28 dicembre 2012

Ricominciamo dall’inizio

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Scusate il silenzio. Ero a corto di parole, forse anche di sentimenti. Ho trattenuto il fiato, passeggiando in mezzo a fiumi di panettoni, di dolci strepitosi che altri hanno preparato e mostrato sul web, ho ascoltato i mille canti di auguri, e finalmente è arrivato il giorno di Santo Stefano. Quest’anno è andata così e ci sono cose contro cui la ragione nulla può. Deve soccombere allo strano accomodarsi di un’anima che non riesce a volare.

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Anche l’albero ha dovuto lottare contro la mia indifferenza per farsi aprire i rami. Ho preso dal garage lo scatolone che è rimasto li diversi giorni a stazionare nel salotto, finchè una sera, tardi, molto tardi, ho deciso che forse era il caso di montare un pò di spirito natalizio. Ho agganciato tutti i rami  e li sono rimasti per altri tre giorni, chiusi, senza luci e con le palle a terra, in attesa. Un giorno son tornata e ho trovato i rami aperti e sistemati, speranzosi. Mio figlio ha deciso che era ora di dare un suggerimento. E così ho deciso di riempirlo di luci, ma piano, una serie al giorno. Ma nonostante le quasi 2000 lucine, restava sempre poco luminoso. E così ho appeso delle palle rosse, e delle stelle d’argento, ma solo con un enorme sforzo siamo riusciti a riconoscere in lui lo spirito del Natale. Poverino. Si è sforzato, ha brillato, si è retto dritto e orgoglioso nel suo ruolo più importante, ogni tanto rifletteva anche la luce del sole, e alla fine l’ho accettato per rispetto. 

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Il presepe. Se deve essere un’idea di povertà, bè in quello ci sono riuscita. La Madonna, San Giuseppe, il Bambinello, con i re Magi, stanchi di tutti questi ripetuti viaggi, e le tre pecorelle con il pastore, hanno riposato su un tappeto di sacco, povero e per me importante. Come capanna la corteccia che mi ha regalato un albero secco della campagna del trullo. Poche luci e molte candele.

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Ecco, le candele hanno riscaldato il mio Natale. Tante, sempre accese, ovunque, per regalare luce e profumi. Anche sulla tavola del pranzo ce n’erano tante. E mi è piaciuto preparare un antipasto insolito, fatto di pane (alla cipolla, integrale, di semola) e formaggio e cose dolci da abbinare. C’era sempre qualcosa di dolce che accompagnava. Le confetture con le riduzioni di vini diversi per i formaggi, la ricotta lavorata e coperta di miele profumato, la caponata preparata con i mirtilli secchi al posto dell’uvetta, la melagrana dolcissima che aiutava l’insalata di sola rucola, ecc….

 

E questo il mio Natale.

E ora pensiamo ad iniziare un nuovo anno che spero migliore di quello appena concluso. E mi piace pensare a fissare i primi progetti per riuscire a guardare un pò più in là e fissare una data, una meta verso la quale dirigermi. Tenendomi strette accanto a me le mie certezze. I miei amori, la mia famiglia, le mie passioni, la mia voglia di scrivere, di condividere; i miei amici, le mille e mille strade incrociate da cui guardare nuovi orizzonti; i tanti viaggi che voglio fare; i mille libri che voglio leggere, soprattutto i libri di poesie che ho ricevuto grazie allo swap che quest’anno ha ancora regalato emozioni; e i libri che voglio scrivere; e le parole che, spero, ho ancora voglia di regalare.

Ricominciamo da qui.

Buoni progetti e Sereno Anno Nuovo a tutti voi

buona fortuna

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13 dicembre 2012

Angel Cake

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Siamo in una bolla. Che però non scoppia. Perchè contenuta in altre bolle dure a scoppiare anche loro. Le bolle sono le false convinzioni. La vita è vita solo se piena di progetti e sogni da realizzare, perchè è nella natura umana sognare. Ma qualcosa ci tiene paralizzati, fermi nello stesso posto e ci convince dell’impossibiilità di un cambiamento. La peggiore convinzione è che ‘non ce la farò mai’, la seconda ‘a chi vuoi che importi’, la terza ‘è troppo tardi, sono vecchio’, la quarta ‘e se succede qualcosa?’, la quinta ‘che dirà la gente?’, la sesta ‘ma in fondo chi me lo fa fare?’…. e così via.

E così vedi sfumare  le occasioni, i treni che passano per sempre, gli altri che invece si buttano, saluti chi decide di andar via e scrollarsi la polvere, ma, soprattutto vedi consumarsi  il tempo. E si, perchè è solo quello che ti frega. Perchè i sogni restano ma lui non torna più.

Mi direte, ‘vuoi fare la saggia con noi e dispensi buoni consigli mattutini?’, no no, mi sto guardando e sto parlando a me stessa e a chi, come me, rimanda e rimanda….

Quindi stamattina, svegliamoci un pò…. Rimettiamo in moto le buone intenzioni, magari limitiamole al possibile, doccia, trucco, sorriso e pronti per partire. Fuori dalla porta la vita ci aspetta. Siamo o non siamo guerriere?

Oggi vi suggerisco questo dolce leggero leggero fatto solo con albumi e senza tuorli. Per chi volesse illudersi che basta questo per dimagrire senza rinunciare al piacere. Come nelle migliori pubblicità di dolcificanti.

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Angel Food Cake

180 g di farina 00

un pizzico di sale

12 albumi a temperatura ambiente

1 cucchiaino di cremor tartaro

240 g di zucchero

1 bacca di vaniglia

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Accendete il forno a 180° statico. Separare gli albumi dai tuorli (che utilizzerete per altre preparazioni o surgelerete in un contenitore per ghiaccio) Versare gli albumi in una planetaria con la frusta e cominciate a montarli a neve. Aggiungete poco per volta prima il cremor tartaro, poi lo zucchero, i semi della bacca di vaniglia e continuare a lavorare finchè si arriva alla consistenza di neve fermissima (sollevando la frusta formerà dei picchi immobili).

Setacciare piano piano la farina e inglobarla negli albumi con una spatola, con un movimento dall’alto verso il basso, cercando di non smontare la neve. Foderare lo stampo da Angel Cake con carta da forno (anche il buco centrale e la base!) e con molta delicatezza versare l’impasto, scuotendo di tanto in tanto per non far formare le bolle. Infornare per circa 40 minuti. Controllate la cottura con uno stecchino di legno (quello per fare gli spiedini). Sfornate, capovolgete su una gratella e lasciate che si stacchi da solo. Far raffreddare. Prima di servire spolverizzatelo con abbondante zucchero a velo o cono strato sottilissimo di panna e accompagnarlo con coulis di frutti a piacere o sciroppi fatti con acqua, zucchero e liquore preferito.

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10 dicembre 2012

Cous cous dolce alle spezie di Natale

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C’era una volta una principessa….. Essa aveva tante virtù. Era bella, allegra, piena di vita e di entusiamo per tutte le cose belle, amava parlare e parlare, circondarsi di cose profumate, preparare piatti prelibati, per i quali svolgeva luuuuuuunghissime ricerche e, soprattutto, amava condividere con grande generosità, tutto quello che imparava. Ogni volta che scovava una ricetta particolare la trascriveva sul suo grande quaderno e la conservava per i momenti speciali. E fu così che un giorno decise che aveva già raccolto abbastanza spunti per poter organizzare una cena sontuosa in occasione del Natale,  a cui invitare i suoi amici più cari. E fu così che un bel giorno i suoi amici ricevettero una missiva in cui si annunciava per la tal sera e per il tal luogo (la sua dimora) una cena, a cui solo pochi eletti avrebbero partecipato. Solo coloro che tra le liste della sua vita erano annoverati come ‘amici veri’ (come spesso accade nelle liste di tutti noi) e assolutamente nessuno che appartenesse alle liste ‘amici occasionali’, ‘amici che vogliono diventare per forza amici’, ‘amici che vogliono essere invitati per forza’…. ecc……

E fu così che il giorno stabilito gli invitati giunsero alla sua porta. Ad accoglierli c’erano la principessa e il suo principe, vestiti con abiti luccicanti. E grande fu lo stupore degli invitati quando, entrando, attraverso le luci soffuse, poterono godere della vista di un luogo magico.

All’ingresso c’erano abiti sontuosi, gioielli e profumi a disposizione di coloro che volevano indossarli. Un angolo colmo di spezie rare ai piedi di un Budda dorato, con cartelli che contenevano indicazioni sulle proprietà delle spezie stesse e su come utilizzarle. Ed erano le spezie che avrebbero assaggiato nei loro piatti quella sera. Un angolo con candele colorate e piatti colmi di fiori, che circondavano una grande teiera con del caldo Karkadè di benvenuto per gli ospiti. E tutto intorno candele, candelieri, tappeti e cuscini e musica suadente. E sulla splendida tavola piatti colorati, caldi e profumati cominciarono a deliziare i sensi degli ospiti. Zuppa di ceci con coriandolo e limone, zuppa di mele con composte di ananas, kiwi, cipolle e fichi d’india, tenero pollo al curry, e pane azzimo e tanti altri tipi di pane per prendere dal piatto questi cibi meravigliosi.

E, a seguire, tra i tanti dolci preparati, gli ospiti furono stupiti da datteri al cioccolato, torte antiche di spezie, creme al latte al profumo di rosa e cous cous speziato.

E la magia durò per tutta la notte……

E il bello di questa favola è che è VERA e che la principessa (principessa Caterina) è amica mia, e io, grazie a lei, vivo sempre queste favole.

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Cous cous alle spezie di Natale

(x 5-6 persone)

- 400 g di cous cous precotto

- 2 melograni

- buccia grattugiata di 1 arancia biologica

- 2 gherigli di noci tritati grossolanamente

- 2 cucchiai di uva passa (da ammollare in acqua tiepida)

- 150 g di miele di castagno

- frutta disidratata a piacere

- 20 g di burro

- mezzo cucchiaino di cannella in polvere

- cioccolato al peperoncino a pezzetti

Seguire le istruzioni per preparare il couscous precotto, quini versarlo in un’insalatiera e con una forchetta lavorare bene i grani x separarli. Versare il burro morbido e amalgamarlo ben bene, aggiungendo il miele, le noci, l’uvetta, la buccia dell’arancia, i chicchi di melagrana.

Amalgamare bene il tutto e continuare ad aggiungere la cannella.  Prima di servire come ultimo ingrediente aggiungere il cioccolato al peperoncino a scaglie. IN due ciotole preparare la frutta disidratata che ciascun commensale a proprio piacere potrà aggiungere.

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6 dicembre 2012

Le cartellate – Natale 2012

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Iniziano le danze di Natale. Perchè è giusto che si onorino le feste. Perchè è giusto scandire la propria vita con scadenze precise, con i riti che regalano certezze, lungo la linea del nostro tempo. La mia mamma si vanta del fatto che ‘non ci ha mai privato della gioia delle feste’. Ed è vero. Ad ogni Epifania c’erano sempre regali bellissimi, proprio quelli che volevano noi, si si, proprio quelli li (ma come faceva la Befana a sapere esattamente dove comprarli?), e ad ogni Carnevale si andava (per forza) a vedere la sfilata dei carri a Putignano, con tanto di busta di coriandoli e trombetta. A Pasqua si andava a vedere (per forza) la processione dei Misteri e di Cristo Casaboli. Così come c’era rigorosamente l’uovo di Pasqua e l’aria di rinascita e di festa che seguiva l’aria della contrizione e della passione di Cristo. E seguivano ‘la villeggiatura’ d’estate, e il rito della visita ai Defunti (per forza) il 1 novembre, perchè il due tutto doveva essere già a posto (fiori e pulizia) per chi passava di li e non doveva dire che c’erano morti dimenticati. E poi iniziava la danza festosa del Santo Natale. Con l’incontro delle famiglie per preparare i dolci. Chili di Cartellate profumate di vincotto, miele caldo e gelatina di melecotogne. E grida e giochi di bambini che saltellano qua e la… E io voglio ritrovare tutto questo. Non voglio lasciarlo andare indietro nel tempo e dimenticare. Ed è per questo che con la mia fantastica mamma abbiamo già preparato le cartellate del Santo Natale, girando nostalgicamente la manovella della macchinetta della pasta, che per tanti anni è stata compito del mio papà. E tra vuoti al cuore e sguardi al futuro, abbiamo trascorso un pò di tempo coccolandoci e pensando di coccolare chi mangerà con noi. E venerdi prossimo organizzo un incontro vecchio stampo con le mie amiche ( non si sa mai QUALCUNO volesse copiare l’idea as usual), con cena tradizionale con i nostri uomini (a botta di baccalà fritto, cime di rapa, calzoni di cipolle e pettole cresciute)…. ma di questo vi aggiornerò a tempo debito.

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Le Cartellate


- 1 kg di farina
- 200 g. di olio di oliva
- vino bianco per impastare
- 1 l di olio di semi per friggere
- un pizzico di sale
- 1/2 di vincotto di fichi (o in alternativa un barattolino di miele)
- un cucchiaino di zucchero
- cannella


per le istruzioni seguire questo link http://www.annathenice.com/2008/12/le-cartellate.html 

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1 dicembre 2012

‘Il dono del tempo’ – Il nuovo swap di Natale 2012

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Fra pochi giorni è Natale. Quest’anno tutto va a rilento. Sembra non esserci tempo per concentrarsi su qualcosa di bello, perchè di pensieri non proprio felici ce ne sono tanti. Questo strano tepore nell’aria, che non ci sembra promettere niente di buono, non è aria di festa. Questa malinconia che ormai ci impregna di sfiducia nel futuro e ci toglie le forze anche solo per rimboccarci le maniche. Anche solo per capire quale nuova strada imboccare. Non riusciamo a vederle nemmeno le nuove strade. E mi sembra che rimaniamo fermi, incapaci di fare un passo.
Siamo fermi nel presente.
Ieri sera una mia amica, a proposito di props, quelle cosine vecchissime e arrugginite che rendono tanto belle le nostre foto, mi diceva ‘tutto ciò che è passato mi inorridisce’. E capisco che  può essere così. Io non amo guardare al passato come rifugio di un tempo dove ‘era tutto meglio’, ma solo come un cammino già fatto che mi ha regalato la forza per essere quella che sono ora, ma anche a botta di sofferenze. E ho sempre voglia di guardare al cammino che voglio ancora fare. E ho fatto mie da tempo le parole del mio poeta preferito, Costantinos Kavafis, a4
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
nè nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

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Ed io voglio riempire il mio viaggio di tutto questo, cercando madreperle e i profumi più inebrianti nei porti dove mi fermerò, mantenendo alto il mio pensiero. E tutto questo io lo trovo nelle parole e negli occhi della gente che incontro che mi riempiono il cuore e mi ricaricano di energia.
 
Parole già scritte da tempo, parole ancora da scrivere nel tempo che verrà, profumi che emozionano in un attimo, sapori che riscaldano i nostri momenti e un progetto che sarà vita. E su queste parole costruiamo il nostro swap di Natale
 
Anche quest’anno metteremo in una busta quelle cose che porteranno un pò di noi nella vita di un altra persona. Tesseremo fili sottili che uniranno forse nuove amicizie. Regaleremo il nostro tempo nel cercare un dono per qualcuno. Aspetteremo con ansia di bambino il postino che suonerà per noi. E con gioia scopriremo i pensieri lontani incartati da mani sconosciute. 

 
 
 
 
 

 

 

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Chi può partecipare?
TUTTI, blogger e no blogger

Quando scade?
Mezzanotte del  10 dicembre, lo so che è prestissimo, ma la mia mente e il mio cuore quest’anno sono stati chiusi al mondo. Ora ci sono.

Come partecipare?
Mettere in una busta: 

1) un libro di poesie, perchè la poesia ti trafigge all’improvviso il cuore. Perchè porta con se parole pure, che nascono da menti e cuori sensibili e sanno farsi largo anche negli animi più spinosi, se solo si aprono per ascoltare… E perchè se le fai entrare nella tua vita ti faranno compagnia per sempre.
2) un quaderno con pagine vuote, tutte da riempire. Di buone intenzioni, di progetti di vita da realizzare, di amarezze per lasciarle li, di ricette da preparare, di titoli di libri prestati per non perderli per sempre, di schizzi per i momenti nevrotici, di numeri di telefono da chiamare, di frasi che vorremmo scrivere a qualcuno ma non abbiamo il coraggio di farlo, di foto da appiccicare, come una volta……. (può essere anche un’agenda o un quaderno semplice e bello)
3) un profumo da inserire nelle pagine, per accompagnare con i sensi il pensiero. Un petalo di rosa profumata, schiacciato tra le pagine, come si faceva una volta. Un semplice foglietto di carta su cui abbiamo spruzzato un profumo che parla di noi. Qualche grano di spezia (anice, cannella, chiodo di garofano, pepe ecc….).
4) una  bustina di thè o di tisana profumata, per preparare la bevanda che ci scalderà il cuore quando leggeremo la prima poesia del libro donato o scriveremo la prima parola sul quaderno del futuro.
5) una bustina di semi di fiori, da piantare subito e che a primavera porteranno colori e vita.
Aspettare il nome della persona abbinata e poi spedire il tutto con ‘Piego di libro’ (*)
Cos’altro fare?
- Sotto questo post scrivete un commento per farmi sapere che volete partecipare.
-  Inviatemi una mail (annagentiledg@yahoo.it) con il vostro recapito (Nome, Cognome, Indirizzo).  
- Se siete blogger, mettete sul vostro blog la foto dello swap e il link a questo post e se volete potete parlarne affinchè con il passaparola si possano intrecciare più fili possibile.
Seguirà il sorteggio per abbinare casualmente i nomi che si dovranno scambiare i doni.
FORZA, CHE INIZINO LE DANZE! swap il dono del tempo
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