tra dentro il trullo e fuori all’aria aperta, in un viavai di gente indaffarata e cose da fare. Allegria, scherzi, battute e tante cose buone da preparare. Volevamo sperimentare il forno a legna e così abbiamo cucinato tutto, tutto al forno. Che se andava male l’esperimento dovevamo mangiare solo finocchi crudi e basta. Invece le pagnotte di pane son venute benissimo, croccantissime fuori e soffici dentro. Il casatiello, prima volta per me, è fantastico, assolutamente NON DA DIETA (un pezzo corrisponde a due giorni di pasti di dieta), ma si potrebbe morire felici con il pezzo di casatiello in bocca…. Poi la torta pasqualina (prima volta anche quella, ma, si sa, io improvviso!) ha stupito tutti. Le cicorielle e le bietole erano della mia campagna, assolutamente biologiche (per i puristi), le uova del contadino (come dicono i cultori, uova di galline felici), la ricotta di un caseificio artigianale che se non arrivi presto la mattina e la compri ancora calda, non ne trovi più e lo devi prenotare per il giorno dopo. E Poi abbiamo mangiato sul pane appena uscito dal forno, le acciughe salate, dissalate e lavate con l’aceto e condite con olio (dei miei uliviiii!!!) e prezzemolo (della mia aiuolaaaaaaaa). Scusate se grido, ma ero orgogliosa di tutto ciò. E c’era anche altro….

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E questi erano solo gli antipasti. Il primo era un tegame di coccio di orecchiette con mozzarella e ragù di polpette, cotte al forno a legna.

a7a8 Secondi: marretto con alloro, lampascioni e cipolle bianche a gogò. Carne arrostita sulla brace. contorni di Ratatouille di verdure colorate e patate al rosmarino. Latticini. C’era una persona che ha detto prima di mangiare che stava per convertirsi alla religione ‘contro i mangiatori di agnello’ ma poi ha rimandato al prossimo anno. Per favore non rompete con il fatto dell’agnello a pasqua. Rispettate le scelte.

Macedonia di fragoloni, banane, ananas con zucchero limone e menta.

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Colomba di pasta di mandorle (di mia cognata pasticcera, yummm), colomba normale ma speciale, ciucciarelli con glassa fatti dalla mia mamma e da me.

Caffè e…. basta.

Pomeriggio con memorial per Jannacci e Califano. Passeggiata e via….

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