28 maggio 2010

La festa dei Gitani - Camargue - Saintes Marie de la Mer

Arriva per tutti il momento di fermarsi, quando la mente ormai va avanti da sola, con le forzature della quotidianità e ha bisogno di ritrovare il proprio fluire, lento o veloce che sia, ma simile ad una danza armoniosa e non con suono di metallo.
Allora prendi la macchina fotografica, unica speranza di memoria, quando i ricordi si diluiscono nel tempo, e decidi di partire. Niente autostrada, dove la strada è troppo dritta e semplice e i pensieri trovano spazio. E come meta un posto diverso. Un posto dove c’è una festa,  dove prevale  l’allegria, le voci, i colori e i suoni forti di una gente che di solito siamo abituati a guardare con diffidenza. La festa dei Gitani, in Camargue, Francia. In un posto chiamato Saintes Maries de la Mer.

Domenica 23 maggio, ore 18,00.
Sono diverse ore che viaggiamo, non siamo ancora stanchi, ma solo curiosi di immergerci  in una nuova avventura. Arrivando in Camargue, per la prima volta, a digiuno di informazioni, come viaggiatori ignoranti, assetati di conoscenze non scritte ma di vita vera, prendiamo confidenza con un paesaggio particolare, fatto prevalentemente di paludi e acquitrini, saline e orizzonti che riportano ovunque il mare. Acqua intorno a noi e uccelli che  sgambettano cibandosi di insetti e gracidare di rane, migliaia di rane.
I colori diventano più morbidi e tutto diventa acquerello.
Come evocati da lettori di favole compaiono qua e la bianchi cavalli dalla lunga criniera che pigramente si offrono ai nostri occhi, conservando postura, indifferenza e dignità.
O interi branchi, richiamati dal tramonto che arriva, o solitari stalloni alla ricerca di un po’ di quiete.
Anche loro.
Compaiono le prime roulotte, non vecchi carri colorati, come ci hanno insegnato nei film, ma moderni camper superaccessoriati parcheggiati in enormi campi organizzati appositamente per la festa. Sono centinaia, migliaia? Ma si avverte già la presenza di un popolo, un intero popolo, venuto qui per offrire la propria devozione.
Arriviamo al nostro albergo e già la prima sorpresa. Negativa, su noi stessi. La nostra diffidenza nei confronti degli zingari ora è tangibile. Siamo accolti alla reception da una gitana in abiti sgargianti che parla a voce alta con altri ospiti, gitani, in una lingua che non è né francese, né spagnolo, ma un insieme delle due lingue e di altre ancora. Tutti sembrano abbronzati, scuri e indossano abiti bianchi splendenti e pesanti collane d’oro con medaglie giganti di santi. Anelli alle dita e capelli scuri tirati e lucidi. Nell’aria si respira la sicurezza di un popolo forte, che va al di sopra delle nostre paure e dei nostri pregiudizi.
Nella nostra stanza scopriamo che le serrature sono rotte e quindi è necessario abbandonare ogni diffidenza. Lasciamo tutto li e partiamo per il centro del paese, verso la Chiesa dove tutti paiono dirigersi.
Si festeggia Santa Sara, una gitana che, narra la leggenda, salvò da una tempesta Santa Maria Salomè e Santa Maria Giacobbe. 
La piazza è gremita di gente, di volti gitani di etnie diverse, Rom, Sinti,  Manouches che ridono,  suonano,  ballano, che si ritrovano, pregano e si organizzano.
Entriamo in chiesa e ci sorprende la sua buia austerità e i volti silenziosi, devoti e illuminati di fede, dei gitani già seduti. Bambini chiassosi ridotti al silenzio da uno sguardo severo e obbligati alla preghiera. Mai visto tanti volti così interessanti, belli da guardare. Quasi ti intimidiscono con la loro sicurezza quando ti guardano dritto negli occhi. Non osi nemmeno chiedere se puoi fotografarli per timore di offenderli. Ma loro capiscono e ti offrono i loro bimbi, orgogliosi.
Senza chiedere niente in cambio.
La chiesa è buia ma sotto l’altare ci attira una luca calda che proviene da una cripta sottostante,  e li ci dirigiamo.
Appena sceso un gradino, ci aggredisce un’incredibile vampata di calore e una luce che sembra fuoco.
Scendiamo abbassando la testa e ci ritroviamo in una stanza dalle volte basse e i muri neri, illuminata solo da centinaia di ceri e candele, piegate dal loro stesso calore. Sui muri mani sconosciute hanno lasciato un’impronta o una lettera o un cuore. In fondo alla stanza c’è la statua di Santa Sara, quasi completamente coperta da abiti sontuosi, che suscita commozione e lacrime sui volti di chi, dopo una lunga fila, riesce a toccarla. C’è chi la abbraccia, chi l’accarezza sussurrando  silenziose preghiere e suppliche, c’è chi le avvicina il proprio figlio, implorando la sua benedizione.
E’ un luogo magico, dove ti avvolgono odori di corpi e capelli agghindati con fiori e olii profumati.
Corpi abbondanti che non chiedono scusa se ti sono addosso, non temono di toccarti, di sfiorarti, di condividere fisicamente un luogo stretto.
Un delirio per tutti i sensi.
Usciamo in trance, seguendo la folla e ascoltiamo una messa fatta di preghiere, di lamenti e di canti.
Alla fine della messa, fuori dalla chiesa, diventiamo parte di uno spettacolo di colori e suoni straordinari. Ed è bellissimo fermarsi e lasciarsi sfiorare dalle correnti umane che ti circondano.
Non devi andare in nessun luogo. Ogni luogo è qui ora.
E ti fermi sono per mettere a fuoco le immagini e scatti di continuo.
Un mare di volti dai tratti più diversi, dalle lingue più strane, che ti sorridono e tu sorridi, che ti invitano alla danza e tu con loro.
Non c’è più diffidenza, non c’è più differenza, c’è solo emozione, forte.
E’ tardi quando, stanchi, decidiamo di andare a riposarci un po’ e scopriamo di non avere nemmeno fame. Ci siamo saziati solo dei profumi delle mille paelle preparate in tutti gli angoli delle strade.

Lunedi 24 maggio, ore 10,30.
Seguiamo il mare di gente per assistere alla processione di Santa Sara,  scortata dai ‘guardians’, uomini a cavallo armati di tridenti, che precedono la folla. E mille volti diversi e abiti colorati sfilano davanti ai nostri occhi.
Il tempo vola. Ubriachi di rumore e colori decidiamo di allontanarci un po’ dalla folla e di perderci nella natura della Camargue per ascoltarla in silenzio e capirla un po’ meglio.
E così scopriamo che i fenicotteri rosa e altri uccelli hanno scelto questo posto come tappa delle loro migrazioni e lo condividono tranquillamente con i visitatori e li sorprendono all’improvviso spiccando il volo.
Come possono essere belli i colori di questo posto alla luce del tramonto.
E ancora cavalli che corrono liberamente nelle grandi campagne e ti incantano.
E’ di nuovo sera e ci sono ancora canti e balli gitani e chitarre spagnole e donne che improvvisano danze frenetiche.

Martedi 25 maggio, ore 10,30
Il giorno dopo, la festa prevede il bagno delle Sante in mare, scortate sempre dai guardians, dai fedeli e dalla folla immensa che segue la processione o attende sulla spiaggia.
Centinaia di fotografi arrivati li con obiettivi incredibili, cercano di fissare ogni istante di questa festa che all’improvviso diventa frenesia. Tutti insieme, sante, madonne, fedeli, guardians, cavalli, visitatori, nell’acqua del mare dove si festeggia un unico momento di vera comunione e allegria, al grido di ‘Vive Sainte Sara!!!’. Tra spruzzi di acqua, zoccoli di cavalli che si innervosiscono, canti e preghiere, ci ritroviamo tutti completamente bagnati in questo mare ancora così freddo, ma così pieno di gente, emozioni e calore.

E poi all’improvviso arriva l’ora di rimettersi in viaggio.
E’ finita…..
E sulla strada del ritorno, scopriamo di avere già nostalgia di questo posto dove si è creato un incantesimo.
E torniamo a casa sicuramente più ricchi di prima. Di foto, di emozioni, di scoperte e di sorrisi.
Gli zingari hanno fatto una magia.

Fede gitana

Colori e suoni di festa


La Camargue


 Camargue B/N


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30 commenti

  1. spendido questo tuo reportage!Ci sono stata 2 anni fa in Camargue ma non nei giorni della festa,la Camargue faceva parte della mia vacanza in Provenza,se vuoi dare un'occhiata il mio reportage è qui, sei la benvenuta da me....

    http://chiara-lavogliamatta.blogspot.com/2010/02/meravigliosa-provenza-prima-parte.html


    http://chiara-lavogliamatta.blogspot.com/2010/02/meravigliosa-provenza-seconda-parte.html

    http://chiara-lavogliamatta.blogspot.com/2010/02/meravigliosa-provenza-terza-ed-ultima.html

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  2. Bravissima Anna!!
    Hai saputo cogliere lo spirito di questo evento.
    Bellissimo l'interno chiesa con i vari particolari , candele ecc.
    ......ma hai fatto il WorkShop con me ??? No?
    Peccato, saresti stata un elemento prezioso!
    Scrivi molto bene! sono invidioso.
    a presto carlo mari

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  3. @ Chiara... grazie Chiara, ormai faccio parte anch'io dei nostalgici della Camargue. Son passata da te e ci ritornerò presto per condividere il resto dei tuoi viaggi.

    @ Carlo Mari... Grazie mille dei complimenti.... Ora si che la mia autostima è a mille.
    Vabbè dai ora non farò più tanto la modesta allora. Appena l'organizzi un altro workshop ci sarò sicuramente. A presto

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  4. Un reportage meraviglioso da cui traspare fede, passione, allegria, spensieratezza. Grazie per queste immagini.

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  5. Che meraviglia!!! Io pochi giorni fa ero a Siviglia, e chi meglio di me può apprezzare la cultura gitana, visto che studio flamenco dal 1995?? Adoro l'Andalusia e mi ha sempre affascinato la regione che hai visitato tu, deve essere magica, e il pellegrinaggio di Santa Sara che è così simile a quelli del sud della Spagna...mi piacerebbe un giorno andarci, per ora mi accontento delle tue bellissime foto e dei tuoi racconti

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  6. Bellissimo Anna!
    E ho riflettuto su una cosa.....la fede è quel sentimento che da allegria all'animo umano....chi ha fede sa trovare sorrisi ed abbracci per tutti...qualunque sia il credo della sua fede.
    Tu,come sempre, sai rendere accattivanti i tuoi racconti animata, come sei, da uno spirito incredibilmente creativo nelle parole e da una mano sapiente, emozionata ed emozionante nel fermare in un click le espressioni umane che testimoniano la gioia della condivisione.
    I paesaggi che hai fermato nelle tue foto tolgono il fiato per la bellezza e la purezza che ancora in pochi luoghi si possono ammirare.
    Qualcosa di simile (ma prorpio qualcosa) ho ammirato nelle terre delle saline a Margherita di Savoia dove i fenicotteri rosa con i loro colori e il portamento sinuoso hanno affascinato anche me.
    Sei davvero brava!!!!
    baci e buon w.e.

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  7. come vacanza è da sogno, in + anche una festa super speciale!
    beata te!

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  8. Il tuo racconto, insieme al tuo viaggio, mi ha permesso di vivere un po' di quello che hai vissuto tu. E' stata una lettura piacevole, fantastica, interiore.
    Quello che mi piace di queste persone sono i loro colori, i loro sorrisi. Mi son sempre sentita un po' gitana anch'io, una gitana intrappolata dentro qualche convenzione, purtroppo.
    Grazie per la condivisione, ti abbraccio.

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  9. le emozioni non sono mancate e soprattutto conoscere queste culture in in un'occasione così piena di calore umano ti abbia offerto una dimensione percettiva libera da ogni pregiudizio, e certamente una prospettiva privilegiata....ciauzzzzzzzz ;-)

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  10. Leggendo il titolo del post sono stata assalita da una grande emozione: anche noi siamo stati in quel luogo magico...i bambini erano piccoli e i ricordi sono affiorati alla mente.
    Un grande grazie per quetsto resoconto bellissimo e pieno di immagini fantastiche!
    Un bacio grande e buona domenica

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  11. C'ero anch'io, ma cosa aggiungere ad una così esaustiva descrizione?
    Forse per una volta ho visto i Gipsy con uno sguardo nuovo, siamo sempre così diffidenti nei loro confront.Certo le cronache riferiscono sempre di comportamenti criminosi, ma non tutti evidentemente delinquono.
    Ho girato giorno e notte in questa festosa cittadina senza avere nessun timore, anche se devo confessare che all'inizio vittima dei luoghi comuni ero un pò preoccupato, mi sbagliavo.
    Durante la messa,a Saintes Marie, una donna in italiano a pregato le sante affinché i suoi fratelli zingari non fossero più emarginati.
    Tre giorni di assoluta festa e musica, sacro e profano insieme meravigliosamente.

    P.S. Buon compleanno e mi spiace dirlo agli altri blogger ma vado a pranzo da lei, po vi racconto.
    Non dovevo dirlo Anna? Ciao Domenico

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  12. Un colpo al cuore, è uno dei posti dove mi sento a casa, amo il sud della Francia e queste foto mi hanno regalato tante emozioni.
    Baci Alessandra

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  13. Bellissime le tue foto!!!! reportage fantastico brava brava

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  14. Mi potresti dire di chi è la musica e il titolo? grazie

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  15. ciao Anna sono Monì ^_^ mi piace l'aria che fai respirare presto ritornero' adesso visto anche l'ora un po' sono stanca ....prima di salutarti pero'... avevo gia' sentito parlare di Saintes Maries de la Mer quando lessi un libro.
    questo articolo compreso le foto sono un piatto succulento per il mio sapere. a presto

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  16. Fantastico post. La cultura gitana e' molto interessante da conoscere. Complimenti!!!

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  17. Adoro leggerti e che foto meravigliose!

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  18. @ Alex... grazie Alex, poi detto da te, che sei una fotografa straordinaria è davvero un gran complimento.

    @ Geillis... Laura, sapessi come ti ho pensato. Non l'ho mica dimenticata sai la tua passione e il tuo amore per il flamenco e per la cultura spagnola.
    Te lo consiglio questo appuntamento.

    @ Annaferna... penso che anche noi abbiamo qui vicino delle cose bellissime da guardare con occhi nuovi e da fotografare. Tra luoghi di fede e saline, anche la nostra Puglia sa regalare emozioni.

    @ Antonietta... magari io ci ritorno l'anno prossimo e per gli altri èun suggerimento di viaggio

    @ Luly... lo spirito gitano dentro di noi è la voglia di libertà che urla...e in questi posti è naturale farla venire fuori

    @ Astrofiammante... Solo se ti immergi nella folla e ti confondi tra loro, puoi percepire queste sensazioni...

    @ Enza ... eh si...

    @ Mammazan... Grazia davvero? immagino cosa dev'essere stato con i figli al seguito. Libertà totale ...

    @ Anonimo/Domenico... compagno d'avventura... com'è stato bello....

    @ Alessandra ... figurati che anch'io rivedendo le foto riprovo non sopite le stesse emozioni...

    @ Cristina... Grazie mille... il titolo della canzone la puoi leggere sull'Ipod, sulla colonna a sinistra... comunque è 'Allegria gitana' di Alex risso

    @ Moni... grazie, sei la benvenuta, passerò anch'io presto da te. Le nuove strade arricchiscono sempre...

    @ Elisabet ... grazie Elisabet

    @ Alem... Così alimentate a mille la mia autostima di fotografa... eh eh
    Grazie...

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  19. sono letteralmente senza parole Anna! Reportage perfetto e d'effetto e......la musica d'accompagnamento ...... azzeccatissima!!!
    un bacione
    Pippi

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  20. Ciao Anna,
    meraviglioso post e stupende le foto!!
    Ci cono stata in Camargue , un posto davvero particolare!
    Complimenti ancora!

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  21. Il 24 maggio 2010, eravamo in cinque in bicicletta provenienti da Barcellona e ci siamo imbattuti in questa festa gitana. L'atmosfera era proprio come l'hai descritta. Brava. Enrico

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  22. @ Pippi... cara pippi, grazie... ma pensavi davvero, con il rapporto che ho io con la musica e le parole, che potessi lasciare al caso la colonna sonora?....

    @ Aniko... Mi sa che l'anno prossimo ci diamo appuntamento tutte li... che bello sarebbe...

    @ Enrico... incredibile! magari ci siamo pure incrociati... ma come sei capitato qui al mio blog? vedi come i casi della vita sono stupefacenti?

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  23. Meraviglioso reportage! E che belle le piccole gitane. Tu parli di un popolo forte e sicuro...e pensare che sono stati perseguitati per secoli. Forse sta proprio qui la loro forza e il loro fascino.
    A proposito, forse può interessarti questo post:
    http://simonacuneo.blogspot.com/2010/01/una-notte-granada-sacromonte.html
    Ancora complimenti!!
    Simo

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  24. Invidierottoti moltissimo ...:-P
    mannaggia a te :-D

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  25. Ciao Anna The Nice. Sono capitato sul tuo Blog perché volevo sapere qualcosa di più della festa gitana e di Sarah e ho deciso di scrivere un commento dato che c'ero anch'io...
    Continua così! Enrico.

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  26. che spettacolo.... ho deciso di andare con un amica quest'anno... prenotato alberghino.. e non vedo l'ora di partire!!... bel reportage

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  27. che meraviglia la prima foto!!!! il racconto molto appassionante :-)

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  28. Nessuno credeva esistesse una Santa Sara.
    Poi in quinta liceo sono andata in gita in Provenza e Camargue. Fino a Saint Marie de la Mere e lì l'ho incontrata.
    La MIA Santa Sara. Zingara, con un cuore immenso. Mi sono ritrovata in lei.
    E lì ho mangiato una paella deliziosa! ;-)

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  29. Ciao, sono andata nella zona ma mi ero persa la festa, grazie alle tue immagini e parole ho potuto recuperare un po'! Grazie!

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