25 settembre 2011

Salsiccia e bietole dell'orto

 

Tutto quello che ora vedo non sembra quasi vero.
Ci sono momenti che capitano per caso, magici e insoliti, rari, da acchiappare al volo.
Bisogna riconoscerli e fermarsi, finchè durano.
Quando si parla di ricerca della felicità si perdono di vista le piccole cose che naturalmente sono intorno a noi, e guardiamo sempre oltre. 

Siamo venuti in campagna per mangiare qualcosa al volo, prima di andare alla mostra dei cavalli.
Abbiamo portato con noi solo delle salsicce e un pò di funghi per contorno.
Il resto l'avrei cercato qui, sicura di trovare qualcosa.
Il cielo è grigio e rumoroso. Tipo quelle persone burbere che vogliono far paura, borbottano sempre, ma in fondo non mordono mai. E continua a tuonare. Ma nel frattempo l'aria si è fermata. Apparecchiamo la tavola fuori, sotto il pergolato. Non c'è vento quindi non c'è ancora pioggia. Si sono spenti anche i rumori intorno. Nessuno  lavora nei campi, nessun cane che abbaia.
E' come se una carezza stesse portando serenità a tutto. Uomini, persone, tempo, cielo.
Siamo alla fine dell'estate, ma le piante continuano a germogliare e a dare frutti e i fiori a fiorire.



Prendo un contenitore capiente e vado nella terra.
Raccolgo bietole selvatiche, qualche pomodorino ancora attaccato alla pianta secca, due cocomeri piccoli, prezzemolo fresco, un peperoncino piccante che sta per diventare secco, tre meloncini dimenticati e maturi che profumano l'aria intorno a se, 5 fichi appesi ad aspettare e un fiore di cappero.





Nemmeno le parole vengono fuori per quanto è bello stare qui.
Mentre le salsicce cuociono, preparo i funghi trifolati e le bietole 'azzìs' con pomodorini e peperoncino piccante.
I meloncini sono così piccoli da diventare monoporzione. 
E i fichi sono il dolce più buono che potessi desiderare.
E in questo momento magico i sapori diventano poesia.
Magari il tempo potesse fermarsi qui e ora.






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22 settembre 2011

Sfogliatine calde ai fichi, mandorle e vincotto


Devo sbrigarmi, sono già le 8,30 e devo ricominciare il lavoro che ho iniziato ieri.
Ma prima devo chiarire il concetto di 'persone inutili' del post precedente.

Sta a noi decidere se trasformare la nostra vita in una piazza affollata come il giorno di San Rocco (patrono del nostro paese ndr) oppure in uno spazio sereno dove incontrare gente per parlare, bere un caffè, soffermarsi con piacere senza tensioni di alcun genere.
Nelle vite di ciascuno di noi c'è sempre qualcuno che parla male di tutti (e capisci che lo farà anche di te appena volterai le spalle!), di qualcuno che ti chiama solo se ha bisogno di qualcosa, di quello che aspetta che sia sempre tu a chiamare e se non lo fai ti tiene il muso,  di quello che passa mille giornate con te, ma solo per fare battute e mai per parlare davvero, e al primo discorso serio scappa, di quello che dice 'si si dai vediamoci ci tengo' ma che poi si dimentica di te per anni, fino al prossimo 'si si dai vediamoci ci tengo'.
E poi ci sono gli ipocriti, i traditori, i falsi, i grezzi, gli ironici, gli invidiosi.... sembra quasi l'elenco dei gironi dei dannati di Dante. 
Quindi queste sono le persone inutili per me. Quelle di cui posso fare benissimo a meno, perchè in realtà nella mia vita di persone per bene, gentili, educate, generose, disponibili, che mi vogliono bene davvero ce ne sono tante.
E allora mi tengo solo quelle. 
E anche chi mi legge qui, passa da me liberamente, perchè ha il piacere di chiacchierare con me, sperando magari che passi anch'io dal loro blog (com'è giusto che si faccia in questo nostro mondo virtuale), ma che non se la prendono se non lo faccio, perchè si capisce (credo e spero) dall'affanno perenne delle mie parole che mi piacerebbe tanto farlo, ma non riesco ad avere tempo per tutti.
Quindi giù le mani dagli incontri delle mie amate blogger e da chi passa qui e resta a parlare con me regalandomi la propria attenzione e un minuto del proprio tempo.
Questo è un dono prezioso, come lo è anche la vera amicizia.
E dai, ora prendiamoci un dolcetto....

Sfogliatine calde ai fichi, mandorle e vincotto

- pasta sfoglia dal banco frigo (Vallè o Buitoni vanno benissimo)
- fichi
- mandorle
- crema pasticcera (1/2 litro di latte, 2 tuorli, 2 cucchiai di farina, 2 cucchiai di zucchero)
- vincotto di fichi

Preparare la crema pasticcera unendo prima farina, zucchero, tuorli e poco latte, poi aggiungendo il latte caldo e girando velocemente sul fuoco.
Con un bicchiere tagliare dei dischi di pasta sfoglia e cuocere a 180° fino a doratura.
Tagliare a fette i fichi e a scaglie le mandorle.
Spalmare un pò di crema pasticcera sulla sfoglia come 'collante'. Adagiare le fettine di fichi freschi, le scaglie di mandorle. Passare velocemente in forno caldo per 2 o 3 minuti e prima di servire (calde!!!) aggiungere qualche goccia di vincotto di fichi.
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20 settembre 2011

Vellutata di patate e broccoli con cuori di sfoglia al formaggio e brie


Stamattina ho intorno a me tutto quello che mi fa stare davvero bene.
Fuori un cielo con le nuvole che spegne un pò la luce accecante delle mattine estive e intorno un'aria finalmente fresca che mi fa respirare.
IL caffè in mano fa compagnia ai pensieri che si sono affacciati dopo aver letto un pò di pagine del mio libro del momento ('10 donne' di Marcela Serrano, molto bello). Qui dieci donne si raccontano. E, come ho già detto altrove nel blog, è facile ritrovarsi nelle storie di altre donne. Ovunque nel mondo e nel tempo percorriamo le stesse strade con le stesse contraddizioni e gli stessi desideri e gli sbagli sempre uguali.

E stamattina ho l'impressione di essere con loro, che, mentre mi muovo per casa, mi raccontano e raccontano...

E davanti a me ho le ore vuote di questa giornata da riempire con ciò che mi farà bene. Dovrò decidere io cosa.
Fare spazio, buttare via un pò di cose superflue. Ma mi accorgo che questo lavoro diventa sempre più difficile, perchè ogni giorno mi sembrano superflue sempre più cose.
Andrà a finire che butterò via tutto, magari ne fossi capace. Ho dentro di me una strana contraddizione. Minimalismo per il posto in cui vivo e grande fame dentro l'anima, di cose nuove.
Sento stanchezza per cose e persone inutili che ormai ho deciso non mi danno più emozioni e che non ho più voglia di incontrare, giochi di incontri che non danno niente e non portano a niente.
Nasce il bisogno di aria e pensieri nuovi. Voglio leggere di più, di più, voglio partire ancora e ancora, voglio con me SOLO una valigia piccola tipo quelle permesse dalle compagnie low cost, perchè so già che tutto quello che mi serve di pratico ci entrerebbe, per il resto le cose importanti me le porto dentro. E dentro c'è un mondo di certezze, di affetti, di emozioni, di curiosità, di capacità che nessuno mi potrà mai togliere. E li c'è tanto spazio ancora da riempire di gente e parole e silenzi al momento giusto.
Pensare tutto questo mi piace, mi fa star bene. 
Quindi... programma della giornata: mettere ordine in casa, buttare via il buttabile, nel frattempo mettere in forno qualcosa di dolce, pensare cose belle e progettare un viaggio fattibile (farsi un pò di conti non fa male.... è inutile pensare all'Australia!)...
E cucinare qualcosa di buono e caldo, perchè il freddo è tornato.

Vellutata di patate e broccoli con cuori di sfoglia al formaggio e brie
(x 2 persone)
- 2 patate
- broccoli a piacere
- poco brodo vegetale leggero
- pasta sfoglia dal banco frigo
- 1 cucchiaio di parmigiano
- cubetti di Brie
- olio extravergine di oliva

Mettere a bollire le patate sbucciate e salarle leggermente.
Lessare a parte i broccoli.
Con le formine a forma di cuore ritagliare la pasta sfoglia, cospargere di parmigiano e infornare a 180° fino a doratura.
Quando le patate sono cotte frullarle con i broccoli lessi, del brodo vegetale e un filo d'olio, fino ad raggiungere la consistenza della vellutata.
Servire caldo in coppette indivuduali accompagnando con i cuori al formaggio e i cubetti di brie.

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13 settembre 2011

guerra e pace in campagna

E siamo tornati con i piedi sulla terra.
Quella marrone della mia campagna che da sempre è da tutti conosciuta come un luogo di pace, ma che ultimamente continua ad essere per me come una zona di guerra.
Ma, dico, vi sembra possibile che da febbraio questo benedetto forno a legna non è ancora pronto?
Quel famoso muratore che sospira prima di rispondere, e che ancora latita, mi chiama, mi dice che viene e poi sparisce.
Quel famoso muratore dicevo è basso, e costruisce i forni alla sua altezza e, anche se grido dicendo che ioooooooooo lo voglioooooo più altoooooooo, se ne frega e dice che io non sono del mestiere e che l'altezza del forno è quella che decide lui e non io.
Che poi magari le pronunciasse tutte queste parole.
Lui ignora le mie parole e basta.
Dov'è finita l'ubbidienza degli operai?
Vi racconto questo altro aneddoto VERO e poi chiudo qui la serie 'Muratori a casa mia non ne verranno più'.
Nella tornata precedente (l'anno scorso) il 'tonachista' factotum che proprio totum non è che lo sapesse fare bene, una mattina mi fa una sorpresa.
Nel bagno che ha una parete tutta a pietra viva, mi fa trovare l'intonaco già fatto alle 8 di mattina (si era alzato prima per farmi una sorpresa!!!), di colore marroncino puntinato bianco.
Alla mia bocca spalancata mi dice 'Eh? hai visto signora che sorpresa ti ho fatto? questo intonaco l'ho imparato quando lavoravo al nord, a Bressanone, dove ne capiscono... Non come qui che l'intonano lo fanno sempre tutto chiaro'
E io che mi trattenevo da sola per non ucciderlo:  'a parte che non è detto che quelli che abitano a Bressanone ne capiscano più di noi.... ma mi dispiace, l'intonaco marroncino non l'avevo previsto. Per favore non prendere più l'iniziativa. Ora lo togli tutto e lo rifai chiaroooo...' 
Non mi ha parlato per una settimana, offeso.

Quello di ora non parla di suo.
Quindi ... stanca del lavoro e dell'agitazione, vi posto solo un'idea di pace che stamattina ho guardato con nostalgia, incapace di calmarmi e di goderne.
Tornerò a cucinare, ve lo prometto.
Ora vado avanti a friselle.
A presto
A
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4 settembre 2011

Risotto gamberoni e verdure al limone


Prolungamento di questa estate, calda, caldissima e ricca di infiniti colori.
Si vede che le giornate si stanno accorciando e non la si vuole lasciare andare. Tante le cose che si volevano fare e che non si son potute fare tutte.
E allora ci si aggrappa ad un'ora rubata quasi all'alba, al mare.
Alle foto ancora da mettere a posto.
Alle mail degli amici incontrati e alle notizie da inviare loro.
A qualche cena all'aperto, tirando fino alle 2.
Al caffè preso prestissimo in campagna, con intorno ancora il tepore che si affievolisce.
E si comincia a preparare l'elenco dei buoni propositi per il nuovo anno che in realtà inizia proprio a settembre, come da sempre, con l'inizio della scuola.
E palestre e piscine da prenotare, e cose estive da buttar via prima di richiuderle nelle scatole, e pietre e libri da sistemare negli scaffali.
E ricette da pubblicare per non dimenticare.
Come questa, inventata in barca, ma che ha deliziato occhi e palato, in un pomeriggio afoso, tra un tuffo e l'altro, e tra la voglia di fermare il tempo.

Risotto gamberoni e verdure al limone
- due o più gamberoni a persona
- una tazza di riso a chicchi grossi, a persona
- peperone rosso, peperone giallo, carota, sedano
- limone
- aglio
- olio extravergine di oliva

Lessare il riso in abbondante acqua salata, e scolarlo al dente.
Tagliare le verdure a pezzi piccoli e farli saltare in padella con un filo d'olio per due o tre minuti.
Salare e aggiungere al riso.
Privare i gamberoni della testa, lavarli e praticare un taglio lungo la parte dell'addome per togliere il budello nero.
In una padella versare un filo d'olio e uno spicchio d'aglio e far saltare i gamberoni finchè diventano rossi e quindi cotti.
Sgusciarli, tagliarli a pezzi grossi e lasciarne alcuni interi.
Aggiungerli al riso con l'eventuale sughetto rimasto.
Condire con succo di limone e olio crudo.


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