29 gennaio 2013

Baccalà con ‘sponzali’

a3

Ormai è un’affermazione comune: ‘ma non è che mi sta venendo l’Alzheimer?’. E non credo che sia una battuta. Arriva un momento in cui ci rendiamo conto di non avere più memoria. Molti ricordi sono stati rimossi dalla nostra mente. Dimentichiamo gli impegni che, quando ce li siamo appuntati nella testa, ci sembravano, erano, davvero importanti e urgenti. Ma, così come li abbiamo annotati, sono spariti. Facciamo domande ai nostri figli e poco dopo le ripetiamo perchè non abbiamo ascoltato la risposta, e loro li che ci guardano stupiti, ‘ma mamma me l’hai chiesto un momento fa!’. Durante il giorno e anche la notte c’è un turbinio di pensieri che si scontrano tra loro per avere la precedenza, ‘allora, devo andare in banca, passare alla posta, fare la spesa, oddio il dentista, mannaggia ci sono i saldi e dovrei comprare un maglione nuovo che son rimasta senza, prenotare l’incontro con i professori, devo scrivere il post, mannaggia e le ricette da spedire?, prenotare la visita per mamma, selezionare le cartacce, e la casa quando la pulisco? a si, prima di tutto ordino e poi il resto; e dall’ortopedico quando ci vado per quest’ernia che mi blocca? e la ginnastica? seeeeee la ginnastica, non c’è tempo………’

E così nella nostra mente il tempo è già bello che riempito. E ti assale l’ansia perchè sai già che non ce la farai mai a fare tutto questo in un solo giorno. E ti fai regalare l’agenda planning come i manager che, però, hanno l’assistente che gli ricorda ora dopo ora cosa devono fare, con un pò di anticipo, così si preparano mentalmente e fisicamente all’impegno.

La mattina ti alzi con la buona volontà, ti siedi in quel raro momento di pace, con il tuo caffè caldo, prendi carta e penna per dirti ‘e no, oggi farò tante cose, renderò produttiva la mia giornata e mi libererò la mente di tutti questi pensieri, per sentirmi più leggera’. E fai mente locale per scrivere le cose da fare. Ma….. com’è che nel fiume dei pensieri che convivono con te ogni istante della giornata e della notte, riesci a pescarne solo due o tre di cose ‘urgenti?’- E cominci a scavare, a cercare appigli, a tentare di ricordare, ma niente. Ti rassegni, dicendoti ‘forse non erano poi così urgenti…’, ma poi mentre ti riavvii verso il nuovo giorno, a tratti, all’improvviso, eccallàààà,  ti fanno la sorpresa e ricompaiono a tormentarti ‘le cose da fare’.

Allora ti senti davvero un baccalà, uno stoccafisso, immobile, salato e rigido, esposto alla fredda ingiuria del tempo e dell’età. Certo che avendo ancora almeno altri 50 anni da vivere, la cosa è un pò preoccupante.

Quale può essere il rimedio? una revisione del concetto di ‘urgente e indispensabile’? un reboot dell’hard disk centrale della mente? calmarsi e rallentare un pò? ridefinire le priorità?

E voi vivete la stessa angoscia? se la risposta e no, beati voi, se la risposta è si… come la risolvete?

Per coerenza, perchè tutto sommato sono intelligente e mi vengono dei collegamenti a mò di metafora…. vi posto una ricetta che adoro. Il baccalà con gli ‘sponzali’, che sono dei cipollotti tipici della nostra zona, con un sapore forte e particolarissimo, utilizzati anche per preparare dei fantastici ‘calzoni’ con uvetta e acciughe….. ma questa è un’altra ricetta.

sponzali1

Baccalà con gli sponzali

- baccalà (qualsiasi pezzo, perchè dipende dal gusto personale)

- sponzali (per chi non riesce a trovarli, usare la cipolla o i porri)

- prezzemolo fresco

- qualche pomodorino

- olive taggiasche (in assenza utilizzare quelle nere)

- olio extravergine di oliva

- sale e pepe

In una padella far rosolare il baccalà con qualche cucchiaiata di olio. Quando sarà rosolato da tutte le parti scolarlo e tenerlo in caldo in un piatto. Pulire gli sponzali eliminando la pellicina che l’avvolge, le radici e metà della parte verde. Tagliarli per metà nel senso della lunghezza e metterli a rosolare nella padella con l’olio. Aggiungere i pomodorini e il prezzemolo. Far insaporire e rimettere i pezzi del baccalà. Aggiustare di sale assaggiando prima il baccalà per vedere quanto è salato. Versare un dito d’acqua e le olive, coprire e far cuocere. Aggiungere durante la cottura un pò di pepe macinato. Al momento di servire aggiungere un filo d’olio crudo e accompagnare con gli sponzali. Volendo si possono anche frullare tutte le verdure per creare un saporito sughetto da servire come base per il baccalà.

a1

SHARE:

26 gennaio 2013

Torta salata di Carnevale e i peccati capitali

_MG_6634 

Invidiosi che io ho potuto assaggiare questa meraviglia? Stuzzica la gola vero? Suggerisce pensieri lussuriosi? ma almeno vi distoglie dall’accidia! Ed è anche adatta per gli avari, perchè non costa quasi niente! su su, non voglio fare la superba, fra un pò vi do la ricetta, ma prima che vi si scateni l’ira, vi racconto una storia.

Location: un tavolo tondo, in un bel ristorante ad Alberobello, piatti strepitosi da assaggiare, tanti amici con l’allegria e la voglia di chiacchierare mentre ci si scambiano i piatti per ‘assaggia tu, dai, che assaggio anch’io’. Non so come siamo a arrivati a parlare dei peccati capitali. Giusto per trovare un argomento da trasformare in sfottò. Io invito tutti a fare outing, allegramente e così partono le confessioni. E anche le risate. Uno comincia con il confessare che non è per niente lussurioso perchè tanto la notte si dorme, piuttosto prova un pò d’invidia per chi soffre d’insonnia, capisciammè! Un altro dice che a volte dovrebbe tenere a bada l’ira, ma la colpa non è sua ma della televisione che lo fa innervosire. Un’amica dice che è un pò invidiosa di chi è magra perchè lei non riesce a dimagrire. Un’altra dice che invidiosa di chi è più tondetta perchè non riesce a prendere chili, nonostante mangi tantissimo e non le sta bene niente addosso. La più timida del gruppo dice con sicurezza che il suo peccato è sicuramente la lussuria, mai come negli ultimi giorni. E ci lascia tutti stupiti di tanta spontaneità e sincerità. Quindi stupendosi a sua volta del nostro stupore scopre di aver fatto una terribile gaffe, dato che pensava che la lussuria fosse ‘il desiderio di cose lussuose, tipo la borsa che aveva visto in una vetrina e che non poteva assolutamente comprare’…. E li tutti delusi perchè ci aspettavamo già racconti piccantissimi, e invece niente. Viene fuori che il peccato comune è la gola. Gira e volta il discorso arriva sempre  li, al cibo, alle ricette. E si finisce col dare la colpa a me che parlo sempre di ricette sul blog e li chiamo per fare le cavie.

Insomma siamo peccatori. Tutti….. e voi? qual’è il vostro peccato?

E stasera pecco a cena con questa fantastica anticipazione del Carnevale. Una torta salata con verdure colorate!!!

Torta salata di Carnevale con verdure colorate

- un rotolo di pasta Brisè

- 2 carote

- un peperone rosso

- due zucchine

- due cipolle rosse

- una noce di burro

- 250 ml di panna liquida

- 2 uova

- 150/200 g di emmenthal

- noce moscata

- un pizzico di sale

_MG_6635

Lavate le verdure, e con un coltellino affilato ricavate dei ‘nastri’ o strisce sottili. In un pentolino far sciogliere la noce di burro e far appassire la cipolla affettata sottile. Quando è appassita, aggiungere le verdure per farle insaporire e appassire un pò, rigirando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno e facendo attenzione a non rovinarle. Ci serviranno intere!!! Stendere in una teglia la pasta brisè con la sua carta da forno sotto. Grattugiare l’emmenthal julienne e distribuirlo sulla pasta. In una ciotola sbattere le due uova con la panna e grattugiare un pò di noce moscata. Versare il tutto sull’emmenthal. Piano piano distribuire le verdure dai bordi verso il centro, mettendole ‘in piedi’ e alternandole per colore. Infornare a 180°/200° fino a quando la superficie sarà dorata e la pasta brisè palesemente cotta.

SHARE:

19 gennaio 2013

Le parole nel piatto: pastina in brodo con le lettere dell’alfabeto

a1 Quando mi voglio fare le coccole preparo il brodo caldo con la pastina. Oggi fa freddo, ma un freeeddoooo… E se lo dico io che come le balene del mare del Nord non sento mai freddo, vi potete fidare. E allora via con una buona scusa per preparare un bel piatto caldo caldo che ti scalda il cuore. Da un pò di tempo mi è venuta la nostalgia non solo della pastina ma anche delle forme usate nell’infanzia. Mia, dei miei figli, e nell’infanzia di tutti. E li che compro le stelline, gli anellini, i grani di riso, i funghetti ecc…. Poi un giorno conosco un produttore di pasta che si chiama come me e sfacciatamente gli propongo una pubblicità alla ‘Dottor Scotti!!!’. E scopro che trattasi di persona simpaticissima, con cui si può scherzare allegramente su tutto, anche sul nome, mio, della sua azienda, e parto con lo sfottò del tipo ‘dai che ti mando subito il contratto che vorrei firmare con la tua azienda, guarda che ti conviene, dove la trovi una fortuna così? una che ufficialmente può rappresentare la tua azienda, con un nome così. E poi vuoi mettere la mia bella presenza, il blog che ho, gli amici su fb, le ricette che preparo, le idee che mi invento!!!’… Ma niente, ancora aspetto una proposta per diventare testimonial…. Ma, alla faccia di chi dice che i blogger scrivono i post perchè sono pagati dall’azienda eccallà un post che è scritto proprio perchè ho assaggiato questa favola di pastina, che ha LA FORMA DELLE LETTERE DELL’ALFABETOOOO, che mi ha teletrasportato all’infanzia, e mi ha fatto sognare. Giuro. Se lo merita tutto il mio post. E poi aspetto anche di assaggiare gli spaghettoni e i paccheri e poi vi saprò dire.

Ovviamente seguite la ricetta e accompagnatela con  un buon bicchiere di vino rosso in cui dovrete rigorosamente immergere la frasca del sedano, come insegnavano i nostri nonni e trasformerete una pastina già di per se fantastica, in un pranzo da re.

_MG_6449

Pastina con brodo di carne

- ‘Stecca’ di manzo con l’osso, a pezzi (almeno due/tre a persona)

- 2 patate

- 2 carote

- 1 cipolla

- gambi di sedano, prezzemolo, rametti di timo, foglie di alloro, pochi pomodori

- qualche chiodo di garofano

- olio extravergine di oliva

- parmigiano reggiamo

- pastina del formato che preferite (io ho usato ‘ALFABETO’ del pastificio Gentile)

Preparate il brodo immergendo la carne in acqua fredda e portandola a bollore lento. Schiumate completamente e solo dopo aggiungeteci le verdure sbucciate e intere. Aggiustare di sale e far cuocere lentamente per circa 3 ore.

Cuocere la pastina e tirarla molto al dente. Riversatela in una pentola dove avrete filtrato del brodo sufficiente per portarla a cottura.

Servitela in un piatto fondo capiente, aggiungendo altro brodo caldo, le verdure tagliate a pezzi piccoli (volendo anche un pezzo di carne) e dell’abbondante parmigiano. Un filo d’olio e servite.

vino con la frasca

SHARE:

15 gennaio 2013

Crostata del Sole, con mele, arance e limoni

_MG_6389

Ho sognato di danzare. I sogni hanno il potere di influenzare le ore buie della notte e il battito del tuo cuore. Come pure il risveglio del mattino per iniziare la giornata. E l’umore che ti porterai appresso per le ore che verranno. C’è chi dice che sono l’estensione di quello che abbiamo dentro. C’è chi crede nel loro potere premonitore. C’è chi li considera uno spazio ignoto in cui possono incrociarsi dimensioni diverse a noi sconosciute.  Io credo che invece li confluiscano i nostri desideri e i nostri timori. E’ uno spazio profondo che viene a galla quando le zavorre della ragione e del buon senso vengono mollati, al buio.

Ed è così che c’è stato un tempo in cui sognavo di essere in bilico su un grande muro dello spessore di un mattone solo, altissimo, che si ergeva da un mare nero in tempesta. E poi un altro tempo in cui sognavo di nuotare in un mare sereno  limpido e azzurro dal quale spuntava la punta di un campanile di un paese sommerso, come favola. E poi sogni in cui prendevo la rincorsa e imparavo a volare. E planavo e planavo sulle colline della mia terra, e se mi avvicinavo alla terra, bastava ridarmi una piccola spinta per tornare a volare. Non son mancati i sogni bui dove serpi e cani e uomini cattivi minacciavano i miei figli. E nemmeno son mancate le notti senza sogni, dove avevo l’impressione di non essermi mai addormentata e mi rialzavo stanca.

Ma poi arriva il momento in cui vorresti danzare di giorno e almeno di notte, nei tuoi sogni riesci a farlo. E nel sogno stesso chiudi ancora gli occhi per sentire meglio la musica e ti abbandoni ad essa. E cominci a muoverti, leggera e segui tutti i movimenti che senti dentro. E volteggi, e salti e spicchi il volo, e ti scuoti, e ti fermi, per poi ricominciare. Poi all’improvviso la musica smette, avverti una luce che ti chiama e piombi pesantemente nella realtà di un nuovo giorno che comincia.

Vorrei ritrovare la stessa musica e la stessa leggerezza dei miei sogni, nelle ore del giorno.

Cominciamo con questo giorno allora.

Per ora vi regalo una ricetta che sa di sole e così l’ho chiamata. Provatela… regala emozioni.

_a4

Crostata del sole (mele, limoni e arance)

(x la frolla)

- 350 g di farina

- 120 di zucchero

- 120 di burro

- 2 uova

- un pizzico di sale

- mezza bustina di lievito per dolci

(x la farcitura)

- due mele

- due arance rigorosamente biologiche

- un limone grande rigorosamente biologico

- zucchero (un quarto del peso della frutta)

- mezzo bicchiere d’acqua

_a2

Amalgamare tutti gli ingredienti della frolla, formare una palla e metterla in frigo per almeno mezz’ora.

Sbucciare le mele e tagliarle a pezzi. Lavare le arance e il limone e tagliarli a fettine con tutta la buccia e aggiungerli alle mele. Aggiungere lo zucchero (un quarto del peso della frutta), il mezzo bicchiere d’acqua e metterli sul fuoco medio. Se si forma la schiuma eliminarla. Far cuocere finchè si consuma tutta l’acqua e rimane una poltiglia dorata e densa.

Stendere metà della frolla in una teglia per crostate, imburrata e infarinata. Distribuire il composto di frutta. Con l’altra metà della frolla formare una grata a proprio piacimento (io uso una griglia, ma quella fatta a mano è uguale).

Infornare a 180° fino a doratura.

Spolverizzate a piacere con zucchero a velo.

_a3

SHARE:

11 gennaio 2013

La compagnia della luce

_MG_6327

Abbiamo tutti delle strane abitudini. Nascono forse da strane convinzioni, difficili da capire o da giustificare. Però nel gioco della costruzione del proprio nido, è giusto che ognuno sia libero di esprimerle.  Nella mia vita ho sempre avuto intorno a me tanta compagnia. Vicina, lontana, fisica o solo di pensiero. Ma raramente mi sono sentita davvero sola. Ho sempre avuto accanto qualcuno da abbracciare o a cui chiedere di essere abbracciata per un pò. Ho sempre avuto una voce che mi ha chiamato proprio quando ne avevo bisogno o che ho chiamato io perchè sentivo che aveva bisogno di me. Nelle sere di tempesta ho trovato amici anche sul web, con cui condividere un momento di timore, o un pensiero negativo. Nei giorni di sole, qualcuno con cui ridere. Nelle notti insonni, qualcuno insonne come me. Nelle cartoline ricevute a sorpresa, parole di amicizia. Nei pacchi regalati, pensieri per me.

Ma c’è qualcosa che nelle mie giornate mi fa davvero bene al cuore e che mi regalo continuamente. Nella mia casa c’è sempre una o più candele accese. Piccole, profumate, bianche o colorate. Sono per me tante cose. Una luce che mi accompagna. Un profumo che mi accarezza. Una preghiera silenziosa. Una speranza per qualcosa o per qualcuno. Un’idea di calore silenzioso che discretamente mi sta vicino.  Affido a lei le buone intenzioni della giornata, la riuscita di un progetto, la soluzione di un problema. Mi convinco che finchè lei sarà accesa ci sarà luce ovunque.

Mi piace la sua compagnia. E oggi ho voluto condividerla con voi, mentre accanto a me ne brilla una.

Corro a preparare la cena. Strano un post senza ricetta eh?

_MG_6323

SHARE:

8 gennaio 2013

Perle di risaia all’arancia con gamberoni caramellati alla melagrana (più un passo verso la nuova primavera)

_MG_6026 Confido in una seconda tazza di caffè per ritrovare il mio ritmo questa mattina. Ma com’è che si stenta a ripartire? Ho perfino capito che è inutile stilare la lista. Mi pesa anche solo guardare quell’elenco di cose da fare! figurarsi farle. Però che rottura! se vivi un periodo vuoto e frenetico confidi nel riposo. Se finalmente ti fermi e te ne freghi dei doveri e ti immergi completamente della nullafacenza del periodo di festa, non riesci a ripartire. Mi sa che devo ritrovare in antichi saggi la giusta strada da percorrere. Che poi l’antico saggio mi direbbe ‘rimboccati le maniche e basta con le chiacchiere. Datti da fare che di cose da fare ce ne sono tante e tu perdi il tuo tempo in parole’. Ma sarà così davvero? cosa rende davvero produttivo il nostro tempo? la meditazione o il lavoro? ma se una il lavoro non ce l’ha?

Intanto mi piace condividere la sorpresa di un viaggio organizzato al volo e vissuto nella sua pienezza, che mi ha regalato un’anticipazione della primavera che arriverà o che forse non è mai andata via. Grazie al ‘sentito dire’ siamo andati a curiosare in una città a noi vicina, che onestamente non avevo mai ‘calcolato’ o meglio dire ‘presa in considerazione’ solo perchè non ci sono mai stati motivi di viaggio che mi potessero portare li. Salerno e le sue ‘luminarie’ del periodo di Natale. Una bella idea che si è inventato il suo sindaco per dare uno sprint alla sua città. Da novembre a gennaio la città è completamente illuminata da luci che formano strane magie lungo i vicoli del centro storico. Galassie con stelle cadenti, fiori e cascate, spille variopinte, tappeti volanti, interi giardini con gallerie fatte di luci e alberi in fiore. E poi ti avvicini per guardarli meglio e scopri che la maggior parte di queste strutture sono fatte di…. bottiglie di plastica riciclate. E ti stupisci e ti congratuli sia con chi ha avuto l’idea che con chi ha deciso di sfruttarla per la propria città.

_a2

Il tempo è stato fantastico, con temperature primaverili e un sole che ha acceso i colori di questi posti magici. Guardare dall’alto il mare di Vietri, passeggiare nelle sue stradine colorate di ceramiche, raggiungere il Castello di Arechi e desiderare di volare da lassù in parapendio e godere di quel paradiso planando, visitare il giardino di Minerva cercando di immaginarlo pieno di erbe profumate in primavera, assaporare tisane inebrianti sulla terrazza di questo giardino, in compagnia,  e poi (!!!!) assaporare mozzarelle di bufala, pizze e piatti fantastici di pesce…. bè ti riconcilia con il mondo e ti fa capire che intorno a noi c’è davvero tanta bellezza e dovremmo imparare a goderne.

_a1 _a6_a4_a5_a3  

Vi lascio foto silenziose e magiche di questo viaggio e, a grande richiesta, la ricetta delle perle di risaia che tanto hanno incuriosito nel mio post precedente. La ricetta è tratta da un libro fantastico che per me è un libro guida per i miei pranzi particolari: ‘La tavola delle feste’, S. Barzetti, Fabbri Editore. (scusate la foto, ma considerate le richieste ho preferito utilizzare quella che avevo, piuttosto che aspettare di farlo nuovamente. Sorry!)

_b1

(per 6 persone)

- 420 g di riso Vialone nano (io ho usato il Carnaroli)

- 24 gamberoni interi

- 4 arance biologiche

- 1 melagrana

- 1 bicchiere di vino bianco

- 2,5 l di brodo vegetale

- 1 cipolla bionda e 1 foglia di alloro

- 1 cucchiaio da tavola di pepe rosa

- olio extravergine di oliva

- sale e pepe bianco

Pulire i gamberoni, eliminare il carapace ed eviscerateli. Utilizzate le teste, i carapaci e le bacche di pepe rosa per insaporire il brodo vegetale. Portare lentamente all’ebollizione affinchè il brodo non si intorbidisca ed eliminate la schiuma man mano che si forma. Tritate la cipolla, sgranate la melagrana, sbucciate un’arancia e tritate finemente le scorze e raccogliete il succo. In una casseruola tostare il riso con due cucchiai di olio extravergine di oliva, la cipolla e la foglia di alloro. Sfumate con il vino, coprite con il brodo e portate a cottura, aggiungendo poco alla volta brodo e succo di arancia. A metà cottura aggiungere metà dei gamberoni tagliuzzati (*variante mia)

Nel frattempo in una padella scaldate un cucchiaio di olio, unire l’altra metà dei gamberoni, fateli rosolare un minuto per lato e aggiungete metà della melagrana che, rilasciando succo zuccherato farà caramellare leggermente il tutto. Fate insaporire, spegnete, salate e pepate.

Quando il riso avrà raggiunto una cottura al dente, toglietelo dal fuoco, fatelo riposare per 2 minuti, aggiungete la buccia di arancia e il resto della melagrana. Regolate di sale e pepe, condite con 2 cucchiai di olio e mantecate. Versate il riso nei singoli piati e completatelo con i gamberoni caramellati alla melagrana.

SHARE:

2 gennaio 2013

Istruzioni per come concludere un anno vecchio e iniziarne un altro nuovo

 _a0

E’ iniziato il periodo dell’essenziale. Ma come per gli stati d’animo positivi che nascono solo dopo che si è toccato il fondo della disperazione, così la nostra consapevolezza a tavola ha bisogno di un momento di delirio prima di iniziare la meditazione ascetica. Una specie di catarsi inevitabile seppur piacevolissima. Come dire che prima di entrare nel paradiso dell’estasi che deriva dal digiuno, abbiamo volutamente attraversato l’inferno interessantissimo dei piaceri del palato.

Le foto, scattate con telefonini e luci basse e caldissime, secondo me rendono più delle parole.

Il racconto del mea culpa è questo.

Ogni anno festeggiamo con tutti i nostri amici l’ultimo giorno dell’anno (come tutti gli altri giorni del resto!!!). E allora ci inventiamo degli incontri prima per decidere se farlo o no, poi dove farlo (e li ci vogliono circa 3 o 4 sedute), poi gli incontri con le discussioni sui vari menù da proporre, poi l’incontro delle donne per la cernita finale, poi l’incontro per andare a fare la spesa insieme, e li si cambiano sicuramente almeno due delle portate già decise e frutto di spreco di parole e intenzioni, e poi arriva il 31.

Il 31 si sta insieme dalla mattina, si comincia a sfilettare, tagliuzzare, programmare le prime cotture, sistemare i tavoli e gli addobbi, e si accendono i fuochi. Naturalmente si dividono i compiti a seconda delle propensioni e cominciano a sprigionarsi qua e la profumi e vapori che ci confermano la giustezza delle decisioni prese.

Accanto alla propria postazione un bicchiere di vino che accellera l’allegria man mano che si procede. Assaggia tu che assaggio anch’io, aggiustiamo di sale, brindiamo a mille cose e persone, al volo, a quello che è stato, a quello che sarà. Riempiamo piatti di cibo e di progetti, cancelliamo  le malinconie, telefoniamo ai figli che sono indaffarati come noi in altri posti, giusto per sentirli accanto, per un giorno non accendiamo la televisione, perchè per tornare a preoccuparci ci penseremo domani. Non per cinismo, ma per ricaricarci le pile prima di donare energia al mondo che è fuori. Per questa giornata siamo soli qui ad autoalimentarci a vicenda con pensieri positivi, cibo buono, e progetti di allegria. Coltiviamo l’illusione che il mondo sia qui e ora. Teniamo fuori almeno per queste ore le cose brutte che ci hanno segnato quest’anno, le persone che ci hanno scassato con costanza i cosiddetti, gli amici che son voluti andar via da noi, per abbracciare quelli che invece hanno il piacere di restare e anche quelli che avrebbero voluto essere con noi e non hanno potuto.

Poi quando tutto è pronto e al caldo… la tavola vestita a festa solo con la luce di candele d’argento bellissime, è il momento di doccia, trucco e abito elegante con tanto di cravatta e luccichii, profumi buoni, che rendono bello anche l’abbraccio per gli auguri che verranno, e ci si siede a tavola per premiarsi con tutto quello che abbiamo preparato. Non mancano le parole, che vengono fuori questa volta, senza le nostre battute, ma con serietà, con emozione, per ringraziare la vita per quello che abbiamo, per quello che abbiamo avuto e non abbiamo più, per quello che avremo, e per le speranze che aprono i nostri occhi e i nostri cuori, verso il nuovo anno, ancora un pezzo del nostro domani, attendendo solo doni. Con occhi di bambini felici.

Di seguito vi lascio le immagini e i rumori di quello che ho raccontato

_a11 _a12 _a13 _a14 _a16

Il Menù prevedeva

Regalo di un ammiratore

_a15

Antipasto:

- Crostoni di pane tedesco con barbe di finocchio saltate in padella, crema di mascarpone alla mostarda, salmone affumicato, caviale di uova di salmone e grani di limone biologico.

- Astice alla catalana, su letto di pomodori neri e cipolle rosse marinate in aceto di mele e zucchero

- cocktail di gamberetti in salsa rosa, sempre fantastico

- ostriche su letto di ghiaccio gustate con le bollicine, con qualche goccia di limone o al naturale

_a7_a5_a4_a8

Primi:

- Perle di risaia all’arancia con gamberetti caramellati e melagrana

- Spaghettoni al profumo di mare in tempesta al cartoccio

_a1 IMG_5445

Secondi:

- filetto di orata su letto di carciofi croccanti al timo

Frutta:

- carpaccio d’ananas e melagrana con sciroppo di zucchero al sedano

_a2

Dolci:

- Crema catalana con croccante all’arancia

- tortini con cuore fondente di cioccolato servito con gelato alla vaniglia fatto in casa

_a3_a9

e ovviamente……

- lenticchie che più che altro portano speranza.

La cena è stata da sogno. Ogni piatto era un’emozione. Se volete le ricette chiedetele pure, ma qui, diventerebbe un’enciclopedia….

Buon anno a tutti…..

        _a10

SHARE:
TEMPLATE BY pipdig | CUSTOMIZATION BY SARA BARDELLI