30 aprile 2010

Soluzione: Cardoncelli selvatici in brodo di carne delicato

Finalmente un momento di calma! 
Oggi è stata una giornata piena piena di cose da fare, di arrivi, di caldo, di preparativi, di pulizie.... insomma una giornata senza respiro.
Stamattina ore 7,00, campagna, per ultimare i lavori dell'idraulico. Ore 9,30 inizio pulizie di casa, ma di quelle forti però... Lavatrici a ripetizione a dispetto delle fasce orarie, ma c'era un sole così bello e forte che, come in estate, dopo mezz'ora il bucato era bello asciutto. Pranzo velocissimo e ripulizie per l'arrivo di un graditissimo ospite da lontano. Oggi, per un gemellaggio con varie nazioni (Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, e Svezia), organizzato dal Liceo Scientifico che frequentano i miei figli, è arrivato un ragazzo dalla Polonia, che ospiteremo per una settimana circa. E' sempre un'esperienza bellissima questa che ogni volta ci arricchisce di allegria, di occhi sorpresi, di gioia di vivere, di energia di adolescenti. E siamo felici di vedere come i nostri ragazzi aspettano i compagni stranieri e, in nome di un'ospitalità che non so se è tipica del sud o degli adolescenti di tutto il mondo...,organizzano tutta la settimana. Ogni volta temo che gli ospiti non gradiscano la nostra cucina, ma ogni volta sento tanti 'mmmmmm' di piacere e vedo occhi gioiosi che già cominciano a pregustare le mozzarelle, le orecchiette al ragu che gli prepariamo come esempio di cultura gastronomica locale. E imparano a cucinare le nostre ricette.
In più oggi c'è una giornata di primavera (per noi) vista come giornata di estate da loro che,  venendo dalla Polonia, sentono un caldo terribile. E infatti domani li porto al mare e, volendo, facciamo il bagno. 
Tornando alla ricetta, manco a farlo apposta, oggi ho preparato per la seconda volta la verdura dell'indovinello, proprio per questo post. Così ha potuto assaggiarla anche il nostro ospite che, ovviamente, non l'aveva mai vista neanche in fotografia.
Ecco a voi i CARDONCELLI SELVATICI.... cotti. Crudi sono bruttissimi, pieni di spine e nessuno direbbe che sia una pianta commestibile. Inoltre la pulizia è dolorosissima, per questo sono preziosi e si comprano già puliti. Ho trovato una foto qui della pianta originale con le relative informazioni.

Cardoncelli selvatici in brodo di carne delicato
- cardoncelli selvatici
- un pezzo piccolo di carne (tipo una fettina)
- carota, patata, coste di sedano, cipolla, prezzemolo, pomodoro
- sale
- olio extravergine di oliva
- parmigiano grattugiato

Preparare un brodo leggerissimo con la carne e tutte le verdure (meno i cardoncelli).
Far bollire per un'oretta, salare e alla fine aggiungere un filo d'olio. 
I cardoncelli (privati delle spine e lavati accuratamente) devono essere semplicemente lessati in acqua salata . A metà cottura scolarli e completare la cottura nel brodo di carne.
Servire caldissimi, con un pò di verdurine sminuzzate e del parmigiano grattugiato.



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29 aprile 2010

indovinello......


Conoscete questa pianta?
- è commestibile, anzi è una rarità dal sapore delicatissimo 
- la pianta della foto è già stata 'spogliata'
- si trova solo in questo periodo
- vestita, punge, tantissimo
- si preparano delle frittate o si serve in brodo di carne 
- non è un alieno e non si muove, come potrebbe sembrare dalla foto successiva

 
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26 aprile 2010

Millefoglie alla crema Chantilly per tre anniversari d'Amore

Ogni anno nella nostra famiglia c'è un giorno speciale, ma davvero speciale da festeggiare: il 25 aprile. Questa è la data che tanti anni fa scelsero i miei genitori per sposarsi. Questa è la data che anche io e mio marito abbiamo scelto per il nostro matrimonio. E la stessa cosa ha fatto mio fratello. Non so perchè... Forse guardare i nostri genitori e l'amore che da sempre ancora li unisce ci è sembrato un portafortuna, una garanzia, insomma una data che portava bene e così abbiamo fatto anche noi la stessa scelta. Ed è così che questo giorno lo festeggiamo sempre insieme. Si lo so, siamo nostalgici, romantici, ma è inevitabile per noi riflettere sul tempo che passa e guardare il cammino che continuiamo a fare insieme ci da forza e ci rassicura. 

Quindi, in mezzo a tanti fiori, tante cose buone preparate per pranzo, e alla meravigliosa allegria dei bambini che gioiscono quando stiamo tutti insieme, perchè secondo loro allora si vede che è festa.... è passato anche questo triplo anniversario. La torta non l'ho preparata io, ma i miei spettacolari cognati che hanno una delle migliori pasticcerie del paese (anzi, la migliore!!!). Sapete, è una fortuna avere dei cognati pasticceri, per tanti motivi... Innanzitutto ogni volta che passi dal laboratorio artigianale, ti senti come una bambina che ha un permesso speciale per entrare nel mondo delle favole, ti guardi intorno e puoi assaggiare un dolcetto ancora caldo e puoi sceglierlo tra mille. Cosa che è permesso solo a me..... eh eh ...
Poi non sapete che dolcezza abbracciare una persona che già è dolce di suo, di carattere, e che in più profuma di vaniglia e di dolci e di cioccolato sempre. E' davvero un dono speciale. Sto aspettando che sia ultimato il loro sito, per farveli conoscere, perchè, credetemi, ne vale davvero la pena. Allora il dolce che ci hanno regalato è un miracolo di bontà e lo si capisce dal fatto che si prepara quasi al momento di mangiarlo, al massimo prima di pranzo e si deve consumare presto (ma questo non è mai stato un problema!!!) per gustarlo friabile e croccante. E' una torta Millefoglie alla crema chantilly. Ovviamente io non ho la ricetta originale e non l'avrò mai, lo so lo so.... ma posso riportare i miei tentativi di imitazione con una dignitosissima riuscita (che però non ha niente a che vedere con la torta di cui sopra...).
E ora.... mentre scrivo .... ne sto mangiando un altro pezzo..... slurp....
Millefoglie alla crema Chantilly
- Confezione di 3 fogli di  pasta sfoglia già cotta (Io prendo quella di Matilde Vicenzi, che è pure glassata)
- Crema pasticcera
- Panna montata
- Zucchero a velo
- Granella di nocciole

In un piatto da portata mettere sul fondo un filo di crema pasticcera e posarvi sopra una delle tre sfoglie. In una coppa amalgamare con un gesto rotatorio da sotto verso sopra la crema pasticcera e la panna montata. Versarne uno strato sulla sfoglia. Coprire ancora con uno strato di sfoglia e uno di crema. Ancora una sfoglia. Cospargere di zucchero a velo. Distribuire sul bordi laterali un filo di crema e coprire con granella di nocciole. Passare brevemente in frigo e mangiare appena possibile.




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18 aprile 2010

La felicità è...

Voglio arricchire la collezione di momenti di felicità di Eniko. Ho pensato che sia una delle collezioni più belle che sia stata inventata e allora volentieri le regalo anch'io il mio.
Una mattina di marzo mio figlio (il piccolo) mi dice che non ha voglia di andare a scuola. Sul suo viso di adolescente  si affollavano mille pensieri, da quelli bui a quelli tristi a quelli inquieti. Ho messo da parte la mia intransigenza di mamma severa e ho capito che era più salutare per lui restare a casa a smaltire la malinconia, che affrontare una giornata in maniera distratta e poco costruttiva. D'altro canto non si può giustificare un'assenza solo per la febbre.
Aveva bisogno di me e allora ho deciso di invitarlo a seguirmi in un piccolo paese sul mare, qui vicino, per una commissione.
Arrivati li, il tempo era splendido e 'i prati già in fiore', pieni di senape e abbiamo deciso di regalarci un pò di tempo solo per noi.
 
Abbiamo passeggiato sulla spiaggia dove le prime orme erano nostre. 
 Respirato il profumo del primo mare della stagione.
 Desiderato tuffarci nell'acqua trasparente. Assistito al volo dei gabbiani. 
 Raccolto quello che il mare ci ha donato.
 E, alle 11,30 di mattina, mangiato insieme 50 ricci con il pane bianco morbido appena cotto.

 Tornati a casa cantando, il mondo sembrava più bello, allegro e pieno di promesse.
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13 aprile 2010

Scaldacuore agli asparagi selvatici

Minimalismo. Ecco la parola che identifica in questo momento la mia vita. E penso che sia legato allo scorrere del tempo. C'è un momento della vita di tutti in cui si desidera accumulare, esperienze, libri, cose, vestiti, comprando e indossando di tutto. E poi, all'improvviso comincia una fase in cui ti manca l'aria e desideri più spazio. Intorno e dentro di te.
E il 'repulisti' inizia eliminando gli anelli superflui, i braccialetti che si bagnano e ti danno fastidio ogni volta che ti lavi, poi le collane 'fisse', poi in casa tutti i sopramobili inutili, le bomboniere, anche quelle d'argento, le scatole e scatoline che 'possono sempre servire', ma che non servono mai, o almeno serviranno quando le avrai buttate via. 
Poi ti compare davanti agli occhi l'armadio. E sai che li dentro si nasconde il tuo passato fatto di taglie mooooolto più piccole che è inutile continuare a guardare, di golf di colori e forme obsolete, che nonostante i revival, non saranno mai più mettibili. E foulard profumati di saponette, e scatole di magliette che passano pazientemente dal reparto estate a quello inverno ormai da anni, senza mai avere la soddisfazione di essere indossate nemmeno durante i lavori di campagna. E allora viene il momento del coraggio. Apri la busta di quelli che fingono di fare beneficienza portandoti via le robe vecchie (ma quelle proprio vecchie no, quelle non le vogliono), che verrano domani a ritirare, e ci infili di tutto. E ti senti un'eroina che libera dal nemico il territorio dell'armadio e della mente.
Stessa necessità di semplificazione... nella cucina. Dove cominci a ridurre i tempi, gli ingredienti, l'olio (soprattutto!!!),  e le complicazioni dei sapori. Scegli di gustare pochi sapori per volta, per riscoprire il valore della semplicità. E scopri che questo fa bene al cuore.
Ecco perchè oggi questo piatto ha avuto una valenza terapeutica. Quando fuori c'è il diluvio anzichè la primavera.
Scaldacuore agli asparagi selvatici
- un mazzetto di asparagi selvatici
- aglio
- prezzemolo
- un uovo a testa
- parmigliano grattugiato
- pepe macinato
- pastina a piacere (io preferisco gli spaghetti spezzati o i funghetti)
- olio extravergine di oliva

Pulire gli asparagi e privarli della parte dura. Lavarli e metterli in una pentola alta con parecchio prezzemolo spezzettato grossolanamente e qualche spicchio d'aglio. Riempire di acqua e portare ad ebollizione.
Quando il brodo è pronto versare la pasta. Salare.
In una coppa sbattere le uova con il formaggio e pepe. Quando la pasta è al dente versare le uova sbattute nel brodo e rigirare velocemente. Versare un filo d'olio e portare a cottura. Non eliminare il prezzemolo perchè nel frattempo si sarà amalgamato agli altri ingredienti profumando il tutto.
Servire bollente.
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8 aprile 2010

Salmone su insalata di puntarelle

Che dire? che la giornata sembra iniziare con tanta buona volontà per fare le cose per bene e poi, all'improvviso, tutto comincia ad andar storto.... Mannaggia.
Stamattina alle otto e 15, tuta da jogging (leggi passeggiata), scarpettina precisa, amica con stesse esigenze e ritmi, siamo partite per un'oretta di sano sport. Ma al ritorno l'affanno ha prevalso e mi son beccata una bella 'Anna ma tu stai frecàta proprio' della mia amica che invece aggrediva la salita con disinvoltura. Tornata a casa la cosa è peggiorata parecchio, tanto da sentirmi autorizzata a chiamare il medico che mi ha detto di tranquillizzarmi, perchè tanto si trattava di una 'banale' ... allergia da pollini. Ho preso l'antistaminico e mi son sentita meglio... cioè i sintomi sono migliorati, ma è da allora che mi aggiro per la casa come una 'defi', incapace di organizzare nemmeno una passata di scopa elettrica. Figurati cucinare...
Meno male che la  mente allenata va da se e anche per le cose semplici le abbina e fa bella figura... E nonostante lo sguardo 'perso', e una presenza 'assente', ho ricevuto i complimenti dei miei figli che hanno detto 'prendi più spesso l'antistaminico, mamma, e prepara di nuovo questo piatto'. 
 Salmone su insalata di puntarelle

- tranci di salmone fresco
- puntarelle (cicorie)
- olio 
- aceto
- sale
Spuntare e lavare le cicorie e lasciarle in una coppa d'acqua fresca, fino a quando si 'arricciano'.
Nel frattempo lessare in acqua bollente i tranci di salmone. Scolarlo e diliscarlo.
In un piatto di portata condire le cicorie con olio, sale e aceto. Spezzettare il salmone e servire.
Per arricchire il piatto (soprattutto per i ragazzi), mescolare un pò di maionese e checkup e servire sul salmone.

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6 aprile 2010

Asparagi selvatici sott'olio

E anche questa è fatta. Siamo rientrati, stanchi, da quella che doveva essere una pausa rigenerante. E che invece ci ha visto belli compatti nei preparativi di piatti pasquali, nelle organizzazioni di picnic fuori casa, nella buondisposizione verso i cannelloni, dopo un accenno di digiuno quaresimale e dopo un tentativo maldestro di immedesimazione nei riti religiosi pasquali.
Troppe parole gettano fango su chiunque in televisione e anche gli animi più scaltri ne risultano macchiati. O almeno tutti sono portati a pensare, a riflettere, ad indignarsi, e ad avvicinarsi con cautela alla spiritualità che soprattutto in questo momento ha bisogno di punti di riferimento, per respirare aria pulita. E tutti coloro che vivono la Settimana Santa come un momento di rinascita, di ritorno alla vita, hanno aperto le loro ali con timore, temendo di volare in un mondo fatto di menzogne e cattiverie. 
Per fortuna ci salvano gli affetti che coltiviamo intorno a noi e che difendiamo a costo della nostra vita. 
E godiamo di piccole cose, come i primi fiori che spuntano, le risate dei nostri bambini, e la voluta spensieratezza che ci porta a chiudere le porte buie e a guardare e ad andare solo avanti.
E a godere anche di un piccolo dono, un mazzetto di asparagi selvatici, raccolti da mio figlio che me li porge aspettando il mio stupore.
E che all'istante ho preparato come una cosa preziosa,  perchè tale per me è stata... da provare a conservare, ma che in un istante è stata goduta in compagnia su un pezzo di pane e avvolto in un velo di mortadella.
Asparagi selvatici sott'olio
- asparagi selvatici
- una parte di vino bianco
- una parte di aceto bianco
- olio extravergine di oliva

Spuntare gli asparagi e raccogliere solo la parte tenera del gambo. Lavare il tutto e nel frattempo mettere a bollire il vino bianco e l'aceto.
Immergere per 5 minuti le punte degli asparagi e farle scolare per bene, praticamente li dovete far asciugare.
Sistemarli in barattolini piccoli e coprirli d'olio extravergine di oliva.
Provare a conservarli, se vi riesce. Se non ce la fate preparate una bella fetta di pane fatto in casa con una fetta larga di mortadella, adagiare gli asparagi e, a mò di lenzuolo, coprire con un la parte appesa della mortadella. 
Guardarla, chiudere gli occhi e addentarla.


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2 aprile 2010

Ciucciarelli di Pasqua

E' arrivato il tempo di fermarsi per un pò. Ho chiesto tanto da me stessa, ho corso e lavorato tanto, ho seguito tante cose, ma ora ho bisogno di riposare qualche giorno. Sento intorno a me la frenesia dei preparativi pasquali e mi dispiace di non essere riuscita quest'anno a seguire i riti che mi hanno sempre affascinato fin da piccola. Il rito dei Sepolcri da visitare, la processione dei Misteri dei Venerdì Sando che hanno spostato alla Domenica delle Palme lasciandomi perplessa e arrabbiata perchè le tradizioni sono tali quando non cambiano.
Ma la cosa che non cambia mai è la preparazione dei 'ciucciarelli' di Pasqua, tipici dolci  di biscotto all'uovo, preparati in casa e cotto nel forno a legna del paese e ricoperti di 'gilèp' (naspro o giulebbe) che sarebbe un quintale di candida glassa di zucchero. Io non li ho mai preparati e questi che vedete sono quelli fatti dalla mia mitica mamma che però ogni anno fa la sua corsa sotto sotto Pasqua per regalarli freschi. E ogni anno si assiste alla sparizione improvvisa di mamma che va dalla 'signora di sopra' o dalla zia o dalle amiche per aiutarle a fare o i ciucciarelli o il gilèp, perchè come li fa lei non li fa nessuno.
Ah! la mia mamma. In questi giorni frenetici stanno venendo fuori tante di quegli aneddoti che mi fanno ridere che prima o poi scriverò. 
Ora faccio a tutti voi i miei auguri per una felice e serena Pasqua... e ci rivediamo dopo le feste.

Ciucciarelli di Pasqua
 - 2 cucchiai di zucchero
- 8 uova
- 50 g di olio
- 50 g di liquore
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- farina q.b.
- un cucchiaino di sale fino

impastare gli ingredienti e formare un salame grosso da tagliare a tocchetti. Schiacciare ciascun pezzocon il matterello fino a raggiungere lo spessore di un dito. Dare la forma tipica del ciucciarello ( tipo un ideogramma cinese!!!) e metterli sulla spianatoia. Portare ad ebollizione una pentola capiente di acqua e immergere i ciucciarelli pochi per volta.
Quando vengono a galla scolarli e rimetterli ad asciugare su un canovaccio. Infornare a 180°-200° o, meglio nel forno a legna, fino a quando diventano dorati e gonfi.

Gilèp (giulebbe)
- 1 kg di zucchero
- 250 g di acqua
- 2 albumi

Preparare lo sciroppo di zucchero facendo bollire lo zucchero nell'acqua. Montare a neve fermissima gli albumi e, lentamente, versare lo sciroppo, mescolando.
Immergere i ciucciarelli solo su una facciata e metterli a riposare sulla spianatoia.

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