16 febbraio 2009

Neve

E' arrivata la neve anche qui. Mentre tutto sembrava pronto a fiorire. E' arrivato il freddo pungente, la gioia dei figli che non vanno a scuola (perchè qui da noi bastano due fiocchi per gridare 'allarme' e le scuole restano chiuse...), le imprecazioni di chi deve mettersi in viaggio con il ghiaccio alle 6 di mattina (...), la mia paura di scivolare fuori di casa. Ma non è solo disagio la nostra neve.
E' anche ricordo di una cosa buonissima che faceva la mia mamma, raccogliendo la prima neve bianca e pulita che cadeva in un piatto messo apposta fuori, sotto la bufera.
Era il 'sorbetto' fatto solo di neve e vincotto di fichi, che sapeva di stupore e magia.
Imbacuccati con sciarpe, cappelli e guanti, si correva in quella neve che da noi durava mai più di tre giorni, per lanciarsi le palle, costruire un micropupazzo di neve, aprire la bocca e farsi cadere dentro i fiocchi che, invece, andavano negli occhi.
Oggi niente ricette, solo questo ricordo di bambina.
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7 commenti

  1. io adoro la neve...avvolge tutto con la sua glassa bianca e risveglia i ricordi!!
    buona serata

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  2. che dolci, magici ricordi!!

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  3. Bellissimi i ricordi di bambini, la magia della neve che ci coglie di improvviso e chissà perchè, ci fa sentire un po' più allegri. Un abbraccio Anna!!! Chiara

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  4. la neve è una gioia per i bimbi..un disagio per noi!
    cmq è un po' magica!
    ciao io sono nuova e sto facendo un giretto tra i vari blog!
    a presto

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  5. la gioia più grande x noi ragazzi è qll di nn andare a scuola e girare x il paese a lanciarci palle di neve in faccia.. x i genitori può essere pure una scocciatura il ritorno dei figli inzuppati, ma sono dei momenti magici ke rimangono in noi x sempre!!!
    bello il blog..eheh.. un bacio fenny!!:P:P

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  6. come invidio questi ricordi...a Roma la neve arriva in media ogni venti anni, l'ultima nevicata nel 1986
    :-(

    Mai mangiato un sorbetto di neve, ma immagino la tua gioia di bambina
    Un abbraccio

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  7. Anch'io ho un ricordo lontanissimo legato alle vacanze di Natale trascorse a casa dei nonni, in Piemonte, nella campagna vicino a Ciriè, in un paesino piccolo piccolo con tanti campi e poche strade allora sterrate.
    A Nole c'era la casa dei miei nonni, dietro la casa c'era un campo di granoturco, davanti la strada, di lato nulla....ed era bellissimo.
    Quando nevicava, mia nonna, che si chiamava Delfina, indossava un foulard spesso, calzava gli scarponcini da giardino e intimandoci di guardarla dalla finestra scendeva nell'orto dove raccoglieva in una scodella una neve soffice e immacolata.
    Era un momento magico, a quel punto avevamo davanti a noi una scelta: granita al vino o granita al caffè?
    Mia sorella ed io solitamente preferivamo il vino, ci sentivamo complici di un segreto e di un gesto adulto compiuto in assoluta segretezza, lontano dall'occhio "responsabile" dei nostri genitori.
    Era tanto tempo che non pensavo più a quella scodella macchiata di viola.
    Mi accorgo che mi manca, mi manca quella casa, quella neve, quei nonni, quello che non ho più.

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