31 dicembre 2013

Il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora. Io lo aspetto così…

buon 2014

Io per natura vedo il bicchiere sempre pieno. MI guardo indietro e nonostante i miei momenti no, faccio un bilancio di quest’anno e scopro che ho rimosso tutte le cose brutte. I rancori, le cattiverie, gli attimi bui, le cose andate male…. via viaaaa. Magari da conservare solo un appuntino piccolo piccolo per le cattiverie, da tirar fuori al momento opportuno in un futuro indefinito, perchè io proprio santa non sono e non voglio fare quella che perdona. Questo no… E poi bisogna essere onesti, e in ciascuno di noi, non si perdona mai fino in fondo qualcuno se ti ha fatto del male e ci si sente sempre un pò seduti sulla famosa sponda….. Vabbè ma non è di questo che voglio parlare….

Quando ero piccola mi immaginavo a modo mio questo passaggio, denso e carico di significati e mi organizzavo a modo mio, sicura che nessuno avrebbe capito i miei riti. E così scrivevo su un foglio tutte le cose brutte e mi preparavo un foglio bianco su cui scrivere subito, dopo la mezzanotte tutte le cose belle che mi sarebbe piaciuto fare nel nuovo anno. E poi a mezzanotte bruciavo il foglio delle cose che volevo dimenticare, a rischio sempre di avere mazzate da mia madre che non capiva, ovviamente, questa mia piccola follia.

Come ho sempre scritto qua sul blog ogni anno, il salto mi fa paura prima e mi esalta dopo. Tremo i secondi che precedono la mezzanotte e nascono prepotenti i nuovi progetti e la nuova forza nei secondi immediatamente successivi alla mezzanotte.

Ed è per questo che la notte che verrà la stiamo organizzando carica carica di riti propiziatori. Dalle 12 portate da preparare, al colore di cui vestiremo prima e dopo, ad un qualcosa che non posso svelare ora, che faremo tutti insieme, alle musiche che ci faranno da sottofondo, al fuoco che brucerà, ai sogni che metteremo fuori dal nostro cuore, alle lacrime che inevitabilmente verranno fuori per la paura e l’emozione del futuro che verrà, qualunque esso sia… Ah vabbè,  le lacrime non sono programmabili, ma so che verranno, a si se verranno.

Poi se ce la farò a scattare qualche foto decente, vi renderò partecipi.

Ora devo scappare… Volevo solo fare gli auguri di un nuovo, bellissimo, colorato, ricco, FUTURO per tutti coloro che passeranno qui da me.

Grazie a tutti per le parole che lasciate sempre qui, e che mi accarezzano ogni volta che le leggo.

Ciò che non voglio mai dimenticare è proprio quello che mi ha sempre regalato il mio amato blog.

Auguri a tutti!!!!! ci vediamo il prossimo anno!

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30 dicembre 2013

Il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora. Io lo aspetto così…

buon2014_thumb2

Io per natura vedo il bicchiere sempre pieno. MI guardo indietro e nonostante i miei momenti no, faccio un bilancio di quest’anno e scopro che ho rimosso tutte le cose brutte. I rancori, le cattiverie, gli attimi bui, le cose andate male…. via viaaaa. Magari da conservare solo un appuntino piccolo piccolo per le cattiverie, da tirar fuori al momento opportuno in un futuro indefinito, perchè io proprio santa non sono e non voglio fare quella che perdona. Questo no… E poi bisogna essere onesti, e in ciascuno di noi, non si perdona mai fino in fondo qualcuno se ti ha fatto del male e ci si sente sempre un pò seduti sulla famosa sponda….. Vabbè ma non è di questo che voglio parlare….

Quando ero piccola mi immaginavo a modo mio questo passaggio, denso e carico di significati e mi organizzavo a modo mio, sicura che nessuno avrebbe capito i miei riti. E così scrivevo su un foglio tutte le cose brutte e mi preparavo un foglio bianco su cui scrivere subito, dopo la mezzanotte tutte le cose belle che mi sarebbe piaciuto fare nel nuovo anno. E poi a mezzanotte bruciavo il foglio delle cose che volevo dimenticare, a rischio sempre di avere mazzate da mia madre che non capiva, ovviamente, questa mia piccola follia.

Come ho sempre scritto qua sul blog ogni anno, il salto mi fa paura prima e mi esalta dopo. Tremo i secondi che precedono la mezzanotte e nascono prepotenti i nuovi progetti e la nuova forza nei secondi immediatamente successivi alla mezzanotte.

Ed è per questo che la notte che verrà la stiamo organizzando carica carica di riti propiziatori. Dalle 12 portate da preparare, al colore di cui vestiremo prima e dopo, ad un qualcosa che non posso svelare ora, che faremo tutti insieme, alle musiche che ci faranno da sottofondo, al fuoco che brucerà, ai sogni che metteremo fuori dal nostro cuore, alle lacrime che inevitabilmente verranno fuori per la paura e l’emozione del futuro che verrà, qualunque esso sia… Ah vabbè,  le lacrime non sono programmabili, ma so che verranno, a si se verranno.

Poi se ce la farò a scattare qualche foto decente, vi renderò partecipi.

Ora devo scappare… Volevo solo fare gli auguri di un nuovo, bellissimo, colorato, ricco, FUTURO per tutti coloro che passeranno qui da me.

Grazie a tutti per le parole che lasciate sempre qui, e che mi accarezzano ogni volta che le leggo.

Ciò che non voglio mai dimenticare è proprio quello che mi ha sempre regalato il mio amato blog.

Auguri a tutti!!!!! ci vediamo il prossimo anno!

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29 dicembre 2013

Canarino time

canarino2

Ogni persona è un mondo da esplorare. Ci sono mondi con il cuore aperto, da cui vengono fuori battute e abbracci, che è facile capire. E poi ci sono i mondi silenziosi, che devi quasi pagare per avere un sorriso, con gli sguardi  sempre altrove, che non sai mai bene che pensieri possono avere. E proprio da li a volte arrivano cose che ti stupiscono.

Io ho un amico che pensa molto e parla molto molto meno di me. Però è uno che ha orecchie e occhi curiosi e attenti, una mente con mille rotelle che girano contemporaneamente e che ‘si butta’ senza pensarci due volte nelle cose che gli piacciono. Però tutto sempre in silenzio. Ed è un mondo con mille interessi, da approfondire uno per volta, da vivere uno per volta, da condividere con gli amici appena è pronto. E così quando in lui è affiorata la passione per il mare ha preso la patente per guidare una barca, ne ha comprata una e ha portato in giro tutti, nel mare della Grecia, nel mare di Trani, in quello delle Eolie ecc… Oppure ci ha invitato semplicemente a pranzo fermi nel porto, a cucinare e mangiare quello che c’era, pur di stare insieme e farci cullare dalle onde di uno stesso mare, in un posto stretto e comune.

Poi è arrivato il momento delle essenze. E li, via con i profumi fatti apposta per noi, con note di agrumi, di patchouli, di vetiver, di limone e rosmarino, a seconda di come ci vedeva lui.  E poi via ai deodoranti naturali.

Poi ci siamo specializzati nei liquori, di mille erbe, tutte quelle che trovava, dai sapori delicati o forti da morire, e noi tutti li ad assaggiare e a sfottere per la sua nuova passione.

Poi abbiamo vissuto il momento della sauna. E tutti li a lessarci insieme seduti su panche di legno profumate, prima di infilarci fumanti come patate appena scolate, sotto la doccia ghiacciata all’aperto.

Guai a dargli nelle mani una pietra ollare, perchè nell’arco di una serata vi cucinerà di tutto, dal pomodoro alla banana con cioccolato fuso, passando per pollo-uova-formaggio insistendo che la fiamma è sufficiente, che si fa sicuramente tutto così con i tempi che dice lui….

Lui che sulla frisella ci mette di tutto, pure la lavanda, e fa bene. E anche nei cocktail che prepara, nelle attese che il pranzo sia pronto, sperimenta cetrioli e anguria e sedano e i suoi liquori e tutto quello che ritiene possa andare bene.

Il tema di quest’anno è stato ‘come preparare le tisane personalizzate. E si, perchè a uno piace il finocchietto, all’altro la liquirizia, una odia la cannella e ama invece l’anice stellato e la menta. E giù di erbe anche li, dosate non a caso, ma secondo il criterio appreso sui libri che studia appositamente per se e per noi.

Ma da un pò di tempo ci siamo calmati nel tipo, non nella quantità. Dopo le serate passate a mangiare, con la scusa delle feste e dei giochi che dovrebbero iniziare senza mangiare niente, e che invece si iniziano sempre all’una di notte, dopo aver mangiato di tutto (leggi pietra ollare), arriva puntuale il CANARINO, meravigliosa riscoperta di una ricetta antica e semplice … che ci consente di placare lo stomaco e i sensi di colpa del dopo cena.

E litri e litri di canarini con scorza di limone e mieli profumati e zuccheri grezzi, compaiono sulle nostre tavole, mentre si aprono le danze di saltinmente, pictionary e di allegre ed estenuanti discussioni sulle parole oleandro, sambuco e starne secondo lui domestiche.

E tutto questo fatto e offerto sempre con poche parole (a parte le starne, che li ancora continuiamo a discutere…).

Aspetteremo la prossima passione. Per ora gustiamoci il nostro canarino…. La ricetta? Solo acqua e scorza gialla sottile di limoni biologici, fatti bollire per un quarto d’ora. A piacere si può aggiungere anche una foglia di alloro, e dolcificare come si desidera. Ma è buono anche così, nature!

Alla prossima.

E al prossimo amico.canarino1

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23 dicembre 2013

Una zuppa al cumino e limone che riscalda il cuore

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Argomento di quest’anno… il puzzle. E’ una strana coincidenza. E’ il gioco che un nostro amico ha scelto di regalare all’intero grupp. Uno solo per tutti e l’immagine da costruire è un collage delle nostre foto scambiate per ridere o per sfotterci, su ‘uozzap’. Ogni anno un’idea diversa. Un riassunto di un anno insieme, da regalarci. Una volta un cubo da rimontare, un album fotografico… quest’anno il puzzle. E così sarà questo il filo conduttore delle feste, intervallato da altri giochi e, ovviamente, da cose buone da gustare insieme.

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Ma un puzzle è anche il mio cuore, che vede i suoi pezzi spargersi in giro per l’Italia e per il mondo e che finalmente vede il suo completamento in questa festa. Tutti i pezzi sono qui, intorno a me. E lentamente scende dentro di me la serenità. Tutto si illumina di una luce nuova. Anche gli occhi sorridono. Il tempo si dilata, e ci si sprofonda dentro per goderselo di più. La nostra casa è calda e profumata. La voglia di stare insieme immensa. E son tornati gli abbracci anche quando ci si incrocia nel corridoio. Oddio…. come si fa ad amare così tanto!

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Ed è anche tempo di regali. Che abbiano un significato o un messaggio da dare. E così durante le feste ogni tanto spunta un pensiero. Arrivano cuori e messaggi da lontano, da un’amica di sempre, che c’è sempre stata e sempre ci sarà. C’è chi regala cioccolatini e thè al volo, il tempo di un abbraccio e via. C’è chi regala il suo tempo, preparando spumini e crostate di ricotta e tavole pronte per giocare. Chi regala una sauna e un vassoio di luce. Chi un puzzle per restare uniti anche sul tavolo e sui muri per sempre, chi regala tazze per tisane e clessidre per regolare il tempo necessario per far sprigionare i profumi caldi.  E altri ancora arriveranno e altri partiranno.

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La sera dell’inizio delle vacanze di questo Natale è iniziata con il puzzle e con un incontro all’insegna del ‘caldo’ anche se eravamo a zero gradi fuori.

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Racconto con le foto… il posto magico della sauna, la doccia ghiacciata fuori non documentabile per ragioni di… fretta. Quindi, inizio del puzzle in casa, mentre fuori si accendevano i fuochi per arrostire cose buone. E nel frattempo io ho preparato e distribuito la zuppa più affascinante ed emozionante di quest’anno, imparata al Med Diet Camp a Cagliari, da un affascinante chef egiziano. Segue ricetta e racconto con foto. Ora scappoooooo….

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Zuppa di lenticchie gialle con cumino e limone (english version below)

attenzione, queste dosi devono essere rispettate rigorosamente

- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

- 100 g di lenticchie gialle

- 40 g di cipolla bianca

- 20 g di aglio schiacciato

- 60 g di pomodoro affettato

- 30 g di passata di pomodoro

- 30 g di carote affettate - 500 ml di acqua

- secondo il proprio gusto aggiungere cumino, pepe nero e sale per guarnire

--> buccia di limone da grattugiare un istante prima di servire

In una legumiera versare l'olio, la cipolla tagliata sottile, e l'aglio e far appassire. Aggiungere  le carote, il pomodoro e la passata, mescolare e aggiungere le lenticchie e l'acqua. Appena riprende il bollore aggiungere il cumino, il pepe nero e il sale. Far cuocere per 30 minuti e controllare la cottura delle lenticchie. Appena sono cotte frullare il tutto con un minipimer. Aggiustare di spezie secondo il proprio gusto. Servire quasi liquido e bollente avendo cura di grattugiare un pò di limone prima di portare in tavola.

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Lentil soup

3 tablespoons extra virgin olive oil
100 g  yellow lentils
40 g  white onion
20 g  crushed garlic
60 g  sliced ​​tomato
30 g  tomato puree
30 g  sliced ​​carrots
500 ml  water
according to your taste add cumin, black pepper and salt
for garnish -> grated lemon peel

Combine all ingredients in a pan and cook them for 30 minutes. Puree with an hand mixer.

before serving add grated lemon.

serve hot

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20 dicembre 2013

Crostata di pasta sablèe con crema cioccolato e whisky e scorza d’arancia …. aspettando il Natale

 Natale2013

E’ già giorno. E questa volta mi fermo un pò qui. E’ da tanto che non riesco a fermarmi per scrivere. Ma intanto comincia ad arrivare l’aria delle feste. In realtà si stenta un pò ovunque a rilassarsi. Si avverte quasi un desiderio di saltare direttamente a metà gennaio, quando tutta questa valanga di scampanellii, di ricette, di candeline, di palle rosse, lascerà spazio al quotidiano un pò noioso, ma rassicurante. Però è anche vero che abbiamo bisogno di spiragli di cambiamento, di scossoni di suoni e sapori diversi. MIa madre mi ha sempre dimostrato che è rassicurante sapere che ci sono le feste e le stagioni a scandire le nostre vite. Perchè così sai esattamente cosa fare e quando farlo.

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E la mia casa in questi giorni è un piccolo delirio di farina e tentativi di fare addobbi. Con due gatti in casa ho imparato che l’albero diventa una chimera per noi e un parco giochi per loro. Salgono e scendono e cadono palle di continuo e addentano, sgranocchiano, le luci che lampeggiano. Insomma, un’impresa impossibile. La cucina è un turbinio di fogli e foglietti e quaderni di ricette che vengono fuori per le feste, alla ricerca di vecchi sapori o combinazioni stupefacenti. E li mi esalto e mi ricarico, perchè per me è un fantastico allenamento quello di leggere e immaginare già nella mente i sapori finali della ricetta che arriverà sulla mia tavola di Natale.

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E poi iniziano le prove generali. Paste sablè che si sciolgono nel forno, secchielli interi di confetture di mirtilli e lamponi arrivate dalle montagne, che stazionano sulla tavola, pronte per essere spalmate sulle mie torte. Ganache al cioccolato che aspettano di raffreddarsi un pò per raggiungere la giusta consistenza per il dolce al whisky che preparo a sorpresa per mio figlio che ogni tanto ha bisogno di qualcosa di dolce a fine pranzo. E fra cinque minuti infornerò i frollini ai due cioccolati per l’altro figlio che finalmente torna stasera e che non vedo l’ora di abbracciare.

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E poi inizieranno i giochi e gli incontri con gli amici, dove tenteremo invano di non esagerare a tavola, ma, si sa, le serate non sono le stesse solo con i saltinmente e le tombole, se nel frattempo non fai girare un piatto con uno spaghetto al volo. Vedremo. Ci proveremo. Non ci riusciremo, lo so. E ci rassegneremo a rimandare le buone intenzioni a dopo.

crostatina con ganache al whisky e arancia

Per oggi vi regalo l’atmosfera di casa mia e le ricette golose fatte con la pasta sablèe di Michel Roux.

Crostata di pasta sablèe con ganache cioccolato e whisky e scorze fresche d’arancia (english version below)

(per la pasta sablèe)

250 g di farina

200 di burro buono, tagliato a pezzettini e leggermente ammorbidito

100 g di zucchero a velo, setacciato

un pizzico di sale

2 tuorli

(per la ganache)

200 ml di panna

200 g di cioccolato fondente

25 g di burro

4 cucchiai di whisky

un’arancia biologica

 

Versare la farina a fontana su una spianatoia. Mettere al centro il burro, lo zucchero a velo e il sale. Lavorare con la punta delle dita e poi aggiungere i tuorli, incorporandoli delicatamente. Piano piano incorporare la farina e lavorarlo finchè l’impasto diventa omogeneo. Lavorarlo di polso per 3 o 4 volte finchè diventa liscio. avvolgerle la pasta in una pellicola e mettere in frigo per almeno mezz’ora, o comunque fino al momento dell’utilizzo.

Stendere una sfoglia sottile e con questa foderare una teglia da forno. Bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta, coprire con un foglio di carta da forno e mettere dei pesi (fagioli o palline di ceramica apposite). Cuocere a 180° in forno già caldo finchè si colora leggermente. Far raffreddare.

Preparare la ganache portando a bollore la panna e il burro e incorporando il cioccolato fondente grattugiato. Quando sarà sciolto per bene continuare a girare ogni tanto finchè si raffredda. Quando è ancora tiepido aggiungere il whisky e amalgamare.

versare la ganache o con una sacca da pasticcere o con un cucchiaio, rigandolo poi con una forchetta. Rigare l’arancia e far cadere le striscioline direttamente sul cioccolato.

Per i dolcetti della prima foto, ricavare dei dischi con la pasta sablè, cuocerli come descritto sopra, farli raffreddare e farcirli con confettura di mirtilli rossi. Innevate con zucchero a velo.

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Sablée tart with chocolate and whiskey ganache and fresh orange peel

( for SABLEE )

250 g  flour

200  good butter, cut into small pieces 

100g icing sugar

a pinch of salt

2 egg yolks

( for the ganache )

200 ml cream

200 g  dark chocolate

25 g  butter

4 tablespoons of whiskey

1 orange

Pour the flour on a pastry board . Put butter, icing sugar and salt, in the center. Working with the fingertips and then add the egg yolks , incorporating them gently. Incorporate slowly the flour and knead until the dough becomes smooth. Knead until it becomes smooth. Wrap the dough in plastic wrap and refrigerate for at least half an hour, or until ready to use.

Spread a thin sheet and put it in a pastry pan. Prick the dough with the tines of a fork, cover with a sheet of baking paper and put weights (dried beans or ceramic balls appropriate ) . Bake at 180 degrees in preheated oven until it colors slightly . 

Prepare the ganache by boiling the cream and butter and incorporating the grated dark chocolate . When will it be okay to continue to turn loose every so often until it cools. When it is still warm add the whiskey and mix .

Spread the ganache on the pastry, helping with a pastry bag or with a spoon, then do lines with a fork . Scratch the orange and drop the strips directly on chocolate .

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7 dicembre 2013

Il mio torrone di Natale e lo spirito aggregatore (My Christmas Nougat)

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Ecco qua, è arrivato. Mi è preso il raptus del Natale. Potrei definirlo un raptus …’ aggregatore’, del mettere insieme, a più non posso, cose, persone, luoghi, ingredienti e desideri.

Con calma, spiego.

Ieri è stata una giornata di quelle da fuga al famoso supermercato del buonumore. Al volo contatto un’amica e ci diamo appuntamento la, solo per comprare il burro e le buste dell’immondizia, perchè li sono migliori. Promesso che non spendiamo soldi, che non ce ne sono? si, promesso. Vabbè. Inizia la spesa. Bè vabbè dai prendiamo una tavoletta di cioccolata con l’uvetta e il cocco che da me non si trovano, massì due. E la farina per fare il pane tedesco non la vuoi prendere, che poi devi venire apposta apposta? si due. Ah si, il burro, 5 pezzi. Reparto ortofrutta: i soliti due cetrioli indecenti, madò, (si due per non dare nell’occhio, ma tanto siamo in dueeee), un pomelo che non so che cavolo è e mi fa pure paura per quanto è grosso, un chilo di cavoletti di Bruxelles (perchè non fanno le mini confezioni, e mò che ci faccio con UN CHILO?), porri a gogò, fagiolini piattoni e fagiolini normali che mi è venuto il desiderio e lo so che si incazzerano per il fuori stagione, ma se mi scappa il desiderio? peperoni tricolore che sono bellissimi, così tutti in fila, ordinati, nella bustina… I fiori, voglio i fiori, lascia i fiori che costano troppo. Reparto esterofilo. Datteri tunisini freschi ancora attaccati al ramo, nocciole della california (???), arachidi da sgusciare, sesamo, una busta di chips di barbabietole, pastinache e patata dolce, da mangiare subito, così dividiamo il senso di colpa. Una sfilza di creme mostardate buone da morire che tanto ora viene Natale e ce li troviamo da mettere in tavola e facciamo un figuroneeeee. Cerchiamo cose cinesi? dai. Il pork in gelatina no, che già l’ho provato ed è terribile. Allontaniamoci immediatamente altrimenti comincio a prendere tutte questi dolci strani, massì li fotografo almeno che poi li faccio io. Salto a piè pari le risate piegate in due sul carrello per un regalo che volevo fare alla mia amica che secondo me ne aveva proprio bisogno, ma non posso dare i particolari. Quasi quasi dimenticavo le buste tanto erano le risate. Ma alla fine, cominciando ad aprire prima della cassa il sacchetto delle chips colorate, ci sentivamo allegre, leggere, come due amiche del liceo che hanno fatto bollo a scuola e si sono divertite da matti. 

Tornata a casa mi accorgo di avere portato oltre a tutte le stagioni, anche il mondo a casa, attraverso i miei desideri gastronomici e la mia curiosità.

Oggi, tornando da casa della mia mamma, dopo un giro per raccogliere rami di abete, di pini, di edera per le decorazioni, di alloro per il capitone di domani sera, arrivo nella mia cucina calda e profumata e mi piomba addosso lo spirito del Natale e un’irresistibile voglia di preparare qualcosa di buono.

Ripenso alla spesa, a quello che ho in dispensa e viene fuori questo…. seguite le istruzioni

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Il mio torrone di Natale (english version below)

- 100 g di nocciole fresche

- 100 g di arachidi

- 100 g di mandorle spellate

- una bustina di sesamo

- due fichi secchi

- 5 datteri freschi

- qualche noce sgusciata

- 200 g di zucchero

- un cucchiaio di miele

- un limone

- un cucchiaio di olio

Tostate nel forno a 180° separatamente, le mandorle, le nocciole, il sesamo e le noci, perchè hanno tempi diversi.

Grattugiare la scorza del limone. Spezzettate i fichi secchi e i datteri e uniteli a tutta l’altra frutta secca e alla scorza del limone.

Spennellate una spianatoia di marmo o un tagliere con l’olio e poi spremeteci su il succo del limone.

In una pentola d’acciaio versare lo zucchero e il miele e farlo sciogliere lentamente. Quando lo zucchero e il miele saranno sciolti e il colore sarà ancora chiaro versare nella pentola tutta la frutta secca. Amalgamare il tutto e capovolgerlo sulla spianatoia. Appiattirlo velocemente con l’aiuto di un cucchiaio. Con un coltello lungo tagliare a pezzi tutto il composto versato, prima che si solidifichi. Aspettare che si raffreddi. Attenti ai denti.

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My Christmas nougat

- 100 g of fresh hazelnuts

- 100 g of peanut

- 100g blanched almonds

- A teaspoon of sesame

- Two dried figs

- 5 fresh dates

- Some shelled walnut

- 200 g of sugar

- A tablespoon of honey

- A lemon

- A tablespoon of olive oil

Toast in the oven at 180 ° separately , almonds , hazelnuts , sesame and nuts , because they have different times.

Grate the zest of the lemon. Chopped dried figs and dates and add them to all the other nuts and lemon rind .

Brush a pastry marble or a cutting board with oil and then squeeze on the lemon juice .

In a stainless steel pot pour the sugar and the honey and melt it slowly. When the sugar and honey have dissolved and the color is still clear pour into the pot all the dried fruit . Mix well and turn it upside down on a work surface . Flatten quickly with the help of a spoon. With a long knife cut in pieces all the dough , before it solidifies . Wait for it to cool . Beware the teeth.

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4 dicembre 2013

Passeggiata nel presepe e inizio delle danze del Natale

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Ancora niente albero nè luci. Ma piano piano sta entrando in casa mia l’aria del Natale. Grazie all’entusiasmo che viene fuori dai blog che biscottano e panettonano di continuo. Che energia tutto intorno!

Fuori freddo, anzi freddissimo, sveglia presto al mattino, rassettata veloce a casa mia e via, a casa della mia mamma, dove oggi si da inizio alle danze, quelle che profumano di cartellate, pettole e cotto di fichi. Fuori l’attrezzatura, macchinetta della pasta, rotella dentellata e tre, quattro spianatoie grandi, in compagnia anche di una mia amica, si comincerà ad impastare tra nuvole di farina e ad arrotolare fascette dentellate e dorate, da friggere e profumare in vari modi.

In giro vedo solo alberi e palle e lucine che cominciano a luccicare. E a questo punto della festa mi tornano in mente, con nostalgia, i presepi, spesso dimenticati, delle nostre infanzie, quando le nostre mamme, nonne, sottolineavano in casa l’importanza del significato religioso di questa festa. In casa si preparava la Sacra Famiglia sotto un ramo di pino, che profumava di resina, si appendeva una stella che era cadente per tutto il periodo, nel senso che cadeva spesso e si riappendeva. Si distribuivano statuine fragili, a cui spesso mancava una gamba, un braccio, su un letto di muschio vero. Si creavano stagni con piccoli specchi e paperelle, e all’improvviso comparivano falegnami, pescatori, muratori, fornai, e tanti pastori che invadevano con i loro greggi infiniti il resto dello spazio, fino ad entrare nella grotta, dove la Madonna, san Giuseppe, bue, asinello e greppia vuota, iniziavano la magica attesa. Spesso le statuine erano di dimensioni diverse, perchè provenienti da anni e presepi diversi, ma era bello anche per questo perchè portavano con se il dono della continuità.

La mamma della mia mamma, nonna Domenichella, lavorava come bidella nella scuola elementare. Domenichella la bidella, amata da molti bambini, soprattutto quelli che sono stati da lei consolati durante le attese della mamma, fuori dalla classe, per i mal di pancia, o da quelli che ricevevano i panini dimenticati e portati in classe dai genitori. O da quelli che erano rimproverati per le scale incrociate dell’edificio, con amore, e non con l’acidità delle altre bidelle. E si, perchè questo ruolo, che ormai ha perso di poesia anche nel nome, ha costellato di ricordi, le infanzie di tutti i bambini. C’erano le maestre buone e quelle acide, c’erano le bidelle buone e quelle stronze. E anch’io me le ricordo…. E durante il Natale si allestiva a scuola un presepe grandissimo e per qualche anno ciascun bambino doveva portare una statuina per arricchirlo. Alla fine delle feste le statuine rimaste integre erano conservate in grandi scatole con la paglia per non farle rompere. Quelle rotte le raccoglieva mia nonna che le portava a casa e le conservava per il suo presepe. E io ero innamorata di tre Re Magi senza un braccio o senza una gamba, che si mantenevano pericolosamente in bilico a cavallo trattenuti da un fil di ferro che si incastrava… sotto…  Conservo ancora questi Re Magi che, con altri Re Magi moderni,ancora ogni anno portano i doni nel mio presepe. E si, perchè io ci metterei tutte le Madonne che ho, tutti i san Giuseppe di diverse misure, quasi una grande famiglia allargata, a testimonianza di tutti i Natali passati nella mia vita, dalla mia infanzia ad ora. Ora che sono un pò lontana dallo spirito vero, quello religioso, ma che vorrei tanto tornasse in me.

E con questo spirito, di speranza, sono andata a passeggiare nei vicoli di San Gregorio Armeno, a Napoli, dove ho scoperto un mondo meraviglioso, fatto di passione, di arte, di fede popolare e di grande fantasia. Seguono, come un racconto, le foto che parlano da sole, anzi, porgendo l’orecchio si potranno ascoltare anche le mille voci di sottofondo che rendono magico questo posto.

E ora andiamo a fare le cartellate.

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