30 marzo 2013

Buona Pasqua 2013

buona pasqua 2013

Per un momento mi guardo indietro. E vedo qui sul mio blog, tra le mie parole, il ripetersi di pensieri che sottolineano come una magia, il miracolo della vita che si rinnova. Ad ogni primavera la vita rinasce per davvero. e ritrovo lo stupore dei fiori di ciliegio che si aprono a noi, dei profumi che sanno di fermento. Di bulbi che spuntano assonnati dalla terra ancora fredda. E di mani, come le mie, che si aprono alla speranza. Ancora, con paura, ma che accettano di sperare che la vita porti sempre gioia e cose belle.

E’ per questo che ogni anno preparo il mio piatto di semi da mettere a germogliare sotto il letto, per stupirmi ogni volta di ritrovare le piantine già alte, pallide, in attesa della Pasqua, per rinnovare il miracolo della vita.

Come loro, pallida nell’animo, chiuderò gli occhi e mostrerò il mio viso al Sole, affinchè nuova linfa, verde di vita nuova, torni a scorrere con fiducia. E aprirò il mio cuore, ancora freddo, per riempirlo di colori e abbracci.

La Pasqua è arrivata. E sa ancora di di voci di bambini, di attesa di uova di cioccolata, di fughe in campagna, di attese di asparagi e fiori di muscari, di sguardi verso la bella stagione.

La Pasqua è arrivata. E sa di vita nuova. Auguri a tutti, tutti, tutti voi.

a8 (la mia ricetta preparata per Vallè)

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28 marzo 2013

Pane di mais al timo per il picnic di Pasquetta

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Quasi si sente il rumore delle rotelle che girano velocemente per decidere quali ricette preparare per il lunedi di Pasquetta. Intanto ci prepariamo mentalmente per un picnic. Poi se piove ci infiliamo dentro, al riparo e trasformiamo il tutto in un santo pranzo di campagna, pieno di cose buone, condite con canzoni alla chitarra. Le donne si sbizzarriranno ai fornelli, preparanno teglie da infilare nel forno a legna e si scontreranno i sederi per muoversi in una piccola cucina di campagna. Gli uomini di buona volontà faranno i lavori ‘da uomini’ accanto al forno, parlando di politica e di posizione della legna, alcuni. Altri non faranno un bel niente e parleranno solo di politica perchè hanno le mani delicate o perchè realmente incapaci di ‘menare le mani’. Altri aiuteranno le donne in casa, perchè gentiluomini. E nell’allegro casino generale, al suono di ‘a tavolaaaaaaaaaaaaa’, inizierà l’incontro goloiardico che vedrà sparire lentamente e inesorabilmente tutto il ben di Dio che avremo preparato, fino al calare del giorno. Piccola passeggiata umida per la pioggia che forse cadrà, in cerca di asparagi che aspettano ancora il sole per poter spuntare. Riflessione sulla meraviglia della nostra campagna che è già tutta verde e con le gemme già pronte per scoppiare prima in fiori e poi in ciliege. Riorganizzazione e annotazioni mentali dei lavori da fare. Insieme faremo programmi per l’estate che si avvicina e ci riempiremo di speranze di cose belle. E poi all’improvviso ci stupiremo perchè ci ritroveremo a pensare di nuovo, ancora,  alla cena.

E si perchè noi siamo capaci di tutto questo.

E ora un suggerimento di un pane buono preparato pensando alla Pasquetta, ricetta trovata su un giornale tanto tempo fa, provata e modificata con successo.

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Pane di mais al timo

- 200 g di fioretto di mai

- 350 di farina 00

- una bustina di lievito di birra secco

- una noce di burro buono o 3 cucchiai di olio di oliva extravergine

- un cucchiaino di malto d’orzo o di zucchero o di miele

- 2 cucchiaini di sale fino

- rametto di timo fresco

In una ciotola amalgamare il lievito con un pugno di farina 00, il malto ( o lo zucchero o il miele) e mezzo bicchiere d’acqua. Lasciare a riposo per una mezz’oretta, per far esplodere di vita il lievito. Nel frattempo miscelare le due farine, il sale, il timo. Aggiungere il lievitino e il grasso scelto (burro o olio), l’acqua tiepida nella quantità che ne assorbe e lavorare. Ovviamente si può lavorare l’impasto anche nell’impastatrice con il gancio. Far lievitare per circa due ore. Fare le pieghe, dare la forma, aspettare ancora una mezz’oretta e infornare a 220° (al forno mio eh?).

Abbinare salumi profumati e formaggi molli.

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26 marzo 2013

Cozze ‘mollicate’

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Per andare avanti bisogna fermarsi ogni tanto e guardarsi. Non solo intorno, ma anche dentro. Non siamo abituati a fermarci, ma solo a correre. E quante cose si scoprono fermandosi! E’ come mettere a fuoco in maniera diversa l’obiettivo della nostra anima. Niente grandangoli, niente panorami lontani, ma solo piccole cose vicine, sfuocando il resto. Esattamente tutte quelle cose che sembrano invisibili quando puntiamo l’occhio troppo lontano.

E’ un tempo strano questo mio. Il ritmo della mia mente vorrebbe correre, ma sa che invece deve rallentare. MI accorgo del superfluo…e, appena l’occhio si ferma, valuta e decide di buttare via. Anche cose nuove che non hanno più importanza o che non mi emozionano più. Decido di tenere ciò che mi serve, quello che mi basta, ciò che porta con se un gesto bello di un regalo, di un ricordo, di una promessa, di cosa bella e basta.

ultimamente non sto scrivendo tanto. Perchè qui sul mio blog vi si aspetta di trovare ricette e parole. E io di ricette interessanti non ne sto preparando. Ho deciso seriamente di perdere un pò di peso, per sentirmi più leggera, e le ricette che preparo sono semplicissime e per molti, ovvie. Quindi solo parole. E pensieri. E per fortuna stanno tornando belli e colorati. Grati per il presente.

Questa mattina è iniziata con un caffè caldo, la voglia di scrivere, i baci dei miei figli sul collo, tanti, in silenzio, coccole d’amore vero. Un piatto semplice preparato ieri sera per insaporire una cena altrimenti davvero senza sapore. E, tutte insieme e nell’ordine, voglia di campagna, di verde, di primavera, di passeggiate all’aria, e poi voglia di aria di mare, di estate e vento caldo sul viso.

I desideri, che sono il volano dell’anima mia.

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Cozze ‘mollicate’

- cozze a ‘mezza scorza’

- pangrattato

- aglio

- prezzemolo

- pezzettino di peperoncino

- filo d’olio extravergine

- spolverata di pecorino (a piasèr!)

In un ciotola con il pangrattato spezzettare fine il prezzemolo e l’aglio. Meglio se fate quest’operazione nel mixer. Una bella girata veloce e fa tutto lui. Aggiungere un filo d’olio, il pezzettino di peperoncino (pochissimo pero eh? altrimenti copre tutto il sapore, con l’anestesia che provoca) e, volendo, anche un pò di pecorino che ‘esalta’. Disponete in una teglia da forno le cozze e con un cucchiaio riempirle di questo pangrattato aromatizzato. Infornare a 200° per pochi minuti, fino a quando la cozza si solleva dal suo guscio e il pane diventa crosticina.

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18 marzo 2013

Pace

ridottepalme55  Pensavo fosse arrivata la primavera. Ma sabato scorso per un attimo siamo rimasti tutti stupiti, aprendo la finestra. Ma cos’era quello che si vedeva volare? L’aria gelida era piena di petali bianchi che svolazzavano qua e la… oppure…. era neve? Ma si era neve, ed era arrivata puntuale per rendere speciale la giornata del mio corso per l’intreccio dei rami di ulivo. Amiche che son venute da lontano hanno lasciato la loro casa con il sole e, man mano che si avvicinavano al mio paese, son rimaste sbalordite, quasi si trovassero in un altro tempo e molto distanti da qui, di fronte ad una tormenta di neve. Comunque siamo andate tutte al mio magico trullo, dove ci aspettava un camino acceso,  cose calde da bere e una crostata di ricotta e ciliege, e un corso dove imparare ad intrecciare rami di ulivo. E la magia c’è stata. E’ bello ritrovarsi, tra donne che non si conoscono tra loro, e cominciare a parlare come se invece ci si conoscesse da sempre. Davanti ad un camino e a cose buone da mangiare, si crea subito empatia. E poi c’era la curiosità, tanta, per quello che dovevamo imparare e fare. Abbiamo cominciato a parlare, a spiegare, a raccontare. Poi siamo andate fuori, al fresco, tra petali di ciliegi che volavano e neve che cadeva e abbiamo raccolto i rami buoni per l’intreccio.

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E poi di corsa dentro, con la luce del sole che stranamente splendeva nonostante tutto. E insieme abbiamo imparato un rito antico che nella sua semplicità parla del tempo che abbiamo dedicato a chi riceverà quel ramo, della cura nel renderlo perfetto e bello, del momento in cui, innalzato al cielo, sarà benedetto per portare pace nelle case. Grazie a chi ha partecipato e reso bella, con il suo entusiasmo, questa giornata.

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7 marzo 2013

Ciambelline di patate al profumo di arancia e la festa delle donne

ciambelline patateearance Ogni giorno ci affacciamo a tante finestre e da li osserviamo il mondo e noi stessi. Stamattina apro la finestra della mia stanza e non vedo niente. Tutto è avvolto da una nebbia fitta e fredda e niente più del mondo è davanti a me.  Chiudo e torno al tepore della mia casa.

Apro il computer e mi affaccio da qui. E trovo mimose che ci ricordano di festeggiare, manifesti che ci ricordano di ricordarci che siamo donne sempre, frasi contro chi coglie le mimose, inviti a cene per festeggiare le donne, e link che riportano foto di donne violentate picchiate uccise per mano di un uomo.

Io oggi, in anticipo sulla festa di domani, invece voglio festeggiare gli uomini.

Nelle storie delle donne che ho conosciuto, ho ascoltato di uomini indifferenti, infantili, prepotenti, egoisti, bugiardi, violenti e ho sofferto per quello che hanno fatto al nostro mondo. E ogni volta, ad ogni età mi son guardata accanto e ho sospirato dicendomi ‘fiuuuuuuuu, meno male, io qui sono al sicuro’. Da piccola avevo il mio principe, il mio papà, che era il mio scudo contro il mondo. I miei fratelli, che erano i miei compagni di gioco e di risate. Intorno avevo i miei zii, che erano il mio pubblico adorante e mi riempivano di coccole. I miei compagni di lavoro, che erano l’altro punto di vista della vita, ma sempre educati e gentili che, anzi, hanno dovuto sopportare le mie sfuriate e i picchi del mio umore, i miei sfottò, con tutta la santa pazienza che avevano. I miei amici che sono complici di mangiate e passeggiate e cantate e film visti quasi dormendo, pur di accontentarmi a realizzare un progetto cinema e giocare a fare gli intellettuali colti, con la mente rivolta sempre alle orecchiette da preferire a qualsiasi film. E poi i miei figli, gentili e con tutto l’amore che possono nei loro occhi e nei loro gesti. E il mio compagno, che qui non compare quasi mai, ma che mi accompagna da sempre e mi sostiene nei momenti in cui traballo. Che è pieno di gentilezze e premure. Che mi completa con il suo carattere silenzioso e tranquillo, in equilibrio con il mio pazzerello, che invece ha bisogno di essere tenuto come un aquilone che può volare ma che si perderebbe se non ci fosse la sua mano. E sono grata alla vita per tutto questo.

E ora …. fuori i dolci.

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Ciambelline soffici di patate al profumo di arancia

- 1 kg di patate lesse

- 100 g di latte

- 100 g di zucchero

- 4 uova

- 50 g di olio

- 1 lievito di birra

- 1 arancia grattugiata

- 1 limone grattugiato

- farina per quanto ne assorbe

- olio di semi di arachide per friggere

- zucchero semolato da cospargere alla fine

~*~*~*~*~

In una coppa versare le uova, l’olio, il lievito sciolto nel latte, le patate lesse schiacciate con lo schiacciapatate, le scorze di arancia e limone grattugiate e mescolare. Aggiungere la farina poco per volta fino ad ottenere una consistenza molle ma che si può lavorare senza che si appiccichi alle mani. Formare delle ciambelline e metterle a lievitare, ben distanziate l’una dall’altra, su una spianatoia molto infarinata. Coprire con un panno leggero bianco e pulito. Quando saranno ben lievitate friggerle in olio caldo e farle scolare su carta assorbente. Prima di servirle, possibilmente calde, farle rotolare in una ciotola piena di zucchero.

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3 marzo 2013

Carciofi ripieni e patate al vino bianco

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E’ arrivato. Marzo è qui e con lui la distanza con la primavera si accorcia. Stamattina l’aria è gelida, di tramontana, ma il sole è alto e forte. E grazie a lui mi accorgo della magia che si sta di nuovo avverando intorno a noi, puntuale da sempre. Anche lo scorso anno, e l’anno prima ancora, e così indietro nel tempo, da sempre, mi sono sorpresa, alla luce del nuovo sole di marzo, delle gemme sugli alberi di ciliegio e dell’erba verdissima. E anche della voglia di nuovo che ci porta a notare i lavori da fare tutto intorno a noi. Alberi da potare, aiuole da pulire, bulbi che stanno già germogliando, muri da ridipingere, e pulire e pulire, per farci trovare pronti per godere della festa della primavera che arriverà.

E’ periodo di pulizie. Fuori e dentro. Buttiamo via tutto il torpore che abbiamo accumulato nell’inverno che sta andando via. Via via, tutti i pensieri cupi, i colori scuri dell’anima, lo sguardo criticone e fanullone dei pensieri incriccati nella negatività.

Voglio i colori accesi della primavera, profumi di giacinti e narcisi nelle mie aiule, fiori bianchi e rosa ai miei alberi, la casa piena dei primi fiori dal profumo struggente che mi riportano al candore e allo stupore della mia infanzia, che sembra non passare mai nei miei occhi e nel mio cuore. Voglio imparare a correre, come nel sogno di questa notte, e voglio correre per le vie di campagna che profumano della nuova stagione. Voglio scrostare i muri vecchi e ridipingere di bianco lucente il mio trullo. E voglio gente intorno a me con cui condividere i miei progetti. Voglio. E in questa parola tutta la forza dei miei desideri.

Ora mi aspettano rami di ulivo da intrecciare per pensare ad un’idea di pace e rinascita. E ricette leggere da fotografare,  un viaggio lontano da organizzare, e nuovi mille progetti per l’anno che è davanti a me, tutto da riempire, spero, di cose meravigliose.

buona primavera a tutti!!!

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Carciofi ripieni e patate al vino bianco

- 1 carciofo a persona

- 1 una patata grande a persona

- prezzemolo

- aglio

- mentuccia romana (facoltativa)

- un uovo (per due carciofi)

- un cucchiaio di formaggio piccantino (per due carciofi)

- vino bianco secco

- olioextravergine di oliva (1 cucchiaio a persona)

- un limone

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Pulire i carciofi eliminando le foglie dure e le punte. Metterle a bagno in acqua con limone per non farli annerire.

Sbucciare le patate e tagliarle a spicchi.

In una pentola alta versare i cucchiai di olio e sul fondo spezzettare un pò d’aglio e il prezzemolo. Disporre le patate.

Aprire le foglie dei carciofi come se fossero un fiore e sistemarli sulle patate. Spezzettare altro aglio, tritare il prezzemolo e distribuirlo sia sulle patate che DENTRO i carciofi. Salare e pepare. In una ciotola sbattere l’uovo con il formaggio e versarlo con il cucchiaio sui carciofi, facendolo penetrare in profondità, fino a riempirlo.

Coprire e far cuocere fino a quando il fondo si asciuga del tutto. Versare allora due dita di vino bianco e un dito di acqua. Coprire e portare a cottura.

Per controllare se sono cotti i carciofi, infilare lateralmente una forchetta. Se si desidera una crosticina croccante sui carciofi fare un rapido passaggio in forno con il grill acceso.

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