26 aprile 2011

Tempo di rinascita


La Santa Pasqua è una festa che fa riflettere. Soprattutto sul suo significato di Rinascita.
Una speranza per tutti, di poter rinascere ogni giorno con nuove energie, nuovi occhi, nuovi cuori.
Dopo giornate buie e cuori spenti. Dopo delusioni e amarezze. C'è sempre una possibilità di ricominciare nuovi giorni e nuove vite.
La mia Pasqua l'ho vissuta con questo spirito. 
In campagna con la mia famiglia, dove siamo tornati a respirare aria pulita, silenzio e fruscii, risate di bambini, profumi di fuori, e gioia di stare insieme, con i primi tepori della primavera.
Ho ricevuto anche due regali...
Due scatole pitturate da mani piccole, apparentemente vuote, ma in realtà piene di cose davvero importanti.
Una conteneva il vero significato della Pasqua, espresso con disarmante semplicità dalle mani di un bimbo bello.
E l'altra un pieno di amore e di cuori disegnato per me dalla mia nipotina.
E tutta la giornata è stata un grande dono, pieno di allegria e serenità in compagnia delle persone che amo.
E così vi lascio un pò di immagini di questo regalo.


 
 
 
 
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15 aprile 2011

Cicorielle, bietole e finocchietto selvatico, 'azzìs' con pomodorini e aglio fresco di primavera


Non ho più voglia di parole. Di suoni di persone, di chiasso e confusione, o suoni di auto.
Ho bisogno di suono di vento e fruscii,  di stridii e ronzii di insetti e abbaiare lontani di cani di masseria. E al finire del giorno, di muggiti di mucche che tornano dal pascolo da sole e suoni di campanacci e poi, piano piano, anche di versi di civette e gufi che si riprendono il potere della notte. 

E ho voglia dei profumi di lillà che in questi giorni riempiono l'aria delle strade di campagna, e dell'erba appena tagliata dei campi puliti. E della rucola che comincia a spuntare, con il suo odore forte che mi fa pensare alle insalate fresche dell'estate. E delle violacciocche del mio giardino che fanno compagnia alla citronella comprata lo scorso anno.

E ho voglia di riempire le mie future giornate della calma delle passeggiate dove ti incammini senza ancora sapere dove andare e perchè, ma strada facendo raccogli quello che ti viene offerto dalla campagna, come carezze che solo una madre, paziente e silenziosa, sa darti.
E raccogli erbe di campo, piene di profumi e fiori e piante di borraggine. E rucola selvatica e cicorielle e bietole spontanee. E fiori da mettere in tavola e nelle insalate.

E torni, con la pace dentro e con la voglia di condividere tutta questa magia con qualcuno.
Ed è così che nasce l'idea di un corso sulle erbe spontanee della mia terra, che si terrà qui a Noci il 12 maggio prossimo, in compagnia di un bravissimo esperto di piante della facoltà di Agraria dell'Università di Bari, appassionato come me della sua terra, tanto da fare di un amore il suo lavoro. E in compagnia anche di un grande cuoco che sa trasformare queste semplici erbe in piatti pieni di passione.
Per il programma cliccare sulla foto qui di seguito

Mi piacerebbe tanto ripetere con tanta gente la stessa passeggiata che ho fatto ieri e che mi ha dato oltre a tanta serenità anche l'idea del piatto che oggi era sulla nostra tavola.


Cicorielle, bietole e finocchietto selvatico, 'azzìs' con pomodorini e aglio fresco di primavera

- cicorielle e sivoni
- bietole selvatiche
- finocchietto selvatico
- olio extravergine di oliva
- aglio fresco
- pomodorini
- peperoncino (facoltativo)

Pulire accuratamente le verdure, lavarle più volte per eliminare il terreno.
Lessarle in acqua bollente e salata. Nel frattempo in un tegame far rosolare in olio extravergine di oliva, diversi spicchi d'aglio fresco, anche in camicia, parecchi pomodorini tagliati a metà e, se gradito, il peperoncino.
Quando le verdure sono ancora al dente tirarle fuori dall'acqua di cottura con un forchettone o con l'attrezzo per gli spaghetti e, grondanti di acqua, posarli nel tegame con i pomodorini. Aggiungere ancora qualche mestolo di acqua delle verdure e continuare la cottura, coprendo con un coperchio.
Servire con fette di pane fatto in casa.

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8 aprile 2011

Polpo affogato al pepe nero, con patate e insalata di cipolle rosse


Aeroporto, ore 8 di mercoledì scorso... vado a prendere una persona a me mooooooooooolto cara che ha deciso di trascorrere qualche giorno con me, cuore a cuore, a spasso tra campagna e mare, nella mia meravigliosa terra. 
Qui lentamente si è affacciata la primavera e io, in compagnia del sole della mattina presto, forte e chiaro, le ho dato il benvenuto. Direttamente dall'aeroporto abbiamo preso la strada per il mare, giro larghissimo per tornare a casa, ma avevo un grande desiderio... fare colazione sugli scogli isolati e assolati di un posto selvaggio che conosco, dove sicuramente non ci sarebbe stato nessuno, oltre ai fiori blu e al profumo dell'origano.
E così abbiamo comprato cappuccini bollenti nei contenitori termici, merendine e dolci alla crema di mandorle, e ci siamo avviate.
Ci sono momenti in cui non servono le parole, perchè c'è talmente tanto intorno che ci riempie il cuore, che non serve altro.
Un piccolo grande regalo di uno dei primi giorni di questa primavera.
E cominciamo dal mare....


Polpo affogato al pepe nero, con patate e insalata di cipolle rosse
(x 4 persone)

- 4 polpi piccoli
- 4 cipolle rosse
- 4 foglie di alloro
- 2 cucchiaini di grani di pepe nero
- 8 pomodorini ciliegino
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- sale
- aceto di mele
- 1 cucchiaino di zucchero
- 4 patate medio/grosse

Lavare le patate, metterle in una pentola alta, coprirle d'acqua e lessarle. 
Tagliare julienne o a rondelle sottilissime 2 cipolle rosse, lavarle e metterle in un piatto fondo. Versare il cucchiaino di zucchero e coprirle con l'aceto di mele.
In un altro tegame versare l'olio, le altre 2 cipolle tagliate a tocchi grossi, i grani di pepe nero, i pomodorini a metà, le foglie di alloro e infine adagiarvi sopra i polpi.
Coprire e far cuocere a fuoco lento per una mezz'ora o fino a quando sarà diventato tenero.
Non aggiungere acqua perchè come da letteratura 'il polpo cuoce nell'acqua sua stessa'.
Se necessario aggiustare di sale.
Impiattare come segue: sul fondo del piatto disporre delle fette di patate lesse, sistemare sopra un polpo e irrorare con il sughetto. Al lato del piatto sistemare un cucchiaio di cipolle rosse scolate dall'aceto,
(Le cipolle della foto non sono state cotte nell'aceto, ma sono solo per decorazione)
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6 aprile 2011

Minestra primavera


E rieccomi qui...
L'assenza non si può più giustificare solo con una serie di impegni. Quando cominci a trovare giustificazioni anche con te stessa allora significa che urge una riflessione approfondita dentro. C'è sempre una ragione per le nostre azioni, e quando sembrano incomprensibili, in realtà bisogna solo fermarsi un attimo e guardarsi indietro e intorno.
Alla ricerca dell'equilibrio.
Ma sarà mai possibile? sono rari i giorni in cui sentiamo dentro di noi la stabilità. Quella strana piacevole sensazione che ci fa sentire in pace con noi stessi, che non ci fa desiderare niente perchè sembra che li e in quel momento si abbia già tutto. Ma è una condizione rara e difficile da raggiungere perchè fatta da un sottile e delicato incastro di mille cose.
Ogni momento sentiamo sempre che ci manca qualcosa. A me manca sempre qualcuno.
Da anni ogni lunedi mattina c'è una partenza. Per fortuna il venerdì c'è anche un ritorno.
Da quest'anno uno dei miei figli è fuori per l'Università, quindi parte, torna, riparte, ritorna, e ririparte ancora.
L'altro figlio è impegnato/impegnatissimo su mille fronti e interessi e io ne sono contenta, ma tutto questo lo porta fuori casa. E non mi rompessero le scatole quelle mamme che mi prendono in giro e vorrebbero farmi sentire un'idiota sentimentale e piagnucolona perchè anzi, secondo loro, dovrei essere felice della ritrovata libertà!!! E lo sono, ma non della ri-trovata libertà, perchè libera dentro, fuori, delle mie scelte, lo sono sempre stata. Sono contenta del tempo a disposizione da riempire con i miei mille interessi.
Ma non si può non sentire dentro le incrinature di un'anima frantumata che vive sparsa nel mondo.
(mi viene in mente l'immagine geniale e magica degli Horcrux di Harry Potter...).

E poi il mio blog....può da solo fare la magia? non lo so.... ultimamente mi sento circondata da ricette e ricette, dietetiche, originali, incasinate, pretenziose, orribili, stupide, buonissime che ti fanno pensare che ormai tutto è stato scritto e inventato, tutto è stato fotografato e ripreso da tutte le angolazioni. Le post produzioni sono professionali e ti senti una merdaccia se non trovi qualcosa di originale e innovativo.
Che non c'è.
E non volendo essere una voce che urla nella folla, preferisco tacere. 
Forse bisogna tornare indietro, in un passato (di cucina) quando si mangiava solo quello che la terra ti regalava in quel momento, e senza preoccuparsi tanto di impiattare in maniera creativa la minestra.
Forse è li la soluzione di tutti i problemi e i pensieri.

Minestra Primavera


- piselli freschi
- fave novelle fresche
- asparagi selvatici
- carciofi
- cipolla
- scalogno
- prezzemolo
- rametti di timo fresco
- olio extravergine di oliva
- sale e pepe
- brodo vegetale

Sgusciare i piselli e le fave.
Pulire i carciofi e tagliarli a spicchi.
Tagliare il prezzemolo.
Eliminare la parte dura degli asparagi.
Unire tutto insieme e metterlo in un tegame a rosolare con la cipolla e lo scalogno tagliuzzati nell'olio di oliva.
Salare.
Quando tutto è ben rosolato, aggiungere tanto brodo vegetale da coprire il tutto.
Mettere il coperchio e portare a cottura.
Servire con due rametti di timo e un filo d'olio crudo.

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